Neve.

Neve.

Neve.

Niente, se non neve.

Niente, se non neve rovinata.

Niente, se non neve rovinata dal sangue.

Helen continuava a ripetere le stesse frasi a bassa voce, come se fossero un rito. Come se in qualche modo quelle parole potessero salvarla.
Ormai non sentiva quasi più quel dolore insopportabile, il suo corpo era pervaso solo da brividi. O almeno, le parti del suo corpo che ancora non erano morte.
Continuava a fissare il cielo con insistenza, mentre i fiocchi cadevano candidi sul terreno ormai innevato. Infondo, era proprio lì che si stava dirigendo,no?

Nel cielo.

O forse non stava andando proprio da nessuna parte, e in qualche modo quel pensiero la rassicurava.
Non voleva muoversi, l'unica cosa che in quel momento contava era la tranquillità.
Era in qualche modo rilassante sentire il sangue che non affluiva più con forza nelle sue vene, e il suo cuore non batteva più come un tamburo impazzito, al contrario, ora sembrava quasi il dolce suono di un'arpa.
Avrebbe voluto sorridere, ma le labbra non le obbedivano.
Avrebbe voluto toccare la neve sporca di quel rosso intenso, ma la mano non si muoveva.
Avrebbe voluto chiudere gli occhi, perché è così che muoiono le persone buone nei film, eppure le palpebre non si chiusero mai.
Solo un'unica lacrima percorse la sua guancia, mentre la luce intorno a lei l'avvolgeva.