03/01/2016
1 recensioniIf you love me won’t you let me know?
È buffo quanto il detto “al cuore non si comanda” sia vero. Lo sapeva bene Luce che quella fredda notte di dicembre, appollaiata sul davanzale della finestra del piccolo salotto a fissare la strada sotto, continuava a chiedersi perché non si potesse decidere di chi innamorarsi. Fissava attentamente le persone che passavano dall’altro lato della strada sperando stupidamente di vedere il volto di Francesco, che in realtà sapeva benissimo essere a più di 400 km di distanza da lì, magari anche lui al caldo in casa sua.Si erano conosciuti cinque anni prima un giorno di inizio luglio al mare, per una pura coincidenza erano diventati amici nonostante i sei anni di differenza e avevano iniziato a mandarsi un sacco di messaggi durante il resto dell’anno aspettando l’unica settimana in cui si sarebbero visti. Alla fine in quei sei giorni si vedevano ben poco, dato che lei era comunque in vacanza con i suoi genitori e lui lavorava, ma era comunque qualcosa. Di messaggio in messaggio, però Luce non si rese conto di essersi innamorata di Francesco, se ne accorse quando ormai era troppo tardi e non poteva più tornare indietro. Per questo in quella notte di quel lungo e buio dicembre era alla finestra assorta in quei pensieri rigirandosi il cellulare fra le mani. Ad un certo punto sbloccò lo schermo e andò nella sezione delle note dove c’era un messaggio pronto per essere copiato e incollato sotto il nome di Francesco su whatsapp. Era più forte di lei, non riusciva a fare quelle semplici operazioni che avrebbero risolto i suoi problemi: lui avrebbe risposto positivamente oppure negativamente, in entrambi i casi lei sarebbe stata meglio, nella prima possibilità sarebbe riuscita a vivere la sua storia con il ragazzo che sognava da anni, nella seconda sarebbe stata male per un po’, ma poi se ne sarebbe fatta una ragione e sarebbe andata avanti senza rimpianti.
Francesco quella sera di dicembre stava tornando a casa dalla palestra, ma si fermò nel grande parcheggio davanti all’entrata prima di partire a guardare le goccioline di pioggia alla luce del lampione con in mano il cellulare con cui aveva appena finito di parlare con sua sorella. Andò sulle note e vide la bozza di messaggio che aveva scritto settimane prima, pronto per essere spedito a Luce, ma era troppo codardo per riuscire ad inviarlo effettivamente. Come aveva fatto ad innamorarsi perdutamente di quella ragazzina, perché quando si erano conosciuti era davvero una ragazzina, dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi? Cosa stava facendo lei in quel momento? Pioveva anche da lei o magari nevicava? Cosa avrebbe pensato se avesse mai ricevuto quel messaggio? Mentre si faceva tutte quelle domande decise di tornare a casa, dato che si stava facendo tardi e iniziava a piovere più insistentemente.
In quella notte di quel lungo e buio dicembre mentre Luce stava cercando di prendere la pasta dallo scaffale troppo alto della cucina sul suo cellulare buttato sul divano arrivò un messaggio.
Anche a 400 km da lì nella tasca di Francesco, che stava prendendo le chiavi per aprire la porta di casa, il cellulare lo avvisò dell’arrivo di un messaggio.
Angolo autore:
Ciao a tutti quelli che leggeranno la mia storia.
L'ho scritta di getto questa sera, quando i miei pensieri erano gli stessi di Luce. La canzone che ha accompagnato la scrittura e che dà il titolo alla storia è "Violet Hill" dei Coldplay, vi consiglio di ascoltarla mentre leggete.
Grazie a chi lascerà una recensione e a chi leggerà solo