«Daph?» mormorai, senza muovere un solo muscolo ma non perché non avessi voglia; ero letteralmente inchiodato dal panico. Non incrociò il mio sguardo nemmeno una volta, non voleva che la guardassi in faccia. Tentativi inutili, sapevo che era sul punto di piangere, lo percepivo fin troppo bene. Continuai a rimanere fermo, confuso ed inerme. Non riuscivo nemmeno a metabolizzare cosa stesse succedendo.
«Che stai facendo?» domandai spiazzato.
«Me ne vado».