Continuava a guardarsi allo specchio senza sapere cosa fare e soprattutto chiedendosi se ce l’avrebbe mai fatta a superare quella giornata. Controllò di nuovo premurosamente gli stivali: Tutto a posto, la roba era ancora lì.
Era il 3 febbraio 1988 e il suo pseudo-migliore amico (o gemello terribile , come lo chiamavano tutti) stava per sposarsi . Una giornata perfetta. Già, peccato solo che se ne fosse innamorato perdutamente.
Ebbene sì, quel batterista poco normale e degenere aveva preso il suo cuore e aveva avuto persino il coraggio di farlo in mille pezzettini davanti a lui chiedendogli di fare il suo testimone di nozze. Ovviamente Nikki accettò; lo vedeva troppo felice per fargli del male e poi si sarebbe sentito tremendamente in colpa a farlo soffrire.
Tommy però era all’oscuro di tutto e non aveva mai nemmeno minimamente sospettato che l’amico del cuore lo potesse amare. Sì, in tanti prima avevano provato a dire cose  sul loro conto tipo che sarebbero stati la coppia perfetta se fossero stati gay e lui ci aveva sempre riso su. E anche Nikki lo faceva, quindi perché preoccuparsi? Andava tutto alla grande.
Tutto alla grande per tutti tranne che per Nikki. Il bassista era davvero a terra e non poteva far altro che pensare che stava per perdere Tommy per una qualsiasi. Il suo Tommy: la causa di vita e di morte e l’unica salvezza di vita. Se ne stava andando lentamente, e lui glielo stava lasciando fare.
Immerso in questi pensieri, si accasciò per un attimo sul pavimento e realizzò che era davvero il momento di farla finita. Era la migliore cosa da fare: Lui non avrebbe vissuto una vita insignificante e l’altro non l’avrebbe mai scoperto il suo segreto. Perfetto.
Tirò fuori un po’ della magica polvere bianca che teneva ben nascosta un po’ dappertutto (per ogni evenienza) e gli altri oggetti del mestiere, ma non fece in tempo nemmeno a farla scaldare che

-Nikki? Stronzo sei qui?? No perché se lo sei, come so che è vero, RISPONDIMI FIGLIO DI PUTTANA-
Sorrise. Conosceva bene quella voce e sebbene a gente sconosciuta avrebbe potuto sembrare una di quelle voci incazzate col mondo beh, lui sapeva per certo che non era così: Tommy era lì di nuovo e non avrebbe fatto nulla senza di lui.
Si alzò all’istante e andò ad aprire. Quello che si trovò davanti fu sempre il Tommy Lee che conosceva da sempre ma, se mai era possibile, ancora più bello. Stava lì a fissarlo come un ebete quando l’altro, stranito, gli sventolò una mano di fronte alla faccia
-Ehm.. Nik.. tutto okay?-
-Uh? Sì Sì tutto a posto…tu.. perché sei qui?-
-Sei scemo o cosa? Hahaha- amava quella risata – Bello, sei il testimone e non posso sposarmi senza il tuo consenso –
Ovviamente lo disse in tono di scherzo ma dall’altro lato venne percepito in un altro modo.
-Nikki mi spaventi sai…? Che ti prende?-
-No..nulla nulla.-
.-Mh.. posso entrare?-
-Certo-Alla vista delle siringe e del resto Tommy assunse tutt’altro tono.
-NIKKI. COME HAI POTUTO?? – 
L’altro continuava a guardarlo spaventatissimo della sua reazione. Odiava l’eroina, e lo sapeva bene
-Tom.. io.. ti posso spiegare-
-NON C’E NIENTE DA SPIEGARE. NIENTE DROGA OGGI . MI SEMBRAVA DI ESSERE STATO CHIARO.ORA TI MUOVI. TI ASPETTO Giù. NON PARLIAMONE Più VA BENE??? ANZI, NON PARLIAMO PROPRIO DEL TUTTO.
Chiuse tutto e se ne andò.
Nikki ora era ancora più avvilito e depresso di prima. Avrebbe voluto piangere, ma no, non era il momento adatto. Tommy era già abbastanza arrabbiato.
In testa continuavano a rimbimbargli quelle parole .
Si fece coraggio e raggiunse Tom al piano di sotto anche se avrebbe di gran lunga preferito sprofondare.

A.D.A.: Sì non so mettere i titoli scusate :')