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Autore: ___maryanna___    04/01/2016    0 recensioni
-Andate, veloci! Che tra poco dobbiamo andare via.- spinge Gabriele ma io rimango ferma ad osservare un ragazzo davanti al divano: il figlio di Claudio. Poiché è girato di spalle non si vede il volto perciò mi concentro sul resto del corpo; ha le spalle larghe messa ancora più in risalto dal maglione nero di lana aderente; è alto e ha i capelli castani raccolti con un codino. Poco dopo si gira e si accorge che lo sto letteralmente fissando quindi ride un po' e viene a presentarsi.
-Ciao, tu dovresti essere Stefania, Paola mi ha parlato di te.- dice il ragazzo degli occhi marroni in cui è facile perdersi.
-Si, e tu sei?- gli chiedo.
-Piacere James Bennett, il figlio di Claudio.- mi risponde abbozzando un sorriso
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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First Chapter.
 
 
-La prego Prof., non mi metta l'impreparazione! Le prometto che domani vengo volontaria.-  lo supplica per l'ennesima volta Monica. Non per fare la parte della secchiona antipatica, ma lei sa che doveva essere interrogata viste le tante volte che ha dato buca ai professori. E' in piedi accanto alla cattedra, ma vuole tornare al suo posto.
Ed eccomi qui, seduta al secondo banco, cercando di nascondermi dietro Walter per evitarmi l'ennesima interrogazione visto che, quando nessuno studia, il prof. chiama sempre me. Sono una ragazza non troppo alta ma neanche troppo bassa, ho dei capelli castani sul ramato e occhi color ghiaccio, ereditati da mio padre infatti siamo due gocce d'acqua. Non sono una persona a cui piace vantarsi del proprio fisico e odio essere al centro dell'attenzione, come che invece Asia adorava.
-Assolutamente no! De Nichilo ieri non sei venuta a scuola e sapevi che ho bisogno di almeno due voti prima del prossimo mese.- replica, giustamente, il prof. è, forse, uno dei più simpatici ma comunque severo quando deve esserlo.
-Prof. dai!- cerca ancora una volta Monica di convincerlo, con scarsi risultati; Facchini prende la penna rossa, quella con cui segna i voti sotto la sufficienza, e scrive qualcosa sul suo registro. Poi alza lo sguardo e volta la testa, ha già chiamato Walter all'interrogazione e ma sta scegliendo un'altra persona, sfortunata, che dev'essere preparatissima visto che è molto arrabbiato.
-Noemi, vieni tu.-
 
-Bene, per la prossima settimana dovete stilare un tema sull'Alto Medioevo, in coppia. Questa volta scegliete da soli, vi concedo questo.- e detto questo esce dall'aula lasciando spazio alla professoressa di Tedesco.
-Guten Morgen.-
 
-Auf Wiedersehen- usciamo da scuola nel più totale caos.
Noto mio fratello Gabriele, assieme a Riccardo e Lorenzo i suoi due migliori amici, dietro un grosso albero che parlottano fra di loro; non lo faccio mai, ma sono incuriosita da quella conversazione così mi avvicino a loro senza farmi vedere e mi posiziono dietro la grande quercia in modo che non possano notarmi.
-Tu sei completamente pazzo!- esclama Riccardo indicando il biondino, cioè Gabriele. Non era la prima volta che mi nascondono qualcosa, non che voglia essere al correte di tutto quello di cui parlano, ma non li ho mai visti discutere così tanto!
-Non sono pazzo. Stefania è grande, non posso fare in modo che non lo venga a scoprire! E poi...- si blocca quando, sbagliando, faccio un colpo di tosse e riconoscendomi viene a prendermi. -Stai origliando?- è arrabbiatissimo, lo capisco, ma non voglio fare nulla di male.
-No Gabri. Sono appena arrivata.- mento cercando di calmarlo un po'. I suoi amici mi guardano e annuiscono, ma hanno capito che ho origliato qualcosa si quello che si stavano dicendo.
-Okay, allora andiamo.- mi dice con il muso lungo, non mi rivolgerà la parola per le prossime ore.
 
-Riproviamoci un'altra volta...- faccio calma strappando, con tutta la forza che ho in corpo, l'ennesimo foglio dove cerco di risolvere la stessa equazione che non vuole proprio uscire! Non sono un genio in matematica, ma me la cavo con un sette, fortunatamente nei compiti la difficoltà degli esercizi non supera mai i due puntini dei tre. Non riesco neanche alla terza volta e decido, per questo, di andare da Gabriele.
E' nella sua camera con i suoi inseparabili amici; entro nella stanza e trovo gli ultimi due sdraiati sul letto intenti a lanciarsi cuscini mentre mio fratello è al computer con la Home di Facebook aperta davanti ai suoi occhi.
-Potete aiutarmi?- chiedo loro con una voce e una faccia da cucciolo, sperando che neanche questa volta mi dicano di no. Sorrido quando annuiscono alle mie parole e, quindi, passo loro il libro e il quaderno. Risolvono l'equazione in pochi secondi dicendo che è molto facile per loro, ma poi c'è un momento di silenzio durante il quale si guardano fra di loro e fanno un cenno di si con la testa.
-Possiamo chiederti un favore?- domanda rompendo il silenzio Lorenzo. Si guardano tra di loro e Gabriele annuisce, di nuovo. Che cosa stanno architettando?
-Cosa state facendo? Alle mie spalle!- esclamo sollevandomi da terra facendo finta di essere arrabbiata con loro. Volto lo sguardo verso l'orologio e noto che manca solo una mezz'ora al mio appuntamento dal fisioterapista, devo fare una doccia calda e cambiarmi prima di andare da lui.
-Beh...c'è una persona della tua classe che interessa ad uno di noi. Ci chiedevamo se potessi farcela conoscere prima o poi- dice Riccardo abbassando lo sguardo sulle sue mani. E' una domanda molto strana visto che quando si tratta di questo genere di cose non mi interpellano mai in questi discorsi.
-Se mi dite di chi parlate posso aiutarvi. Oppure entrate in classe ogni tanto con una scusa e vedete questa persona.- consiglio loro. Rimango in silenzio nella speranza che mi dicano qualcosa, ma nessuno di loro ha intenzione di fiatare minimamente. -Tra mezz'ora vado via, dal fisioterapista.- li avviso mentre esco dalla stanza e mi chiudo la porta alle spalle.
 
Prendo il treno per andare da Mr. Collins; non ho mai capito perché si faccia chiamare così, ma lo faccio lo stesso. Il suo studio è al centro della città che, fortunatamente,  posso benissimo raggiungere a piedi dalla stazione.
-Buongiorno.- dico dopo aver bussato, e aver avuto il suo permesso di entrare.
-Oh, buonasera signorina Martinelli. Come va il suo piede?- chiede. Faccio una giravolta provandogli che riesco a muovermi molto bene. Dopo la riabilitazione, di un mese e mezzo, mi mise a riposo per sei mesi, prima di iniziare di nuovo la preparazione per gli Assoluti di Catania.
-Wow, hai visto a cosa sono serviti quei mesi in più? Adesso ti preparo il certificato di idoneità.- mi dice sedendosi alla scrivania, e io subito dopo.
Il suo ufficio è ricco di gadget che compra quando va i vacanza; ha una penna che viene dal Perù, sulla scrivania c'è una bottiglia contenente una grande nave e della sabbia proveniente dalla Croazia e, quello che preferisco, è la riproduzione in miniatura della Torre Eiffel.
Finalmente vedo Mr. Collins scrivere il mio tanto atteso certifico. E' da troppo tempo che non entro in palestra, troppo che non sento il magnesio sulle mie mani, o piedi, e decisamente troppo che non libero la mente dai miei tanti problemi.
-Ecco qui. Quando domani tornerai in palestra devi consegnarlo ad Enrico, o in segreteria. E spero di non vederti, in questo studio, se non per un controllo prima di qualche gara.- mi dice affettuosamente. Lo saluto e vado via. Precisamente da Gabriele.
 
Torniamo a casa per le otto e sentiamo un buon odore provenire dalla cucina, segno che nostro padre è già tornato. Si chiama Domenico ed è rettore alla Bocconi di Milano e solo una volta al mese torna da noi, in Puglia.
-Ciao Ragazzi!- ci saluta mentre entriamo in cucina.
-Ciao Papà! Che si mangia?- chiede Gabriele prendendo uno stuzzichino dal tavolo, già apparecchiato al centro della stanza.
-Pasta alla Bolognese e di contorno verdura grigliata, come hai  già potuto verificare.- riprende Gabriele. Mio padre ha sviluppato una passione per la cucina da quando mamma lo ha lasciato, due anni fa, perché lei sostiene di aver incontrato un'altra persona da amare, ma in realtà si è trovata l'amante e dopo averlo lasciato si è messa con un altro ancora.
Aspettando che il tutto sia pronto, salgo in camera, per posare la borsa e la giacca e per indossare il mio caldo pigiama di pail, con un tenero coniglietto bianco come la neve disegnato sopra.
Quel pigiama me lo ha regalato Gabriele un Natale fa, mentre io gli ho fatto trovare, sotto l'albero, un nuovo plettro per la sua chitarra.
-E' pronto!-
Mi siedo al mio solito posto, cioè tra papà e mio fratello che sono a capotavola.
-Allora Ste'... com'è andata dal fisioterapista?- domanda mentre assaggia della pasta.
-Tutto bene, già da domani posso riprendere ad andare in palestra e riprendere ad allenarmi. Anche perché a Marzo ci sono gli Assoluti.- quello è sempre stato il mio più grande sogno, sin da bambina. L'anno scorso, proprio una settimana prima della competizione, mi fatturai la caviglia a causa di un'uscita sbagliata. Finalmente posso avere la mia rivincita e dimostrare a tutti chi sono.
-Bene Tesoro, sono contento per te. E a te come va con il corso di chitarra?- chiede a Gabriele.
-Alla grande, abbiamo fissato lo spettacolo prima di Natale. Non ci sono problemi vero?- risponde e domanda allo stesso tempo. Papà gli spiega che non ci sono problemi e le cena prosegue tranquilla, fino a quando il mio cellulare non prende a squillare insistentemente.
-Torno subito.- dico alzandomi da tavola e raggiungendo il salotto per rispondere: era mia madre.
-Ehi Mamma.- rispondo felice di sentirla. Mi chiama ogni giorno.
-Amore...com'è andata oggi a scuola?- soffre molto il fatto di non essere quasi mai con noi ma so che, anche se non di persona, mi segue dovunque vada e mi sprona a fare del mio meglio, SEMPRE.
-Tutto bene, sono stata interrogata in Tedesco...ho preso otto e mezzo!- esclamo contenta. Okay, ho sempre avuto ottimi voti, ma sono felice quando vedo un otto, o un nove, sul registro per un'interrogazione o per un compito.
-Brava Tesoro...e Gabriele? A lui come va?- la odio, però, quando mi fa domande su di lui. Non si parlano da quasi un anno, da quando ha litigato con il vecchio compagno di mamma.
-Va tutto bene. Oggi mi ha aiutato con Matematica.-
-So che ti da fastidio, ma non mi risponde più al telefono, mi chiude la chiamata prima di aprirla...non so più cosa devo fare.- sta per piangere, lo capisco dal tono basso e triste che ho assunto. -Comunque...sei libera domani sera?-
-Certo, finisco allenamento alle otto ma non devo uscire con nessuno.-
-Ti va di cenare con me e Claudio?- Claudio è il suo nuovo compagno che ho visto due volte in un anno, più o meno.
Qualche volta andiamo a passeggiare per il centro di Milano, a fare shopping insieme ed è sempre stato simpatico e dolce nei miei confronti. E, un mese fa, sono venuta a conoscenza del fatto che ha un figlio, che non  mai conosciuto perché studia in una scuola privata ad Oxford ed ha la stessa età di Gabriele.
-Cero, allora ci vediamo domani sera.- chiudo la chiamata, felice di rivederla.
   
 
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