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Autore: FunnyYoungMe    05/01/2016    2 recensioni
Una storia in cui Kyuhyun è un capo sadico, Yesung il suo segretario sexy dagli amici particolari: Hyukjae e Donghae che stanno attaccati anche durante il lavoro, Ryeowook che all'apparenza è innocente, Heechul che va in palestra solo per provarci con il personal trainer. Cos'altro si può chiedere? Ah, forse un Leeteuk dottore, un Sungmin poliziotto e un Hangeng personal trainer!
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Kyuhyun, Ryeowook, Un po' tutti, Yesung
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~C.K.H’S POV

Qualcosa non quadrava. L'ufficio era troppo silenzioso nonostante il ticchettare delle tastiere dei computer, il mormorio dei dipendenti e il lieve ronzio dell'aria condizionata. Mancava qualcosa. O meglio, mancava qualcuno.
- Kim Ryeowook, dov'è Kim Jongwoon?- domandai al mio secondo assistente mentre questi sussultava e si guardava ai lati spaventato.
- Yesung.. Ah no, voglio dire, Kim Jongwoon sta male.- rispose guardando un altro dipendente, Lee Hyukjae, che si sbracciava per comunicargli qualcosa. - È svenuto ieri sera tornando a casa e mi sono preso la libertà di dirgli di stare a casa un giorno..signore.-
- Va bene.- replicai semplicemente prima di rinchiudermi nel mio ufficio.
E così il mio primo assistente stava male e non mi avvisava? Non sono tipo da prendere queste mancanze alla leggera per cui presi il cellulare e, prima che cambiassi idea, telefonai Jongwoon.
- Bronto?- rispose una voce maschile che non riconobbi. Il fratello? Il coinquilino? Il fidanzato?
- Vorrei parlare con Kim Jongwoon. Sono il suo capo.-
- Zono io, signor Cho.- replicò la voce. No, non poteva essere lui. La sua voce era profonda, roca...sexy.
Mi riscossi dai miei pensieri indesiderati. - Perché non sei qui?-
- Zignore, zto male. Ho l'influenza.- rispose prima di starnutire, lasciandomi quasi sordo.
- Ho capito. Beh, riposati che questa è una settimana impegnativa.-
- Zì zignore, lo farò. Grazie.-
- Uhm.. Allora, arrivederci.-
Avevo una strana sensazione che riguardava Kim Jongwoon. In tutti gli anni che lavorava con me, non l'avevo mai sentito parlare dei suoi genitori o della sua famiglia in generale. Anzi, non sapevo proprio niente di lui. Ora avevo questo bisogno impellente di conoscere di più sul mio assistente. Soprattutto di un assistente così perfetto, meticoloso, gentile, simpatico...sexy. “Ripigliati Kyuhyun! È un tuo dipendente!”, pensai mentre mi alzavo dalla sedia e andavo dall'altro mio assistente.
- Kim Ryeowook.- lo chiamai, appoggiando le braccia sulla sua scrivania. Lui sussultò.
- Sì, signore?-
- Prepara tutte le informazioni che hai sui dipendenti e portamele nel mio ufficio appena hai tutto, capito?-
- Sì signore. Sarà fatto.-

Tornai nel mio ufficio. Sarò anche stato curioso per Jongwoon, ma non potevo di certo perdere la mia faccia, la mia reputazione solo per lui. Figurarsi se andavo a chiedere ad un qualsiasi dipendente di dirmi tutto ciò che sapeva su un certo dipendente dai capelli neri sempre scompigliati, dagli occhi che luccicavano ogni volta che vedeva qualcosa che gli piaceva, con la testa quasi sempre su un altro pianeta, con le mani piccoline, una voce e delle labbra e un corpo...sexy.

Grazie alle informazioni raccolte da Ryeowook - gli avrei dato l'aumento di stipendio che mi stava chiedendo da mesi -, ora sapevo che Jongwoon abitava solo in città e che la sua famiglia abitava fuori Seoul, che condivideva l'appartamento in una zona piuttosto vicina con Ryeowook e Hyukjae, e che quello era il suo primo lavoro che aveva mantenuto per più di due mesi.
Dovevo saperne di più su questo ragazzo. La sua vita e i suoi sogni mi incuriosivano, e anche il suo passato. Perché era andato a vivere a Seoul, per esempio. O se aveva un fidanzato o una fidanzata. Erano domande che avrei voluto porgli e vederlo arrossire mentre mi rispondeva. “Che cavolo mi succede?!”, mi domandai prima di prendere il cellulare e chiamare l'unica persona che poteva aiutarmi: mio fratello maggiore.
- Dimmi Kyu-a.- disse Siwon rispondendo al primo squillo. Sotto sentivo un po’ di trambusto, quindi immaginai che si stava preparando per un set fotografico.
- Senti.. Non so come dirtelo.-
- Ti ho già detto mille volte di essere diretto e non girarci attorno, soprattutto quando sto lavorando.-
- Allora, hai mai avuto l'impellente desiderio di sapere tutto di una persona, nonostante questa ti sia stata vicina per tanto tempo?-
- Ti sei innamorato?! Era ora! Pensavo saresti morto single, con quel carattere che ti ritrovi. Perfino i tuoi dipendenti ti temono.-
- Non è vero, non mi temono affatto!-
- Sì che lo fanno. Specialmente il tuo assistente, quello moro che ha le mani piccoline.- ribatté lui. Me lo immaginavo con un ghigno sulle labbra.
- Comunque non sono innamorato.- replicai arrossendo. Fortuna che nessuno era in ufficio a quest'ora.
- Se lo dici tu.. Io ti ho risposto.-
- Va bene.. Lascia stare hyung. ‘Notte.-
No, definitivamente no. Io non ero innamorato di Jongwoon. Ero solo abituato ad averlo sempre attorno e quindi, non vederlo quel giorno, mi aveva stupito.


Prima di tornare a casa, feci una deviazione per andare in farmacia e prendere la medicina per mia madre. Quando arrivai a casa, avevo un sorriso a trentadue denti, spaventando la povera donna delle pulizie e destando la curiosità di mio fratello Siwon, che in quel momento si trovava sdraiato sul divano in soggiorno.
- Kyu, è successo qualcosa?- domandò mio fratello dal soggiorno.
- No hyung.- risposi appoggiando giacca a cravatta sull’appendiabiti della mia stanza.
- E allora cos'è quel sorriso?-
- Porta queste a mamma. Sono le sue pillole per la pressione. Io vado a letto. Dille che andrò a visitarli presto.- dissi tutto d'un fiato passandogli il sacchetto della farmacia.
Mio fratello non rispose ed uscì di casa. Nonostante avessimo un buon lavoro tutti e due, e anche abbastanza remunerato, avevamo deciso di vivere insieme. Poi, appena lo avessimo desiderato, avremmo anche potuto dividerci. Soprattutto nel caso uno dei due trovasse il partner.
La mia famiglia sapeva che ero gay e non gliene importava molto; erano contenti della persona che ero. Siwon era il figlio perfetto ma non lo invidiavo affatto. Anzi, lo adoravo. Comunque, se anche fossi andato a vivere con un ragazzo o avessi portato un ragazzo a casa, nessuno avrebbe avuto da ridire. E questo mi fece pensare a quanto mi sarebbe piaciuto avere vicino, in quel momento, un certo dipendente timido che lanciava sguardi verso il mio ufficio quando credeva che non lo vedessi. Un dipendente che, qualunque cosa stesse facendo, era irrimediabilmente pignolo...e sexy.

K.J.W’S POV

- Cosa hai detto a Demonio?- domandai guardando di sbieco Ryeowook che, appena entrato in casa, stava già cucinando.
- Oh, ho detto che ieri sera sei svenuto. Perché?- rispose lui smettendo di guardare lo stufato per guardarmi negli occhi.
- Perché mi ha chiamato.-
- Dovresti essere felice. Fino a qualche giorno fa lo chiamavi Sexy Ass.- ridacchiò Donghae, il fidanzato del mio coinquilino Hyukjae.
- Babo. Quello è solo in bagno o in camera.- replicò Hyukjae facendomi arrossire.
- Smettetela, seriamente. State corrompendo la mia mente.-
- Cosa gli hai detto quando ti ha telefonato?- chiese Ryeowook
- Che avevo l'influenza. Non potevo mica dirgli che non riuscivo a muovermi…-
- .. per il troppo esercizio con Heechul.- commentò Hyukjae sogghignando.
- Lo dici come se avessimo… come se fossimo andati a letto insieme.-
- Che dice Heechul hyung?-
- Che devo riprendere a correre più spesso e a fare esercizi a casa.-
Da un paio di mesi - ossia da quando la mia ex ragazza mi ha lasciato perché, testuali parole, “sei più grasso di me” - avevo cominciato ad andare in palestra. Lì avevo conosciuto Heechul hyung, uno dei ragazzi che andava in palestra solo perché interessato ad un ragazzo che ci lavora. Heechul era un bravo ragazzo, alle volte un po’ insistente, che continuava a dire che era ora che mi cercassi qualcun'altro.
- E so cosa volevi sentirti dire, Hyukjae, ma stai tranquillo che non staremo mai insieme.- sottolineai guardandolo male.
Il mio coinquilino e collega di lavoro era fermamente convinto che, per dimenticare i nostri amori non corrisposti - mio e di Heechul -, dovevamo finire insieme. Ma entrambi eravamo indignati dall'idea.
- Dai, è ora di cena. Lasciate stare Yesung hyung. D'altronde, neanche io penserei ad altri quando passo tutta la giornata a vedere il sedere ben fasciato del nostro capo.- disse Ryeowook mettendo in tavola la cena e sorridendo innocentemente.
Avevo dei coinquilini parecchio...asfissianti!


Avevamo appena finito di cenare quando sentimmo bussare alla porta. Nessuno degli altri mi aveva avvisato di stare aspettando qualcuno e neanche io aspettavo visite. Andai ad aprire la porta e mi trovai di fronte un ragazzo mai visto prima. Era alto quanto me, né grasso né magro, uno sguardo innocente, delle guance da spupazzare e un viso dolcissimo.
- Sto cercando Kim Jongwoon.- disse lui semplicemente, senza presentarsi né lasciando capire perché fosse lì.
- Sono io. E tu sei…?-
- Ah, sono Sungmin, un amico di… un tuo conoscente.- rispose porgendomi la mano. - Un conoscente che mi ha detto di darti questo.- aggiunse mettendo sul mio palmo un sacchetto di una farmacia.
Guardai dentro e vidi solo antibiotici da prendere in caso di raffreddore, delle bende termoriscaldate e un biglietto con scritto “Guarisci” al computer.
- Ma queste…- cominciai a dire alzando lo sguardo ma non trovando più Sungmin lì.
Scossi le spalle e tornai in salotto, dove i miei amici mi sottoposero ad un interrogatorio per sapere da dove arrivava il sacchetto, chi l'aveva portato, se era carino e se sapevo il suo nome.
Non risposi pienamente alle domande, visto che io stesso ne stavo pensando altre. Chi era Sungmin e di chi era amico? Chi mi aveva mandato degli antibiotici e perché farlo in modo anonimo?
Nonostante gli antibiotici non mi servissero, mi applicai le bande sui punti dolenti dalla palestra. Sorrisi grato quando cominciai a sentire un po’ di sollievo. Grato verso quello sconosciuto che mi aveva “salvato” da questi dolori.

C.K.H’S POV

C'era qualcosa che mi innervosiva. E no, non erano Hyukjae e Donghae che ci davano dentro nel corridoio dei bagni. Non era neanche il fatto che quella sera ci sarebbe stata una cena di lavoro coi superiori. Eppure, non riuscivo a stare calmo. Uscì per la quinta volta in un'ora dal mio ufficio per fare un giro sul piano, tanto per schiarire la mente e pensare lucidamente.
Fu in quel momento che ebbi una specie di rivelazione. Ora sapevo cosa mi innervosiva e che non mi faceva stare fermo. Il mio dipendente preferito, il mio pulcino dal piumaggio nero - ugh, mi faccio schifo da solo, per pensare queste cose -, il mio alieno umano era tornato al lavoro. L'avevo visto entrare in ufficio e da quel momento ero stato un ammasso di nervi in subbuglio. Perché? Semplice. Nonostante indossasse quello che io consideravo il vestiario adatto a questo lavoro - ero il direttore di una multinazionale nonostante i miei 28 anni -, in lui c'era qualcosa di...provocante. Cosa? I pantaloni. I pantaloni lo fasciavano, e anche troppo se volete saperlo. Per cui, ogni volta che si alzava - il che accadeva spesso, visto che era il mio primo assistente ed era il più bravo del piano - mi dava le spalle o mi guardava, mettendo in mostra quel...fantastico didietro che si trovava. Oltre anche al davanti.
“Merda! Un dipendente! Anche se non è un dipendente qualsiasi ma il più bravo fra tutti, oltre che il più sexy”, pensai fissandolo dalla scrivania di Hyukjae, ancora impegnato con Donghae.
- Ehm signor Cho?- sussurrò Ryeowook.
- Dimmi.-
- Ho lasciato dei documenti da firmare sul suo tavolo.-
- Mmm.- risposi senza guardarlo.
Ero intento a guardare Jongwoon. Perché tutto ad un tratto pensavo a lui? Insomma, erano cinque anni che lavorava alle mie dipendenze, quindi perché proprio ora? Però se ci pensavo bene, neanche prima mi piaceva l'idea che uscisse con qualcuno, ed era per questo che gli avevo dato talmente tanti lavori da fare che tornava a casa tardi. E forse, ultimamente lo notavo di più perché lo vedevo sempre in palestra, ogni volta parlando con un ragazzo molto espansivo che sapevo per certo che andava in palestra solo per Hangeng, il mio personal trainer.
Mi allontanai dalla scrivania e andai nel mio ufficio facendo di tutto perché Jongwoon notasse la mia camminata, oltre che il mio sedere. Sogghignai mentre mi sedevo, lanciando uno sguardo nella direzione del mio assistente. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto, nel punto in cui ero passato io, e uno strano luccichio gli animava gli occhi. Sì, era deciso: avrei avuto quel ragazzo sul mio letto, con le buone o con le cattive.


- Signor Cho?- mi interruppe Yesung sporgendo la testa dentro il mio ufficio.
- Sì, Jongwoon?- gli risposi alzando lo sguardo dai documenti che stavo leggendo.
- Noi usciamo a pranzo. Le portiamo qualcosa?-
- Uhm, penso che verrò con voi. Posso o disturbo? In effetti, ho un appuntamento in un ristorante qui vicino. Venite anche voi, vi offro il pranzo.-
Yesung spalancò gli occhi. Non ero solito invitare a pranzo i miei dipendenti, anzi. L'unica volta che li invitavo era per Natale perché di solito o mangiavo in ufficio o andavo in un ristorante caro che loro non potevano permettersi.
- Pe-penso vada bene. Avviso gli altri.- affermò lui uscendo dalla stanza e correndo ad avvisare gli altri ragazzi.
Avevo un appuntamento con Sungmin, solo che di solito parlava poco. Forse, con i miei dipendenti, avrebbe parlato di più, aiutandolo a sciogliersi con le persone attorno a lui.
Quando uscì dall'ufficio, i ragazzi mi stavano aspettando davanti all'ascensore. Yesung era vicino a Ryeowook e continuavano a ridacchiare. Chissà per cosa ridevano.
Raggiunto il ristorante, entrai senza esitazione, avvisando il maître che ci sarebbero state quattro persone in più a pranzo con me. Infine, mi diressi al mio tavolo dove Sungmin mi stava già aspettando con un sorriso a trentadue denti stampato in viso e gli occhi molto luccicanti. Doveva dirmi qualcosa di importante.
Io e Sungmin ci conoscevamo dai tempi delle superiori. Dire che era il mio migliore amico era poco: era più un fratello perché gli volevo bene quanto a Siwon. Lui era stato il primo a cui avevo detto che ero gay ma lui non mi aveva giudicato e mi aveva anche convinto a dirlo ai miei genitori. Nel corso degli anni avevamo litigato spesso ma mai al punto di smetterla di parlarci. E i miei genitori… beh, lo amavano quanto noi due figli.
- Ciao Minnie.- esclamai avvicinandomi al tavolo, diretto alla sedia davanti a lui. - Ti presento i miei colleghi di lavoro: Lee Hyukjae, Lee Donghae, Kim Ryeowook e Kim Jongwoon.-
Sungmin sorrise ancor di più se possibile. - Salve ragazzi. Piacere di conoscervi, io sono Sungmin. E tu…- mi guardò serio -... smettila di chiamarmi Minnie, sono troppo grande.-
- Non si è mai troppo grandi per quel soprannome.- replicai sorridendogli. Con la coda dell'occhio mi resi conto che i miei colleghi erano basiti. E ancora in piedi. - Dai, sedetevi.-
I ragazzi si sedettero. Ryeowook era alla sinistra di Sungmin, Donghae e Hyukjae erano seduti il primo a capotavola e l'altro davanti a Ryeowook, alla mia destra. Yesung, molto imbarazzato, si sedette a capotavola, alla mia sinistra. Esultai mentalmente mentre la mia faccia rimaneva impassibile.
Mentre guardavano il menù - a me non serviva perché lo chef sapeva già cosa mangiavo - io lessi il messaggio che mi era appena arrivato.
“Ah sì, non te l'ho detto ieri sera ma.. Wow amico, hai gusti! Pur essendo etero, hai adocchiato un bel ragazzo.”
Guardai Sungmin che mi sogghignava mentre accennava lievemente a Yesung. Questi chiuse il menù e, dopo aver detto cosa avrebbe preso al cameriere, si girò ad osservare Sungmin.
- Ma tu sei il ragazzo di ieri sera!- esclamò puntandogli contro un dito.
- Esatto.- rispose lui sorridendo. - Mi stavo appunto domandando quanto tempo ci avresti messo a notarlo.-
- Non ho avuto modo di ringraziarti o di dirti di ringraziare il tuo amico.-
- Oh tranquillo, immaginavo lo avresti ringraziato. Ed è contento ti siano serviti.- disse lui, facendo spuntare sul volto di Yesung un'espressione interrogativa. Sicuramente si stava domandando chi fosse l'amico e come avesse fatto a sapere che lo aveva ringraziato.
Di certo non sono stato io che ha comprato gli antibiotici e le bende mentre prendevo le pillole per mia mamma. Figurarsi se compravo delle medicine per i miei dipendenti. Che cosa ridicola!
Il pranzo trascorse senza intoppi e senza imbarazzi. I miei dipendenti si trovavano bene con me e Sungmin. Erano perfino riusciti a farlo parlare di sua spontanea volontà e ora non taceva un attimo. Nonostante questa tranquillità, io avevo i nervi a fior di pelle per la vicinanza con Yesung. Davo troppa importanza alla sua vicinanza e ogni tanto mi passavano per la mente delle immagini non proprio innocenti su di me e lui, insieme, in una stanza, su un letto.. Basta! Dovevo pensare solo al cibo.

   
 
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