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Autore: Van_Horstmann    06/01/2016    0 recensioni
[Warhammer Fantasy Roleplay]
[Warhammer Fantasy Roleplay]Questa storia è ambientata nel mondo di warhammer fantasy, storico gioco di ruolo e wargame, è la prima di una serie che coinvolgono alcuni membri di una famiglia nobile dell'Impero, la famiglia Van Horstmann, il cui nome è sinonimo di tradimento e corruzione.
In questa prima storia vedremo come tale onta abbia colpito la famiglia, il potente mago Egrimm Van Horstmann, capo di uno dei collegi della magia di Altdorf, è in realtà un seguace di Tzeentch, il più insidioso degli Dei del Caos.
Egrimm ha ingannato tutti e tradito l'Impero, i Collegi della Magia e in ultimo se stesso e la sua famiglia sull'altare della conoscenza proibita offertagli dal suo nuovo padrone, Tzeentch.
Ma ora le sue macchinazioni sembrano essere finite e la spada della giustizia si avvicina.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corse lungo il corridoio luminoso, il respiro affannato raspava in gola mentre gocce di sudore colavano lungo le guance, sul collo e fin dentro la veste, era fradicio e per la prima volta dopo molti anni sentì quel brivido che accompagnava la vita di tutti gli uomini.
Incertezza, paura.
Si fermò nella grande sala di fronte alla porta che conduceva alle cripte sotterranee e appoggiò le mani sulle ginocchia, il cuore gli batteva in gola, i muscoli e i polmoni bruciavano per lo sforzo, si pulì la fronte dal sudore con la manica destra e cercò di concentrarsi.
La battaglia continuava un po’ ovunque sui molti piani della piramide del Collegio della Luce, i suoi Apprendisti si battevano bene e gli invasori avevano già pagato un pesante tributo di sangue, ma il destino di quello scontro era segnato e lo sapeva.
Gli innumerevoli fili del destino che aveva sempre ammirato erano stati recisi di netto, pochi, pochissimi, legavano ancora la sua esistenza, la sua vita e la sua opera a quel mondo.
Lo sapeva, lo aveva sempre saputo, che prima o poi sarebbe successo e il Collegio sarebbe caduto, ma non così presto!
Cos’è successo? Com’è stato possibile che non vedessi questo percorso del destino?
Si raddrizzò e ricacciò la tetra disperazione nel profondo del proprio animo, c’era ancora speranza, aveva perduto il Collegio ma la sua opera e la sua vita potevano essere salvate!
Alzò le mani in alto con i palmi rivolti alla porta della cripta, pronunciò alcune arcane parole di potere quando avvertì una presenza dietro di lui, una presenza familiare.
«Distruggi magia!» gridò prima ancora di voltarsi.
Un raggio di luce incandescente si dissolse a un braccio dal suo viso, la corrente magica che l’aveva generato si dissolse nel nulla.
«Vespasian Kant» disse mentre guardava negli occhi l’uomo «attacchi alle spalle il tuo Patriarca e amico?»
Il volto di Kant era rigido, i lineamenti duri e la mascella serrata, fronte e sopracciglia corrucciate, i suoi occhi scuri sembravano volerlo inchiodare alla parete.
«Egrimm Van Horstmann! Tu non sei il mio Patriarca e non sei mio amico! Sei solo un traditore! Uno schiavo degli Dei del Caos!»
Sorrise e fece schioccare le dita, la sua veste bianca divenne un turbinio di tonalità, un mare multicolore in tempesta, la faccia di Kant si contorse in una smorfia di disgusto.
«Non dovresti Kant, la luce bianca non è altro che l’insieme di tutti i colori, la magia della luce ha la stessa fonte di quella del Caos!»
Kant tacque ma le sue labbra si mossero e sollevò il braccio che sosteneva il bastone da mago, il vento bianco soffiò impetuoso attorno a Egrimm.
Scattò di lato mentre la colonna di luce esplodeva nel posto in cui si trovava pochi istanti prima, indicò con l’indice Kant:«Dissolvi mortale!»
Una luce violacea illuminò Kant, ma solo per un istante, Egrimm non si stupì e sferrò il suo secondo attacco:«Fuoco mentale!»
Fiamme magenta sgorgarono dal suo palmo e si scagliarono su Kant, il quale fece roteare il bastone e disperse l’incantesimo, poi puntò l’indice contro Egrimm:«Sguardo di luce!»
«Distruggi magia!» urlò Egrimm, ma questa volta non fu abbastanza rapido, l’incantesimo lo colpì in pieno e lo sbalzò contro il muro, la luce abbagliante lo avvolse e sentì la pelle bruciare mentre la veste multicolore divenne nera.
Cadde a terra in ginocchio ma si rialzò subito, Kant aveva concentrato molto potere in quel singolo incantesimo:«Molto bravo, Kant. Saresti un ottimo servitore di Tzeentch.»
«Sei finito Egrimm! Arrenditi!»
Egrimm sorrise:«Non credo proprio.»
Fece schioccare le dita e sentì la carne viva sul volto e sulle braccia rigenerarsi e smettere di bruciare, mentre la veste annerita tornò a colorarsi.
«È bene che tu assaggi il potere del Grande Manipolatore! Fuoco blu di Tzeentch!»
Fiamme bluastre apparvero attorno a Kant e si avvolsero su di lui, le labbra di Egrimm si contorsero in un ghigno divertito mentre Kant si agitava e contorceva.
Egrimm spalancò gli occhi quando un lampo pose fine alle fiamme.
«Molto bravo, molto bravo Kant. Forse dovresti davvero venire con me.»
«Arrenditi, il Gran Teogonista è qui con l’Inquisizione, i tuoi progetti sono falliti, arrenditi, poni fine a questa follia ora e riabilita almeno in parte il tuo onore.»
Egrimm rise, colpito dall’ingenuità di Kant:«Onore? Comunque vada a finire qui, sarò ricordato come un traditore. Non che me ne importi, nel mare del tempo l’epoca dell’Impero non è che un goccia insignificante!»
«Poni fine a questo scontro, di ai tuoi di arrendersi e non porterai altri innocenti alla morte.»
«Sei divertente, Kant! Innocenti? Parli di Volkmar, degli inquisitori o di te stesso? Perché dovrei arrendermi? Per bruciare sul rogo? No, ho altri piani.»
Kant fece un passo avanti e sorrise per la prima volta:«I tuoi piani sono falliti e io ne sono la causa. Io ho avvertito il Gran Teogonista e l’Inquisizione.»
Egrimm socchiuse gli occhi:«Tu?»
Si diede dello stupido per il suo stesso stupore, Kant era il mago più brillante del Collegio della Luce, dopo di lui, il candidato più probabile a scoprire i suoi piani, eppure non aveva mai creduto che il suo “amico” sospettasse di lui.
E non aveva nemmeno avuto sentore dell’attacco, la lama dell’Inquisizione era caduta sui suoi piani, aveva reciso di netto tutti i fili e i lacci che aveva tessuto in molti anni, il suo progetto non era stato solo danneggiato o sconvolto, era stato distrutto.
Tutte le molteplici possibilità e i vari destini erano stati spazzati via per sempre, solo pochi, pochissimi esili fili tenevano insieme il presente con il suo futuro, che ora tornava a essere una sconfinata piana vuota.
Tutto per niente.
L’odio esplose in lui, strinse il Teschio di Katam, chiamò a sé le correnti magiche, deviò i flussi di magia della Piramide e assorbì più potere di quanto ritenesse possibile, sentì un forte calore allo stomaco e al volto, poi scatenò il suo più potente incantesimo:«Cancello infernale!»
L’enorme flusso di magia crepitò nell’aria verso Kant, Egrimm avvertì uno scudo magico ma la potenza del cancello infernale lo spazzò via, un forte odore di bruciato permeò l’aria mentre l’incantesimo centrò il suo bersaglio.
Un bagliore devastante lo costrinse a chiudere gli occhi, ma il suo senso magico vide Kant scagliare altri due incantesimi difensivi prima di sparire.
La sala si riempì di polvere, il punto in cui pochi istanti prima c’era stato il suo avversario era ridotto a un buco nero nella roccia, Egrimm appoggiò le mani ai fianchi e respirò, mentre gocce di sudore colavano sul volto e sotto la tunica.
«Esilio!»
Cosa?
«Dissolvi magia!»
Correnti di magia esplosero attorno a lui, si concentrò al massimo e lo vide, Kant era sfuggito al cancello infernale e l’aveva sorpreso!
Lo vide anche con gli occhi, emerse dalla polvere, sporco, con la tunica macchiata di sangue, ma ancora in piedi, non era potente come lui, ma per liberarsene avrebbe dovuto impiegare molto tempo. Troppo.
«Arrenditi Egrimm.»
«Sei bravo, ma non puoi battermi, Kant. Non sai quali doni mi ha concesso Tzeentch.»
Una voce profonda gli rispose:«E tu non conosci la forza della fede in Sigmar, traditore!»
Tra la nube di polvere che si depositava lenta sul pavimento apparve lui, Volkmar, il Gran Teogonista, con il suo cranio pelato e i grossi e ridicoli baffi neri, indossava un’armatura a piastre decorata di simboli sigmariti e portava un martello da guerra e un bastone.


(continua...)
   
 
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