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Autore: Mikadoro    06/01/2016    2 recensioni
Nona di una serie di SasuNaru
Oneshot ispirate da parole assolutamente casuali, alla fine di ognuna scriverò la parola che darà origine alla prossima storia!
dal testo:
«Naruto, stai davvero usando la scusa del mal di testa? Sul serio? E domani magari avrai anche le tue cose?» sbotta Sasuke con fare contrariato dopo essere appena stato rifiutato. Si, Sas’ke non sa accettare un No come risposta, ma non è una gran novità…
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Un Amore in Pillole [NARUSASU]'
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Ciao a tutti! Ecco la nona One-shot NaruSasu della mia serie! La parola di questa fic era MAL DI TESTA
Devo dire che mi è uscita un po strana, mentre la scrivevo non mi piaceva molto ma rileggendola a freddo l'ho apprezzata molto di più! Spero funzioni anche per voi! ;)

Accetto con piacere prompt da parte vostra!
Se volete leggere le altre trovate nella serie Un Amore in Pillole [NARUSASU]
Buona lettura! Baci MIKA

 

MAL DI TESTA

«Naruto, stai davvero usando la scusa del mal di testa? Sul serio? E domani magari avrai anche le tue cose?» sbotta Sasuke con fare contrariato dopo essere appena stato rifiutato. Si, Sas’ke non sa accettare un No come risposta, ma non è una gran novità…

«Sas’ke dico seriamente, non è una scusa, ho davvero mal di testa… ti giuro!» sto cercando di convincerlo da una decina di minuti della veridicità delle mie parola ma a quanto pare non è plausibile per lui che un comune essere umano non voglia fare sesso perché ha il mal di testa. Dio, vorrei sbattergli quella sua saccenza in testa finche non viene a lui, il mal di testa! 

«Scusi tanto, principessa, non la facevo così cagionevole di salute…» mi sfotte lui.

«Senti, la pianti di prendermi per il culo? Ho mal di testa, mi fa molto male e non ho voglia di fare sesso! Smettila di trattami da idiota e di fare lo stronzo!» adesso mi sta davvero facendo girare le palle! Non si sforza mai di venirmi incontro in queste situazioni.

«Ti tratto per quello che sei! Un idiota! Se davvero non vuoi farlo almeno non inventarti delle scuse patetiche come queste! Infondo pensi che io stia qui ad aspettare te? Io posso farmi chi mi pare e quando mi pare! E se tu non ne hai voglia, beh allora mi cercherò qualcun altro! Di certo non verrò ad elemosinare per un po di sesso… mediocre per di più!» mi grida contro con acidità e perfidia. Sa come farmi male, lo ha sempre saputo. A volte mi sembra di schiantarmi contro un muro di indifferenza e diffidenza. Da 3 anni ormai abbiamo un rapporto per così dire “aperto”. Non stiamo insieme, non lo abbiamo mai ufficializzato, ma praticamente viviamo nella stessa casa, usciamo insieme e io non frequento  nessuno da quando esco con lui. Ma lui, beh, non vuole ammettere di tenere a me, lui dice che è solo sesso e nient’altro.

Ogni sua parola gridata contro di me è come una doppia pugnalata, una al cuore e una alla testa. Mi sembra di avere il cranio schiacciato in una morsa e il cuore sanguinante nel petto. 

«Sas’ke… perché mi parli così? Ti sto dicendo la verità, perché non mi credi?» faccio fatica a tenere gli occhi aperti, è come se la pressione nella mia testa fosse aumentata all’improvviso. 

«Ah ma piantala, Naruto! Che mi frega della verità… fai quello che ti pare! Io me ne vado!» e senza aggiungere una parola mi volta le spalle e se ne và, sbattendo forte la porta di casa.

Io resto in piedi al centro del salotto, le mani intorno alla testa, per cercare di alleviare il dolore martellante e gli occhi chiusi e stretti per proteggerli dalla luce accecante. 

Sto male. Sto male e Sasuke se né andato. Piano salgo le scale e mi butto a letto, dopo aver chiuso completamente le tapparelle della finestra e la porta. Immerso nel buio più totale cerco di domare le lacrime di dolore che restano intrappolate fra le ciglia. Il silenzio mi culla mentre le orecchie mi fischiano.

****

Quando la porta si apre una lama di luce taglia l’oscurità in cui mi ero rifugiato. La sua ombra passa per la porta e mi si staglia davanti. So di avere un aspetto orribile, i capelli sconvolti, gli occhi arrossati di lacrime e i tratti distorti dal dolore che ancora mi attanaglia il cervello. Non riesco a distinguere la sua espressione e lui non dice nulla, semplicemente si ferma accanto al letto e mi guarda. Poi all’improvviso si lascia cadere quasi completamente su di me e mi stringe forte, quasi a soffocarmi. 

«Scusami» mi sussurra come se fosse la confessione di un peccato orribile.

«Sei uno stronzo» è l’unica cosa che gli dico. Mi lascio stringere da lui e non aggiungo altro. 

«Lo so. Scusami.» la sua ammissione è quello che mette fine al nostro litigio. Perché noi siamo così. Non stiamo insieme ma ci apparteniamo. 

Lui torna sempre da me e io sono sempre qui per lui. Mi chiede scusa e so che nessun altro ha mai sentito questa parola pronunciata da lui. E anche se mi fa male, in molti modi diversi, io lo amo lo stesso. E so che anche lui non potrà amare mai nessuno più di quanto ami me. 

E a me basta quello che abbiamo. 

 La prossima parola sarà PAGLIA 

  
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