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Autore: Bilu_emo    12/03/2009    2 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

« E voi vampiri eravate davvero convinti di essere le uniche creature straordinarie? »
« Come farò ad andare avanti senza di lui? »
« I Volturi ce li mangiamo in un sol boccone! »
Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità ^^ Questa è la mia prima fic su Twilight, nonché mia prima Long-Fic (mi sento tutta agitata XD) ideata e scritta insieme a mia cugina Kekka (anche se la maggior parte del lavoro l’ho fatto io -.-“)
Genere: Romantico, Commedia, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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……………… ultimo capitolo. O mamma. Non ci credo. O___O

È finito. Quasi, manca l’epilogo.

Certo, bando alle ciance!

Ho beccato internet, haha! Ce l’ho fatta, quindi. Spero di poter pubblicare l’epilogo al più presto, ma già per domani dovrebbe arrivare (risata diabolica tutt’altro che rassicurante) per i ringraziamenti finali ci vediamo direttamente all’epilogo (Q_____Q) intanto ringrazio:

Sabry87: grazie! Definirla addirittura bellissima mi riempie di felicità X-3 la conclusione più o meno sarebbe questa, spero che sia di tuo gradimento ^^ poi mi dirai cosa ne pensi dell’epilogo XD

Giunigiu95:  wao! Quanti begli aggettivi! Mille grazie anche a te, sono contenta che la mia rielaborazione ti sia piaciuta tanto :-D sisi, Maxy è masta! (è grande, cosiddetto dialetto beneventano XD) gli stregoni ci volevano, ja, stanno i vampiri, stanno i licantropi! E onestamente in Breaking Dawn me li aspettavo (Mike in particolare mi ispirava) lo so me folle) ;-p spero che il chap ti piaccia, e scusa il ritardo ^^

Mylifebeautifullie: Muhahahha adoro lasciarti scioccata! Mi dà una certa soddisfazione (sorride con un sadismo raggelante) davvero il mio modo di scrivere rende? E io che credevo di averlo scritto una caccola … beh, tanto meglio ^.^

È un periodo che ho come la sensazione di scrivere solo cazzate O_O come mai? (giustamente tu dirai << ma che ne saccio io? >> XD)  ed ora,  ti regalo questo bel capitolo, che ho scritto pensando al tuo shock, sperando soddisfi la tua curiosità ^_^

 

Ringrazio tutte le ragazze che hanno aggiunto questa storia nei preferiti (ç______ç commozione allo stadio avanzato), vi elenco tutte a fondo pagina J vi amissimo ragazze! Grazie di tutto.

ed ora vi lascio alla lettura, prima che mi trucidiate tutte.

ANZI NO! Un ultimo sforzo picciolo picciolo:

volevo ringraziare di tutto cuore RockAngelz, che mi ha addirittura messa tra gli autori preferiti (azz, non credevo di arrivare a tanto O_O) grazie tesò! Ti riempio di kissonissimi!!!

Ora potete leggere ^_^

 

 

 

Moon Rainbow

Capitolo Diciassette_ Arcobaleno Di Luna

 

Tutti gli sguardi schizzarono verso il centro della radura, dove Cam-Cavelli stava seduto su una zolla di terra e ghiaccio, intento a stringere tra le mani una pietruzza dai colori cangianti; li osservava con i suoi gelidi occhi cremisi, con fare altezzoso, come se avesse già la vittoria in pugno.

« Quello … » chiese Ian, sbucando da lui solo sa dove: « sarebbe Cam-Cavelli? ».

Tutti si voltarono verso di lui, dei punti interrogativi stampati in faccia. Lo stesso Cam-Cavelli lo guardava con fare interrogativo: Ian, i capelli completamente bagnati sparati da tutte le parti, gli occhi ebeti spalancati, era a terra, la schiena contro il tronco di un albero, le gambe all’aria e la testa malamente piegata a terra, un sorriso a 110 denti:

« Waa … credevo fosse un tizio tutto muscoloso con i denti che gli arrivavano a terra, un essere mostruoso con gli occhi che gli pendevano dalle orbite … ».

« Ian, te ne prego, sta zitto » disse Van, sul punto di prenderlo a pugni.

«  … e invece, guardatelo: è bellissimo! ».

« Nella mia testa continua a persistere l’interrogativo degli stregoni gay » sussurrò Rafe.

« Ma questo chi minchia è? » chiese Gemma.

« E chi sarebbe questa cosa? » chiese Cam-Cavelli.

« Un essere che non aiuterà di certo la tua ascesa al potere, ma che faresti bene a uccidere » disse Rafe, alzandosi: « ma ora dobbiamo risolvere … ».

« Me lo fai un autografo? » lo interruppe Ian avviandosi verso Cam-Cavelli. A metà strada scivolò nel ghiaccio e cadde ai piedi di Rafe.

« Questo ragazzino lo ammazzo alla fine di questa storia … » sbottò Edward, digrignando i denti.

« Ti faccio compagnia » disse Rafe.

« Se volete pestarlo io sono con voi, eh » aggiunse Van (-_-‘’)

« Va bene, a parte questa ridicola scena » disse Cam-Cavelli, alzandosi in tutta la sua altezza: « mi sembra il caso di fare fuori qualcuno ».

Ringhiò e alzò le braccia, e nessuno ebbe realmente il tempo di rendersi conto di ciò che stava succedendo.

Improvvisamente Bella vide davanti agli occhi solo il buio assoluto, come se qualcuno avesse d’improvviso spento la luce. Una paura prese possesso di lei, paura di essere scomparsa senza l’opportunità di risolvere tutta quella situazione …

Ma la voce vellutata di Edward la fece tornare alla realtà:

« Bella … » la chiamò, sorpreso.

« Ma … come diavolo hai fatto? » esclamò Rafe, o forse era Jenna … non avrebbe saputo dire.

Solo allora si rese conto di avere gli occhi serrati, e che una lievissima luce rossastra penetrava dalle sue palpebre. Aveva le braccia doloranti, come quando aveva fatto sollevamento pesi con Reneé …

Qualcosa non tornava …

Si decise, infine ad aprire gli occhi, e si sorprese di non sentirli bruciare; li sgranò del tutto, quando si rese conto di ciò che la circondava: aveva le braccia alzate, i palmi rivolti verso l’alto e le dita aperte, come a voler trattenere l’aria (che similitudine del cavolo =_=’’).

Davanti a lei, a qualche metro, c’era Cam-Cavelli, le braccia allargate ai lati del corpo e sul viso un’espressione sconcertata, quasi spaventata, il petto leggermente all’indietro.

Bella sbatté le palpebre, non proprio sicura di credere a ciò che vedeva …

« Edward » disse Rafe, posando la mano sulla spalla del vampiro.

Edward non diede segno di aver sentito: fissava ancora Bella con gli occhi sgranati, la bocca semiaperta, quasi incapace di credere a ciò che stava vedendo.

« Edward, porca Eva * , ascolta me! » esclamò Rafe, attirando l’attenzione di Jenna e Max.

Finalmente Edward parve risvegliarsi dallo stato di trance:

« Come? » chiese, lo sguardo perso e inebetito.

Rafe affilò lo sguardo, gli occhi passarono da un grigio-verdastro a un verde-giallo:

Edward rimase sbigottito:

« Rafe, ho sentito i tuoi pensieri! ».

“Zitto” gli intimò Rafe nella mente, lasciandosi scappare un’imprecazione: “Ascolta un po’ … ho un piano …”.

Intanto Bella, timorosa ad abbassare le braccia rompendo la barriera che aveva evidentemente creato, si guardò intorno, guardando oltre la sua spalla: in un modo o nell’altro, era riuscita a proteggere tutti, tranne i Cullen che stavano ancora sugli alberi e osservavano la scena esterrefatti: c’erano i licantropi, anche se ormai si erano ritrasformati in uomini (non voglio specificare dove si trovano i vestiti u_u), Edward era a terra, poco dietro di lei, e sembrava più atterrito di tutti, aveva l’aria assorta, come se stesse pensando intensamente a qualcosa. Rebecca, Gemma e Van erano ancora tremanti, malamente seduti, e la fissavano con fare indagatore (a parte Rebecca che sembrava fissare il vuoto con un occhio); Rafe teneva una mano sulla spalla di Edward, poggiato sulle ginocchia, e lo fissava con un’espressione che sembrava quasi arrabbiata. Max fissava Rafe interrogativa, mentre Jenna teneva la schiena poggiata a quella di Rebecca, e stringeva le mani in una morsa. Ian era a terra supino, privo di sensi.

« B-Bella » balbettò Max: « Ma come diamine hai fatto? » chiese, la voce più alta di due ottave.

Bella domanda …

« Io … non … non lo so » bofonchiò.

« A quanto vedo » disse ringhiando Cam-Cavelli, lo sgomento aveva ceduto il posto all’ira: « Sei cosciente dei tuoi poteri ben più di quanto immaginassi ».

A dire il vero lei non aveva la minima idea di cosa fosse appena successo …

« Beh … in tal caso » continuò, gli occhi ridotti a due fessure per la rabbia: « dovrò faticare molto più del dovuto ».

Bella, Bella! Rompi la barriera!

Bella urlò, sentendo la voce irromperle nella mente come un grido assordante. Con un improvviso e tremendo mal di testa cadde all’indietro, e la barriera si ruppe con un suono simile al cristallo in frantumi …

Poi accadde tutto molto velocemente …

« VAI EDWARD! » urlò Rafe, e il vampiro schizzò in avanti con un balzo, seguito a ruota da Van.

Rafe e Jenna scattarono all’indietro, andando ai due lati opposti della radura, Jenna poco lontano dall’appostamento dei Cullen, e Rafe di fronte a lui, all’altro lato della radura.

« Voi Cullen non vi azzardate a fare niente » disse Jenna, sicuro che i vampiri lo avrebbero sentito.

Emmett sgranò gli occhi, indignato:

« Come sarebbe a dire “non fare niente?” ».

« Sarebbe a dire NON FATE NIENTE » disse Jenna, nervoso: « Siete tutti messi male, siete deboli, e quel … coso è molto più forte di qualsiasi altro vampiro: vi ammazzerebbe in pochi secondi tutti in una volta ».

« Perché Edward può combattere? » chiese Emmett.

« Perché lui è uno stregone, lo Stregone, idiota! » lo rimproverò Alice.

Intanto, dall’altro lato della radura, Rafe, gli occhi nerissimi cerchiati da vene rossastre e nere, lo sguardo serio e le labbra serrate per la concentrazione, affondò le mani nella neve gelida, e fissò il fratello a metri di distanza.

Nello stesso momento, Van e Edward avevano attaccato Cam-Cavelli, che aveva evitato entrambi i colpi schivandoli abilmente.

« Cosa sperate di poter fare? » ridacchiò, una risata secca e forzata.

Mi servono come minimo dieci minuti, intanto aspettiamo che le ragazze preparino tutto …

« Che cosa sta succedendo? » chiese Bella, il terrore nello sguardo, a terra nel ghiaccio.

« Bella » la chiamò Max: « dov’è la tua pietra? ».

« … Qui » rispose Bella, posando la mano sul collo, avvertendo il freddo argento della catenella.

« Bene » disse Gemma, e tirò fuori dalla tasca due pietre: un diamante, la sua, e un’altra, con una spaccatura in mezzo, metà verde smeraldo e metà color topazio.

Rimase sbalordita:

« La pietra di Edward » sussurrò.

« Già, qui ci sono anche quelle dei ragazzi » aggiunse Rebecca, alzando il suo rubino e lo zaffiro, il berillo e l’acquamarina degli stregoni: « adesso tocca a noi ».

« Cosa … cosa dobbiamo fare? » chiese Bella, alzandosi in piedi.

« Dobbiamo riunire il potere di tutte le pietre » spiegò Gemma: « ma per fare ciò, dobbiamo far confluire i nostri poteri dentro di esse ».

« Ce la fai Bella? » chiese Max, con un brillio negli occhi viola.

Bella esitò.

Forse ce l’avrebbero finalmente fatta.

Forse finalmente sarebbe finita.

Forse sarebbe potuta tornare alla vita di prima.

Forse …

Purtroppo nella vita nulla era sicuro. Soprattutto nella sua.

Infine annuì, decisa.

Era ora di finirla.

« Certo che ce la faccio, la miseria! ».

« Ma si può sapere di che cavolo state parlando?? » sbottò Jacob, confuso.

« Giacobbe, Edia, si stia zitto! ».

 

 

Van tirò un pugno a Cam-Cavelli, ma quello lo schivò con una facilità impressionante. Schivava tutti i loro colpi con una facilità impressionante. Proprio a toglierti ogni fantasia …

« Siete così ridicoli » disse Cam-Cavelli, con disprezzo: « Non avete ancora capito che è tutto perfettamente inutile? Ormai non potete fare più niente … ».

« Ma sta zitto brutto essere » disse Van, e fece per tirare un pugno allo stomaco dell’avversario, ma Cam-Cavelli evitò anche questo.

Sorrise, ma fu colpito in piena faccia da Edward.

Finì a terra, per rialzarsi subito, completamente intatto. Solo ancora più incazzato.

« ‘A bella pettè, Edward » disse Van, piegandosi sulle ginocchia per sostenersi e riprendere fiato.

« Riposati cinque minuti, Van » disse Edward, in posizione di difesa davanti a lui:  « Me ne occupo io ».

« Da solo? Questi cento anni di hanno dato alla testa ».

« Ho più possibilità di te, Van: tu sei uno stregone, certo, ma io sono un vampiro ».

« Non è cambi granché, a parte che sei più bono e puoi brillare un po’ al Sole ».

« E che sono più forte? ».

« Te lo concedo ».

« Più veloce, più resistente, e immortale ».

« La finisci di ammazzare la mia autostima, pallone gonfiato? ».

« Abbiamo finito con questa scena patetica e decisamente fuori luogo? » ringhiò Cam-Cavelli.

In tutta risposta, Edward si fiondò su di lui con le “fauci” spalancate.

Cam-Cavelli fece un sorriso folle, pronto ad accoglierlo tra le sue braccia, gli occhi cremisi brillavano di una luce pericolosa.

 

 

“Rafe, che devo fare?” chiese mentalmente Jenna.

“Ti ricordi quella cosa di cui ci ha parlato papà, qualche anno fa? L’incantesimo che potevamo usare solo in caso di pericolo mortale?”.

“…”.

“Quello che quando gli chiedesti se potevi usarlo durante i compiti di fisica ti mandò a quel paese …”.

Nei pensieri di Jenna apparve lo sgomento:

“Rafe, non intenderai mica La Dispersione?”.

“Proprio quello”.

“Ma stai for?”.

“Jenna, è l’unica possibilità che abbiamo”.

Jenna si morse il labbro, preoccupato. Quell’incantesimo, se fatto male, poteva ammazzare tutti e due …

« Al diavolo! » esclamò.

Si inginocchiò a terra e sbatté le mani sul terreno, sentendo il freddo che lo invadeva.

 

 

« Come funziona? » chiese Bella, sedendosi a terra a gambe incrociate assieme alle altre.

« Concentrati » disse Max: « cerca di prendere piena coscienza del tuo potere, poi riuniscilo nelle mani e poi trasferiscilo nelle pietre ».

Bella inarcò un sopracciglio:

« Credo di non aver capito molto bene … ».

« Poi ti verrà istintivo » la rassicurò Gemma, sul viso un’espressione seria: « Ogni strega … è come se ce l’avesse nel sangue ».

« Piccolo appunto, Gemma » disse Bella, accigliata: « Io sono una strega solo a metà ».

« Forse anche di meno » disse Rebecca, del tutto seria (incredibile): « ma questo non toglie che tu lo sei in parte. Hai comunque sangue di strega nelle vene, seppur in una parte incalcolabile. Ed è abbastanza così ».

« Capperi Becca, non ti facevo  così … » fece Max, fissando insieme a Gemma la sorella (O_O): « … seria ».

Bella tirò un profondo respiro: poteva, doveva farcela.

« Pronta, Bella? » chiese Max.

« Solo una cosa: i ragazzi come faranno a … raccogliere le loro energie? ».

« Rafe e Jenna stanno utilizzando uno dei trucchetti assurdi di Rafe: a quanto ho capito, e ho capito poco, stanno cercando di disperdere il loro potere in modo da distrarre e indebolire Cam-Cavelli e canalizzare i loro poteri nello stesso tempo » spiegò Max con un’incrinatura di preoccupazione nella voce.

« Pazzi » sussurrò Gemma.

« Rebecca, su di te questo potrebbe avere qualche effetto collaterale … ».

« Al diavolo gli effetti collaterali e chicchessia! » esclamò Rebecca.

« Bene » fece Gemma, sbattendo le mani sulle ginocchia: « diamoci sotto ».

Bella, perplessa e non proprio sicura di aver capito bene, in ansia e con una gran paura per Edward e gli altri, fece un lungo respiro, il cuore che le batteva a mille, e socchiuse gli occhi, fissandoli sulla pietra nelle sue mani.

I licantropi, piuttosto confusi e inquietati, fissavano le quattro ragazze con una certa apprensione.

« Scommetto che non ce la fanno » disse Quil.

« Oh, Quil! Come puoi essere così insensibile in un momento come questo?! » esclamò Leah.

« Sei proprio un imbecille » disse a denti stretti Jacob, troppo debole per poter anche solo tremare …

 

 

Bella sentiva … niente.

Non sentiva niente se non l’ansia che le pizzicava la bocca dello stomaco.

“Cazzo” pensò, certa che le sarebbe venuta una crisi di panico da un momento all’altro.

“Ok, Bella, mantieni la calma. È inutile farsi tutte queste paranoie ce la faccio no non ce la faccio prima ancora di aver provato. E poi ce la devo fare, costi quel che costi”.

Doveva concentrarsi sul suo potere, per poi concentrarlo nelle mani e poi trasferirlo nelle pietre.

Era peggio di una lezione di fisica!

Avanti, Bella. Sei arrivata fin qui, non puoi scoraggiarti per così poco!”.

Sussultò, spalancando gli occhi.

Quella voce …

Sentì uno strano calore nella mente, come se avesse ritrovato un oggetto di quando era piccola, simile alla nostalgia …

Quella forza era lì per lei da sempre. O forse molto prima: come poteva non essere riuscita a sentirlo in tutto quel tempo? Come poteva non sentirlo ancora adesso?

Una rete … una ragnatela, come di pensieri …

Un potere con tanti poteri, tanti poteri partecipanti di un unico giro, legati da un unico filo…

Le sembrò che qualcosa fosse esploso dentro di lei, qualcosa con la forza devastante pari a quella di una bomba atomica, un’esplosione di colori, di note, di sensazioni e di emozioni …

“Ecco …”

Ora poteva sentirlo.

 

Edward si gettò su Cam-Cavelli, i denti ben in vista, e “atterrò” acquattato sul suo petto. Lo fece cadere a terra e gli morse con forza il braccio, cercando di strappare un lembo di carne marmorea.

Ma Cam-Cavelli era Cam-Cavelli, e riuscì a toglierselo di dosso, seppur con una certa difficoltà. Edward non allentò la stretta dei denti sul braccio dell’avversario, e riuscì a staccargli un pezzo di braccio (che allegria! Un bel tocco di macabro ¬_¬’’).

Cam-Cavelli fece una smorfia di dolore, ma non si lasciò sfuggire il minimo lamento.

« Avanti Edward, fallo fuori » disse Van, più a sé stesso che al vampiro.

Edward non perse un minuto e si rilanciò su Cam-Cavelli, ancora a terra, che si mise a sua volta in posizione di difesa e parò il pugno di Edward, incrociando le braccia davanti al viso.

« Sai, Masen, ti trovo alquanto migliorato » disse Cam-Cavelli, una luce sadica rendeva i suoi occhi di un rosso ancora più acceso: « A quanto pare, il potere della tua Isabella non solo ti ha guarito, ma ti ha anche reso più forte. Bene: vorrà dire che mi divertirò di più! ».

La sua voce era un ringhio talmente bestiale che Edward si sentì gelare, e ignorando quell’attacco di timore tirò alla bell’e meglio un calcio allo stomaco di Cam-Cavelli.

Riuscì a colpirlo, facendolo sbilanciare all’indietro, ma l’avversario ricambiò subito il favore, tirandogli un pugno in viso.

Il dolore fu quasi accecante, come quando lo aveva quasi ucciso poco prima.

Cam-Cavelli gli afferrò le braccia e lo tirò a sé, per poi dargli una testata che lo rese cieco qualche centesimo di secondo (ma i vampiri posso sentirsi così? ç__ç che brutto dilemma Q__Q ). Cercò di riprendersi il prima possibile, tirando un pugno abbozzato a Cam-Cavelli. Egli lo parò senza problemi e gliene tirò uno a sua volta, prendendolo in pieno.

Edward si ritrovò a terra, dolorante: sentiva di nuovo il viso in pezzi.

« Porca puttana » sibilò Van.

Si voltò verso le ragazze, che sembrava stessero riuscendo nel loro intento, e poi verso Jenna e Rafe, che stavano entrambi accucciati a terra con le mani nel ghiaccio, e mormoravano entrambi una lugubre litania in latino.

« Oh no … ».

“Rafe!” lo chiamò.

“Che minchia vuoi ora, Ivy?!” sbottò il cugino, cercando di non perdere la concentrazione.

“Rafe, non deve essere in latino! Deve essere ‘cantata’ in greco”.

“In greco?”.

“Sì”.

“Ma porca di quella troia!!” urlò mentalmente Jenna, lanciando un’altra serie di imprecazioni piuttosto pesanti contro la madre di Giosuè Carducci.

“In greco?!” si intromise Max: “O cazzo, io non so una parola di greco!”.

« Così ti impari a non ascoltare quando ti fu detto “vieni al Classico, il greco tornerà utile” ma tu col cazzo! » esclamò Gemma.

“Bene Rebecca, sta a noi dirigere il gioco” aggiunse rivolta alla sorella.

“Giochiamo a scopone?”.

“¬_¬”.

“Questo non toglie che noi non sappiamo una minchia di greco!” esclamò Rafe, piuttosto nervoso.

“… Io sì …”.

“Jenna, sono senza parole” disse Rebecca. Un taglietto invisibile si aprì sulla sua guancia.

“Jenna, ti amo” disse Rafe.

“Rafe, esistono stregoni gay?”.

“Che complesso, eh?”.

“Ma che oh! Un po’ di serietà!” esclamò Bella, sgranando gli occhi: aveva finalmente capito come portare il potere dalle mani alle pietre, e mancava poco tempo ormai.

“Dai uaguoni, ci siamo quasi” disse Rafe.

C’erano quasi …

 

 

Van riportò la sua attenzione a Edward e Cam-Cavelli: il secondo stava decisamente stroppiando il primo. Che situazione di merda …

Doveva fare qualcosa …

Pensa Van, pensa …

Idea!!!

« Edward! Tiragli un pugno » gridò.

Non sapeva se avesse retto, ma se ci fosse riuscito, allora erano a posto.

“Rafe, tempo?”.

“30 secondi”.

Edward, seppur molto incerto, raccolse tutte le sue forze e si alzò in ginocchio, pronto a tirare un pugno a Cam-Cavelli, che si stava avvicinando a sua volta per colpirlo di rimando.

Van alzò il braccio, le dita della mano contratte, gli occhi neri e le vene nere.

20 secondi …

Gemma e Rebecca, accompagnate da Jenna, recitavano la lugubre litania in greco, mentre le pietre iniziavano a brillare sotto le loro mani …

10 secondi

Van contrasse impercettibilmente la mano e vide Cam-Cavelli esitare, ed Edward si alzò in piedi, pronto a colpire. Se Cam-Cavelli lo avesse preso in pieno …

5 secondi …

Van strinse forte la mano in un pugno.

Cam-Cavelli si bloccò di colpo, senza più riuscire a muoversi di un millimetro.

Sorpreso, Edward ne approfittò e gli mollò il pugno, facendolo sbilanciare all’indietro, sentendo un crack che lo riempì di soddisfazione.

Le pietre pulsarono di vita.

Cam-Cavelli cadde a terra e Rafe lanciò un grido:

« E’ fatto!! ».

Nel momento esatto in cui il corpo di Cam-Cavelli toccò terra, un’onda di energia si diffuse in tutta la radura. Cam-Cavelli ne fu investito in pieno, e  sentì una scossa elettrica percuotere ogni cellula del suo corpo superiore.

L’onda, simile all’esplosione atomica, arrivò fino alle ragazze, che si alzarono in piedi e si schierarono ai quattro lati della radura. L’onda investì le pietre, e ci fu un colpo di luce accecante.

Poi, nel cielo ormai notturno, dove la Luna regnava sovrana, si liberò un fascio di luce colorata, che esplose in tanti raggi di luce, viola, blu, rosso, bianco, azzurro, nero, verde-dorato e una moltitudine di colori, che diedero l’impressione di un arcobaleno notturno.

Uno spettacolo unico …

Le Rosanera, Jenna, Rafe e Van, compresi Edward e Bella, spinti da un istinto sopito da chissà quanto tempo dentro di loro, giunsero le braccia al petto e recitarono l’ultima strofa di quella litania …

 

Riposa nella tua Vanagloria …

 

 

Tutti i raggi si arricciarono gli uni sugli altri, tornando al raggio multicolore, e quello si abbatté al centro esatto della radura, dove Cam-Cavelli fissava il cielo, gli occhi di un rosso più scuro, ormai conscio di aver perso.

Forse, infondo, l’idea della razza perfetta era irrealizzabile fin dall’inizio. Lui ci era riuscito, ma non si era realizzato. Forse, ogni razza era perfetta proprio perché aveva dei limiti. Guardò il recesso dei raggi nel cielo, che creava come una polvere colorata alla luce della Luna, e vide il viso di una donna …

Un cigno, inspiegabilmente, volò nel cielo, e scomparve. Forse, sempre forse, se lo era solo immaginato …

Sorrise, rassegnato.

Era la fine di un sogno di bambino, mai realmente realizzato.

 

 

Il raggio esplose, causando una tempesta di polvere colorata, che si depositò sul ghiaccio ormai quasi del tutto sciolto.

Bella cadde in ginocchio, un fiotto di sangue cremisi gli colò dal naso e macchiò la terra e il ghiaccio rimanente, causandole un conato di vomito.

Rebecca si lasciò cadere sdraiata a terra, piena di tagli e ferite, il respiro affannato.

Max cadde seduta nel ghiaccio, priva di ogni forza, lo sguardo perso nel vuoto, a fissare Rafe davanti a lei, a metri di distanza.

Gemma rimase in piedi, mentre Jenna crollò a terra, le gambe spalancate lunghe. Le mani a sostenersi la schiena.

Edward sentì il desiderio impellente di correre da Bella, ma qualcosa lo bloccò. La stessa cosa che teneva bloccati tutti, anche i Cullen sugli alberi rimasti senza parole e i licantropi altrettanto stupiti che se ne stavano seduti nel ghiaccio, dove li avevamo lasciati. Lo stesso pensiero che impediva a tutti di muoversi, anche di respirare …

Tutti gli sguardi corsero a Van, che stava ricurvo in avanti, il ciuffo biondo che gli ricopriva l’occhio del tutto scapigliato.

Respirava affannosamente, lo sguardo attento, le gambe che gli tremavano per la stanchezza.

Li guardò tutti, uno a uno, e infine disse:

« Non c’è più … non sento niente » si mise a ridere come un idiota: « Cam-Cavelli non c’è più! ».

Max scoppiò a ridere a sua volta, lasciandosi cadere anche lei a terra, desiderosa di dormire per l’intera prossima settimana.

Gemma, gli occhi che le luccicavano di lacrime di gioia, raccolse le poche forze che le rimanevano e corse da Van, abbracciandolo di slancio e facendo cadere entrambi a terra.

Edward corse da Bella, che rideva anche lei e si tamponava il naso con la felpa che si era tolta. Edward la abbracciò con la forza che gli era permessa con lei e affondò il capo nei suoi capelli, ignorando l’odore del sangue che gli rodeva la gola, singhiozzando, senza poter realmente piangere.

Rafe corse da Max e le si gettò addosso, ridendo sguaiatamente e abbracciandola forte; Rebecca, tutta emozionata e ridente anche lei, l’espressione da ebete tornata sul suo volto già in parte guarito, fece per avviarsi da Jenna, ma l’abbraccio forte di lui la bloccò sul posto.

I licantropi corsero verso di loro, seguiti dai Cullen, tutti presi da un momento di assoluta ilarità, quasi isterica, dovuta alla vittoria che tanto avevano desiderato …

 

 

Il viaggio di ritorno fu immediato; decisero di andare via subito, anche se stanchi: volevano tutti lasciarsi alle spalle quella storia e tutto ciò che potesse riguardarla.

Rafe aveva voluto a tutti i costi accompagnare Max sulla sua moto, ma al riguardo erano nate molto polemiche:

« Ma Rafe! È pericoloso! » sbraitò lei, indicando la Ducati poggiata ad un albero ancora mezzo congelato.

Rafe fece una faccia da bimbo commosso:

« Ti preoccupi per me? Come sei dolce … ».

« A dire il vero io mi preoccupo per la moto: tu sei pericoloso, considerando che ti sei sempre limitato a quell’orrido SH » rispose Max, accarezzando il muso della moto.

« Ma come!? Cioè, se ci dovesse essere un incidente, ti preoccuperesti più della moto che di me? ».

« Esattamente ».

« Ma dai … e poi il mio SH non è orrido! ».

« Fino a quanto arriva? ».

« Fino a 120, fino a quanto vuoi che arrivi? ».

« La mia Ducati arriva a 500 all’ora. Se ci Sali sopra sei morto ».

«  ;___;  ».

« E poi scusate » si mise in mezzo Gemma: « se voi due vi fregate la moto, io e Rebecca dove viaggiamo? Considerando che la Ferrari è più morta che viva, e che il furgone se lo sono fregato i licantropi … ».

Rafe fece uno strano singulto alla parola “Ferrari”.

Max sbatté le palpebre.

« Ma io me lo voglio fare un giretto con Rafe … » disse a bassa voce.

« I Cullen non vi posso accompagnare? » sbottò Rafe.

« Loro vanno a piedi » si intromise Van.

« Non vi potete far portare in braccio? ».

« Non mi farei portare sulla schiena di un vampiro per nulla al mondo » disse Jenna, gli occhi blu spalancati: « sarebbe una posizione molto esplicita ».

« E io ho paura » disse Rebecca con la voce in falsetto.

« CHE PALLE! » sbottò Max. si guardò un attimo le scarpe infangate, poi si voltò verso i licantropi: « ce lo date un passaggio a queste qui?! ».

« NO!!! » gridarono Leah, Seth e Jacob in contemporanea.

« Che amarezza » disse Rebecca.

« La vostra macchina è a posto » disse Rosalie, sbucando dal nulla: « è solo un po’ malandata, ma funziona benissimo ».

« Ti occupi di meccanica Rose? » chiese Jenna, ammirato.

« Sì ».

« Che cosa carina! ».

« Allora facciamo così » disse Jacob arrivando con le mani alzate: « io sono disposto ad accompagnare solo  Gemma e … Rebecca ... Il biondino e l’emo se ne vanno da soli ».

Rebecca abbracciò Jacob con un sorrisino ebete sulla faccia. Jacob sembrava in procinto di avere una crisi di nervi.

Jenna la fissava con sguardo imperscrutabile.

Van fece il musetto da cucciolo ferito: « Ma io … volevo stare da solo con Gemma ».

Gemma fece un sorriso imbarazzato.

« E invece non puoi » disse Rafe, che cercava di toccare l’acceleratore della moto. Max gli diede un forte schiaffo.

« Stronzo, tu ti fa un giro in macchina con Max, e io non posso stare in macchina con Gemma? ».

« … nah! » Rafe aveva un fastidioso tono da bambino viziato.

« Ma se la mettiamo su questo piano » disse Rebecca, mentre Jacob cercava di tenerla lontana: « Io mi ritroverei in macchina con Jenna? ».

« Qualcosa in contrario? » chiese lui: « preferisci forse stare in macchina con Giacobbe? ».

« In tutta onestà sì » disse Rebecca con noncuranza.

Jenna: O___O

« Culo, che batosta » fece Rafe, sventolando la mano. Max sospirò.

« Non mi è ancora ben chiaro come mai ce l’ha tanto con lui » disse poi Rafe ad alta voce.

« Fesso, perché è stato con quella zoccola senza fregarsene dei suoi sentimenti » rispose Max con la pazienza che rischiava di abbandonarla.

« Oh … » fece Jenna, il viso da illuminato.

« Davvero? Ma … anche io sono stato con Alex, però tu non mi sembri più tanto incazzata … ».

Max lo fulminò con un’occhiata che avrebbe potuto incenerire un vampiro nel giro di miglia: « A no? ».

Rafe si nascose dietro Jacob:

« Avanti Fido, attacca! » gridò.

Jacob, con Rebecca ancora attaccata al braccio, diede uno scappellotto dietro la nuca del ragazzo, che finì a terra mezzo intontito.

« Grazie Giacobbe, anche se non lo hai fatto per me » disse Max.

« Ha detto Van che vi aspetta alla villa di Douglas » disse Bella, arrivando ad un certo punto.

« … Eh? » chiese Jenna.

Max voltò il capo con uno scatto:

« DOVE MINCHIA E’ FINITA LA MIA MOTO???!!!! ».

In sottofondo, si sentì la risata orsina di Edward.

« E va bene, ho capito: dai Rafe prendiamo la Ferrari » disse Jenna afferrando il fratello da terra e trascinandolo per un braccio.

« Stronzo di un Van » sussurrò Rafe, mentre Max ringhiava, cercando di strangolare Rebecca.

« Un momento, perché io dovrei venire in tua compagnia? ».

« Non vorrai lasciarmi da solo con Reb? ».

« Ti prego Max, non farmi andare sola con lui! ».

« Prima o poi, caro fratellino, questo momento arriverà ».

« Sì, però … mi aiuti a preparare un discorso decente? ».

« Come sei tenero a chiedere al tuo fratellone maggiorone ».

Jenna trascinò Rafe per il braccio verso la Ferrari tutta scassata, mentre Rafe fissava Max con occhi sognanti.

Max (dopo avergli dedicato un sorriso) e Rebecca si avviarono verso il furgoncino di Embry, strapieno di lupacchio … ehm, licantropi, mentre Bella si era già avviata via con Edward e gli altri Cullen.

« Gemma è una stronza »disse Jacob, schiacciato al finestrino: « per colpa sua vi devo sorbire tutte e due ».

« Io penso che sia stata molto furba » ringhiò Max: « la mia amata moto … ».

« Giacobbe, se dai di nuovo della stronza a mia sorella, temo che non risponderò delle mie azioni » disse Rebecca, fissando Jacob con gli occhi rossi stranamente apatici.

Jacob non poté trattenere un brivido.

Quando misero in moto, Jenna non poté fare a meno di guardare nella direzione di Rebecca, che lo fissava a sua volta dal finestrino. Nello sfondo, Rafe imprecava e bestemmiava per le condizioni della sua macchina.

Ad un certo punto, appena furono partiti, Rebecca poggiò le mani al finestrino, e Jenna sentì che il cuore gli sarebbe esploso.

Sui palmi bianchi di Rebecca, con un pennarello nero preso da chissà dove, c’erano due piccole scritte:

 

ti amo

 

Rebecca fissava il mare con sguardo assorto, rapita dal volo aggraziato dei gabbiani. Le sembrò di vedere un cigno ad un certo punto, ma lo cancellò dalla mente: che accidenti ci faceva un cigno sopra l’oceano e in quel punto ghiacciato dell’America?

Le balenò alla mente un’immagine di Jenna ricoperto di piume e penne bianche. La sua volontà omicida crebbe.

Alla faccia della coerenza, si chiese se stesse bene, e sperò con tutta se stessa che fosse così. Dopo la botta che gli aveva dato quello stregone – quello che lui aveva ucciso per salvare lei – le era sembrato piuttosto abbattuto …

Scosse violentemente la testa. Non ci voleva pensare, non voleva pensarlo.

Non sapeva neppure lei perché, ma averlo sempre in testa le faceva venire una strana sensazione, come se Jenna fosse il pezzo di un vaso rotto che non vuole combaciare con gli altri. Aveva sempre l’impressione di … non essere idonea. Di non bastare. Di essere troppo imperfetta per lui. O forse, molto più semplicemente, era troppo imperfetta e basta …

“Fottuto cervello! Taci!” gridò a se stessa, dandosi uno schiaffo e facendo una smorfia di profonda amarezza.

Se così non fosse, allora perché se ne va con le altre ragazze invece che stare con te?” disse la sua voce pessimista.

“Taci!” sbottò di nuovo, stringendosi le mani in una morsa.

Cos’è? La verità fa male?” infierì la coscienza crudele.

Ma smettila di trattarla così, come se non soffrisse già abbastanza” disse la sua coscienza buona, che di solito se ne stava ben muta sotterrata nei meandri del suo cervello.

Rebecca inclinò un sopracciglio. Ci mancava solo una guerra tra coscienze …

E ora che guardi in faccia la realtà: Jenna non starà mai con lei”.

Ma una cosa del genere non è possibile! Sono destinati a stare insieme!”

“Certo, lo erano anche Anjela Feliciello e il suo cazzuto ragazzo, eppure lei si è sposata con quel tale Vins ed hanno anche avuto una bambina senza la quale Cam-Cavelli non sarebbe mai stato sconfitto …”.

“Lo so com’è la storia, c’ero anche io quando è successo. E comunque il legame tra stregoni è più forte anche dell’imprinting tra licantropi!”.

“Credici … e a proposito, complimenti per l’idea della dichiarazione su mano, davvero patetica ”.

“Sentite” si aggiunse la voce menefreghista. La cosa iniziava a diventare fastidiosa … “Il problema è loro, a noi che ce ne frega? Stiamocene ben assopite nel suo cervello bacato e lasciamola sola al suo destino”.

“Basta!” urlò Rebecca, dandosi un altro schiaffo: “Andatevene a quel paese e tacete una volta per tutte!”

« Reb … ». Una voce alle sue spalle …

Si irrigidì di botto, il cuore fece un balzo, iniziando a correre a perdifiato. Arrossì, incapace di controllare la felicità nel sentirlo e l’ansia al pensiero di ciò che poteva succedere.

Si diede dell’idiota stratotale per l’enorme cazzata del “ti amo” sulle mani. Ma che cazzo le era venuto in mente!? Aveva ragione la sua parte cinica, era davvero patetica …

Il problema di Jenna era che NON RIUSCIVA A CAPIRE. Era intelligente, anche abbastanza furbo (per non parlare del suo grande opportunismo), ma in fatto di donne non capiva una mazza di niente.

« Quando la smetterai di chiamarmi Reb? » chiese apatica, stringendosi nelle braccia.

« Ma che hai contro questo nome? ».

« Non mi piace ».

« Ma che razza di risposta è “boh”?! ».

« E che razza di nome è “Reb”?! ».

« Se ti voglio chiamare Reb, ti chiamo Reb ».

Rebecca sbuffò sonoramente:

« Chiamami come ti pare, Jey ».

« … ».

« … ».

« … ».

« … ».

« Non mi chiamare Jey, sembra gay ».

Rebecca roteò gli occhi, scocciata. Che palle quel ragazzo!

«  Che discussione illuminante » disse Jenna ad un certo punto.

« Ma se siamo stati in silenzio fino a mò! » ribatté Rebecca.

« Intendevo la discussione sui nomi, Reb ».

« E quella la chiami discussione? ».

« Perché non mi guardi, Reb? ».

Con un leggero brivido, Rebecca si voltò verso Jenna, a qualche metro da lei: vederlo fu talmente emozionante che provò un colpo al petto quasi doloroso: aveva dei jeans grigio scuro, una camicia bianca pulita e una maglioncino blu scuro pulito. Le scarpe nere erano sempre le stesse, logore e distrutte, i capelli sistemati alzati e gli stessi occhi blu, brillanti, che, a differenza del solito, lasciavano trapelare una certa trsistezza, quasi frustrazione.

« Ti ho guardato, ora posso rivoltarmi? ».

« Non ti facevo così intelligente da poter fare della pesante ironia » disse Jenna, arricciando il naso.

« Non mi conosci abbastanza. Non mi hai mai realmente conosciuta » disse Rebecca, tornando a guardare il mare con le braccia incrociate sul petto.

Jenna la guardava con una certa malinconia: Rebecca era una ragazza complessa. Provava emozioni talmente forti da poterne essere soprafatta, alle volte. Era una roccia, ma si sorprendeva sempre quando scopriva che poteva essere abbattuta con una facilità impressionante, come fosse fatta di semplice sabbia e non di pietra.

Era così labile …

Rebecca, cercando di resistere all’impulso di piangere e correre ad abbracciarlo, si guardò le mani, dive c’erano ancora le scritte sbiadite. Aveva provato a cancellarle in ogni modo, quasi graffiandosi i palmi, ma erano rimaste lì. Maledetto pennarello indelebile …

« Come mai ce l’hai tanto con me Reb? » chiese Jenna ad un certo punto.

« Perché sei un idiota ».

Jenna mise il muso:

« E come mai sarei un idiota? ».

« Perché non capisci niente ».

« Che cosa non capisco? ».

« Che … io soffro … perché tu te ne vai con altre ragazze con una leggerezza raggelante. E … sembra che non te ne freghi un accidente ».

Jenna rimase in silenzio, abbassando lo sguardo sugli anfibi beige di Rebecca.

Rebecca continuava a strofinarsi le mani con fare ossessivo. Avrebbe voluto cancellare ogni cosa …

« Mi dispiace Rebecca. Davvero. È solo che … io non avrei mai immaginato … che a … amare fosse così complicato. Mi sembra che ogni cosa mi sfugga dalle mani, mi scivoli dalle dita … mi sembra di sbagliare in ogni cosa che faccio … ho sempre paura di sbagliare … ».

Rebecca si coprì gli occhi con le mani. Le bruciavano da morire …

« Ed ho come la sensazione che tu possa sparire da un momento all’altro … che possa svanire con un pof appena provo a toccarti … sei così labile … ».

Aveva una voce strana.

Aveva la voce spezzata.

« E stavi anche per morire … stavi per andartene per sempre … e io non lo avrei sopportato … ».

Una lacrima le scese sulla guancia, le cadde sulla mano sporca. Il segno nero del pennarello quasi scomparve.

Sentì un singhiozzo, ma non seppe dire se fosse provenuto da lei o da lui.

« Reb … Rebecca,  ti prego, voltati ».

Quando Rebecca si voltò, trovò Jenna a pochi centimetri da lei, più alto di quanto se lo ricordasse, con gli occhi blu arrossati e lievemente lucidi.

Un po’ incerto, le prese il viso tra le mani e le accarezzò con leggerezza le guancie bagnate, la matita un po’ colata:

« Prometti che non sparirai? » chiese.

« Prometti che mi terrai stretta? E che nemmeno tu sparirai nel nulla, e che non sto sognando? » domandò lei, poggiando le mani sui suoi avambracci.

« Giuro sulla maglietta dell’orso Yogi ».

« Non è manco tua quella maglia ».

« Come sei pignola ».

« Io te lo giuro sui miei anfibi, sui miei CD dei Lacuna Coil originali, sulla mia maglia nera … ».

« Ma tu hai solo maglie nere! ».

« E allora te lo giuro sul miniabito viola ».

« Quello grezzo? ».

« Sì, quello ».

 Jenna rimase zitto un attimo, infine disse:

« Giuro su di te, che sei la cosa più preziosa che ho, ti va bene? ».

Per Rebecca fu un colpo piacevolmente duro:

« Sì … grazie, ma non merito … ».

« Sì che meriti, invece … ».

Posò le labbra sulle sue e il mondo scomparve. Passò le mani sulla sua nuca, bloccandole la testa, impedendole di muoversi. Rebecca gli strinse forte le spalle, alzandosi sulle punte, aggrappandosi a lui come all’ancora della sua sanità mentale.

Ho vinto” disse soddisfatta la coscienza buona.

E’ inutile che fai quel tono da saccente, questo va anche a favore dei miei interessi”.

“Quanto è bella la vita” disse la voce menefreghista.

Quando Jenna si separò da lei, le sembrava che il temo fosse passato troppo in fretta. Aveva il cuore a mille, come se stesse per esplodere …

Jenna le diede un leggerissimo bacio sul naso, e le diede una piccola botta in fronte con la sua.

« La capocciata era proprio necessaria? ».

« Sì ».

« Mi sento già stressata ».

« Esagerata ».

Rebecca sorrise, abbassando lo sguardo sul suo mento. Gli passò le mani sulle guancie, come aveva fatto lui prima:

« Mi sento in colpa per averti fatto piangere ».

Jenna si irrigidì di colpo:

« Non ho pianto: mi è andato un moscerino nell’occhio ».

« In tutti e due? ».

« Sono allergico alla salsedine ».

« Va bene … ».

« Antipatica. Reb ».

« Jey ».

« Mi arrendo ».

Jenna si allontanò, prendendo Rebecca per mano, che ridacchiava, gli occhi brillanti quasi quanto i suoi.

 

 

Ed ecco qua: che cosa carina la fine eh? Era ora che quei due si svegliassero ¬_¬’’

 

~   * chiedo scusa per chi si chiama Eva L   ~

Adesso ecco l’elenco delle brave sante che hanno messo Moon Rainbow  tra i preferiti ^^

13ste
alexiell
alexis_92
alice brendon cullen
 
alicesil
 
Allen_Anne_Black
 
Bella4
 
bella95

 bellemorte86
 
BloodyKamelot
 
Edward_Son 2
 
egypta
 
erini83
 
Fantasy_Mary88
 
fatina_g
 
Femke
 
ffdipendente
 
Fiorellina94
flavia93
 
franci_cullen

 free09

 giunigiu95
 
Honey Evans
 
kira988
 
kirya
 
Lady blue

 ladyherm
 
liletta
 
lolitosa
 
masychan
metal_darkness
 
Miyakochan_89
MizzCamilla
 
mylifeabeautifullie
nerry
Noemi91
nox
Rita_Cullen
RockAngelz
rosewhite
rosi33
Sabry87
Shona
Singer
valemyni
yuko_chan
_corvo_

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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