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Autore: emyliane    06/01/2016    4 recensioni
Non potevano domandarsi che una cosa soltanto... chi era lei? E lei non si domandava che una cosa... sarebbe riuscita a salvarle?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: Violenza
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NDA: Saluti!

Questa è davvero la fine della storia.

Grazie mille a tutti coloro che l'hanno seguita fino ad ora, e preso il tempo di lasciare una recensione. Spero che questo finale vi soddisfi. Se così non fosse, chiedo scusa anticipatamente. Ma comunque sia, buona lettura di questo breve epilogo.

E magari alla prossima con un'altra fic, chi lo sa :)


Epilogo

Natsuki s'inchinò profondamente davanti al piccolo altare dove aveva appena lasciato delle offerte per i morti. Poi si alzò in piedi, si spolverò i jeans e uscì dalla piccola stanza riservata a quell'altare.

All'esterno, il sole brillava con una luminosità quasi dolorosa dopo la penombra dell'interno. la ragazza si coprì gli occhi e risalì lo stretto sentiero ghiaiato fino alla dimora principale. Il vento sul suo viso non le era mai sembrato così piacevole.

Salì finalmente i pochi gradini davanti a lei, con i suoi passi che risuonavano sul legno da poco lucidato. Fece scorrere la porta e si ritrovò faccia a faccia con la vecchia Chikako. L'anziana donna le offrì un sorriso raggiante pieno di gentilezza e saggezza, e lasciò l'importante vassoio che trasportava nelle abili mani di Natsuki.

"Eccoti qui, Kuga-san. Occupati tu di questo, vuoi? Ho una cena da preparare, Miss Maria ha detto che avremo i Suzushiro e i Kikugawa come ospiti stasera."

"Oh, va bene," rispose la ragazza prendendo il vassoio.

Percorse l'imponente edificio pensando a Miss Maria, la severa donna che incrociava più di quanto non volesse nonostante le dimensioni della dimora. Per fortuna i servitori che lavoravano lì erano più socievoli. Arrivata di fronte alla stanza dove doveva lasciare il suo carico, dovette manovrare abilmente il gomito per aprire la porta tenendo in mano l'ingombrante vassoio. Quest'ultima girò sui cardini in silenzio, lasciando a chi occupava la camera la possibilità di continuare a dormire.

Ma il fascio di luce che si riversò abbondantemente all'interno illuminò perfettamente un letto vuoto e, in controluce, la persona - sul punto di stiracchiarsi - che avrebbe dovuto occuparlo. Non essendo stata individuata, Natsuki attraversò la stanza in silenzio, appoggiò il vassoio sopra un basso tavolino poco distante, poi si avvicinò alla figura. Fece scivolare le braccia intorno alla sua vita, attirandola a sé. Per un attimo la sentì irrigidirsi.

"Shizuru," sussurrò. "Dovresti essere a letto."

La giovane si lasciò finalmente andare contro di lei, rilassandosi nell'abbraccio confortante e ben conosciuto di Natsuki.

"Mou Natsuki, ma sto bene!" Si lamentò.

Natsuki nascose il viso nel collo di Shizuru, inspirando profondamente il suo odore pulito e fresco. Con la punta delle dita, disegnò delle forme indistinte sulla pelle morbida che la t-shirt aveva lasciato scoperta mentre la ragazza si stiracchiava. Aggrottò la fronte - in un misto di tristezza e di collera - quando sfiorò l'orlo di una fasciatura che copriva la ferita, ormai quasi interamente cicatrizzata, del suo stomaco. Sentì il corpo di Shizuru irrigidirsi nuovamente malgrado tutto quando le sue dita sfiorarono le bende.

"Può darsi," sussurrò, "ma preferisco non correre rischi, quindi a letto!"

"Solo se Natsuki resta con me!" Piagnucolò l'altra, voltandosi per stringere le braccia intorno al collo di Natsuki.

Quest'ultima la guidò quindi dolcemente ma con fermezza verso il letto. Quando le sue ginocchia toccarono il materasso Shizuru si lasciò cadere all'indietro senza lasciare la presa su Natsuki, che la seguì nella caduta.

"Ho parlato con il medico al telefono. Continua ad essere stupefatto della tua rapida guarigione," disse dolcemente l'ex-HiME, il viso a pochi centimetri dall'altra. "Ma questo non vuol dire che non dobbiamo fare attenzione."

"Hmm," mormorò Shizuru, "Natsuki si preoccupa troppo."

"Natsuki si ricorda che Shizuru si è fatta sparare addosso," rispose l'altra con finta leggerezza. "I dottori continuano a dire che è un miracolo che quella sera... tu non sia..."

Sentendo la voce sul punto di spezzarsi, Shizuru intrecciò le sue gambe con quelle di Natsuki e appoggiò la testa sul suo petto, meravigliata nel sentire il battito forte e costante del cuore dell'altra ragazza.

"Sono qui, Natsuki. Ci vuole ben altro perché mi separi da te. Sono tornata indietro nel tempo per te," le ricordò. "Ma nonostante tutto... non ricordo molto di quella sera, compreso il farmi sparare addosso. E non credo che sia una brutta cosa."

"No, è meglio che tu abbia dimenticato. Però, se un giorno ti ricorderai qualcosa di quella sera, voglio che tu me ne parli, d'accordo?"

Per tutta risposta, Shizuru voltò la testa per lasciare un bacio sul collo di Natsuki. Quest'ultima fece scorrere le dita tra i capelli di Shizuru, godendosi la sua presenza e desiderando a volte avere dimenticato anche lei cosa fosse successo.


Delle HiME che erano state rapite, Mai era morta in mezzo alle fiamme, Shiho non era sopravvissuta all'iniezione delle nanomacchine ben prima del loro arrivo e Fumi era stata abbattuta da uno degli agenti del Terzo Distretto mentre fuggiva dall'incendio insieme a loro. Yukino aveva avuto la gioia di ritrovare la sua famiglia e Haruka, che - avendo sentito parlare del piano quando sua madre aveva portato Shizuru al commissariato - aveva passato tutta la notte in attesa di notizie.

Ma gli orrori di quella notte non erano finiti con la loro fuga dal Terzo Distretto. Itsumi aveva aiutato Natsuki a portare Shizuru all'esterno, sotto la copertura di Nobu e del signor Anderson. L'arrivo dei soccorsi non era mai sembrato loro così lungo. Poi avevano voluto portare via Shizuru. Natsuki si era rifiutata di lasciarla andare e la situazione per poco non era degenerata in un incontro di pugilato se non fosse stato per l'intervento del signor Anderson. Quest'ultimo aveva afferrato la ragazza per la spalla e l'aveva trascinata con la forza fino alla sua macchina. La guardia del corpo dei Fujino non era mai stata a più di un metro dall'ambulanza. La cosa però non aveva permesso loro di vedere Shizuru perché appena arrivati al pronto soccorso erano stati portati al blocco operatorio. Il dottore che era venuto da loro dopo l'operazione aveva cercato di rassicurarli ma non era riuscito a fingere sulla probabilità - quasi nulla - che la ragazza riuscisse a sopravvivere. Perché anche senza prendere in considerazione la pallottola e danni che lo sparo aveva provocato, Shizuru aveva perso un'enorme quantità di sangue. Il miracolo agli occhi dei medici fu che riuscì a sopravvivere alla notte, nonostante fosse caduta in coma. La ragazza si risvegliò molti giorni dopo, certo gravemente indebolita e affetta da una leggera amnesia sulle ore precedenti all'incidente, ma comunque viva. Durante quel tempo Natsuki non aveva mai lasciato la sua stanza - o il corridoio adiacente quando il personale medico le impediva di restare - e questo nonostante le costanti minacce degli infermieri di sbatterla fuori oltre gli orari di visita. Si rifiutava di uscire dall'ospedale senza di lei, come pure il signor Anderson e Miss Maria non appena fu informata. Quanto ad Haruka e Yukino, le due ragazze vennero a trovare Shizuru ogni giorno con i loro genitori. Avere permesso di salvare Yukino aveva fatto sì che Shizuru godesse adesso della completa fiducia e lealtà dei Suzushiro e dei Kikugawa.

Non appena dichiarata fuori pericolo, Miss Maria si era messa ad organizzare il suo rimpatrio sotto scorta a Kyoto. Le morti, la sofferenza e le paure generate per tanto tempo a Fuuka - senza contare ciò che aveva dimenticato per via della sua amnesia - spinsero Shizuru ad accettare facilmente la proposta della sua tutrice di tornare a Kyoto. Miss Maria aveva subito proposto a Natsuki di andare a vivere nella dimora dei Fujino insieme a Shizuru, con la scusa che la ragazza avrebbe avuto bisogno di aiuto durante la sua riabilitazione. Già decisa a non lasciarla andare lontano, Natsuki aveva accettato.

Durante quel periodo, i Suzushiro e Miss Maria avevano attivato tutti i loro contatti per accelerare le diverse procedure per mettere in sicurezza le vittime del Terzo Distretto.

Il commissariato era stato chiuso, il laboratorio era completamente bruciato, la maggior parte dei membri del Terzo Distretto arrestata o, in mancanza di prove, messa sotto sorveglianza.

I giornali avevano fatto scoppiare uno scandalo, al punto che la ricomparsa e la sopravvivenza dell'ereditiera Windbloom era passata quasi del tutto inosservata. Miss Maria però aveva deciso di occuparsi efficacemente della sua pupilla. Un esercito di guardie del corpo era stato assunto e pattugliava oggi i giardini dei Fujino sotto lo sguardo d'avvoltoio dell'anziana donna.


Natsuki abbracciò Shizuru.

"Non ti lascio più andare. Mai più. Non appena ti tolgo gli occhi di dosso, tu arrivi quasi a farti ammazzare."

Shizuru rise in silenzio prima di abbracciarla a sua volta.

"Penso di poterci convivere," mormorò mentre - avendo finalmente trovato la posizione perfetta con Natsuki utilizzata come cuscino - iniziava ad addormentarsi felice.

"Ti amo, Shizuru," le sussurrò Natsuki teneramente.

"... Ti amo... Suki," balbettò Shizuru ad occhi chiusi.

Piuttosto che trovare il riposo, Natsuki preferì vegliare su di lei.


A volte Shizuru sognava di quella sera. Vedeva delle fiamme, sentiva delle urla. Tanto sangue e tanta sofferenza. Ma mai niente di preciso. L'immagine più chiara di quei ricordi frammentati era una siringa con sopra un'etichetta, il cui nome al risveglio continuava a dimenticare. Cosa ne faceva di quella siringa? Non riusciva mai a ricordare. S'iniettava il prodotto? Non lo sapeva, e forse era meglio così.

Tutto ciò che voleva adesso era approfittare della vita della gioia di amare liberamente Natsuki, come aveva sempre sognato.


"... la scoperta di un laboratorio segreto controllato dalla Polizia di Fuuka ha scatenato uno dei peggiori scandali di questo secolo in Giappone. La popolazione, preoccupata, oggi esita a chiedere l'aiuto delle forze dell'ordine che non sono più considerate affidabili..."

L'uomo - un americano nel vigore degli anni - spense la televisione. Intorno a lui c'erano uomini e donne di tutti i paesi.

"L'ultimo dei Distretti del Giappone è stato distrutto," disse.

"Abbiamo perso tutti i loro dati," aggiunse un cinese. "Non è stato possibile recuperare nulla."

"Però continuano ad ignorare la nostra esistenza," precisò una francese.

"E' così. Tuttavia..."

L'americano lasciò calare il silenzio, e abbracciò la stanza con lo sguardo.

"Non sappiamo chi sono i colpevoli, e cosa abbiano scoperto su noialtri e i Distretti sotto il nostro controllo. Che i quattro Distretti giapponesi siano stati distrutti uno dopo l'altro malgrado le nostre risorse e i mezzi messi a disposizione per proteggerli lascia temere che sappiano di noi."

"Cosa vorrebbe che facessimo?" Chiese la francese in tono leggermente irritato.

"Che sia aperta un'inchiesta. Troviamoli e sbarazziamoci di loro, solo così difenderemo i nostri Distretti e terremo al sicuro le nostre ricerche."

  
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