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Autore: Beth Einspanier    06/01/2016    0 recensioni
Gil Grissom e il suo team si trovano a dover investigare sul curioso caso di un giovane uomo scaricato nel deserto dopo essere stato annegato nel cioccolato. Chi poteva volere la sua morte e cosa aveva a che fare con un lunatico cioccolatiere di Londra?
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci arrivati al capitolo finale! Spero che questa bizzarra storia vi abbia divertito come ha divertito me. Buona lettura!

 

L’ultima volta che il Dipartimento di polizia di Las Vegas era stato chiamato a creare una zona neutrale tra un nuovo arrivo e la folla era coinvolta la Mafia, e nonostante l’individuo in questione fosse così lontano dallo strano cioccolatiere, la situazione rientrava comunque nella stessa casistica. D’altro canto, l’accoglienza progettata questa volta fu meno ostile, come Nick e Warrick videro nella loro più completa confusione mentre aspettavano il ritorno di due membri della squadra e l’arrivo di qualcuno che Grissom aveva solo descritto come un “ospite”.

“Willy, vuoi essere il mio zuccherino?” lesse Nick sul cartellone più vicino, scritto con pennarello viola su fondo rosa. 

“Qui c’è n’è una che vuole un figlio da lui,” rispose Warrick, “e qualcun’altra che pensa che stia arrivando Johnny Depp. A Sara verrebbe un colpo se così fosse.”

“Tutto questo per un tizio che non ha mai messo piede fuori dalla sua fabbrica per più di dieci anni e che produce dolciumi.” Nick scosse la testa divertito. “Forse dovrei imparare a fare la cioccolata.”

Warrick fece un’espressione disgustata. “Ho provato la tua cucina.”

“Hai assolutamente ragione. Non è facile creare il più strabiliante e gustoso cioccolato di tutto il mondo.”

Seguì un silenzio perplesso.

“… Cosa?” domandò Warrick, ma come si voltò per capire cosa stesse fumando Nick, notò l’uomo dietro di loro. Indossava un completo viola e un cappello a cilindro, e sembrava che la sua pelle non avesse visto la luce del sole molto spesso, nella migliore delle ipotesi. Sorrideva istericamente, nonostante avesse un braccio fasciato.

“È così eccitante!” cinguettò, smettendo di imitare la voce leggermente nasale di Nick e battendo le mani come un bambino. “Non ero mai stato a Las Vegas prima… Avevo sentito dire che era luminosa ma non pensavo sarebbe stata così… LUMINOSA! Wow!”

“Uhm… chi è lei?” azzardò infine Nick. “E come è entrato qui?”

Il sorridente uomo indietreggiò e porse a Nick una mano inguantata. “Sono Willy Wonka, produttore dei più favolosamente gustosi, deliziosi e fighi dolciumi che il mondo abbia mai visto!”

Nick strinse la mano a Wonka come se questi avesse potuto saltargli addosso e mordergli il naso. “Okay, questo risponde a una domanda…”

“E il dottor Grissom è stato così gentile da farmi entrare da un altro ingresso. Ha visto tutte quelle giovani donne lì fuori e si è preoccupato per la mia incolumità… anche se non capisco perché ha pensato che avrebbero potuto saltarmi addosso per cercare di strapparmi i vestiti di dosso. Non mi sembra che ci sia qualcosa di interessante sotto.”

“È un’immagine di cui non sentivo il bisogno…” disse Warrick, fregandosi il naso. “Ascolti, deve andare da qualche parte o…?”

“Oh sì! Grazie di avermelo ricordato!” Wonka cambiò argomento così in fretta che si poteva sentire il suo lavorio mentale rumoreggiare in segno di protesta. “Ho bisogno che mi mostriate il laboratorio. Dovrei incontrare qualcuno lì.”

“Okay, chi?”

“Non lo so ancora. Il dottor Grissom ha detto che l’avrei saputo appena lui mi avrebbe visto. Qualcuno di voi sa cosa significa?”

“No,” disse Nick, “ma faremo meglio ad allontanarla da questa porta prima che comincino a lanciarle biancheria intima.” Prese Wonka per il braccio e lo guidò fuori dall’atrio.

“Ma perché dovrebbero farlo? Sembrerei completamente sciocco con…”

“Glielo spiegherò quando sarà grande, amico.”

Il laboratorio, che per Greg era come una seconda casa, era stato completamente ripulito dai rottami e dai frammenti di quello che lui aveva deciso di definire “un aberrante incidente di laboratorio” nella relazione per la compagnia di assicurazione (aggiungendo una nota in cui specificava che difficilmente sarebbe accaduto di nuovo), ed era ora invaso dalle dolci melodie degli AC/DC. Dopo aver appreso che il colpevole sia dell’omicidio di Charlie Bucket che dell’esplosione dell’emporio era stato preso ed estradato negli Stati Uniti, pensò che questo fosse il momento migliore di festeggiare con un po’ di musica. Per questo motivo, non si accorse subito delle due persone che lo stavano osservando da dietro il Plexiglas.

“Di sicuro sembra un giovanotto allegro,” osservò Wonka, mentre Greg mimava un assolo di chitarra.

“Già,” rispose Nick, “è l’unico ad aver capito davvero la situazione.”

“Oh?” Wonka guardò Nick: “Pensavo foste tutti combattenti del crimine.”

“Sì, ma… lascerò che sia lui a spiegarlo.” Bussò sul Plexiglas.   

Greg saltò leggermente a quel rumore e si voltò per vedere chi fosse. Gli cadde la mascella e spalancò gli occhi alla vista di Wonka.

Nick e Wonka guardarono in silenzio quella scena per alcuni secondi.

“Perché sta correndo per tutto il laboratorio gridando ‘oh mio dio oh mio dio’?” chiese alla fine Wonka.

“Non ne ho idea,” disse stancamente Nick. “Si è comportato in modo strano durante tutto il caso.”

Wonka inclinò la testa. “Come si chiama?”

“Greg Sanders. È il nostro esperto di laboratorio.” Disse Nick. “Ha quasi fatto saltare in aria il laboratorio con alcune delle sue caramelle, ma non credo che saremmo andati molto lontano senza di lui.”

“L’uomo che esaspera i tecnici con le mie caramelle esplosive?”

“Cosa? Ascolti, tutto ciò che so è che è un suo fan. Al di là di questo…”

Wonka sorrise lentamente. “Potrei prenderlo in prestito per un’oretta?”

“Uhm, per fare cosa?”

“Voglio solo capire una cosa. Potrebbe andare a prendere i miei Umpa Lumpa? Oh sì, credo che al dottor Grissom interesserà assistere.”

“Assistere a cosa?”

“Be’, se vuole saperlo, immagino che dovrà venire anche lei, le dispiace? Ma prima di tutto, i miei Umpa Lumpa.” Sollecitò Nick con un gesto della mano, così che lui alla fine uscì, scuotendo la testa incredulo.

Wonka aprì la porta di vetro che introduceva al laboratorio, dove Greg stava ancora avendo un leggero attacco di isterismo quando si scontrò con il cioccolatiere, il quale gli era capitato tra i piedi. Greg fissò per un momento il sorridente Wonka.

“Oh mio dio… È  davvero lei!”

“Nooo, tu sei tu e io sono io. Vedi, non funziona altrimenti, perché se io fossi te probabilmente non avrei i capelli con le punte bionde.” Guardò in basso. “Belle scarpe, comunque. Il dottor Grissom dice che ti sei impegnato molto per scoprire cosa era successo a Charlie, e vorrei ringraziarti per questo – ma, prima, credo ci sia un po’ di lavoro da fare nel negozio di dolciumi prima della sua apertura.”

Lo sguardo di Greg si rabbuiò. “È stato distrutto. L’apertura dovrà aspettare un po’. Probabilmente fino al prossimo anno.”

“Oh, non puoi saperlo per certo. Credo possa aprire prima di domani mattina, a dire il vero. Ho solo bisogno di un piccolo aiuto per sistemarlo.”

“Io?”

“Be’, finora te la sei cavata bene. Non credo che sarà così difficile come potresti pensare. Ah!”

Quest’ultima era diretta verso la finestra d’osservazione, dove gli Umpa Lumpa erano ammassati tutti eccitati attorno agli stinchi di Nick. Wonka sorrise deliziato quando i suoi dipendenti gli si fiondarono incontro, e si accovacciò per riunirli in un abbraccio di gruppo, barcollando solo leggermente al loro assalto.

“Ah ah ah! Oh, fate piano, sono vecchio, sapete! È bello rivedervi!” Si alzò. “Grazie di esservi presi cura di loro. So che devono essere stati piuttosto spaventati.”

Nick si massaggiò la fronte al recente ricordo dell’attacco al negozio subito da lui e Warrick. “Già.”

“Ora le dispiacerebbe dire al dottor Grissom e alla signorina Willows di incontrarci all’Emporio non appena a Grissom sarà passato il suo mal di testa? Vorrei che entrambi assistessero, specialmente il signor ‘è solo cioccolato’ Grissom, okay?” Diede a Nick un buffetto in testa e sfrecciò via.

“Sono qui,” disse Greg nel momento in cui la considerazione dei danni da parte di Wonka sembrava stesse arrivando a una conclusione.

“Oh, benone. Speravo non ci avrebbero messo troppo.”

“Quindi c’è quasi tutto il Nevada, a giudicare dalla folla oltre il perimetro della polizia.”

Wonka si voltò, vide che sembrava essere proprio così, e sorrise a trentadue denti. “Che cosa adorabile. Ho un pubblico. Salve gente!” Salutò entusiasta la folla, ma saltò leggermente al boato d’approvazione che ricevette in risposta. Si avvicinò a Greg. “Fanno sempre così?”

“Questa è Las Vegas.”

“Oh. Giusto.” Si precipitò verso i SUV che trasportava Grissom e Catherine.

“Non sono sicuro di capire perché siamo qui,” disse Grissom. “Sappiamo già cosa è successo.”

“Be’, lei sai cosa è successo, ma sa cosa sta per succedere? È molto intelligente, ma non credo che possa saperlo. Venga. Anche lei, signorina Willows – voglio che abbiate un posto in prima fila.”

“Per cosa?” domandò Catherine.

“Lo vedrà, lo vedrà! Però sbrigatevi!” Wonka si precipitò nuovamente verso il distrutto Emporio e si appoggiò al suo bastone osservando la struttura con occhio critico. Greg lo raggiunse subito.

“Cosa pensa?” chiese a Wonka.

 “Penso che dobbiamo sistemare un po’ il negozio così che possa aprire i battenti.”

“Be’… sì. Ma come faremo? Ci vorranno mesi per sistemarlo…”

Wonka sorrise. “Devi solo crederci. Ora reggi questo.” Passò a Greg il suo bastone, poi intrecciò le sue lunghe dita e fece schioccare le nocche. “Ora, vediamo un po’…” Prolungò un dito quasi timidamente verso i rottami. Greg vide delle scintille viola sfiorare appena le macerie. Wonka fece un ampio sorriso. “Mi sembra che vogliano danzare.”

“Devo allontanarmi?” chiese Greg.

“Le cose potrebbero diventare un pochino elettrizzanti qui… ma è assolutamente sicuro. Non è mai morto nessuno per la mia magia. Ancora.” Fece un ampio gesto col suo braccio ferito lungo la facciata del negozio bruciato, e una lingua di fuoco viola si estese lungo le macerie. Detriti e travi di legno spezzate iniziarono a saltare nell’aria e a danzare. Dietro di loro, la folla esultò, e oltre il rumore, Greg sentì gli Umpa Lumpa iniziare a cantare. Si guardò intorno e vide che i piccoli aiutanti elfici avevano formato un cerchio attorno a lui e Wonka.

“Aggiusta, aggiusta, aggiusta…” faceva il canto.

“Ma che cavolo…?” domandò Catherine, guardando dispiegarsi quello spettacolo di luci.

“Lo stronzio e il cloruro rameico bruciano con un fuoco viola,” disse Grissom, senza troppa convinzione. “Si fa con i fuochi d’artificio.”

“Se ci fossero stati fuochi d’artificio lì dentro l’avremmo saputo già da tempo – ad esempio quando è stato fatto esplodere, tanto per cominciare.”

“È l’unica spiegazione possib–“

Si interruppe all’improvviso quando un potente WHOOSH esplose dalle macerie del negozio, e un’onda d’aria si riversò fuori dall’edificio. Mattoni rotti, detriti sparsi e sbarre spezzate si sollevarono a spirale dal sito.

Wonka rideva, sebbene il sudore gli imperlasse la pallida fronte.

“Cosa succede!” urlò Greg, indicando il mulinello.

“Magia!” rispose Wonka con frivolezza. “Basta crederci e puoi fare qualsiasi cosa!”

“Come riesce a fare tutto questo?”

“Non ne ho idea!”

La tempesta vorticosa di detriti rallentò, si fermò a mezz’aria e infine turbinò nuovamente verso il basso. Greg vide una vetrina lacera che si riassemblava da sola e danzava sul polveroso linoleum, per essere poi raggiunta dai suoi fratelli. Gli scaffali danzarono e turbinarono in un complesso e bizzarro balletto, e un macchinario che sembrava la parte superiore di un qualche stravagante robot camminò come un amputato che cammina su una mano attraverso uno spazio dove si stava materializzando una porta. I mezzi-mattoni trovarono le loro metà e cominciarono ad assemblarsi in muri alla velocità della luce. I cavi elettrici si congiunsero da soli e strisciarono al loro posto dietro il cartongesso.

“Griss! Cath! State VEDENDO?” urlò Greg, ma quando si voltò vide che la domanda era irrilevante, perché gli sguardi suoi loro volti gli dissero tutto. Avevano visto.

“Mi serve il suo aiuto, signor Sanders,” disse all’improvviso Wonka, e il fiato corto nella sua voce disse a Greg che stava per esaurire le forze. “Non sono più giovane come una volta, e ho bisogno del tuo aiuto per finire.”

“Cosa posso fare?”

“Passami il bastone, ma non lasciare la presa, qualsiasi cosa accada. E se nella tua vita non hai mai creduto in qualcosa di bizzarro, di imprevedibile, di non scientifico, credici adesso.”

Greg assorbì queste strane istruzioni, e infine annuì. Passò il bastone a Wonka, il quale lo afferrò. Greg sentì una scossa, come dopo aver toccato un cavo elettrico scoperto. Guardò la sua mano libera e vide scintille viola scaturire dalle sue dita.

“Presto!” lo rimbeccò Wonka.

Greg si sforzò di non pensarci troppo. Diresse la mano verso l’edificio quasi completo, e avvertì un’altra scossa, che questa volta proveniva da lui. Il movimento e la messa a posto dei mattoni accelerarono, e ben presto il sollevamento dei muri nascose gli scaffali danzanti. Il soffitto si ricompose come un puzzle e si distese al suo posto in cima all’edificio.

“Questo è… così… figo!” urlò Greg.

“Lo è, vero? Ora puoi mettere i ripiani… dovunque tu voglia… e non dimenticare la vetrina.”

Grissom guardò in basso, e vide un frammento di vetro sul pavimento davanti a lui. Per dimostrare qualcosa, ci mise un piede sopra. Altri frammenti e ciottoli di vetro provenienti dalla vetrina distrutta scivolarono e si affrettarono verso il negozio quasi ricostruito… e Grissom sentì qualcosa che strattonava sotto il suo piede, come se la scheggia che aveva intrappolato stesse cercando di raggiungere le sue compagne. Tenne premuto il piede più forte, cercando di non romperla, avvertendo che il frammento si dimenava e si dibatteva sotto la sua presa.

“Mio dio,” disse piano, “è proprio vero.”

Solo allora la scheggia volò via da sotto il suo piede con una tale forza che fece barcollare Grissom.

“Criss Angel, prendi e porta a casa,” osservò Catherine.

“Questa non è un’illusione, Catherine!” Grissom sembrava aver appena messo insieme le idee. “Sta succedendo davvero!”

“Lo so – e ti sta mandando fuori di testa, scommetto.”

La vetrina si ricompose in pochi secondi. Dopo pochi istanti, l’insegna si ricostruì, seguita dalla porta d’ingresso con il suo campanello di benvenuto. L’insegna emise un suono elettrico.

“Ci siamo quasi,” disse Greg, guardando il cartello dall’altro lato del parcheggio. Era ancora inclinato e barcollante dal giorno dell’esplosione. Lo immaginò di nuovo dritto, e con un cigolio si rimise in posizione e si accese. La folla esultò – e Greg, ancora frastornato dalla magia che stava usando – magia! Lui! – si voltò nuovamente verso Wonka.

Willy Wonka giaceva sul pavimento, troppo immobile, a parere di Greg.

“Oh mio dio – signor Wonka!” Greg si accovacciò accanto al pasticciere collassato e gli sentì il polso. Lo sentiva, debole e tenue. “Qualcuno chiami un’ambulanza!”

Wonka aprì gli occhi e guardò con occhi offuscati verso Greg. Sorrise. “È fatta?” gli domandò.

Greg annuì. “È tornato tutto come era prima. Anche meglio. È pronto per l’apertura. Sta bene?”

“Oh, io sto bene. Probabilmente non rifarò tutto questo presto, ma davvero, quali sono le probabilità che debba farlo? È stato per una buona causa, a ogni modo.”

“Non vale la sua morte.”

“Non ci sono abbastanza dolciumi a questo mondo, oggigiorno. Nessuno ha più senso pratico, sono in grado di tenersi in contatto con chiunque ma nessuno più entra in contatto davvero. Vorrei che si tornasse ai tempi in cui era tutto più semplice. Prenditi cura del negozio, vuoi? E degli Umpa Lumpa.”

“Greg annuì. “Me ne prenderò cura. Posso gestire il negozio quando non sono in laboratorio.”

“E ricorda: quando mi hai aiutato a riparare il mio negozio, ho passato la magia che mi restava a te. Usala saggiamente.”

“Magia? Possiedo la magia adesso?”

“Non molta… ma quanto basta. Con una piccola scintilla si può fare molto.”

La sirena dell’ambulanza cominciò ad avvicinarsi furtivamente alla conversazione.

“Non preoccuparti per me, Greg,” disse Wonka. “Starò bene prima che te ne accorga. Oh guarda – il signor Grissom gioca a fare Spiderman…”

Greg guardò, e vide che il suo supervisore faceva scorrere le mani sulla facciata del negozio appena riparata, in cerca di fratture e fessure che sapeva dovevano esserci.

“Non troverai niente, Griss,” gli disse Greg.

Grissom si voltò verso Greg. “L’ho visto accadere. Ho visto tutto ricomporsi sotto i miei occhi. È stato…”

Greg sorrise: “Magico?”

Grissom gli rivolse uno sguardo stanco. “Ti prego, non ricominciare.”

I paramedici fecero cenno a Greg di allontanarsi da Wonka.

“Fate piano – soffro il solletico!” li rimproverò Wonka mentre lo mettevano sulla barella.

Quando l’ambulanza se ne andò, Greg sondò l’Emporio recentemente ricostruito. Grissom lo guardò con curiosità.

“Be’,” disse Greg a nessuno in particolare, “mi vengono in mente secondi lavori peggiori…”

 

Fine.

   
 
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