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Autore: Crilu_98    06/01/2016    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se ai due personaggi più tragici e controversi dei Miserabili fosse stata data una seconda possibilità?
Se Javert non si fosse buttato nella Senna? Se Eponine fosse sopravvissuta alle barricate?
Una storia un po' inverosimile in cui si intrecciano amore, rimorso e desiderio di riscatto. Perché anche i miserabili hanno il diritto di essere felici.
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eponine, Javert, Jean Valjean, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Javert era morto da quasi due ore ormai e la luce del mattino filtrava dalla finestra aperta della sua camera. Sotto di lei la festa per il matrimonio di Cosette e Marius continuava: nonostante fossero preoccupati per lei, Eponine li aveva pregati di tornare dai loro ospiti e di lasciarla sola. Aveva cacciato anche i suoi fratelli, come tutti sconvolti dalla morte dell'Ispettore.
La ragazza era sdraiata sul letto con addosso ancora gli abiti maschili di Marius, saturi del suo profumo elegante. Fino a pochi mesi prima, Eponine avrebbe venduto la sua anima al diavolo per avere attorno a sé quel profumo; ora la cosa la lasciava del tutto indifferente.
Javert era morto. Era il suo unico pensiero, quello che la tormentava da quando l'uomo era caduto nel fiume.
"Non è caduto" pensò rabbiosa "Sei tu che l'hai lasciato andare!"
Gli ultimi orrendi attimi le attraversavano la mente come pugnalate; i suoi occhi, azzurri come il ghiaccio e trafitti da sottili pagliuzze argentee, le si paravano davanti a ricordarle che non li avrebbe più visti.
Non avrebbe più visto la sua figura alta e robusta, la linea sottile e severa delle labbra, la divisa che ancora le incuteva timore, i capelli neri e la barba ingrigita.
"Tutto questo non c'è più. Oh Signore, cosa ho fatto di tanto grave? Perché me l'hai portato via?"
Il ricordo che le faceva male più di tutti era però il sorriso disperato di Javert, aggrappato alla sua mano e perfettamente conscio del suo destino e quelle parole, quelle due parole che mai avrebbe sperato di sentirgli pronunciare:
"Vi amo" aveva detto. E lei lo aveva fissato, incapace di controbattere, fino a quando la sua mano forte era scivolata via dalle sue dita minute e l'Ispettore e suo padre erano finiti nella Senna.
"E' morto con la convinzione di non essere ricambiato. E' morto senza sapere che anche io lo amavo. Non me lo perdonerò mai!"
Nuove lacrime traditrici iniziarono a scenderle sulle guance, nonostante lei fosse sicura di aver pianto tutte le lacrime che aveva a sua disposizione.
Udì dei passi arrestarsi fuori dalla sua camera e la maniglia della porta girare.
-Chi è?- chiese con voce atona, sicura che fosse entrato Louis a chiederle come stava.
"Povero Louis: non ci voleva credere!" pensò Eponine con tristezza, al pensiero della faccia sconvolta e disperata del fratello.
Non era Louis, ma un uomo anziano e imponente, vestito semplicemente.
-Monsieur Fauchelevent!- esclamò sorpresa tentando di asciugarsi le lacrime -Cosa ci fate qui?-
L'uomo le sorrise dolcemente e si sedette sul bordo del letto.
-Non vergognatevi del vostro pianto, Madmoiselle, poiché esso è giusto. Ma non sprecate le vostre lacrime per l'Ispettore Javert!-
Eponine lo guardò a bocca aperta: e quello sarebbe stato un amico dell'Ispettore? Ma come si permetteva? Cosa ne sapeva lui di ciò che lei stava passando?
Stava per rispondergli malamente, quando Fauchelevent alzò le mani con un sorriso sempre più ampio:
-Prima di coprirmi di insulti che -ne sono sicuro- poi rimpiangerete, seguitemi fuori!-
La ragazza si alzò dal letto a fatica, con tutti gli arti anchilosati dalla folle galoppata e poi dalla lunga immobilità. L'uomo la condusse attraverso i corridoi bui e deserti in cui la musica della festa non arrivava, fino ad arrivare agli eleganti giardini del palazzo. Eponine li guardò perplessa: era già stata lì in compagnia di Cosette ed era stata deliziata dalle graziose siepi potate ad arte e dalle aiuole ben curate.
-Forse voi, che come mi è stato detto siete stato giardiniere, traete pace e tranquillità dal contatto con i fiori, ma in questo momento questo luogo mi resta indifferente!- affermò decisa la ragazza. Fauchelevent fece un'altra smorfia misteriosa:
-Dite davvero, Madmoiselle? Eppure ero convinto che nutriste qualcosa di profondo per l'Ispettore Javert...-
Eponine arrossì vistosamente, ma non perse il suo tono tagliente:
-Sì è vero, ne ero innamorata: e allora? Javert è morto e non capisco perché mi abbiate portato qui...-
Quando si voltò verso di lui, notò che l'anziano si stava velocemente dirigendo verso il palazzo.
-Fauchelevent!- gli urlò dietro, piccata, pronta ad inseguirlo per chiedergli una spiegazione. Un fruscio però la fece voltare. Un'ombra emerse dai cespugli silenziosi e all'improvviso Eponine ebbe paura: se fosse stato un malintenzionato e il padre di Cosette un suo complice? Se fosse stato -Dio non voglia- un complice di suo padre? Questa volta Javert non sarebbe arrivato a salvarla. Restò ferma sul limitare del giardino, mentre la figura si avvicinava lentamente alla luce delle fiaccole.
Eponine impallidì: era lui, era Javert. Con i capelli bagnati attaccati alla fronte e la divisa fradicia, ma pur sempre lui.
-Non è possibile- balbettò la ragazza indietreggiando -Voi... Voi siete un fantasma!-
Le labbra dell'Ispettore si dischiusero in un mezzo sorriso, ma l'uomo non rispose. Si limitava a guardarla, a mangiarla con gli occhi. Eponine era sempre più convinta che si trattasse di uno spirito.
-Io vi ho visto sparire nei flutti... Voi siete morto!- sussurrò.
Solo allora l'Ispettore si decise ad avvicinarsi. La raggiunse con pochi passi e dopo un attimo di indecisione le prese il viso e la baciò con trasporto. Era un bacio disperato e voluttuoso, ma non possessivo e quando si staccarono Eponine si sentì stordita.
-Perdonate l'irruenza...- soffiò l'Ispettore sulle sue labbra -... E anche la teatralità del mio arrivo, ma ho creduto che presentarmi in questa maniera indecente alla festa avrei del tutto rovinato una cerimonia già così compromessa...-
Le sue iridi azzurre brillavano come diamanti nell'oscurità ed Eponine desiderò poter annegare in esse. Era talmente stupefatta e felice che non aveva ancora aperto bocca. Javert la fissava con imbarazzo crescente:
-Madmoiselle, perdonatemi se vi ho arrecato disturbo...- disse impacciato, tentando di staccarsi da lei ma le braccia della ragazza si strinsero attorno al suo collo, impedendoglielo.
Eponine sorrise dolcemente e scosto una ciocca umida di capelli dalla fronte dell'uomo poi tratteggiò il suo profilo con le dita, sfiorando delicatamente il naso, le guance velate dalla barba e posandosi infine sulla sua bocca.
-Come vi siete permesso...- iniziò estremamente seria e trattenendo le risa nel vedere l'espressione preoccupata di Javert -... A lasciarmi credere che foste morto? Dovevate ordinare al vostro amico Faucheleuvent di dirmelo immediatamente!-
L'Ispettore sospirò sollevato:
-Sono tornato qui il più in fretta possibile, giusto il tempo di avvisare i gendarmi di setacciare il fiume e le rive alla ricerca del corpo di vostro padre...-
-E' stato comunque troppo tempo!- mormorò lei, mentre un'ombra cupa le attraversava il viso. Stava pensando a quanto desiderasse morire solo pochi minuti prima, quando Javert la sorprese per l'ennesima volta. Dimostrando che la sua forza e la sua agilità erano rimaste inalterate nonostante l'età la prese audacemente in braccio e si diresse verso un'uscita nascosta nei giardini.
-Ispettore, ma che modi!- esclamò Eponine fingendosi offesa. In realtà stava ridendo e si accoccolò il più possibile contro il petto di Javert.
-Dove stiamo andando?- chiese divertita mentre l'Ispettore la adagiava su una carrozza. Lui non rispose, ma dopo aver dato segno al cocchiere di partire si lanciò nuovamente su di lei e riprese a baciarla. Si staccò solo per dirle, con voce roca:
-A casa mia...-
Per un attimo Eponine pensò confusamente di dover avvertire Cosette, Marius e i suoi fratelli. Ma fu, appunto, solo un attimo.
 
 
   
 
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