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Autore: Defective Queen    12/03/2009    7 recensioni
Spinse le dita più a fondo, raschiandosi la gola con le unghie delle mani.
Con fredda esperienza. Ormai l’aveva fatto fin troppe volte.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spinse le dita più a fondo, raschiandosi la gola con le unghie delle mani.
Con fredda esperienza. Ormai l’aveva fatto fin troppe volte.
Si era seduta a tavola e da brava bambina aveva mangiato tutto quello che c’era nel piatto.
Una volta finita la sua porzione aveva sorriso esitante ai presenti, riponendo con lentezza le posate a posto.
Si dichiarò sazia, ma ne voleva ancora.
I morsi della fame le frustavano l’anima, spingendola a farsi sempre più piccola sulla sua sedia.
Nervosa, suscettibile, rimirava a lungo il cibo nei piatti degli altri con desiderio represso.
Avrebbe dovuto aspettare solo un altro po’ e poi…
Gli ospiti andarono via, ringraziando per l’ottima cena.
Sua madre si attardò in qualche altro maligno commento nei confronti dell’abito della zia, poi iniziò a lavare i piatti.
Lei adocchiò l’anta della dispensa con ingorda morbosità.
Quando fu certa di non essere vista, la spalancò, raccattando biscotti, crackers, merendine, stuzzichini. Ogni cosa commestibile.
Riempiendosi i pugni, ingoiò tutto quanto quasi senza masticare; senza fare il minimo rumore.
Una volta che gli snack avevano iniziato a scarseggiare, aveva ripulito tutto in fretta, si era precipitata in bagno, e l’aveva fatto.
Adesso, inginocchiata sul freddo pavimento, guardava il suo riflesso nell’acqua del WC, tornata nuovamente limpida.
I succhi gastrici le bruciavano la gola.
Con meticolosità aveva selezionato persino il suo rigetto.
Le merendine sì…la frutta sì…la carne sì…la pasta no.
Avrebbe risparmiato solo quel cibo necessario per reggersi in piedi.
Poco importava che avesse ancora fame.
Poco importava che l’avrebbe fatto ancora.
Ma uscendo dal bagno, dopo essersi lavata a lungo le mani e i denti per nascondere lo spiacevole odore, si sentì soddisfatta.
Era conscia di essere capace di fermarsi.
Visto? Non ho vomitato tutto!
Era felice di poter soddisfare tutti i suoi appetiti, senza aumentare nemmeno di un chilo.
Magari quel vestito la prossima volta mi starà meglio…
Era convinta che non sarebbe andata avanti così per sempre.
Domani mangerò di meno. Non ce ne sarà bisogno.
Eppure dopo pranzo o dopo cena, quello era diventato un appuntamento ricorrente. Un rito da compiere con precisione maniacale.
Rigirava la chiave nella serratura, per assicurarsi che nessuno la vedesse. E non perché fosse qualcosa di brutto…semplicemente non le andava di dare spiegazioni.
Era solo un piccolo, innocente segreto. Non avrebbe danneggiato nessuno: nemmeno sé stessa.
Non c’era niente di male.
Non era di certo un’anoressica, d’altronde: quelle lì sì che hanno dei problemi.
Lei, invece, non aveva alcun problema con il cibo. Anzi, mangiava piuttosto normalmente.
Però le sue gambe, nonostante la dieta e la ginnastica, non volevano saperne di dimagrire.
Per questo lo faceva.
Avrebbe smesso sicuramente quando quelle fossero ritornate normali, niente di più.
La sua non era una malattia, ci mancherebbe.
Ma il tempo passava e lei doveva agire immediatamente. Il suo stomaco iniziava a digerire e ad assimilare tutto ciò che aveva mangiato. Se avesse atteso ancora, sarebbe stato tutto inutile.
E così si inginocchiava di fronte al gabinetto.
Sollevava con una pinzetta i suoi lunghi capelli, in modo che non si sporcassero.
Abbassando di più la testa, spalancava la bocca dentro la quale si facevano strada le sue mani. Stuzzicava l’ugola con i polpastrelli e poi…
E poi basta.
Solo un altro compromesso per poter sopravvivere in questo mondo.

***


Una piccolissima e striminzita riflessione su un disturbo alimentare come la bulimia, che a mio parere sembra quasi sottovalutata rispetto all’anoressia (senza togliere nessuna importanza a quest'ultima, sia chiaro). Tutto qui.
Impressioni?

   
 
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