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Autore: cioco_93    07/01/2016    2 recensioni
Un amore oramai adulto, un omicidio con mille testimoni ma nessun sospettato, e una bambina già vista di cui non si riesce a scoprire nulla.
180 giorni dopo gli avvenimenti del film, Veronica ritorna sul ring di Neptune affiancata da vecchie e nuove conoscenze, e immersa in una nuova indagine ad alta tensione, senza mai dimenticare però gli aspetti sarcastici, divertendi, di amicizia e romantici che 3 stagioni di serie e un film hanno saputo regalarci.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Logan Echolls, Un po' tutti, Veronica Mars
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno gente.!! rieccomi finalmente con un nuovo capitolo ;) molto LoVe e interessanti novità. Ringrazio davvero per le recensioni e per chi ha deciso di seguire la storia.!!! Spero vi piaccia ;) Buona Lettura

3. Fiducia

- Da quando siamo una coppia che va fuori a cena.?? - chiesi divertita al mio ragazzo, appena varcammo la soglia di un lussuosissimo ristorante nei pressi di San Diego, che dava sul mare.
- Da quando sono tornato dal fronte e ho deciso di portati fuori – affermò lui come se fosse la cosa più logica del mondo. Non commentai ovviamente la risposta e aspettai che il cameriere ci guidasse al nostro tavolo, a quanto pare già scrupolosamente riservato da Logan nel pomeriggio. Ci fecero sedere sulla terrazza che dava sulla spiaggia, e devo esser sincera, anche per una cinica come me, l'atmosfera era molto romantica e magica. Non era decisamente una cosa da me e Logan, ma per una volta decisi di godermi la serata.
- Non vorrai mica chiedermi la mano, vero.?? - chiesi d'un tratto spaesata una volta seduti al tavolo.
- Non sono così pazzo da rischiare la morte Veronica. Vai tranquilla, per quello aspetto ancora un po' – rispose ridendo – comunque smettila un po' di preoccuparti della serata. Raccontami piuttosto del caso. Ci sono novità.?? - domandò infine cambiando argomento. Il suo cambiare la conversazione per focalizzarla sul mio lavoro ovviamente mi insospettì, ma decisi di non farci caso.
- Poche utili informazioni, ma entro domani mattina le cose dovrebbero andare meglio. Mac è riuscita a rintracciare da dove sono stati prenotati i passaporti, ovvero da un internetpoint di Melbourne, e anche l'ID dell'utente, ora dobbiamo solo aspettare che si scarichino tutti i nomi di chi ha usato il computer incriminato durante gli orari che sono segnati sulle mail – Iniziai a raccontargli.
- Bhè dai, allora non siete a cavallo, ma comunque non ve la state cavando male. Della bambina invece si hanno avuto notizie.?? - chiese a seguire preoccupato.
- Ha passato la notte in ospedale, ma essendo che è sana come un pesce, l'hanno dimessa praticamente subito. Nei prossimi giorni si saprà qualcosa dagli esami del DNA. Nel frattempo però papà ha deciso di tenerla a casa con noi. Non ha da chi andare, e non possiamo nemmeno lasciarla ai servizi sociali, perché è coinvolta in un caso di omicidio – gli spiegai mentre sfogliavo il menù.
- Ti allenerai a fare la mamma quindi.?? - constatò ridendo Logan.
- Tuo e mio padre vi mettete d'accordo sulle battute.?? - domandai esasperata – e comunque mio caro, vorrei farti notare come essendo la tua ragazza, questo implica che mi darai una mano se vorrai passare un po' di tempo con me, il che porterà te ad allenarti a fare il papà – risposi con un ghigno.
- Com'è che non si poteva parlare di matrimonio, e ora parliamo di bambini.?? - chiese infine divertito il ragazzo, quando finalmente arrivò il cameriere.
La serata continuò tranquilla, tra miei e suoi racconti di quei 180 giorni di distanza, quando arrivati al Dessert Logan posò sul tavolo una chiave addobbata con un immenso fiocco rosso.
- Sai che questa scena ha un gusto di un qualcosa già vissuto, vero.?? - domandai divertita – solo che l'ultima volta eravamo nella mensa della Hearst, ed ero convinta mi avessi regalato il fiocco – conclusi prendendo in mano la chiave.
- Lo so, lo so. Ma a questo giro quella che ti ho regalato non è solo la chiave del mio appartamento – Iniziò a spiegare serio.
- Wo.. è una passpartout.?? Decisamente utile per il mio lavor
o – commentai scioccamente per smorzare la tensione.
- Non ci avevo pensato, magari te la regalo alla prossima cena – ribatté lui sorridendo – Comunque no, non è un passpartout. È una proposta – iniziò a spiegarmi con una strana luce negli occhi – Vedi, un giorno sono sicuro che mi metterò in ginocchio davanti a te e ti chiederò di essere mia per sempre, ma credo che prima dobbiamo fare le cose a piccoli passi, per quanto non credo ci sia cosa al mondo rispetto a noi, in cui io abbia la più totale fiducia. Lo sai bene anche tu:
la nostra storia dura per anni, conquista continenti, vite rovinate, massacri. Però la mia proposta è molto più semplice. Hai la chiave del mio appartamento ora, e sai che d'ora in poi potrai venire quando vuoi, a qualsiasi ora del giorno o della notte, ma nel frattempo, prima che io riparta tra qualche mese per un'altra missione, vorrei che ci impegnassimo a trovare una casa nostra. Mia e tua. 50 e 50. E provare a convivere per davvero, non solo per qualche ora, o per qualche notte – Concluse infine dopo il lungo monologo, lasciandomi senza parole. Rimasi immobile per qualche secondo, terrorizzando probabilmente Logan con una mia imminente fuga dal ristorante, ma alla fine, l'unica cosa che seppi fare una volta tornata in parte in me, fu alzarmi e andare a baciare il ragazzo, con tutta la forza che avevo in corpo.
- Wow Mars, non ti facevo una da spettacoli in luoghi pubblici – constatò ridendo il ragazzo.
- Sta zitto e baciami marinaio – gli risposi inacidita per avere interrotto il contatto tra le nostre labbra.
- È un si.?? - domandò nel mentre lui tra una presa d'aria e l'altra.
- Tu che dici.?? - replicai sorridendo a un soffio dalla sua bocca.

Nonostante la fantastica cena, decisi comunque di tornare a casa. La piccola sconosciuta avrebbe passato la notte da noi per la prima volta, e una strana sensazione, mi diceva che era mio dovere esser lì con lei per starle vicino.
Una volta varcata la porta, la scena che mi si presentò davanti, mi suscitò un'incredibile tenerezza: papà e la bambina erano seduti l'una di fianco all'altro, coperti da una gigantesca coperta, a mangiare gelato e guardare Violetta. Mi stavo decisamente rammollendo.
- Papà posso capire il forte interesse della bionda seduta al tuo fianco nel fissare intensamente la Tv, ma tu non sei un po' troppo cresciuto.?? - domandai divertita sedendomi anch'io vicino la ragazza.
- Hej, da quando ti è permesso ti prendere in giro così apertamente il tuo vecchio.?? - constatò lui con finto tono offeso.
- Allora piccola, ti piace Violetta.?? - Tentai di domandare alla bambina per spronarla a parlare, ma come al solito ottenni solo un cenno con la testa.
- Sai però è un po' tardino, le belle bambine a quest'ora vanno a dormire, così da esser sempre impeccabili anche la mattina dopo – le dissi alzandomi e tendendole la mano in modo da tirar su anche lei. La portai in bagno per farle lavare i denti, e una volta in camera mia le diedi per dormire qualche mio vecchio pigiama. Alla ragazza non avevano ancora ridato la sua valigia con tutti i suoi averi.
La misi a letto, le rimboccai le coperte, e le posai un lieve bacio sulla fronte prima di spegnere la luce e dirigermi verso la sala, quando miracolosamente fu lei a bloccarmi.
- Mi leggi una favola.?? Papà me le legge sempre prima di dormire – bisbigliò con paura. Mi voltai di scatto, per controllare se la richiesta che avevo appena udito era frutto della mia immaginazione, o fosse reale.
A sto giro però fortunatamente fu la seconda opzione. Avrei voluto bombardarla immediatamente di domande, per scoprire le più utili informazioni, ma sapevo benissimo che se l'avessi aggredita così velocemente, avrei ottenuto solo un suo ritorno al silenzio.
Mi avvicinai con dolcezza, e una volta seduta sul letto iniziai a raccontarle la fiaba di Biancaneve.
Terminata la storia, sorrisi alla piccola che non aveva accennato ad addormentarsi nemmeno per un istante e le intimai dolcemente di dormire, quando nuovamente la ragazza fece sentire la sua voce.
- Papà ha detto che se fosse successo qualcosa non dovevo dire niente a nessuno, che sarebbe stato più sicuro per tutti, ma ha anche aggiunto di fidarmi di te, che saresti stata l'unica che mi avrebbe aiutato Veronica – disse fievole, per poi chiudere gli occhi e dormire beata.

La mattina seguente, in ufficio, attendevo con ansia i risultati del database dell'internetpoint.
Non avevo detto niente a mio padre di quello che mi aveva confessato la ragazza, come se sentissi il bisogno di conservare il suo segreto finché non avessi scoperto di più.
Solo verso mezzogiorno Mac finalmente proclamò sorridente, sedendosi sulla poltrona di fronte a me – Ho il finalmente il nome del nostro uomo: Kevin Diggori -

  
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