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Autore: HarleyHearts    07/01/2016    2 recensioni
Lyla ha sempre avuto una vita normale, come tante sue coetanee ventitreenni.
Viveva con la madre e la sorellina minore, in una piccola casetta a schiera a Washington, e divideva le sue giornate tra l’Università e i migliori amici Rebekka e Robert. Andava tutto bene nella sua quotidiana monotonia.
Almeno, era così prima di incontrare in ospedale il nuovo medico pediatra Ciel O’Konnor; 27 anni di pure bellezza canadese, e un passato traumatico alle spalle.
Da quel giorno, da quel lieve sfioramento di mani, tutto è cambiato drasticamente.
L’esistenza di un mondo che credeva impossibile, una guerra sanguinosa che durava da decenni, creature straordinarie... persino Alpha; tutte cose che travolgeranno la sua vita, come un fiume in piena.
Prima storia della serie “Diversi, Simili ed Uguali”
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
La visita e un lieve contatto che diede inizio a tutto

 

Ciel O’Konnor non era affatto come Lyla se lo era immaginato.

Era un uomo parecchio giovane, ad occhio e croce poco più grande di lei, e con un abbigliamento che lo faceva sembrare quasi uno studente appena uscito dalle superiori.

L’unico elemento che lo faceva sembrare un dottore era il camice bianco e slacciato che aveva indosso, da cui si potevano intravedere sotto i jeans sbiaditi e la felpa verde scura con cappuccio che portava.

La ragazza alzò di poco lo sguardo per osservarlo in volto. I capelli erano corvini come i suoi, ma notevolmente più corti e tirati indietro con quello che sembrava essere, ad una prima veloce occhiata, del gel. Aveva un lievissimo accenno di barba scura ad incorniciargli la mascella squadrata, mentre gli occhi…

Lyla pensò istantaneamente di non aver mai visto occhi più belli in vita sua. Chiarissimi, di un azzurro che tendeva al grigio verso l’iride.

La ragazza rimase lievemente intimorita dall’aspetto del dottore davanti a lei. Era molto bello, questo nessuno poteva negarlo. Persino troppo bello, per uno che faceva il pediatra in quel vecchio ospedale.

- La… signora Moore? – domandò, titubante, per poi passare lo sguardo prima sulla piccola e poi sulla ragazza.

“Bene” pensò lei, leggermente infastidita “L’ennesimo che mi scambia per una ragazza madre. Fantastico”.

- No. Sono la figlia – ci tenne a precisare Lyla.

- Oh – esclamò l’uomo.

Era imbarazzo quello che Lyla gli lesse un secondo negli occhi?

- Venite, entrate pure. Iniziamo subito la visita –

 

 

 

 

Quaranta minuti dopo, il dottor O’Konnor stava già prescrivendo la ricetta dell’antibiotico per la piccola Marie. Era saltato fuori che la bambina si era presa solo una lieve influenza stagionale; una di quelle che girano periodicamente, e che si possono far passare con molta tranquillità con le giuste medicine e ore di riposo.

Lyla e la madre si erano tanto preoccupate per nulla, alla fine dei conti.

- Deve prendere questo farmaco per almeno sei giorni, ogni dodici ore, insieme ai pasti. In casa state molto attenti a non saltare una somministrazione, o non avrà più effetto. Una volta finito il primo ciclo d’antibiotico, vi consiglio di ritornare per fare una veloce visita di controllo, giusto per vedere come va. Direi… che è tutto –

Una volta posata la penna a sfera, l’uomo alzò lo sguardo verso Lyla seduta davanti a lui, porgendole il foglietto che aveva appena finito di compilare.

- Se dovessero esserci problemi di qualunque tipo, non esitate a telefonarmi. È sempre meglio fare un controllo in più che uno meno, in ogni caso. –

La corvina annuì con la testa, trovandosi d’accordo con le sue parole.

Lanciò una rapida occhiata alla sorellina seduta al suo fianco. Era con la testolina bionda china leggermente in avanti, ed era intenta a far dondolare le gambe avanti indietro, su quella sediolina imbottita che la faceva sembrare ancora più piccola.

Anche il dottor O’Konnor la stava osservando, e sul suo volto nacque un lieve sorriso intenerito, che non sfuggì affatto all’occhio attento di Lyla.

Era bello anche quando sorrideva così.

La corvina si diede mentalmente della sciocca, e scacciò via quello strano pensiero. Che cosa diavolo stavo pensando?

- E visto che questa piccola è stata veramente brava, le proporrei un bel premio. Sempre se la sorellona è d’accordo –

Marie alzò gli occhioni colmi d’aspettativa verso la sorella maggiore, che non poteva dire un “no” davanti a quello sguardo. Era più forte di lei; quando la sorellina sfoderava il visino da cucciolo, lei non riusciva a non capitolare. Era qualcosa di a dir poco impossibile.

- La sorellona non ha niente in contrario –

La bionda si aprì in un ampio sorriso, mentre il dottore tirò fuori dal cassetto della scrivania un lecca-lecca rosso. Quando glielo porse, la piccola non si pensò un secondo prima di prenderlo e ringraziarlo con voce timida.

- Grazie mille, dottore. È stato davvero molto gentile – si sentì di ringraziarlo la ragazza.

O’Konnor le sorrise, e Lyla sentì il cuore mancarle un battito nel petto. Aveva un sorriso splendido, come quelli che si vedono nelle pubblicità dei dentifrici in televisione, di un bianco così chiaro che era impossibile che fosse naturale. Aveva fatto di sicuro qualche sbiancamento di recente, lei ci avrebbe messo una mano sul fuoco.

- Dovere, signorina Moore – disse lui, alzandosi dalla sedia d’ufficio – Ci tengo sempre a far sentire a loro i bambini che vengono. Posso comprendere benissimo che a molti i dottori possano non piacere, è quasi normale direi. Pensi che anch’io da piccolo ne avevo il terrore – ammise, con un sorriso che riuscì a contagiare anche Lyla.

Un dottore che da bambino aveva paura dei dottori, sapeva un po’ di barzelletta.

- Come ha detto lei, è una cosa quasi normale. Specialmente per chi non è molto abituato a vederli, o ad ammalarsi come nel caso di mia sorella –

Anche Lyla si tirò su, prendendo la borsa che aveva lasciato al fianco della sedia.

- Grazie ancora, dottore –

La corvina gli tese una mano, pronta a salutarlo.

Non sapeva spiegarselo, ma aveva una strana sensazione addosso. Una voglia che le sussurrava all’orecchio di rimanere ancora lì, a parlare con Ciel O’Konnor. Assurdo.

L’uomo mormorò un semplice – Già –, prima di stringere la mano della ragazza.

Un semplice contatto, palmo contro palmo.

Un fugace sfioramento.

Non appena la pelle della mano di Lyla andò a toccare quella del dottore, percepì una fortissima scossa colpirle la colonna vertebrale, facendola quasi sussultare. La ragazza non fu l’unica, però, a percepirla, e questo fece ritrarre inconsciamente entrambi, sotto lo sguardo della piccola Marie.

Lyla non comprendeva cosa fosse appena successo, e da dove fosse spuntato lo strano stato d’ansia che al momento gli contorceva lo stomaco.

Era una cosa normale? No… non credeva. Non sapeva nemmeno cosa fosse capitato.

La ragazza sapeva solo che aveva un’incredibile voglia di andarsene. E al più presto possibile.

Per questo risalutò il pediatra, il più educatamente possibile, e prese per mano la sorellina pronta ad andarsene.

- Aspetti, signorina Moore! –

Il tono usato dal dottore fece fermare all’istante la ragazza.

Le era sembrato, per pochissimo, che l’uomo non volesse che se ne andasse, ma pensò quasi subito che si trattasse della sua fervida immaginazione. Quella situazione stava diventando sempre più assurda, con il passare dei secondi.

- Per il prossimo appuntamento… - iniziò – Può andar bene per giovedì, sempre alla stessa ora? –

E lei che aveva sperato che le volesse dire qualcos’altro.

- Nessun problema. Arrivederla - acconsentì, uscendo rapidamente dallo studio.

Una volta fuori, Lyla riprese a respirare normalmente, sentendosi sollevata di non avere più quegli occhi chiari ad osservarla con così tanta intensità.

 

 

Il resto della settimana passò tranquillo per Lyla, tra le lezioni in Università e le cure della sorellina minore. Già in un paio di giorni grazi ai medicinali prescritti da O’Konnor, la piccola Marie si riprese a vista d’occhio.

Arrivato il giorno della visita, la corvina decise di lasciar accompagnare la piccola dalla madre. Lei non se la sentiva proprio di ritornare in ospedale, e rivedere il medico.

Ancora non era riuscita a spiegarsi bene cosa fosse successo in quello studio. Ogni volta che si ritrovava a pensarci, risentiva la stessa ansia di quel giorno chiuderle la bocca dello stomaco.

Ne aveva parlato anche con Robert e Bekka, il giorno dopo l’accaduto, per sapere che cosa ne pensassero loro.

La risposta che le diedero, fu la più scontata per i due.

- Semplice, ti piace il dottore! –

Lyla aveva dato loro dei pazzi immediatamente, chiudendo là il discorso non volendolo più riaprire.

Non poteva piacerle una persona che non conosceva. Per una come lei, era quasi fisicamente impossibile, oltre ad essere assurdo sotto ogni punto di vista.

Anche se Ciel O’Konnor era davvero un bellissimo uomo, lei non si fermava alla mera estetica delle persone. Aveva bisogno di una base solida di conoscenza, prima di poter affermare che le piacesse qualcuno, e non solo in ambito amoroso.

Il dottore era bello, ma il discorso si concludeva lì.

Lyla aveva provato a darsi delle risposte, che avessero un minimo di fondamento logico, ma non c’era riuscita. L’ideale per lei era lasciar perdere, e dimenticare quella strana ed inspiegabile vicenda.

 

Facendosi sfuggire un rumoroso sbadiglio, la ragazza andò a sedersi a gambe incrociate sull’ampio piumone del letto a due piazze in camera sua. Sottobraccio il suo fedele portatile, e in mano il telefono cellulare.

Aveva da pochissimo finito di chiacchierare con Rebekka del suo ultimo appuntamento, con un ragazzo che frequentava i loro stessi corsi, quando l’apparecchio riprese a vibrarle in mano.

Sullo schermo luminoso lampeggiava la scritta “mamy”, e la corvina si affrettò a rispondere.

- Lyla, tesoro. Tutto bene? –

- Sì, ma’. Tutto benissimo – le rispose tranquilla, appoggiando il pc davanti a lei – Come è andata la visita? –

- Bene, bene. Il dottore è stato davvero molto cordiale –

Già. Anche settimana scorsa lo era stato, e Lyla aveva percepito fin da subito che O’Konnor fosse uno che non solo sapeva fare il proprio lavoro, ma che era anche molto bravo con i bambini. Se vuoi fare il pediatra poi, l’ultima deve essere un’abilità di base, o rischi di non uscirne vivo una volta finito il turno di lavoro.

- Ti devo chiedere un favore – se ne uscì all’improvviso Shannon, facendo drizzare le orecchie alla figlia.

- Certo, mamma. Chiedi pure –

- Io e tua sorella siamo bloccate nel traffico. C’è un casino che non hai idea… Visto che in casa non c’è niente da mangiare, puoi andare a compare qualcosa al minimarket? –

Lyla lanciò un occhio all’orario sullo schermo. Erano da poco passate le cinque.

Sì, poteva farlo tranquillamente.

- Non ti preoccupare. Faccio io – le disse, tirandosi in piedi – La lista è attaccata al frigo, come al solito? –

- Sì, tesoro. È al solito posto – le confermò la donna – Mi raccomando, Lyla. Stai attenta, e non comprare porcherie –

La corvina alzò gli occhi al cielo.

- Non ti preoccupare, ma’ – cercò di rassicurarla, prima di salutarla veloce e riattaccare la chiamata.

Il minimarket più vicino a casa loro era quello del vecchio Peter, che si trovava giusto ad una decina di minuti di camminata da lì. Non era grandissimo, rispetto agli standard medi della loro zona, ma aveva un sacco di prodotti buoni e a prezzi decenti. La carne poi, a suo personale parere, era la migliore di tutto il quartiere. Molto spesso lei e sua madre erano andate lì solo per quella.

Lyla non si preoccupò molto del suo aspetto, prima d’uscire. Visto che non doveva andare chissà dove, si limitò a legarsi i capelli in una coda alta, e ad infilarsi il proprio giaccone. Aveva giusto un po’ di matita nera sbavata all’angolo esterno dell’occhio, ma la lasciò così. Non era così evidente, e non aveva molta voglia di star lì a perdere tempo per sistemarsela.

Preso tutto ciò che le serviva, lista della spesa in geroglifico compresa, uscì finalmente di casa.

 

 

Lyla si ritrovò a masticare l’ennesima imprecazione tra i denti, dovendo ritornare indietro con il cestello per la quinta volta. Era da quando era entrata, che continuava a fare così. Avanti e indietro, avanti e indietro…

E la causa era solo una: la lista.

Ventitré anni compiuti, e ancora non riusciva a comprendere la scrittura frettolosa di sua madre.

La parola su cui si stava concentrando in quel momento, poi, sembrava la più difficile da interpretare.

Zaime?

Parne? . . .

No, non poteva essere pane. Quello lo aveva già decodificato mezz’ora fa.

- Carne! – esclamò poi, vittoriosa, decifrato l’enigma.

Ecco. Si stava dimenticando la cosa più importante da prendere, e che aveva superato poco prima.

Fece nuovamente dietro-front, ripiegando il foglietto in tasca. Poteva farcela. Mancava praticamente solo quella, e sarebbe potuta tornare a casa.

La prossima volta dirò a mamma di ordinare cinese” si ritrovò a pensare, passando lo sguardo sullo scaffale della carne, alla ricerca di una confezione che la ispirasse più delle altre.

Una volta individuata con lo sguardo, fece scattare la mano per prenderla. Mai Lyla si sarebbe aspettata di scontrarsi con una seconda mano, molto più grande e calda della sua.

Una mano che le era stranamente familiare poi…

Alzò gli occhi chiari, e rimase sconvolta nel riconoscerne il proprietario, sorpreso quasi tanto lei.

A distanza di una settimana, ecco di nuovo Ciel O’Konnor davanti a lei.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo della mente malata:

Ed ecco il secondo capitolo revisionato! Sono felicissima ;-;

Non potete nemmeno immaginare quanto.

Rispetto alla vecchia versione, o tolto/aggiunto alcune cosine, ma alla fine è pressoché lo stesso capitolo. (Forse scritto un pelino meglio, rispetto a quello di tre anni fa)

Come sempre, vi invito a farmi sapere cosa ne pensate :3

Il vostro feedback è sempre importantissimo per me!

Io vi porgo i miei omaggi

- Harley

 

 

 

 

 

 

 

 

Vi lascio sotto le vecchie risposte ai commentini dei primi capitoli, più tutti i link dove potete trovarmi

 

 

 

 

Risposte ai commentini <3

CloveRavenclaw39:
Ciao :3
Sono felicissima che ti sia piaciuto l'inizio della storia *^* Spero vivamente che ti sia piaciuto anche questo, e che la storia continui a piacerti in futuro :D
Grazie mille per aver recensito! Spero di poter leggere in futuro altre tue recensioni
un bacio
- Harley ;*

 

 

 

 

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