07/01/2016
1 recensioniCiaossu^^
Approdo ad infestare con la mia (molesta) presenza
anche il fandom di OnS
Era da tanto che – come uno squalo stalker – gironzolavo intorno a ‘sti due
e questa mattina, mentre in strada davanti a me non vedevo che nebbia,
mi è venuta finalmente l’ispirazione.
Perchè la GureShiN ha bisogno di tanto amore
Approdo ad infestare con la mia (molesta) presenza
anche il fandom di OnS
Era da tanto che – come uno squalo stalker – gironzolavo intorno a ‘sti due
e questa mattina, mentre in strada davanti a me non vedevo che nebbia,
mi è venuta finalmente l’ispirazione.
Perchè la GureShiN ha bisogno di tanto amore
IN COLUI CHE HA L'ANIMO SERENO RAPIDAMENTE SI STABILISCE LA CONSAPEVOLEZZA
Sapeva, Shinya, che l’unico momento della giornata in cui poteva stordirlo con le sue chiacchiere e farla franca era alla mattina.
Appena alzati dal letto, mentre facevano colazione. E strappargli consensi mugugnati per uscite nei posti più improbabili.
Perché Guren era ancora così sconvolto dal sonno e dal trauma di aver abbandonato il letto, che non aveva la forza di intimargli di far silenzio. E allora subiva la sua chiassosa allegria mattutina mentre fuori neppure il sole si era ancora levato e mentre l’unica cosa che i suoi neuroni riuscivano a calcolare erano quante ore mancassero e quanti impegni dovessero passare prima di poter ritornare beatamente a dormire.
E quella mattina non faceva di certo eccezione.
“ Morirò” Valutò Guren dentro di sé, seriamente convito di non riuscire ad arrivare alla fine di quella giornata a dir poco gelida, per non parlare della settimana, con ancora la tazza di caffè in mano, ormai non più fumante, da cinque minuti.
- Guren, senti … -
- No … -
- Guren. – ci riprovò Shinya imperturbabile, strascicando per benino quella E, facendola gioiosamente sfociare nella sua risata fresca e cristallina, mentre - probabilmente con un pizzico di sadica malignità - gli si era accozzato al braccio pensando bene, anche, di poggiargli la testa sulla spalla.
- No. – replicò il Tenente Colonnello cercando, in quel grugnito e in quell’inarcamento di sopracciglio destro, di risultare abbastanza minaccioso mentre nella realtà dei fatti non aveva neppure la forza di spostarsi quella ciocca ribelle di capelli che continuava a stuzzicargli la punta del naso.
- Eddai Guren, ascolta. – sfidò ulteriormente la sorte l’altro, posandogli un tenero bacio su tale punta del naso.
- No! –
Guren non pensò, tuttavia, di averla fatta franca nel momento in cui l’altro si staccò dal suo braccio e poggiò il volto sulle mani poste a coppa. Molto semplicemente perché quel sorrisino non prometteva mai niente di buono. Mai!
E ne ebbe la conferma nel momento in cui Shinya gli fece leggere il labiale, in quelle labbra perennemente curvate verso l’alto.
- NE.VI.CA -
“ Morirò!” stabilì Guren nel momento in cui, spostando gli occhi di quel viola incredibile verso la finestra, vide silenziosi fiocchi di neve cadere indolentemente ma tenacemente dal cielo plumbeo.
Perché non c’era niente al mondo che Shinya amasse di più delle battaglie di neve e quasi sicuramente, nelle sue parole di poco prima, quelle che a lui erano parse suoni senza articolazione o senso, gli aveva già strappato la promessa che quella mattina avrebbero fatto una deviazione per il parco cittadino.