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Autore: Lunil12    07/01/2016    0 recensioni
C'era una volta una stronza spaccona che sognava di vivere lontano da casa. Arrivata nel suo "Lontano" ebbe problemi ma un principe azzurro del XXI secolo le venne in aiuto in un bar, iniziando con una birra. Lei alla fine capì che le favole a volte sembrano vere e cerca di capire se il suo principe abbia iniziato a vederla come la sua principessa. Alla fine lo scoprirà e vivranno per sempre felici e contenti?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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C'era una volta una ragazza italiana che aveva il sogno di scappare da quello stato pieno di persone così false e mentalmente chiuse. Così, da ragazzina, vide come via di salvezza l'America. Quindi, si era messa sotto con lo studio e a diciotto anni aveva già ottenuto una borsa di studio per l'università di Los Angeles, la UCLA. Aveva subito accettato ed aveva fatto i bagagli il prima possibile per salire sul primo aereo per L.A.

Arrivata all'aeroporto di Roma, con tutti i bagagli, mi sentii felice. Io, proprio io, Max, sto cominciando una nuova vita, sola, libera. Mancano ancora 4 ore al mio volo diretto di 12 ore per Los Angeles, costato una piccola fortuna, anche se per i miei genitori il denaro è l'ultimo dei problemi. Ma da piccola ribelle, voglio cavarmela da sola. Decisi di farmi un piccolo giro per i negozi dell'enorme aeroporto che mi avrebbe ospitata per le prossime 4 ore e così presi la mia enorme valigia nera e la borsa e mi avviai.

Certo che qui si danno proprio da fare, manco in centro da me i negozi erano così fighi.

Entro da Victoria's Secrets e vedo un sacco di bei completini e pigiami ma la valigia è già piena. Così esco e continuo a camminare per i negozi e, ad un certo punto, trovo una libreria di quelle che rimangono invisibili ai passanti. Io adoro leggere, adoro passare il tempo nelle librerie e mi piacque da subito quella libreria. Entrai e l'odore dei libri nuovi mi invase. Chiusi gli occhi e mi godetti il momento.
Iniziai a gironzolare e vedo che ai tanti libri nuovi si affiancavano libri antichi, quasi stagionati. Un sorriso mi spuntò subito sulle labbra, quella libreria era fantastica. Mi fermai nel reparto narrativa ad esaminare un paio di libri e alzando lo sguardo vidi un'agenda. Mi incuriosì subito. Poso delicatamente i libri nei loro rispettivi posti e prendo in mano l'agenda. Era nera, in pelle, normale, grande quanto un diario di scuola. Era molto spessa, come un libro di 500 e passa pagine. L'aprii. Le pagine erano completamente bianche e un odore di vaniglia iniziò ad avanzare verso il mio viso. Strano, non avevo mai visto un libro che sapesse di vaniglia, non da solo.

Che cavolo è? Come diavolo fa? E' bellissima.

Mi guardo intorno. Mi sembrava di essere una bambina che disubbidisce alla mamma e assaggia la torta senza che lei se ne accorga, anche se sembravo apparentemente sola in quel reparto, o proprio in tutta la libreria.

Voglio quest'agenda. La voglio, la userò come diario, sarebbe perfetto. Così mi ricorderò da dove sono partita e come sono cambiata, di certo il nuovo continente non mi lascerà la stessa italiana di ora.
Mi giro e inizio ad addentrarmi nel fondo della libreria, se non sbaglio, nelle vecchie librerie, la cassa si trova in fondo al negozio. Trovo una dolce vecchietta tutta vestita di rosa.

Sul serio? Rosa? Non è che nel suo ufficio sul retro trovo una collezione di piatti piena di gattini che si muovono? Oppure in qualche corridoio troveremo tutte le cose che sono proibite ai clienti? Cose.. assurde?

-Salve signorina, desidera?-

Non devo farmi prendere alla sprovvista, secondo me è stronza come Dolores Umbridge in Harry Potter. Sarà cortese e poi ti farà scrivere con il tuo sangue.

-Salve, vorrei pagare quest'agenda-
Poso l'agenda sul bancone, appena la vede si fa raggiante, fa paura.
-Vedo che ha trovato questa bellissima agenda. Sa, è l'unica che ho.-
-Oh, davvero? Bhe, wow. Quanto le devo?-
-Oh, nulla. Figurati, te la regalo. Sei così carina, sono felice che un'agenda unica sia destinata ad una ragazza unica. Credo che quest'agenda sia come i libri. Infatti, secondo me, sono i libri a scegliere il lettore e non il lettore a scegliere il libro.-

MI FA PAURA. CAZZO. E' LA STESSA IDENTICA FRASE DEL LIBRO DI HARRY POTTER. CAZZO.
Max, torna in te. E' così vecchia che non credo che sia una stronza acida fuori di testa e poi hai letto questa frase in altri libri oltre Harry Potter. Inventati una scusa ed esci.

A volte le conversazioni con me stessa mi fanno paura, come se ci fossero due me a parlare e conversare tranquillamente nella mia mente.
-Ecco a te, l'ho messo in questa busta tanto carina. Buona giornata cara-
-Grazie, è stata gentilissima. Arrivederci. Magari poi tornerò a prendere altri libri quando sarò di nuovo nei paraggi.-
Esco dal negozio e scopro di essere stata all'erta tutto il tempo. Tiro un sospiro di sollievo e guardo il mio orologio, ovviamente nero con il quadrante nero e i numeri e le lancette bianche. Lo amo.

Merda.

Sono le 10.00 a.m., il mio aereo è alle 11,30 a.m. e io devo fare ancora il check-in. Corro il più fretta che posso con la valigia pesante dietro e mi metto in fila. Fortunatamente ci sono solo 4 persone in fila, nessuna famiglia, nessuna coppietta. Quando arriva il mio turno faccio veloce. Sono le 11.00. Mi metto in fila per imbarcarmi. Arrivo appena in tempo sull'aereo. Trovo il mio posto, accanto al finestrino. Bello, avrò senz'altro qualcosa da guardare da quassù.
Mi metto comoda e aspetto il decollo ma un ragazzo sui 17 anni viene a sedersi nel posto accanto a me. Ha la pelle chiarissima, una testa piena di ricci neri e delle enormi labbra rosse. Mi squadra con i suoi occhi verdi e si sofferma sulle mie labbra.

Ah, il viaggio ora mi piace di più.

-Piacere, Denis.-
-Ciao, io sono Max-
-Sbaglio o il colore che detesti di più al mondo è il nero?- Do un occhiata al mio abbigliamento e mi ricordo che sono completamente vestita di nero.
-Mentre tu li adori così tanto che per non sprecarli li tieni tutti dentro?-
Sorride e si gira per poi tornare a guardarmi
-Bel caratterino, Max. Credo che sarà un viaggio molto lungo-
-Non sai quanto-
Si avvicina a me e mi sussurra all'orecchio: "Non credere che lascerò andare una tipa come te. Abbiamo dodici ore da passare qui e io mi annoio in fretta". Ha la voce roca e bassa, molto sensuale, ma con uno strano accento, come se fosse del nord-est europeo.
Cristo, ha ragione. Queste dodici ore saranno lunghissime, troppo eccitanti per i miei gusti. Allaccio la cintura e l'aereo sale, mi sento messa sotto vuoto ma è divertente. Dopo essere arrivati ad alta quota, l'hostess ci dice che possiamo ascoltare musica e fare altro.

Genia. Come se quelli che fanno 12 ore di aereo non lo sapessero. Ma sul serio vi pagano per dire ste minchiate? Cristo.

Tiro fuori le cuffie (ovviamente nere, altrimenti non sarei io) e le attacco all'Ipod e faccio partire la playlist. La prima canzone che esce è "I Kissed A Girl" di Katy Perry. Sorrido tra me e me, questa canzone mi rappresenta in pieno.
Mi rilasso e tiro fuori dalla borsa il diario. Lo accarezzo, tocco i bordi e lo rigiro. Non lo apro per non sprecare il profumo di vaniglia. Mi sento picchiettare sulla spalla, mi giro e vedo che è Denis. Poso il diario nella borsa e levo un'auricolare.
-Cosa vuoi?-
-Niente, volevo solo parlarti un po'. Sei una tipa abbastanza curiosa.-

Da oggi chiamatemi "tipa curiosa" al posto del soprannome "l'acida apatica che sta in fondo alla classe"
-Prego? Io? Curiosa? Continua a crederlo-
-Dai, so solo che ti chiami Max e che ami il nero. Dimmi qualcosa-
-Cosa desidera sapere il signore qui in nero?-
-Quanti anni hai, se sei qui sola e perché-
-Ti accontenti di poco eh -
-Già- e sorride, facendo spuntare due fossette.
Intanto la canzone di Katy è finita e siamo passati a "Take Me To The Church", amo anche questa.

Intanto lo stronzo continua a prendermi per il culo.

-18, sono sola ma so dare dei bellissimi calci nelle palle agli sconosciuti che rompono le ovaie alle povere ragazze come me e sono sola perchè mi sto trasferendo.-
-Dove?-

Sul serio? MI HA DAVVERO CHIESTO DOVE CAZZO VA QUESTO AEREO!?

-New York-Faccio un sorriso moolto sarcastico
-Ah, io Los Angeles. Mi hanno preso all'UCLA, una borsa di studio. So che hanno preso soltanto un'altra ragazza italiana e vorrei trovarla, così, per non essere solo il primo giorno.-
-Buona fortuna-
-Già.-
Avevo sonno, così spensi tutto e mi appoggiai dal lato del finestrino e subito scivolai in un buio totale.
  
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