Libri > The Maze Runner
Ricorda la storia  |      
Autore: BlackJakie    08/01/2016    4 recensioni
Thomas prendeva spesso il pullman, ma non aveva mai visto ragazzi con quella schiena.
Era perfetta: spalle snelle ma muscolose, spina leggermente incavata sui reni a segnare il vitino sottile. Come se non bastasse, quella stramaledetta giacca di pelle gli stava da Dio.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Newt/Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Thomas prendeva spesso il pullman, lo faceva tutti i giorni: per andare in centro, per spostarsi tra le case dei suoi genitori e per andare al lavoro.
Usava il bus anche solo per il gusto di farlo: si conosceva gente interessante lì sopra.
Thomas prendeva spesso il pullman, ma non aveva mai visto ragazzi con quella schiena: spalle snelle ma muscolose, spina leggermente incavata a segnare il vitino sottile. Come se non bastasse, quella stramaledetta giacca di pelle gli stava da Dio.
Quanto tempo aveva passato a fissarla? Mezz'ora?
Ma, soprattutto, come mai, in tutti quei giorni di vagabondaggio sui pullman, non si era mai accorto di quel ragazzo?
Come fai a dimenticarti di una schiena del genere?
E dire che se ne era accorto quasi per caso, mentre alzava lo sguardo dal libro che teneva sulle ginocchia: all'improvviso, gli occhi si erano spostati su quel dono divino e non si erano più allontanati.
Non aveva visto neanche in faccia quel ragazzo e se ne era già innamorato. Chiunque avesse una schiena del genere non poteva essere una cattiva persona, no?
Arrivato il momento di scendere, però, ancora non era riuscito a scorgergli il volto. 
Lo stesso accadde il giorno seguente: nonostante gli sforzi, per colpa della folla Thomas non era riuscito ad avvistar altro che la nuca bionda dell'affascinante sconosciuto.
Il terzo giorno, però, finalmente ebbe l'onore di ammirare il viso del ragazzo e anche allora ne rimase spiazzato. Certo, quei tratti delicati, quasi infantili, e perfino asimmetrici erano tutt'altro che perfetti,  ma quei grandi occhi neri come la pece lo avevano definitivamente steso.
Da allora Thomas non fece altro che guardarlo da lontano, sedendosi sempre allo stesso posto al centro del pullman in modo da averne una completa panoramica.
Non importava quanto lontano fosse da casa, avrebbe fatto anche tutta la strada a piedi se questo fosse servito a vedere il bel biondo anche solo un istante.
Col passare del tempo aveva imparato a riconoscere tanti piccoli particolari che caratterizzavano il portamento di quel ragazzo: per fare un esempio, zoppicava leggermente e per questo la linea delle spalle era inclinata; oppure che assumeva un espressione quasi corrucciata mentre camminava a testa alta.
Un'altra costante era la giacca di pelle, Thomas era sicuro di non averlo mai visto senza: cambiavano i jeans e la maglietta, ma la giacca era sempre quella.
Ecco perchè quando, in una mattinata di Maggio, lo vide togliersela e apporgiarla sullo schienale del sedile ne rimase stupito. Stupore che durò poco dal momento che Thomas ebbe il piacere di ammirare le spalle toniche del biondo, lasciate scoperte dalla canotta scura.
Come tutti i giorni, il misterioso ragazzo scese all'ultima fermata prima del capolinea e si incamminò sul marciapiede con il suo adorabile passo zoppicante... senza la sua giacca.
I neuroni di Thomas ci misero un attimo di troppo prima di ricollegarsi e permettergli di scattare in avanti e recuperare il divino oggetto, ma quando fece per scendere e restituirlo all'altrettanto divino proprietario era troppo tardi: le porte gli si chiusero praticamente sul naso.
Urlare come un ossesso e battere i pugni contro il vetro non servì a nulla: il biondo aveva le cuffie e l'autista era un vecchio matusalemme sordo come il cucco. Il perchè fosse ancora in servizio, Thomas se lo domandò proprio in quel momento.
Il giovane sospirò: avrebbe dovuto restituirgliela il giorno seguente.
Per quanto l'idea risultasse eccitante, allo stesso tempo Thomas si trovò contrariato: aveva sempre pensato al legame con il biondo come qualcosa di irreale e fantastico e aveva paura che parlargli avrebbe spezzato l'incantesimo. Tuttavia non aveva molte altre possibilità e passò il resto della giornata ad immaginare il tanto atteso incontro.

Giunto il momento di alzarsi e rivolgersi al biondo, Thomas aveva perso tutta la sua buona volontà.
La verità era che si vergognava da morire.
Come si sarebbe presentato? 'Ehi, sono giorni che ti fisso come un maniaco e ieri mi sono reso conto che hai dimenticato la giacca!'
Decisamente no.
Fu proprio per colpa di queste inutili seghe mentali che arrivò alla penultima fermata senza neanche essersi alzato dal suo posto. Guardò un' ultima volta il ragazzo scendere prima di prendere un grosso respiro e buttarsi. 
Non sapeva neanche lui da dove fosse uscito quell'improvviso carico di coraggio, non riuscì a fermarsi neanche quando allungò il braccio per toccargli la spalla.
A quel contatto si sentì subito meno intrepido.
Il biondo si voltò immediatamente, togliendosi uno degli auricolari dall'orecchio. 
"Si?" Gli chiese e Thomas si stupì di come una voce tanto profonda potesse uscire da un corpo alla fine piuttosto gracile.
Perchè doveva avere anche un tono sexy?
"E'-è tua... questa...?" Bascicò Thomas, porgendogli la giacca senza guardarlo negli occhi "L'ho t-trovata ieri... sul pullman..."
Lo sguardo del bruno crollò inevitabilmente lungo tutto il corpo del ragazzo, quel giorno portava dei jeans neri e una semplice t-shirt bordeaux che gli aderiva perfettamente al fisico.
Improvvisamente, Thomas iniziò a sentire caldo.
Rialzò lo sguardo appena in tempo per vedere un'espressione sollevata far capolino sul viso del biondo.
"Cacchio, amico, grazie! Pensavo davvero di averla persa!"
Thomas notò che aveva l'accento inglese, decise di approfittarne per fare conversazione mentre gli passava la giacca.
"Tu non sei di qui, vero?"
L'altro scrollò le spalle e spostò il peso da un piede all'altro "Si nota così tanto? Comunque sono inglese... mi sono trasferito da poco."
Gli porse una mano "Sono Newt."
"Thomas." Replicò il bruno, senza riuscire a trattenere un sorriso "Thomas Edison."
Newt scoppiò a ridere "Sei serio, amico? Newt sta per Newton."
Mentre Thomas arrossiva, il biondo continuava a ridersela "Thomas Edison che restituisce la giacca a Newton... Potrebbe essere l'inizio di una cacchio di barzelletta!"
Il moro prese a torcersi le dita, incapace di continuare oltre la discussione.
Quel ragazzo, Newt, non solo era bello ma era anche simpatico in un modo tutto suo: non importava cosa dicesse, ogni sua parola era come una calamita che ti faceva desiderare di sapere sempre di più.
Tutto il contrario di Thomas che si riteneva invece molto noioso.
"Facciamo una cosa." Riprese Newt, poggiandogli una mano sulla spalla. Un brivido corse lungo tutta la schiena di Thomas "Voglio ricambiarti il favore. Ti va se ti offro la colazione?"
Il volto di Thomas si illuminò con un nuovo sorriso "Davvero?"
"Certo, amico. Qui vicino c'è un bar dove fanno un cappuccino delizioso. Il The Glade, lo conosci?"
Il bruno scrollò le spalle e si lasciò guidare da Newt "In realtà no, ma ti darò fiducia."
"Ottima scelta, piccoletto." Il biondo gli fece l'occhiolino "Sai, i bus americani iniziano a piacermi."
Thomas ridacchiò: si, piacevano anche a lui.






Note dell'autrice:
Hello!
Ecco un'altra os spastica *coriandoli*
Mi stupisco io stessa di tutto il fluff che sto pubblicando.
Anyway, questa è un'altra storia della famosa challenge-mai-terminata che io e la mia amata Lex avevamo intenzione di pubblicare, spero che non sia risultata banale e mi scuso per gli eventuali errori.
Concludo qui (wow, questa volta siamo state veloci) con un saluto e, mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio
Jakie

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: BlackJakie