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End
of all hope
Green
fortnight
-di
Elwerien-
***
La morte non era da temere, questo l’aveva
sempre saputo.
Le avevano spiegato, quando era
piccola, che essa coglie prima o poi ogni uomo, e che fa parte del naturale
ciclo della vita; all’Accademia, intere lezioni erano state dedicate a
quel tema, per preparare psicologicamente a uccidere, a essere uccisi o a veder
morire.
Ma prima dell’inizio di
quella guerra, Shiho non aveva mai visto qualcuno morire; fino a quel momento,
l’Angelo Nero aveva deviato il suo cammino per evitarla, magnanimo nella
sua accortezza, crudele nel suo improvviso manifestarsi.
No will to wake for
this morn
To see another black rose born
Deathbed is slowly covered with snow
Era rimasta da sola.
Konoha
era ormai poco più di un deserto; non restavano che macerie, e solo
alcuni brevi tratti di muro ancora resistevano -quasi con insolenza- davanti
all’infuriare della battaglia, della guerra che era riuscita ad entrare
anche fra le mura del Villaggio.
Cadde
pesantemente per la stanchezza e il dolore, sbucciandosi le ginocchia e
sporcandosi il camice bianco; nonostante fossero passati anni
dall’incidente, a volte la gamba le faceva ancora male e minacciava di
cedere.
Fu in
quel momento che si accorse della presenza di qualcuno vicino a lei, e che,
temendo che fosse un nemico, scattò in piedi: ma era un ferito immerso
in un lago di sangue quello che vide, un ferito che gemeva per le morse del
dolore e che attendeva che la morte –lei-
giungesse per rapirlo.
Si
avvicinò, mossa a compassione; ma quando fu di fronte a lui, il suo viso
si sovrappose a quello di un altro che aveva visto anni prima, e si
fermò paralizzata a guardarlo, incredula.
-Tu!-.
***
Pioveva
quando la bambina si voltò per l’ultima volta a guardare
l’Accademia ninja.
I capelli
rossi lasciati disordinatamente sciolti sulle spalle erano grondanti
d’acqua, e alcune ciocche scomposte le ricadevano davanti al viso,
impedendole di vedere bene. L’imponente struttura dell’Accademia
pareva innalzarsi davanti a lei beffarda, come a volerle ricordare il suo
fallimento; Shiho ebbe l’impulso, negli ultimi giorni diventato
dolorosamente famigliare, di gridare la sua frustrazione a quel cielo nero che
sembrava ruggire contro di lei, rinfacciandole la sua inutilità, il suo
avere miseramente perso il proprio posto nel mondo.
Perché
adesso che non c’era più spazio per lei nella scuola, il suo
futuro come ninja si era fatto irrealizzabile; il sogno per cui aveva lavorato
tanto negli ultimi anni era stato infranto.
Se solo
quel giorno non fosse uscita, se solo fosse rimasta a casa, al sicuro…
Non
sarebbe successo niente, e la vita sarebbe andata avanti come al solito; quel
terribile incidente di cui conservava solo vaghi ricordi non sarebbe mai
accaduto, lei non avrebbe passato settimane in ospedale, e al suo risveglio non
avrebbe scoperto con orrore che per le ferite riportate non sarebbe più
stata in grado di combattere, di diplomarsi, di affrontare una missione.
Chinò
il capo, mentre inaspettatamente le gocce di pioggia prendevano il sapore del
mare.
-Non
dovresti piangere- disse una voce.
Sollevò
lo sguardo verso colui che aveva osato importunarla: un ragazzino che non
dimostrava più anni di quanti ne aveva lei, coperto dalla testa ai piedi
da un impermeabile grigio. Difficile dire quale fosse la sua espressione,
perché gli occhi erano schermati da un paio di occhiali da sole; ma
quando parlò, il tono della sua voce era gentile.
Quello
che le disse ebbe il potere di farla rinascere; sotto la pioggia fredda e
violenta di quel tardo pomeriggio d’inverno, la sua anima si
ancorò disperatamente alle parole dell’altro, mentre lei
finalmente trovava il coraggio di rialzarsi e di affrontare la vita.
All’età
di dieci anni, Shino aveva scoperto il significato della parola speranza.
This is the birth of
all hope
To have what I once had
This life unforgiven
It will end with a birth
***
-Tu!-
esclamò allibita, mentre nella sua mente si faceva avanti la certezza di
chi fosse in realtà quel ragazzo. In un lampo, avanzò goffamente
al suo fianco, mentre un tremore –terrore-
interno la percorreva, e una sorta di brivido freddo e ultraterreno la rapiva;
un brivido che sapeva di morte, di
quella Morte che infine, predatrice, si mostrava.
Il ferito
alzò a fatica il capo, ma non parve riconoscerla; Shiho però non
aveva alcun dubbio. Era lui.
-Chi
sei?- mormorò il ragazzo a terra.
Non
sperava che lui avrebbe ricordato.
-Sono
quella bambina a cui hai parlato anni fa, all’uscita
dall’Accademia…- rispose. –Quella che non poteva più
combattere-.
-Ah, mi
ricordo-. Ridacchiò lievemente, interrompendosi subito per il dolore che
gli procurava. –Strano ritrovarsi in una situazione del genere-.
-Già-.
Guardò la ferita: era grave.
-Allora…
hai fatto come ti ho detto?- disse con fatica.
-Sì!-
esclamò lei in fretta, cercando di non pensare a quanto sangue aveva
già perso. –Sono entrata nella squadra di crittologia-. Lui
annuì, troppo debole per parlare.
-E
tu…- esordì Shiho con voce tremante. –Sei riuscito a
diventare il più forte, come volevi?-.
-Sono
diventato forte. Ma non abbastanza.- fu la stentata risposta. –Sto
morendo-.
-Non
perdere la speranza…- sussurrò. –Puoi farcela-.
-Ci sono
certe situazioni in cui non si può sperare- rispose l’altro, e
tossì sangue.
Lei
tacque, gli occhi fissi sulla profonda ferita all’altezza del polmone.
Solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo, e lei non aveva conoscenza delle arti
mediche; anche così, non poteva sopportare che lui, proprio lui, accettasse in quel modo il proprio
destino senza lottare, senza mostrare quella forza con cui l’aveva tirata
su e che le aveva permesso di andare avanti.
Serrò
le mani fino a farsi male, impotente e rabbiosa. Sentimenti che aveva creduto
di avere seppellito, e che adesso invece tornavano, indesiderati.
-Io…
non ho mai saputo il tuo nome-.
Prima di
rispondere, quello sorrise a stento.
-Shino…
Shino Aburame- disse, con l’ultimo respiro che gli era concesso; le
morì fra le braccia, mentre lei gli sosteneva la testa per farlo
parlare, e in lontananza –troppo
lontano- si sentiva il rombo di un tuono che sovrastava il cielo.
Prometteva la pioggia, quel cielo nero d’estate; proprio come quel giorno
di sei anni prima, quando aveva trovato la forza di ricominciare la propria
vita grazie alle parole di uno sconosciuto. La speranza, ecco cosa le aveva dato,
ma ora, rifletté guardando il cadavere con occhi sbarrati, quasi senza
capire, la speranza era morta.
L’intero
senso della sua vita pareva essersi perso; vedeva la sua morte come un
tradimento, un tradimento atroce e insensato, il suo arrendersi un’offesa
e uno spregevole inganno.
Ed ancora
la pioggia cadeva.
Era la
fine di ogni speranza.
End of hope
End of love
End of time
The rest is silence
[End of all hope
–Nightwish]
***
“Non dovresti
piangere”.
“Sì
invece” ribattè irritata. “Vattene via”.
“So cosa ti
è successo” continuò il bambino, ignorandola. “I
medici ti hanno detto che non potrai più combattere”.
“E… e tu
come fai a saperlo?”.
Il silenzio,
interrotto da un tuono violento.
“Lo so. Ne
parlano tutti. Però non dovresti arrenderti”.
“Non c’è
nient’altro che possa fare”.
L’altro si
fece più vicino, e iniziò a sussurrare.
“Tutti gli
altri mi hanno sempre tenuto a distanza per via dei miei insetti. Ma io mi
impegnerò per diventare il più forte, e si dovranno ricredere su
di me. Sai cosa intendo?”.
Lei lo guardò
senza capire.
“Speranza. Devi avere speranza. Trova
qualcosa a cui dedicarti, e impegnati con tutta te stessa”.
Il bambino indietreggiò
di un passo, biascicò un “ci vediamo” e, silenzioso come era
arrivato, sparì nella pioggia.
Shiho fissò a
lungo il punto in cui era svanito, mentre le parole dello sconosciuto
continuavano a rimbombarle nella testa.
E si rialzò,
guardando l’orizzonte con negli occhi una luce di nuova determinazione,
mentre affrontava il futuro con rinnovata gioia.
***
Adesso,
avrebbe dovuto ritrovare quella forza dentro di sé da sola.
Abbandonò
il capo sul petto senza vita di Shino, e pianse amare lacrime.
***Fine***
Note
So che
non è un granché (ops). Un po’ nonsense, forse; volevo
farla finira ancora più tragicamente con lei che cadeva in una specie di
stato catatonico perenne, ma non temete, sopravviverà. Credo U_U
Il mio
contributo al Green Fortnight; ovviamente
non è Romantica, e ovviamente
è morto qualcuno. Dahahahahah! Ma questa volta è stato per via di
una scommessa XD
Detto
questo mi eclisso, addio a tutti.
Un bacio,
El*