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Autore: GabrielleWinchester    08/01/2016    10 recensioni
Anima allo specchio è la mia riflessione sull'identità di genere, sul vedersi diverso da ciò che si è realmente, una storia nata per curiosità e che intende fare riflettere, semplicemente perché ognuno di noi è importante, a prescindere...
Dal testo:
"Chi sei tu, anima?
Hai il coraggio di ribellarti oppure calerai la testa, vittima e anche complice di gente che ti plasma neanche tu fossi creta tra le loro mani?
Prendi la borsa e cammini per strada"
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi una storia molto importante per la tematica che affronta...ovvero l'identità di genere...una riflessione su questo e sul fatto che siamo importanti, a prescindere da ciò che siamo...chiedo scusa per eventuali errori presenti all'interno del racconto :-) Questo racconto deriva dalle tante esperienze raccontate su Internet e ho voluto dare un mio personale punto di vista, chiedendo scusa preventivamente se magari dovessi offendere qualcuno con le mie parole :-)
Ringrazio tutti coloro che la leggono e la recensiscono, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie tra le seguite, ricordate, preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

Anima allo specchio

Chi sei tu, anima?
Sei lo specchio dei pensieri altrui o rifletti la tua vera identità?
Brilli di luce propria oppure sei il riverbero accecante dei sogni e delle speranze di chi ti sta accanto?
Io non so chi sei, posso solo tentare di descriverti ma mi sento come un alunno davanti alla lavagna, intento a risolvere un’ importante espressione algebrica, un’espressione destinata a cambiare il destino.
Tu sei enigma e soluzione insieme.
Ti alzai dal letto, tu, principe o principessa scarmigliata, con i capelli come i sogni, come i pensieri che si aggrovigliano nella mente, come le emozioni che ghermiscono il cuore, la tua vera identità muta e si trasforma come acqua che scorre in un fiume.
Lo specchio riflette ciò che sei ma non ciò che sei dentro.
Può mostrare una persona sorridente, una persona destinata a spaccare il mondo e in realtà sei a un passo dalla morte, vittima di una società interconnessa ma disconnessa nei valori umani.  Il tuo sguardo vaga in cerca di qualcosa, la stanza è piena di oggetti che raccontano chi sei e nello stesso tempo ti sembrano estranei.
Tocchi lo specchio e il tuo riflesso, bianco come le speranze e le aspettative, nero come la disperazione e i pregiudizi che si annidano dentro di te, come spine di rosa, come graffi sempiterni.
Mostra la vittima che si dispera e il carnefice che sorride.
A volte sei una giovane ragazza dai capelli lunghi e l’espressione sognante, altre volte un ragazzo timido che si fa la barba e cerca di essere quello che il mondo gli impone di essere.
A volte lo specchio riflette un’immagine distorta di te, un’immagine che non accetti.
Raccogli i capelli lunghi e vorresti che fossero corti, adori le cose maschili e vesti da femmina, nascondi ciò che sei per paura di essere una rinnegata, di non essere vista per ciò che vorresti essere.
Ti scombini i capelli corti e vorresti che fossero lunghi, le tue mani scivolano su un petto inesistente, sperando di trovarci dei seni e poi scivola giù verso la pancia, alla ricerca di un briciolo di vita, una vita passata a rincorrere un pallone o fare il macho, quando in realtà il tuo unico desiderio è quello di essere te stessa.
A volte la natura ti rende quello che in realtà non ti senti di essere. Il tuo sguardo vaga sul mondo che sta al di fuori, fiocchi di neve che scendono dalle nuvole, piccoli batuffoli di cielo, la purezza divina che spazza il lordume nei cuori e rende tutti buoni, una bontà che, talvolta, trascende nell’ipocrisia e nell’interessamento.
Nella tua stanza vi sono oggetti sia maschili che femminili, vi è una gonna lunga fino al ginocchio, un capo di abbigliamento che hai indossato al primo appuntamento, vi è il pallone ovale da rugby, un oggetto conteso da uomini determinati a raggiungere la meta, sudore contro sudore, la pelle coperta di lividi e una vasca di ghiaccio come panacea per tutti i mali.
Chi sei tu, anima?
Hai il coraggio di ribellarti oppure calerai la testa, vittima e anche complice di gente che ti plasma neanche tu fossi creta tra le loro mani?
Prendi la borsa e cammini per strada.
Nessuno si guarda, tutti di corsa, non c’è tempo per uno sguardo, il tempo è tiranno, suono di clacson, gente che urla perché ha fretta.
I sentimenti sono morti, si calpestano come si calpesta la merda di cane in strada e quasi quasi si è irritati che ci abbia sporcato le suole delle scarpe.
Sorridi guardando una coppia di coniugi innamorati con il bambino in braccio e pensi a te nella stessa situazione. Accanto una coppia di amiche si guarda imbarazzata, vorrebbe baciarsi ma non lo fa, in quanto si sente prigioniera di una società che dona solo una libertà condizionata.
Una società libertina di fuori e dispotica di dentro, disposta a tendere la mano davanti agli altri e dietro le quinte sparla, società figlia di un dio bifronte e bipolare.
Un bambino ti lancia una palla e ti invita a giocare.
Per lui non sei un uomo o una donna, per lui sei qualcuno con cui giocare e divertirsi.
Riguardi il tuo riflesso allo specchio e sorridi.
Per una volta sei solo un’anima che si gode la propria libertà.
  
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