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Autore: Icchy Ayanami    13/03/2009    2 recensioni
[Spoiler for episode 5] [Angst]
«All' angelo corrotto cacciato dal paradiso non resta altro destino che farsi demonio...Non sei forse d' accordo, Spike?» abbozzò in un sorriso, questa volta vide anche il suo corvo sulla spalla.
«Io vivo in un sogno dal quale non riesco a destarmi» tenne le mani salde -che stranamente sudavano- (dalla paura?) nelle tasche.
«Ti risveglierò io» sembrava l' aiuto di un amico (ma quest' ultimo non possiamo definirlo così. Di una preghiera per lui, per lei).
«Non c' è fretta Vicious, in fondo ci rivediamo dopo tanto...»
Genere: Malinconico, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spike Spiegel, Vicious
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa: Che indegnità, fare lo spazio autrice prima della storia XD.
Bè, cercherò di mettere solo le cose più importanti.
Prima di tutto ringrazio mio fratello che mi ha rifatto vedere tutte le puntate di Cowboy Bebop, cosicché me ne sono innamorata. Era da tempo che sognavo di descrivere nel profondo l' episodio 5 dell' anime, perchè è stupendo.
Questa piccola One-shot sarà centrata proprio sul momento in cui Spike si dirige nella chiesa per andare a salvare Faye, quindi grosso spoiler per chi non ha visto quell' episodio.
Con questo ho finito, leggete e commentate!
See you space cowboy...



The beast in front of the creator that does not prove love

-La bestia che di fronte al creatore non prova amore-

Rose and Guy



Camminava -la vista annebbiata- non sapeva verso dove, non sapeva perchè, ma, bastava camminare, andare avanti per non sopportare quel dolore lancinante. Qualcuno che lo curasse. Poi vide quel "qualcuno". E cadde a terra stanco e privo di sensi.

***


Continuava a camminare verso quel posto che avrebbe preferito non raggiungere. Faye riusciva sempre a procurargli qualche guaio. Il paltò copriva la bocca, ma il freddo penetrava lo stesso. Si guardò attorno, il cielo di Marte era violaceo, e così, anche il paesaggio attorno. Vide dei gradini -era arrivato-, li salì con fatica e si diresse verso la chiesa. Premunì che certamente sarebbe stata gotica, il rosone, le vetrate... Decorazioni adatte ad un momento come quello. Entrò senza pretese quando vide Vicious davanti a sè -già Vicious, quel bastardo che gli aveva rubato Julia, che l' aveva quasi ucciso-; il suo sguardo non era cambiato -anche dopo tanto tempo- era sempre lo stesso. Solo il silenzio poteva dimorare, qualcosa che odiava, era anche il silenzio, ma quello della morte.
Lui si avvicinò dalla penombra «All' angelo corrotto cacciato dal paradiso non resta altro destino che farsi demonio...Non sei forse d' accordo, Spike?» abbozzò in un sorriso, questa volta vide anche il suo corvo sulla spalla.
«Io vivo in un sogno dal quale non riesco a destarmi» tenne le mani salde -che stranamente sudavano- (dalla paura?) nelle tasche.
«Ti risveglierò io» sembrava l' aiuto di un amico (ma quest' ultimo non possiamo definirlo così. Di una preghiera per lui, per lei).
«Non c' è fretta Vicious, in fondo ci rivediamo dopo tanto...» la portata del sangue era accellerata -sudava freddo- in controsenso, lui, voleva dormire ancora e non risvegliarsi mai più.
«Mi stai chiedendo di rispamiarti?» una richiesta troppo grossa -o piccola- per lui.
«Non credo che una simile richiesta possa toccarti il cuore. Anche davanti al suo creatore la bestia non conosce gratitudine» giusto, la risposta più adatta era questa, perchè la bestia -una bestia fredda, senza cuore e gratitudine- non prova compiacimenti davanti al padre, anzi, preferisce ucciderlo.
«Ah!» voltò di scatto la testa e vide Valentine legata ma, quel vestito metteva comunque in risalto la bellezza di una donna che non può essere non considerata.
«Dai Spike...Butta quella pistola, tanto non ti serve più a niente» uno, due, tre, servirono pochi secondi per un esame di coscienza: alzò la pistola all' altezza del volto e sparò. Da lì, incominciò la guerra.

Quelle vetrate erano così belle...Ora erano distrutte, come maggiorparte della chiesa. Faye ne uscì subito, non si limitò solo a questo, perciò, preoccupata per l' "amico" chiamò Jet.

Sembrava la sfortuna lo perseguitasse, una pallottola si conficcò nel suo fianco destro: «Cazzo!» cercò di tamponare la ferita con il giaccone, ormai però, neanche quello serviva più. Il sangue continuava a fuoriuscire copiosamente, non sapeva cosa stava succedento dentro se stesso, l' angoscia trasaliva e, non voleva capitasse una cosa simile all' ultima volta. Julia, Julia, manterrà la promessa.
Intravide Vicious. La realtà è che non voleva combattere contro di lui, ma, doveva farlo, per vivere, per rivederla. Ad armi pari: katana e pistola. Quattro, cinque colpi e a terra, gli occhi, le armi fisse nei punti più vulnerabili; sembrava farlo apposta.
«Sai una cosa? E' un vero peccato che tu non possa vederti la faccia, Spike» il sorriso rovinato dal sangue.
«Perchè?» chiese, ma senza ingenuità.
«Siamo uguali, nelle nostre vene scorre lo stesso sangue, sangue che si chiama altro sangue. La bestia perduta che è in noi ha sete!» (forse) aveva ragione.
«Io l' ho versato tutto quel sangue infetto!» la verità fa male -allucinante, per il passato-.
«Allora perchè sei ancora vivo?!». Si mossero entrambi, la stessa velocità, gli stessi movimenti. Il verde sparò alla spalla sinistra e l' altro infilzò la spada nell' altrettanta spalla dell' avversario, poi, gli prese il volto con la mancina; lo spinse.
E il rosone si frantumò in mille pezzi assieme a lui.
L' occhio destro, pareva spento. I sorrisi tra compagni quando ci si aiutava, Julia... Subito dopo, la chiesa esplose. Era già successa una vicenda simile. Sembrava che il tempo passasse piano -troppo-; il cielo ancora violaceo, cadeva, volava giù. Ricordava la pioggia, in quella sera, la luce gialla dei lampioni... E lui -lui pieno di ferite che perdeva sangue- cercava qualcuno e la vide.

***


Si risvegliò nel Bebop tutto bendato, sentiva il corpo uno schifo.

«Non smettere di cantare» aveva detto a Julia.
  
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