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Autore: lalla86    13/03/2009    1 recensioni
"Sono solo un pazzo - per alcuni, un povero mendicante - per altri
un diverso che si confonde nella massa dei vagabondi - per altri ancora.
Eppure, non somiglio a nessuno di loro."

Un giorno, in metropolitana.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regalami un sorriso.






- Regalami un sorriso! - sembrano urlare gli occhi spenti della vecchietta dalle spalle ricurve e dal corpo stanco abbandonato sul sedile graffiato del vagone della metro, lo sguardo esausto dell'operaio dalla salopette macchiata di terra e di cemento appoggiato alla parete nell'angolo, le iridi vacue dell'impiegato di mezza età con la ventiquattr'ore avvolto in un costoso completo grigio, le palpebre sonnecchianti della robusta casalinga circondata dalle borse della spesa, le ciglia curiose ed annoiate del bambino biondo sul passeggino, le occhiate sfuggenti e profonde della giovane ragazza che osserva la parete.
Me lo domandano in silenzio, mentre passo davanti ad ognuno di loro con il microfono stretto tra le dita. Spintono a destra e a manca, urtando i loro corpi immobili, per conquistarmi il mio piccolo spazio di aria nel vagone. Intanto, non visto dietro le mie lenti scure, accarezzo con lo sguardo le espressioni dei loro visi che si spostano curiosi sulla cassa del karaoke che mi trascino dietro. Ogni tratto, ogni solco, ogni ruga riesce a svelarmi i loro pensieri.
Sono solo un pazzo - per alcuni - un povero mendicante - per altri - un diverso che si confonde nella massa dei vagabondi - per altri ancora.
Eppure, non somiglio a nessuno di loro.
Sono solo un uomo, con il microfono in mano, che aspetta il suo momento. E che riesce a trovarlo solo quando la metro parte e la musica prende vita.
Le rughe solcano le fronti dei passeggeri confusi, mentre i loro brusii di stupore scompaiono, sommersi dalla mia voce e dalle prime note della canzone che si diffonde.
Basta un attimo, e il grigiore scompare. Gli occhi spenti della vecchietta si rasserenano, l'operaio nell'angolo sembra meno stanco, le iridi vacue dell'impiegato si fanno più attente, il viso della casalinga riacquista il suo colore, il bambino estasiato batte le sue manine tra gridolini felici.
- "Tutti insieme!" - dico allora con entusiasmo percorrendo il vagone il lungo e in largo
Assecondo i sobbalzi della carrozza, che sembra ballare a tempo con la mia voce.
- "Una moneta per un sorriso" - domando poi quando comincia a rallentare
Ecco che allora ognuno di loro mi porge allegro la sua mancia mentre facciamo capolino alla fermata. Ed io ringrazio tutti, caricando sulle spalle il mio compagno di metallo. Lo spettacolo è finito. Devo scendere. Un'altra triste carrozza mi attende.
Vicino alle porte, incrocio la ragazza dalle occhiate sfuggenti. Fruga smarrita nelle tasche per poi fermarsi. Mi osserva, pensandoci un'istante. E le monete sulla sua mano scompaiono così com'erano apparse.
Ed io, il regala-sorrisi, la guardo contento. Ha capito quello che a tutti è sfuggito.
Non sono un pazzo, non sono un mendicante.
Me lo confermano le sue labbra mentre scende.
La sua bocca si schiude, lentamente.
E..Sorride, finalmente.














Note dell’autrice: piccola flash-fic ispirata ad un fatto reale che ho osservato e che mi ha molto colpito. Curioso come in pochi secondi il clima possa cambiare per un semplice gesto e quanto quest’ultimo possa essere in realtà importante e portare calore alle persone senza che la persona che ne è l'artefice se ne accorga.
Grazie a tutti coloro che commenteranno.
Lalla86



  
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