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Autore: FreddyOllow    09/01/2016    1 recensioni
"Il seguente racconto è puramente inventato da me. Alcuni Nomi, personaggi, edifici e quant'altro sono puramente di mia fantasia, come la storia del resto."
Rorikstead, è un piccolo villaggio vicinissimo al confine con il Reach, sotto la protezione della città di Whiterun.
Governata da Rorik, un nord che afferma di aver fondato Rorikstead.
Un giovane Redguard, arriva al villaggio speranzoso di trovare un lavoro, qualsiasi lavoro.
Ma ben presto s'imbatte in qualcosa di molto più grande di lui...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono all'incirca due settimane da quando arrivammo a Rorikstead. Alastor continuava le sue ricerche con assoluta lentezza, sembrava che la voglia che l'aveva accompagnato
fino ad ora nelle sue ricerche, fosse svanita quasi del tutto. Che dire poi del Dovakhiin, che pochi giorni dopo partì per una qualche missione chissà dove.
Stando a quello che mi disse il vecchio imperiale, il Nords, era partito per svolgere una missione di recupero, o per lo meno un qualcosa del genere.
Lessi anch'io la lettere che ricevette il Dovakhiin, ma non capì un gran che. Il messaggio sembrava codificato, con strane frase sconnesse fra loro.
Io restai quì accanto al vecchio, dovevo prendermi cura di lui ora che ero diventato il suo assistente, anche se non mi faceva fare mai nulla.
In quelle due settimane ci fu' un via vai di carovane imperiali a Roriksted, molti di essi si fermavano solo per riposare per poi ripartire il giorno dopo.
In una di quelle carrozze c'era un imperiale che tornava dal solito sentiero ogni giorno, la cosa strana è che all'interno della carovana non c'era nulla.
L'imperiale era un bell'uomo sulla quarantina, capelli castani legati con una coda e una barba incolta che gli dava quell'aria di mistero.
I suoi vestiti erano di una stoffa pregiata, molto costosa.
Lo osservai molto in quei giorni e non vedevo nulla di sospetto nei suoi movimenti e nel suo modo di agire, anzi, era fin troppo educato e gentile verso gli altri.
Fermava la sua carrozza proprio vicino all'abitazione di Rorik, per poi aspettare quest'ultimo vicino ad un terreno coltivato.
Non so di cosa parlassero, ma i modi di fare di Rorik, sembravano fin troppo nervosi e strani, io l'avevo conosciuto come una persona pacata ed educata,
ma quando discuteva con il misterioso imperiale i suoi atteggiamenti sembravano cambiare del tutto.
Ogni giorno si incontravano al solito posto, con soliti atteggiamenti, nessuno faceva caso all'imperiale, forse perchè erano tutti indaffarati a coltivare i campi invece di oziare come me.
Forse quello che vedevo era tutto frutto della mia immaginazione, ma era come se il mio istinto mi dicesse di stare alla larga da quel tipo.

Tre giorni dopo il misterioso imperiale raggiunse nuovamente l'abitazione di Rorik, ma questa volta non era da solo.
Dalla carrozza scese una giovane e bellissima elfa con una carnagione bianca come la neve di Skyrim, i suoi capelli erano lunghi fino a toccare delicatamente le esili spalle, anche esse bianchi.
I suoi occhi mi attiravano come l'idromele, azzurri come il cielo limpido di skyrim, i suoi lineamenti delicati come il fiore blu di montagna.
Indossava con assoluto fascino dei vestiti pregiati di alta fattura.
Il mio cuore fu' colpito come un fulmine dalla sua incantevole bellezza.
Non era la solita elfa di Skyrim, era molto particolare e ciò la rendeva unica e meravigliosa.
Rimasi lì impietrito ad osservare ogni suo elegante movimento.
Rorik, che aspettava al solito posto vicino ad una staccionata di legna, non sembrava essere colpito dall'elfa, anzi, la ignorava del tutto.
L'imperiale e Rorik, parlarono nuovamente e quest'ultimo puntò il dito contro la giovane elfa.
L'imperiale rimase sui suoi passi senza accennare un minimo di nervosismo, contro i bruti atteggiamenti di Rorik.
Quest'ultimo divenne sempre più furioso fino a lasciare l'imperiale e la giovane elfa da soli, abbandonando il terreno coltivato.
Capì subito che lei centrasse qualcosa con i modi bruti di Rorik, ma cosa?
I due entrarono nuovamente nella carrozza, ma prima che l'elfa entrasse il suo sguardo incrociò il mio.
Fu un attimo, un paio di secondi, ma per me sembravano trascorsi minuti.
Il suoi occhi, i suoi bellissimi occhi, era come vedere il Valhalla per un Nords.
Ma essendo io un Redguard, era come se il caldo di Hammerfell mi fosse penetrato nelle carni, nella fredda e gelida Skyrim.
La giovane elfa entrò nella carrozza ed io continuai a guardarla nonostante guardassi adesso una cupa carovana in legna.
Era la prima volta che mi sentivo così... strano, come se qualcosa in me mi dicesse di fermare quella carrozza.
Ma non potevo... Come può un Redguard con me, povero e quasi analfabeta, sperare di avere una possibilità con una simile... maestosità.
Due mondi così diversi che condividono lo stesso cielo.
   
 
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