Timeline: 2009

[Nick's P.O.V]
Lui era lì, che mi fissava.
Mentre io uscivo dalla doccia e avvolgevo l'asciugamano attorno al mio corpo, Brian non smetteva di fissarmi.
"Puoi entrare, se vuoi." Gli dissi, prima di asciugarmi i capelli.
Vidi il ragazzo dai capelli color miele avvicinarsi alla porta del bagno, ma non mise piede dentro ad esso.
"Ehi, che hai? Sei strano oggi." Gli domandai, sporgendo leggermente la testa fuori dalla porta. 
"Nulla... Stavo solo pensando." Mi rispose, spostando lo sguardo verso il basso.
Notai subito che stava mentendo, lo conoscevo troppo bene. 
Mi misi l'asciugamano nei capelli a mo' di turbante, poi andai verso di lui.
"Ti puoi fidare di me, lo sai. Cosa succede?" Gli dissi, prendendo il suo viso tra le mie mani.
Esitava a parlare, come se avesse paura di me.
Lo guardai profondamente negli occhi, come per forzarlo.
"Niente, non insisto." Ritornai verso la porta del bagno, quando lui mi tiró per un braccio.
"Nick, io... Non voglio sembrarti un mostro, ma provo una certa gelosua nei tuoi confronti... E ora, non pretendo che tu sia mio per sempre, ma... Ti chiedo solo di essere più presente."
Quella frase mi fece riflettere.
Mi tolsi l'asciugamano dai capelli, appoggiandolo sul divano rosso porpora adiacente al muro del bagno.
"Con questa frase non volevo toglierti la parola." Mi disse, prendendo l'asciugamano e ripiegandolo.
Gli sorrisi, mi piaceva quando riordinava le cose.
"Ecco, ti ho fatto arrabbiare."
Mi avvicinai a lui e lo tirai a me, facendolo scivolare in un caldo abbraccio.
"Senti il mio cuore? Batte solo per te." Gli dissi, mentre lui stringeva il mio torace. Era finalmente felice tra le mie braccia.
"Vorrei stare in questa posizione per sempre, Nick."
"Lo so, Brian."
Sentimmo bussare alla porta, era Justin che ci ricordava la conferenza che avremmo dovuto avere qualche minuto più tardi.
Io mi vestii di fretta e furia, chiedendo a Brian se andavano bene gli abbinamenti, poi mi sistemai i capelli.
Io e Brian insieme eravamo pericolosi, non riuscivamo ad essere puntuali da soli... Figuriamoci in due!
Avevamo deciso di confessare al pubblico la nostra relazione, anche se questo avrebbe aperto una porta ad una serie di rischi molto plausibili.
Entrammo nella sala congressi dell'albergo, dove una miriade di ragazze e ragazzi urlanti ci stava aspettando.
Il primo a parlare fu Howie, ringraziando tutti della partecipazione e poi ringraziando noi, come era solito fare.
Brian si giró verso di me e mi bisbiglió qualcosa.
"Sei sicuro di volerlo fare?"
Io annuii, ma nel mentre AJ mi passó il microfono.
L'audience cominció a farmi mille domande.
"Cosa si prova ad essere in tour per la quinta volta?"
"Cosa pensa la sua famiglia di lei, signor Carter?"
"Non ci ha ancora fatto sapere la sua vita sentimentale, chi è la fortunata?"
Il cuore cominció a battermi forte, non sapevo se confessare o cosa...
"Uno alla volta, per favore. Comincio da lei, signorina Andrews, beh, cosa si prova? È una sensazione stupenda. E anche se è la quinta volta, io provo sempre le stesse bellissime emozioni della prima volta. Cosa in cui la mia famiglia non ha aiutato. Ora sto rispondendo a lei, signora Ryan. Non mi interessa se stanno ascoltando o meno, ma ci tengo a ringraziarli. Per non essermi mai stati accanto quando avevo bisogno di loro, per non avermi mai supportato quando i media mi buttavano a terra. Veramente, grazie. E ora rispondo a lei, signor Carrew. Quella persona fortunata, ovvero quella che amo, è qui tra noi. È una persona piena di vita, a volte si fa buttare giù ma, voglio che sappia che io sono qui. Sempre."
Brian mi strinse la mano da sotto il tavolo. Non avevo direttamente detto che ci amavamo ma più o meno avevo fatto capire che ero innamorato.
Lasciammo il salone, ovviamente dopo aver fatto un centinaio di foto e autografi per i fans.
"Che ne dite di mangiare ora per andare in un night stasera?" Disse AJ, buttando l'occhio sul fondoschiena di una cameriera.
"Sempre il solito AJ. Io e Brian rimaniamo in Hotel, siamo piuttosto stanchi." Mi avviai verso l'ascensore, sperando di essere solo, invece no. Una ragazza era già li ad aspettarmi.
"Nick entra. Il tuo amico andrà a piedi. Forza!"
Io feci qualsiasi cosa per oppormi ma lei non cedette, e purtroppo, dovetti raggiungerla in ascensore, mentre il mio ragazzo saliva le 12 rampe di scale che giungevano alla nostra suite.
"Allora Nick, scommetto che 'quella persona' ero io, non è vero?"
"Senti, io non so neanche chi sei, non ti ho mai visto. Quello che ti chiedo è... Cosa vuoi da me? Io sono fidanzato già."
Era ossessionata da me, cosa che io ero già abituato a subire, ma con lei era diverso.
L'ascensore si fermó e appena io uscii, cominciai a correre come un dannato per arrivare alla porta della mia suite prima che quella stalker mi seguisse.
La porta era aperta, cosa che mi stupì molto. Entrai, cercando disperatamente Brian.
Lo trovai accasciato in un angolo, probabilmente privo di sensi.
"Ehi Brian... Sono io..." Gli dissi, sentendogli il battito, che per fortuna pulsava ancora.
Mosse leggermente la testa, così gli portai un bicchiere d'acqua, che lo risveglió.
Mi abbracció immediatamente dicendomi che non si sarebbe arrabbiato se quella ragazza avesse fatto irruzione nella stanza e ci avesse scoperti... Anche se era cosa piuttosto improbabile.
"Nick, grazie di tutto. Sai perchè ti amo?"
"No, dimmi."
"Non c'è spiegazione. Ti amo e basta."