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Autore: Richhh    09/01/2016    0 recensioni
La storia segue le vicende di Callum e Annalise due ragazzi che vivono a Brooklyn, in un futuro non ben definito, dove alcune società iniziano a studiare un gene che si manifesta dalla nascita negli occhi di un essere umano, dotandolo di poteri sconosciuti fino al momento in cui esso non diventa cosciente di tutto ciò che lo circonda.
Call è affetto dal gene, e la sua vita vacilla ogni giorno come su un filo sospeso, dove le raffiche di vento arrivano sottoforma della crescente depressione di Travis, il ragazzo che ama da quasi due anni, la gente che cerca di condannarlo ad abominevoli sperimentazioni, e l'oppressione di un mondo che sembra sempre più schiacciare chi, come lui, nasce invisibile sotto un marchio d'infamia.
Potete trovare la storia anche su Wattpadd: https://www.wattpad.com/story/58514953-matiallomenes
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre cercato di convincermi che la mia eterocromia settoriale sia stata solo colpa di un maledetto cromosoma di mio padre, di mia madre o addirittura di un qualche mio antenato lontano. SInceramente non ci ho mai dato importanza, insomma, avere metà occhio violetto è normalissimo. Chi voglio prendere in giro. All'età di 11 anni mia madre mi spiegò che suo zio aveva la stessa eterocromia e che era in qualche modo una caratteristica speciale nell'essere umano. Non capivo cosa ci fosse di speciale in un bambino nato nel salotto di una casa di 20 metri quadri detto con tutta onestà, ma si sa a 11 anni si è disposti a credere a qualsiasi cosa pur di avere un minimo di importanza, e sono giorni come questi in cui desidero di non averne nemmeno un po'. La verità è che non c'è nulla di importante nel mio problema, e cerco di convincermi di questo ogni giorno. A volte desidero di non essere mai nato con questo scherzo della natura eppure eccomi qui.

Ho passato la mattinata a leggere a letto e tra un paio di ore dovrei uscire di casa, mi alzo e mi dirigo verso la cucina. In casa viviamo solo io e mia madre quindi la cucina è quasi sempre ordinata e viene pulita in genere 1 volta ogni due settimane. E oggi tocca a me farlo. Mio padre non lo ho mai conosciuto. Ho cercato di entrare nell'argomento con mia madre non che mi interessasse ma a lei non va quindi non me ne faccio un problema. Guardo l'ora e mi accorgo di avere mezz'ora per fare tutto. Entro in cucina e la pulisco più veloce che posso. Non è una cucina molto grande come tutta la casa del resto. E' una tipica casa francese e per nostra fortuna non abbiamo vicini. Riesco a pulirla prima del previsto. Vado in di corsa in camera e mi vesto con le prime cose che trovo. Dopo 10 minuti sono eretto davanti lo specchio di casa mia,non mi ero ancora visto, ho la faccia stanca, capelli biondo cenere da una forma non definita e non ho per niente l'aria di un ragazzo elegante. Ho una maglia rossa con una stampa che non mi sono mai sprecato a leggere, una felpa nera sopra e un paio di jeans. Mi guardo poco allo specchio in genere ma quello era uno dei giorni in cui almeno essere decente un minimo bastava.

Mi chiudo la porta alle spalle e subito vengo pervaso dall'aria fredda primaverile di Brooklyn. Abito più o meno ai margini della città e da un lato ne vado fiero perché almeno in questa zona evito di subirmi tutte le polveri sottili della metropoli, da un altro sfiga vuole che qui passi solo un maledetto pullman che mi porti in centro da Travis. Travis è la creatura più incantevole che io abbia mai conosciuto e credo di esserne innamorato ma non mi sono mai spinto oltre nonostante ci fossimo baciati un sacco di volte da un anno a questa parte. Lo vidi per la prima volta due anni fa nella gelateria in centro a Brooklyn mi ricordo ancora o suoi occhi e il loro viola come il mio aveva uno sguardo molto più acceso e brillante invece ora è principalmente quasi sempre perso. Parlammo la prima volta quando un giorno andai a vedere il college che lui adesso frequenta, non fu una chiacchierata lunga ma senza badare a ciò che dicevo gli ho dato praticamente appuntamento sotto casa mia un pomeriggio. E' da quel giorno che è iniziato tutto. Non parlammo spesso del nostro problema ma sapevo che in principio fu quello che ci unì molto. Avrei scelto il suo stesso college se avessi potuto ma chiedeva una retta troppo alta che mia madre non potè permettersi ma almeno il college in cui vado è a pochi Km dal suo. Tempo fa mi disse mia madre che in genere i College venivano frequentati da gente che aveva raggiunto i 18 anni e oltre, col tempo la nostra società ha sviluppato nuovi metodi di apprendimento e studio che hanno permesso a qualsiasi ragazzo di poter approfondire i propri studi nel campo che preferiva.

Quando supero due isolati da casa mia vedo il pullman arrivare dietro di me. Mi metto a correre con il peso dello zaino che mi porto sulle spalle e il pensiero di rivedere Travis dopo 4 giorni di astinenza. Riesco a prenderlo al volo e quando salgo l'autista mi guarda malissimo ma io sono troppo impegnato a riprendere fiato per poterlo ringraziare di avermi aspettato. Non era l'unico che mi guardava male. Quando mi sedetti in fondo al pullman notai che quasi tutta la gente del pullman mi fissava nonostante il pullman fosse partito già da 2 minuti. Ma non mi fissavano per la mia teatrale entrata sull'autobus. Una donna sulla quarantina mi guardò con aria quasi disgustata insieme alla sua piccola bambina che nel momento in cui guardai prese dal sedile accanto per mettersela sulle gambe per farle vedere qualcosa che avrebbe potuto distrarla dalla mia faccia. Dovrei essere abituato a questi comportamenti infantili, non posso biasimarli, sono giorni in cui cerco di evitare di guardarmi diritto negli occhi, ma ci sono giorni in cui avrei detto a quella donna come a qualsiasi altra persona che fino a prova contraria non gli sto stravolgendo la vita, anche se le voci dicono altro. Mia madre cerca sempre di evitare l'argomento ma negli ultimi tempi numerosi scienziati hanno percorso studi su persone con la mia stessa eterocromia ed ogni studio è sempre risultato inconcludente. Quel poco che si dice è che non siamo gente del tutto normale. Il gene che ha permesso lo svilupparsi dell' eterocromia nella gente per ora viene considerato come una specie di virus impossibile da combattere. Per ora. Molte riviste parlano di bambini indemoniati e mamme che abbandonano i loro figli terrorizzate e in effetti è così. Un organismo vivente nato con il gene WS16 - Così viene identificato - nel proprio DNA nasce con metà o un quarto di occhio viola e il resto bianco. Quando l'ho saputo ero terrorizzato all'idea che io fossi nato con questo aspetto. Ma mia madre mi spiegò che il bianco col passare degli anni avrebbe assunto un colore che va da persona a persona. I miei occhi sono verdi per tre quarti, un quarto viene rimpiazzato dal viola.Non è un viola acceso è un viola sul scuro ma comunque viola, e facile da distinguere.
Il fatto che gli scienziati abbiano scoperto solo questo mi consola, ma non faccio altro che pensarci per Travis.
Nel giro di 15 minuti il pullman accosta davanti alla fermata bruscamente e fortuna vuole che sia proprio davanti casa di Travis. Vive in un appartamento che da su un grosso parco che quando è illuminato dal sole risplende di mille colori. L'estate scorsa io e Travis ci misimo sdraiati lì per tutto il pomeriggio con una grossa coperta e aspettammo che si facesse notte mangiando pizza al salamino piccante. Fu una delle serate più belle della mia vita, quella stessa notte salimmo a casa sua e stavamo per farlo. Ma lui non volle per paura. La sua eterocromia ha un qualcosa di più che speciale. Travis è una sorta di telecineta, lo scoprì quando una sera era a casa mia e io dovetti salire su una sedia di legno marcio che tengo nell'angolo della mia camera per prendere le cose al di sopra dell'armadio. Quella volta la sedia cedette e una delle gambe in legno si ruppe, ma io rimasi comunque in piedi sulla sedia. Travis riuscì a mantenere la sedia in equilibrio. Quella sera si mise a piangere perché nessuno sapeva di questo, solo io fino a quel momento. E iniziò a nutrire un forte disgusto verso se stesso. Quando è con me riesce quasi sempre a placare quei forti pensieri brutti ma quando non ci sono arriva a fare il peggio. Non presi la cosa di Travis male, ero abituato a trattare con qualcosa di diverso dal normale ogni giorno: me stesso.

Quando sono davanti ai cancelli di casa sua suono il campanello che dava il cognome di Travis ,Rockmaple . Mi aprì subito, entrai di corsa salendo le scale del suo appartamento, non vedevo l'ora di rivederlo, la porta di casa sua si aprì e ne uscì lui. Si mette un dito davanti le labbra per zittirmi a causa dei suoi vicini che sono come gli avvoltoi. Mi fa entrare in casa e chiude la porta alle sue spalle. La casa era poco illuminata c'era solo un luce accessa che proveniva dalla sua camera. Sarò stato un migliaio di volte a casa di Travis ed è sempre rimasta la stessa casa disordinata. La casa se ben poco illuminata rifletteva un sacco quel poco di luce a causa delle sue pareti dal colore giallo senape. Mi giro per guardarlo e lui è già pronto ad abbracciarmi. - Ciao Trav - lo stringo tra le mie braccia e gli accenno un sorriso - Ciao Callum - Risponde lui. Gli do un pizzicotto, sa che mi da fastidio essere chiamato Callum. Scoppia subito a ridere - E va benee, Call - si corregge. Mi strofino le mani sulla faccia, faccio sempre così quando sono in imbarazzo e gli sorrido. Andiamo in camera sua e noto la che la sua raccolta di libri gialli diventa sempre più grande. Travis è un amante dei libri gialli. Gli piacciono un sacco i misteri. Tutti eccetto uno. - Uff - lui mi guarda incantato.
- Ma aspetta sei solo? - gli chiedo.
- Sì perchè? - Aveva intuito il motivo della mia domanda, lo capisco dal suo sguardo che si è leggermente incupito.
- C'era silenzio, solo per questo - non sono capace a mentire. Cerco di cambiare subito argomento, non voglio che lui stia peggio di quanto stia. Continua a guardarmi e io faccio lo stesso. Ha degli occhi di un colore blu scuro di conseguenza il viola si scorge poco.
- Non guardarmi così - dice. Potrei dirgli la stessa cosa ma non dico niente. Distolgo lo sguardo e mi siedo sopra la sua scrivania. C'è un minuto di silenzio. - Non ce la faccio - dice Travis tutto in un fiato e dopo un secondo mi ritrovo contro al muro con Travis che mi bacia. Ha delle labbra morbide e carnose, le riconoscerei ovunque. Ricambio il bacio.Le nostre lingue si fondono. Ormai ero abituato a sentirlo così ma questa non era come le altre altre volte. Mi fa scendere dalla scrivania e fa passare la mano sotto i pantaloni per poi massaggiarmi il pacco. - Aspetta, aspetta, no Trav. - Lui si stacca - Che stai facendo? - gli chiedo. Avevo il cuore che batteva a mille. - Call.- fece una pausa prima di continuare - Cosa Trav? - gli domando con fiato pesante.
- Call, io voglio farlo con te, e.. non me ne frega nulla, non so se questo provocherà problemi o meno ma so solo che niente mi impedirà di essere felice con te. Perchè con te sono felice. E fanculo sto cazzo di problema che ci ritroviamo , fanculo tut..- Non lo faccio continuare. Lo bacio più forte di prima premendogli la testa contro la mia e dopo 1 minuto ci ritroviamo sul suo letto. Inizia a baciarmi il collo e a togliermi la maglia con forza. Faccio lo stesso. Ci muoviamo costantemente uno sull'altro. Sento il suo membro scontrarsi con il mio dai pantaloni. Lui mi gira di schiena. Sto ansimando contro il cuscino. Sento la cinghia dei suoi pantaloni che cade atterra e senza pensarci due volte mi tolgo i pantaloni scoprendo il sedere. Sento Travis su di me. Inizia a baciarmi le spalle e lentamente scende per tutta la colonna vertebrale. Dopo due minuti sento la sua mano dentro le mie mutande e con l'altra mi spinge i fianchi contro il suo membro. Lo sento alle prossimità dell'ano ed è in quel momento che spinge. Ansimo. Forse per il dolore, ma non ha importanza. Spingo di più il sedere contro il suo membro quando è completamente dentro. Inizia a muoversi dentro di me e con l'altra mano mi masturba lentamente. Inizio ad ansimare più forte. Lui continua sempre di più. Sempre più veloce. . - Vai trav! - Urlo. A sentire la mia voce lui va più veloce. Sto impazzendo dal piacere, quando ad un certo punto il letto comincia a gigolare, i cassetti di Trav cominciano ad aprirsi e in poco tempo tutta la camera viene messa sottosopra e Trav mi si accascia sopra la schiena. Privo di sensi.



 

 

 

 

   
 
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