Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: giuseppeteodonno    09/01/2016    1 recensioni
Ironizzando su un sentimento forte come l'amore, l'autore compie un viaggio all'interno di sé, fantasticando sulle reazioni dei vari organi scatenate dai continui sussulti del cuore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'incoscienza del cuore

Quante volte può rompersi un cuore? Credo che nessuno lo sappia.
Credo, anzi ne sono certo , che ogni volta faccia sempre più male della precedente. È quasi surreale il fatto che mentre tutto il corpo si accorge dell’imminente rottura ,l’unico a non capirlo sia proprio il cuore stesso.
Questo meraviglioso organo infatti è quasi perfetto se non fosse per un solo difetto, ossia NON HA MEMORIA.
Sin dalla sua creazione infatti il cuore batte, batte senza sapere perché o da quando e per quanto. Egli batte e lo farà più forte a volte e certe altre invece ci farà credere di essersi fermato, invece lui batte ,incessante.
Lui non ricorda il numero dei suoi battiti e quindi non si risparmia, soprattutto quando per una strana malattia che gli esperti chiamano AMORE, sarà costretto a folli corse, bruschi arresti, riprese fulminee o attese da un battito al minuto, cose da rimanerci stecchiti.
Sembra una follia, forse lo è, sicuramente lo pensano gli altri organi del corpo che inevitabilmente subiscono questa…?? come dire? Ah ecco si, questa incoscienza del cuore. Mi sembra quasi di sentirli, gli occhi ad esempio che si lamentano: "Oh noo" dovremo di nuovo cercare di trattenere le lacrime senza riuscirci e solo perché lo smemorato li giù batte batte.
Le mani poi che mentre reclamano riposo si chiedono tra loro: "e ora?, Accarezziamo o picchiamo?" Sudiamo freddo o ci riscaldiamo tra altre mani? Chissà ..tutto sta nei battiti di quell’ instancabile smemorato. Non di meno la pancia che come una cassa fa rimbombare per tutto il corpo ogni singolo battito a tal punto da tenere sveglio perfino il cervello che, poverino, sembra non capire. Il cervello infatti cerca inutilmente di dormire ed ordina: SILENZIO!, ma nulla, allora urla il suo comando attraverso la bocca affinche entri dalle orecchie sperando in un esito migliore che però non arriva. Il cervello al contrario del cuore ricorda tutto e forse pure troppo e sa il male che fa un cuore quando si rompe. Cerca quindi di correre ai ripari di  limitare i danni di convincere il cuore a fermarsi o almeno a rallentare. Infondo pensa :"io sto in alto e deve obbedirmi".
Ma nulla ,il cuore dalla sua postazione comoda comoda gli grida eccitato: "sono nato prima io e qui comando io."
"Dannazione" dice il cervello ,ha ragione lui, allora prendiamo una precauzione e così quando tutto il corpo sente che il cuore sta per rompersi...ancora… quasi si anestetizza tutto, come in un sonno leggero, lasciando cosi il cuore battere in un silenzio fatto apposta per lui.
Cosi senza più disturbo l’incauto smemorato si lancia alla rincorsa di quella malattia, quell’utopia che sempre gli esperti chiamano AMORE.
Certe volte il cuore vince quella folle corsa e risveglia tutti, cervello ,pancia ,mani ,bocca ,occhi per condividere la gioia; l’amore.
Altre volte invece la corsa lo sfinisce lo sfibra lo ab-batte facendolo finire in pezzi per terra. Tanto forte è il rumore di quello schianto da far sobbalzare tutti gli altri organi che ahimè capiscono subito cosa sia successo e ritornano a lavoro. Qualcuno tra loro dirà: "glielo avevamo detto" …ed un altro ancora: "si è vero, forse ora capirà!"
Ed io rispondo, "non condannate chi fa ciò per cui è stato creato: battere, rompersi e battere ancora".
Ah, giusto, che screanzato, io sono anima ,colui che vi ha parlato.






Giuseppe Teodonno
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: giuseppeteodonno