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Autore: piccolo_uragano_    09/01/2016    6 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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A quella strega saggia e rompiscatole,
e al suo amore vero e tenuto nascosto.

 



La camera da letto di Sirius e Martha rispecchiava senza dubbio la loro storia. Sul comodino di Martha c’erano moltissime foto (James e Lily, i Malandrini, il matrimonio, la nascita di Robert e Kayla, Rose e Martha, Marie e Robert Redfort) e alcuni libri babbani che si ostinava a leggere. Sul comodino di Sirius c’erano solo due fotografie: la prima ritraeva due giovani in smoking con sguardo fiero e una ragazza dai capelli rossi che sorrideva nel suo abito da sposa, la seconda quella che sembrava una famiglia assolutamente normale, con tre ragazzi di età diverse ma vicine che ridevano. Sopra al letto, allacciata alla testiera di ferro, c’era una ghirlanda di fiori magici che fiorivano quando entrambi gli abitanti della stanza erano felici.
Quella mattina, i fiori della ghirlanda erano più che chiusi. Martha, infatti, se ne stava seduta con la sua camicia da notte di lino bianco e un’adorabile espressione imbronciata, mentre Sirius dormiva beatamente a pancia in giù. La luce del mattino filtrava dalla finestra mentre le casa era avvolta nel silenzio.
Quando la sveglia sul comodino di Martha suonò, lei non fece nemmeno finta di spegnerla: rimase a fissare il vuoto, lasciando che quel fastidioso suono svegliasse Padfoot.
“Mh.” Mugugnò lui dopo mezzo minuto. “Martha, potresti, cortesemente, spegnere quel dannato aggeggio?”
Lei non rispose, e lui si sentì costretto ad afferrare la bacchetta e dare fuoco alla sveglia. A quel punto, Martha spalancò gli occhi e guardò il marito come se volesse dare fuoco anche a lui. “Perché diamine lo hai fatto? Era di Rose!”
“Non stava zitta!”
“Gliel’avevo regalata a Natale!”
“Oh, sarà contenta di sapere che le freghi i tuoi stessi regali.”
Martha scosse la testa e tornò a guardare il vuoto, mentre Sirius si metteva seduto cercando di capire cosa stesse guardando. “Che succede?”
“Ci pensi che oggi è il primo settembre?” domandò lei, nostalgica. “Voglio dire, per sette anni il primo settembre è stato il giorno pi felice dell’anno, ma ora … ora che significa separarmi dai ragazzi, non è più così felice.”
“Hai presente le lumache, che si chiudono nel loro guscio e non ne escono più?”
“Teoricamente, escono per cercare cibo.” Puntualizzò lei. “Ma che c’entra.”
“Perché tu sei così, con loro. E con me, a volte. Ci terresti tutti nel tuo guscio.”
“Beh, ci mancherebbe altro: siete la mia famiglia di pazzi, cosa dovrei fare?”
“Certo piccola, ma si da il caso che i tuoi figli pazzi debbano andare là dove per noi è iniziato tutto. È giusto, sai, devono … trovare le loro strade.” Si stiracchiò e sbadigliò. “E poi sai, stare qui a pensare che non sei pronta a lasciarli andare non impedirà loro di salire su quel treno.”
Martha storse il naso. “Ti odio.”
“Si, può essere che tu lo abbia già detto in passato.” Si alzò e aprì l’armadio.
“Però hai ragione: lì per noi è iniziato tutto. Magari anche per loro …”
“No, non dirlo, Redfort: non sono pronto.” Rispose, abbottonandosi una camicia scura.
Martha sorrise. “Non lo si è mai.” Si alzò e si mise addosso una giacca da camera, tenendola stretta sui fianchi con le mani. Si avvicinò a Sirius e gli baciò le labbra. “Vado a buttarli giù dal letto.”
“No, aspetta: voglio fare lo scherzo del secolo a Robert.”

Svegliare Robert era una vera impresa: era la personificazione dell’espressione ‘dormire come un sasso’. Tante volte, anche cercare di scuoterlo era inutile. A Martha ricordava tanto Sirius alla sua età. La prima volta che avevano dormito insieme, era rimasta impressionata da come dormisse profondamente senza essere minimamente scalfito dai rumori.
Quella mattina, Sirius si accucciò accanto al letto di Robert alle sette in punto e con l’espressione più seria che riuscì a sfoggiare, iniziò a scuoterlo. “Robert, Robert, siamo in ritardo! Perdi il treno, devi saltare sul treno tra dieci minuti pulce, svegliati!”
“Cinque minuti, mamma.” Borbottò lui, coprendosi la testa col cuscino.
“Robert, il treno!” esclamò di nuovo Sirius. “Sta per partire, Hermione ti aspetta!”
Robert aprì un occhio. “Mh? Hermione?”
“Il treno, Robert, sta partendo!”
Robert si mise a sedere, spalancando gli occhi. “Godric, il treno! Oh, siamo in ritardo? Che … che ore sono?”
Sirius scoppiò a ridere. “Avrei scommesso che sarebbe stato il nome di quella ragazza a farti aprire gli occhi.”
Robert lo guardò e capì. “Merlino, papà. Non siamo in ritardo, non è vero? Mi stavi prendendo in giro?”
Sirius continuò a guardarlo con il suo sorriso Malandrino. “Perdonami, pulce, ma Remus lo faceva sempre con me, e … beh, capisco perché si divertisse tanto.”
“Oh, sciocchezze.” Rispose la voce di Moony dalla porta. “Con te e James era esilarante. Questo non è stato niente.”
Sirius allargò le braccia. “Sai fare di meglio?”
“Certo che sì.”
“Provamelo.”
“Come faccio? Do’ un sonnifero al ragazzo?”
“Notizia dell’ultima ora, Moony” rispose Padfoot, avvicinandosi. “ho altri due figli da svegliare.”

Kayla dormiva beatamente sul fianco con il braccio sotto il cuscino, esattamente come Martha. Remus si mise a sedere a terra e iniziò a scuoterle la spalla. “Kayla?” sussurrò.  Lei strizzò appena gli occhi. “Kayla, dove hai messo le chiavi della mongolfiera?”
Lei aprì un occhi quel tanto che bastava per dire “Non sono stata io, è colpa di Robbie e Harry.”
Robert, ai piedi del letto, sorrise. “Kayla, veloce. Le chiavi della mongolfiera!”
Allora, con la prontezza di una Serpeverde, si mise a sedere e guardò i quattro volti sorridenti attorno a lei. “Che scherzo idiota sarebbe, questo?”
Robert scoppiò a ridere. “Scusa, piccola, ma la prima cosa che il tuo inconscio ti suggerisce è ‘non sono stata io, è colpa di Robert e Harry’?”
“Si vede che sono obbligata a dirlo spesso.”
“Oh, fantastico. Dieci punti a Serpeverde!” esclamò Sirius. “Sono le sette e venti, principessa, lei è pregata di lavarsi, vestirsi e scendere per la colazione, possibilmente portando con sé il suo baule.”
“Perché ti aspetti che sia pronto? Mancano dei libri!”  rispose lei.
“Giammai!” replicò il padre, ridendo. “Ad ogni modo, Moony, il tuo scherzo è fallito: non ti ha detto dove fossero le chiavi della flotofiera.”
“La mongolfiera non ha le chiavi.”rispose Kayla con astio.
“Uno a uno, Pluffa al centro.” Contestò Martha, posando un bacio sui capelli della ragazzina. “Forza, principessa.” Le sussurrò.

A colazione, ogni membro della famiglia Black aveva tenuto la faccia immersa nella tazza di caffè: Harry era stato svegliato da Robert che si era gettato a volo d’angelo su di lui, e la risposta che ottenne furono una serie di insulti verso Salazar Serpeverde, violentemente richiamati da Kayla.
Dopo che Martha aveva chiesto mille volte se avessero preso tutto erano partiti, e ora, in stazione, allungavano il collo alla ricerca di Dora e dei Weasley. La chioma rossa fiammante di Ninfadora si manifestò quasi tutto, e Robert non riuscì a fare a meno di chiederle dove avesse lasciato le chiavi della mongolfiera. Di nuovo, gli insulti furono violentemente richiamati, questa volta da Martha. Quando trovarono i Weasley, Molly era immersa in una predica storica ai gemelli.
“ … non voglio sentire di nessun tipo di scherzo, scommessa, o strano studio su quei dannati Tiri Vispi. Sono stata chiara?”
Sirius sorrise. “Suvvia Molly, sono sicura che se la caveranno con il giusto numero di punti persi. Non è vero, ragazzi?” domandò, rivolta a Fred, George e Robert. Loro annuirono. “Ricordate solo che il troppo stroppia.”
Martha si avvicinò al marito. “State attenti, intesi?”
“Sempre, mamma.” Risposero Harry, Kayla e Robert.
“Cercate di non affrontare cani a tre teste, state lontani dalla Foresta e da serpenti mitologici, evitate di accudire topi che in realtà non sono topi ma vermi, tenetevi alla larga dal Platano Picchiatore e dalla Stramberga Strillante, rispettate …”
“E non accettate caramelle dagli sconosciuti!” esclamò Robert.
Martha afferrò un suo orecchio e lo rigirò. “Robert Sirius Black.”
“Ah-ahi-ahi-ahi mi fai male!” strillò lui, mentre Harry cercava di non ridere.
“Se dovrò rispondere delle tue azioni al corpo docenti un’altra volta, giuro che …” ma non fece in tempo a completare la minaccia, perché l’attenzione di Robert fu attirata da qualcosa di ben più interessante: Hermione Granger, in tutto il suo splendore, si stava avvicinando alla famiglia Black.
“Harry, Kayla!” esclamò, abbracciandoli. Poi, diminuendo la luminosità del sorriso, guardò Robert. “Ciao, Robert.” Gli disse.
Lui aveva gli occhi piedi di malinconia. “Ciao, Hermione. Fatto buone vacanze?” usò un tono tanto dolce che Martha se ne stupì.
“Sì.” Rispose lei, perdendo completamente il sorriso. “E tu?”
Il treno fischiò, e  i due giovani corsero ad abbracciare Martha,  mentre Robert rimase a perdersi negli occhi di Hermione.
“Hermione?” la chiamò Ginny. Lei fu quindi costretta ad interrompere il contatto visivo con il primogenito Black per salutare Ron e Ginny.
Sirius ne approfittò per battere una mano sulla spalla del figlio. “Non ne sei ancora uscito, figliolo,vero?”
“Ma l’hai vista? Come si fa a lasciarla andare?”
Sirius sorrise. “Semplice: non si fa.”
“Dici che c’è sempre una speranza?”
“Dico che una volta una strega saggia e rompiscatole mi disse che gli amori più grandi sono quelli che siamo costretti a nascondere.” Annuì lentamente e disse. “La rivedrai presto, immagino, ma puoi sempre scriverle una lettera: ne sa sicuramente più di me sull’argomento?”
Robert sorrise. “Parli di Rose?”
“Sì, ma non dirle che ho detto che è saggia, intesi?”  I due risero. “Stai attento ai tuoi fratelli e guardati le spalle, pulce, e ricorda: il troppo stroppia.”
“Grazie, Padfoot.” Rispose il ragazzo, stringendolo in un abbraccio. Poi si avvicinò a sua madre e la strinse tanto da riuscire a sollevarla da terra. Lei rise e gli batté una mano sulla spalla.
“Sei grande e grosso, ormai: conto che tu sappia badare a te stesso.” Gli sussurrò.
“Ti voglio bene, mamma.” Rispose lui.
Lei non lo diede mai a vedere, ma in quel momento sentì una lacrima salata rigarle il viso.

Rosalie osservava Parigi da un tavolino di un bar. Davanti a lei c’era un biglietto scritto in modo confuso.

Papà ha detto che hai una teoria circa gli amori tenuti nascosti, dice che sono i più grandi. Dimmi che è vero: dimmi che tutto questo dolore ha un senso.
R.S.B.


Davanti a lei, carta e penna, ma nella sua testa un dubbio: Robert era abbastanza forte?

Non credo sia solo una teoria. Credo sia vero.
Gli amori più veri sono sicuramente quelli come quello che lega tuo padre a tua madre, perché vissuto, perché ogni giorno si svegliano l’uno accanto all’altra e questo è ciò che volevano quando hanno detto ‘si, lo voglio’.
Ma vedi, ci sono altri tipi di amore. Amori che non sono arrivati a quel ‘si’ e amori che non si svegliano l’uno accanto all’altro. Per Morgana, Robert, fai in modo do poterti svegliare almeno una volta nella vita accanto alla persona che ami: non c’è cosa più bella.
Tuo padre ha sicuramente citato quella mia famosa frase ‘gli amori più veri sono quelli che siamo costretti a tenere nascosti’. Ammetto che avevo bevuto un po’ quando partorii quella perla, ma posso dire che è vero. Sono i più veri perché ti logorano dentro, perché ti graffiano il cuore e tu non puoi dire a nessuno che stai sanguinando. Perché sarebbe da stupidi sanguinare ancora, no? Sarebbe da perdenti, e noi grifoni odiamo perdere.
Confermo le parole del buon vecchio Padfoot, dunque, ma ricorda che sono i più veri perché fanno più male degli altri. L’amore di mia sorella e suo marito, piccolo Robert, quello è l’amore che tutti meriteremmo di vivere. Non fare il mio errore: se hai un amore vero che ti tieni dentro, cerca di farlo diventare un amore grande da urlare al mondo.
Buon inizio scuola, abbi cura di te: mi hanno detto che succederanno un sacco di cose meravigliose.
Con amore,
R.E.R.


Kayla si chiuse la porta del bagno alle spalle. Erano in viaggio da poche ore, ma sentiva già odore di Hogwarts. Con la cravatta argento e verde ben allacciata, si perse a guardare il paesaggio scorrere.
“Allora, Black.” Tuonò una voce più che conosciuta. “Come te la passi?”
Incrociare gli occhi del giovane Malfoy diede di nuovo inizio a quella serie di strane reazioni chimiche attorno a loro.
“Alla grande.” Rispose, con tono di sfida. “E tu?”
“Beh, insomma. Mio padre voleva mandarmi a studiare a Dumstrang, sai?”
“Oh, e perché Merlino non lo ha fatto?” replicò.
“Mia madre non voleva che andassi a scuola così lontano.”
“Vedo che i tuoi vanno molto d’accordo!” sorrise.
Lui scosse la testa. “Hai saputo di ciò che succederà?”
Lei incrociò le braccia sul petto e lo guardò con aria di sfida. “Di che parli?”
“Come, non lo sai? Insomma, i tuoi lavorano al Ministero … e non lo sai?”
“Dimmelo tu, poi ti dico se lo sapevo oppure no.” propose.
“Nah, sarà più bello vedere la tua faccina sorpresa quando il caro Preside darà l’annuncio.”
“Draco, si può sapere cosa diamine stai …” ma si bloccò, perché il giovane Malfoy se ne era già andato. Lei, scuotendo la testa, corse verso lo scompartimento che aveva lasciato poco prima, trovandovi Ron furioso e Harry perplesso.
“Lui, provocarmi?! Figuriamoci!” strillò il rosso.
“Parli di Draco?” domandò Kayla. “Ha parlato anche con me.”
“E che ti ha detto?”  le chiese Hermione.
“Una delle sue stronzate.” Rispose Kayla. “Ha fatto finta di parlare di una cosa che succederà che io non so.”
“Lo ha detto anche a noi.” Affermò Harry. “Credi che stesse fingendo?”
“Aveva voglia di far valere il suo sangue puro, Harry.” Sbuffò Kayla, accucciandosi accanto al finestrino e scuotendo la testa. “Nulla che dice lui ha senso, alla fine.”

Il Cappello parlante finì di canticchiare una nuova canzone nel momento in cui Kayla stava per ammazzarlo. Seduta davanti a lei in mezzo agli altri Serpeverde, Astoria Greengrass sorrideva. “Che hai, Black?”
“Mi annoio.” Sbuffò lei.
“Perché non sei con i tuoi fratelli?”
“Perché Piton ha fatto notare a mia madre che non sono mai qui.” Rispose, con la stessa aria annoiata.
“Hai mai pensato di fare amicizia con qualcuno da questa parte della Sala Grande?” domandò la ragazza.
“Non offenderti, Astoria, ma la maggior parte dei Serpeverde non ha fama di essere amichevole.” E per la prima volta si fermò a guardare quella ragazzina: oltre ai capelli biondissimi e lisci in modo innaturale, c’erano due occhi buoni.
“Non hai tutti i torti, sai? Non siamo amichevoli mai siamo degli ottimi amici, e sappiamo anche essere divertenti.”
Kayla accennò un sorriso. “Che vuoi dirmi?”
“Che a me piacerebbe, essere tua amica.”
Intanto, un certo Malcom venne Smistato in Serpeverde e una tale Laura entrò a far parte dei Corvonero, e lo Smistamento si concluse. Kayla si ritrovò davanti una serie di cibi deliziosi che in casa sua per sei mesi non aveva mai visto. La sua reazione fu la stessa che ebbero i suoi fratelli dall’altra parte della Sala, sotto lo sguardo schifato di Hermione.  Intanto, Nick-Quasi-Senza-Testa raccontava loro che Pix aveva cercato di sabotare il banchetto.
“Uuuhm! Perché la mamma non impara a cucinare così?!” domandò ad un tratto Robert, facendo ridere gli altri.
Hermione lo fulminò con lo sguardo. “Robert, è una cosa seria.”
Lui assunse l’espressione più seria che riuscì, rendendosi conto che non aveva ascoltato una sola parola di quanto avesse appena detto. Poi si guardò attorno: il banchetto, cibo a volontà, Nick-Quasi-Senza-Testa ed il suo racconto. “Merlino, ti stai di nuovo lamentando per la condizione degli elfi domestici?”
“Ti rendi conto che stai mangiando cibo prodotto da schiavi?”
“Si, beh, sono enormemente dispiaciuto.” Replicò. “Ma bimba, non sarà digiunando che migliorerai la loro condizione.”
“E quindi?”
“Non lo so, fai loro visita nelle cucine, portagli dei regali a Natale, ma mangia, perché mi sento in colpa ad abbuffarmi davanti a una persona che non ha nulla nel piatto!” 
Hermione prese una bistecca e se la mise nel piatto. “Io non so dove siano le cucine, Robert.”
“ ‘esto non è un ‘blema.” 
“Nel senso?”
“Nel senso che io so dove sono.” Rispose lui, ingoiando il boccone.
“Ma io non mi fido più di te, Robert Black.” Rispose lei, e lui seppe che era estremamente sincera. Sentì lo stomaco chiudersi e se ne sarebbe volentieri andato, se Silente non si fosse schiarito la voce annunciando che aveva una cosa importante da dire. Oltre alla lista di oggetti proibiti (estesa a scherzi di cui Robert aveva il baule pieno) e alle solite regole, fece uno strano annuncio: annunciò che la Coppa del Quidditch quell’anno non si sarebbe tenuta.
Robert sgranò gli occhi e Harry spalancò la bocca, mentre Kayla, dal tavolo Serpeverde, allungava il collo per vedere la reazione dei suoi fratelli. Fred e George, intanto, aprivano e chiudevano la bocca senza emettere alcun suono, e Robert fu per la prima volta felice che Oliver Baston se ne fosse andato.
“Ciò e dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e procederà per tutto l’anno scolastico …”
“Più importante del Quidditch? Davvero?” sussurrò Robert.
“Davvero, signor Black: quest’anno a Hogwarts si terrà un evento che vi terrà impegnati ma vi divertirà enormemente.”
Robert, anziché sentirsi in imbarazzo per essere stato richiamato prima ancora che le lezioni iniziassero, guardò il Preside con curiosità.
In quel momento, però uno strano rumore attirò l’attenzione di tutti. Trascinando una vecchia gamba di metallo, un uomo con il volto pieno di cicatrici e un occhio di vetro fece il suo ingresso in Sala Grande. Scrutò tutti quanti con aria diffidente, e poi incrociò lo sguardo di Silente. Gli strinse la mano e si sussurrarono qualcosa, poi l’uomo si sedette al tavolo degli insegnanti attirando a se un piatto di salsicce.
“Credo che …”
“Ecco a te il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Harry.” Lo bloccò Robert.
Pochi secondi dopo, infatti, l’uomo fu annunciato come ‘professor Moody’, ma solo Silente e Hagrid batterono le mani.
“Robert!” sussurrò la voce di Kayla all’orecchio del fratello. “Quello non è …”
“Oh, il tuo buon proposito di condividere i pasti con le serpi è durato tanto. Ti ho lasciato un pezzo di bistecca.” Le mentì, ma lei non lo stava ascoltando.
“Robert, quello è Alastor Moody! Ricordi la mamma che ne parlava quando … quando ancora papà non era tornato? Eravamo a cena, con zia Rose, nella vecchia casa, e hanno passato la cena ricordando quante cose avesse fatto, ma zia Rose era contenta che andasse in pensione, perché …”
Robert annuì. “Perché disse che era un rompiscatole! Oh, Merlino, era troppo bello per essere vero un insegnante come Remus!”
“Parli di Malocchio Moody, Kayla?” domandò Ron.
“Che cosa è successo alla sua faccia?” domandò Harry, fissandolo.
“Come stavo dicendo” riprese Silente. “nei prossimi mesi ospiteremo un evento straordinario, che non si tiene da più di un  secolo. È con grande piacere che vi annuncio che quest’anno a Hogwarts …”
“Non può essere vero.” Sussurrò George.
“Credo sia serio.” Gli rispose Robert.
“ … Si terrà il …”
“Godric, è serio!” sussurrò Fred.
“… Torneo Tremaghi!”
L’urlo di Robert, Fred e George, oltre a stordire Kayla per qualche secondo, rimarrà nella memoria di tutti i presenti per molto, moltissimo tempo. Persino la McGranitt –Harry ne è sicuro – sorrise. 



Zan zan. Rieccomi, persone. 
Per chi se lo chiedesse, la donna della dedica a inizio capitolo è mia madre. Lol. 
Detto questo, ringrazio felpato8, alwais, Kicchan7, Never_Anna (altra cioccolata?), _Alyss_ (oggi ho iniziato a leggere il tuo ultimo capitolo, tesoro, appena riesco lo recensisco), love_is_everything (spero tu stia un po' meglio),Distretto_9_e_34, _ginnyweasley_, GIOISTIK_117, e il mio cuore di panna vittoriaM20, e vi annuncio che lo scorso capitolo è stato il capitolo finora più recensito dell'intera storia. 
Quindi un grazie immenso!

Ecco, quindi un bel regalino al
#RobertSposami. 

 
   
 
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