Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: oscar1755    09/01/2016    7 recensioni
Rieccomi dopo tanto tempo…. Dopo il 43 ed il 44 ed in attesa del 45 …..riprendo da dove l’autrice ha interrotto (per breve tempo, spero) la storia. Maya e Masumi rimasti soli sulla nave che sta salpando. Contiene SPOILER – tutti i personaggi sono di proprietà di Suzue Miuchi
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 10

 

L’ingresso nel teatro non suscitò il benché minimo commento. Gli attori, intenti a studiare il copione raccolti in piccoli gruppi, la salutarono con l’abituale cordialità.

Maya raddrizzò le spalle e, sforzandosi di apparire serena, rispose ai saluti con il consueto sorriso sbarazzino. Kuronuma le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla.

- Stai bene? – le chiese sottovoce, visibilmente scosso.

Maya assentì, dubitando che Kuronuma sarebbe riuscito a mantenere segreto il rapimento se avesse continuato ad agitarsi così platealmente.

- Ero preoccupato per la tua incolumità – continuò cercando di calmarsi - non ti biasimo se hai bisogno di una pausa. Posso chiedere alla signora Tsukikage di posticipare la data della prima in modo che tu abbia tutto il tempo di riprenderti.

- Sono pronta – sostenne Maya con convinzione – recitare mi impedirà di rimuginare su quanto accaduto.

- Come desideri – disse il regista dirigendosi verso gli attori per richiamare la loro attenzione.

Masumi non aveva mentito, gli artisti erano calmi e composti in attesa delle istruzioni di Kuronuma e, soprattutto, ignari del suo sequestro.

Masumi. Ancora lui ad insinuarsi nei suoi pensieri. Maya distolse l’attenzione dal presente indugiando sul ricordo del loro focoso interludio. Arrossì, imbarazzata.

Contrariamente a quanto si era aspettata, aveva superato il trauma del rapimento. Gli uomini al servizio del presidente della Daito la seguivano con discrezione facendola sentire protetta e al sicuro.

Si fidava di lui. Fiducia. Una parola che mai avrebbe pensato di associare a Masumi.

L’uomo che aveva così profondamente detestato nel passato era diventato un alleato prezioso.

Orgoglioso e distante, freddo e cinico, aveva nascosto la sua vera natura con una capacità degna di un grande attore. E lei gli aveva creduto.

Abilissimo nel farsi odiare, lo aveva assecondato mostrandogli apertamente di disprezzare le sue azioni e il suo cinismo.

Vi erano stati, però, episodi in cui la fiamma della gentilezza aveva incendiato la maschera di granitico gelo lasciando intravedere l’uomo nascosto dietro di essa.

Quando era accaduto? Quando l’odio si era trasformato in imbarazzo e confusione?

Si era imposta di credere che si trattasse di disprezzo, ignorando caparbiamente i primi segnali dell’innamoramento.

Aveva mentito a se stessa a lungo e con convinzione, ma la verità ormai si stagliava nitida e dirompente nel suo cuore. Era innamorata. Assurdo negarlo ancora.

Tossicchiando, si guardò intorno. All’apparenza nessuno si era accorto del suo imbarazzo. Un sorriso sciocco le si dipinse sul volto. Sì, era innegabilmente e felicemente innamorata.

Masumi le aveva promesso di rompere il fidanzamento con Shiori. Per la verità, le aveva promesso ben altro!

Indipendentemente da lui, avrebbe lasciato fluire i propri sentimenti, senza programmi e senza la paura di soffrire per amore, in una parola, avrebbe vissuto.

La presenza di Masumi era stata determinante nel suo percorso di attrice. L’aveva costretta a non lasciarsi schiacciare dagli insuccessi e dallo sconforto e a continuare a lottare per affermarsi nel mondo del teatro.

Le due facce della stessa medaglia. L’uomo cinico che la incalzava e l’ombra dell’ammiratore che la incoraggiava.

Era più che pronta per la sfida con Ayumi.

Sospirando si alzò per raggiungere il resto del cast. Aveva una settimana per riversare in Akoya i suoi reali sentimenti.

Poi, avrebbe assaporato l’euforia di amare Masumi e avrebbe permesso al desiderio, crudo e carnale, di affiorare senza più menzogne.

 

 

Il maggiordomo, imperturbabile come sempre, gli aprì la porta e si scostò di lato per permettergli di entrare nella sontuosa dimora della famiglia Takamiya.

- Buongiorno Watanabe, sono venuto per vedere la signoria Shiori.

- E’ nella sala della musica, signor Hayami.

- Non è necessario che mi accompagni, conosco la strada.

Entrò nel salone illuminato da un’accecante luce solare e si fermò ad osservare la donna seduta accanto alla finestra. Sembrava calma ed imperturbabile, per nulla conscia di ciò che la circondava.

Mosse qualche passo verso di lei.

Shiori si voltò esibendo un ampio sorriso – Masumi, che sorpresa! Non ti vedevo da diversi giorni; immagino sarai stato impegnato con il lavoro.

- Dobbiamo parlare. Dal tuo conto corrente è stata prelevata una grossa somma di denaro – esordì Masumi con durezza.

- Come osi controllarmi? Non devo renderti conto di come spendo il mio denaro! – sibilò Shiori.

- La cosa mi riguarda, se finanzi attività illecite – ribatté con sarcasmo.

- Attività illecite? Ma sei forse impazzito?

- Sì, illecite per usare un eufemismo. Attività contro la legge come il sequestro di persona, per esempio – la guardò furioso.

- Io odio le rose scarlatte.

- Non cambiare discorso, Shiori. Rispondimi! A cosa ti è servito quel denaro?

- Devo distruggere tutte le rose scarlatte. Lei le riceve sempre alla fine di ogni rappresentazione – fissò Masumi con sguardo vacuo – com’è possibile? Lei cesserà di esistere se le rose scompariranno.

Masumi sgranò gli occhi. Il terribile sospetto si stava trasformando in realtà – lei chi? Shiori spiegati, so che sei tu la mandante del rapimento di Maya.

- Non sopporto la vista di quelle rose. Devo distruggerle tutte.

Masumi si voltò verso la porta e fissò Takamiya fermo sulla soglia.

- Che significa tutto questo? Mi sembra chiaro che Shiori soffra di qualche forma di schizofrenia – mormorò Masumi – perché me lo avete nascosto?

Takamiya abbassò il capo – speravo che fosse guarita. Era diverso tempo che non manifestava più comportamenti inconsueti e la tua presenza la rendeva tranquilla.

- Mi faccia capire, mi avete usato come farmaco? – sbottò sarcastico - non crede che avreste dovuto avvertirmi delle condizioni di salute di Shiori?

Il vecchio mosse qualche passo, indeciso – credevo che avrebbe potuto condurre una vita normale accanto ad un uomo come te.

- Se soffre di qualche sindrome, deve essere curata. Fingere o sperare che vada tutto bene non è una soluzione.

La famiglia Takamiya è molto in vista, non volevo che la stampa si appropriasse di una notizia del genere. Shiori ha sofferto anche troppo.

- Deve essere affidata alle cure di sanitari specializzati – replicò Masumi incollerito – può diventare pericolosa per se stessa e per gli altri. Ha organizzato il rapimento di una ragazza e i malviventi che ha ingaggiato potevano ucciderla. Si rende conto della gravità dell’accaduto, signor Takamiya?

- Non sapevo nulla, mi devi credere – sospirò rassegnato – non credevo che sarebbe arrivata a far del male ad altre persone. Ti prego Masumi, se la notizia divenisse di dominio pubblico tutta la famiglia Takamiya sarebbe rovinata.

Masumi strinse i pugni cercando di dominare la rabbia. Vendicarsi delle menzogne di Takamiya era allettante. Pensò al sorriso di Maya e alla sua gioia di vivere. Nonostante le ingiustizie subite, lo aveva perdonato, ammettendo di non odiarlo più da molto tempo.

- Tacerò solo se farà curare Shiori – disse infine.

Takamya annuì – farò come chiedi, ma, ti prego, non distruggerci.

- Forse l’Hayami di qualche anno fa non avrebbe ascoltato la sua preghiera, intravedendo la possibilità di ampliare gli affari in mano alla famiglia Takamiya; ma quell’uomo non esiste più – disse, dirigendosi verso la porta - considero l’incidente chiuso, così come il fidanzamento.

 

****

 

Camminò avanti e indietro per attenuare il nervosismo. Alla fine, decise di sedersi fissando l’orologio d’oro che portava al polso.

Si era obbligato a non andare ad assistere alle prove della dea scarlatta. Dopo il ritorno a casa di Maya, aveva trascorso una settimana d’inferno, nell’impossibilità di poterla vedere.

Come previsto, sui mass media erano comparsi servizi sulla rottura del fidanzamento e della conseguente mancata fusione di due imperi finanziari.

Si facevano illazioni sul comportamento del presidente della Daito. Certamente doveva essere qualcosa di terribile per aver spinto l’ormai ex fidanzata ad una improvvisa partenza per gli Stati Uniti.

Lui non aveva rilasciato smentite. Takamiya era stato di parola, organizzando il trasferimento della nipote in un centro di cura specialistico dove, forse, Shiori avrebbe potuto ricominciare una vita normale.

Si era concentrato esclusivamente sul lavoro, per impedire ai giornalisti di associare il suo nome a quello di Maya.

Ogni giorno chiedeva un resoconto a Kuronuma, che con la pazienza di un vecchio saggio rispondeva a tutte le sue domande.

Maya era tornata la ragazza solare di sempre e sembrava aver superato il trauma del rapimento.

Non era così fragile come sembrava, ma era dotata di uno spirito combattivo che difficilmente si sarebbe arreso alle avversità.

Sorrise, chiedendosi per l’ennesima volta come sarebbe stata la sua Akoya. Un trionfo, senza alcun dubbio.

Avrebbe atteso la decisione della signora Tsukikage e poi avrebbe confessato a Maya i propri sentimenti.

Possedere i diritti di rappresentazione dell’opera di Ozaki non era più tra le sue priorità. Voleva Maya e avrebbe fatto di tutto per convincerla a condividere il futuro con lui.

Anche se Maya aveva prontamente risposto alla sua passione, ricambiandolo con eguale intensità, non era sicuro che lei lo amasse.

La presenza dell’ammiratore segreto aleggiava tra loro e Maya gli era certamente più che riconoscente.

Si passò un mano tra i capelli con gesto sprezzante, era geloso di se stesso! Che ironia, per il freddo presidente della Daito, essere in balia di una ragazzina! No, non più una ragazzina, ma una donna con un futuro di grande attrice.

Il fato lo aveva punito, colpendo la sua arroganza con uno sfrontato romanticismo.

Che gli avversari pensassero pure che si fosse rammollito! L’importante era conquistare il cuore di Maya e renderla felice.

Si alzò, fissando la propria immagine nello specchio. Si osservò con occhio critico, lo sguardo freddo e diretto. Lo smoking nero era perfetto per una prima a teatro.

Si aggiustò il papillon e sorrise. L’attesa era finita.

 

 

*****

 

Finalmente sono riuscita a completare un altro tassello. Mi scuso per il ritardo con cui aggiorno, ma non riesco ad essere più veloce. Grazie per le vostre recensioni.

  
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