-Fratelli-
[...] Il moro si scostò i capelli dal volto, Naruto lo trovò molto sexy.
"Questo lo vedo dobe, ma cosa ci fa nella mia macchina?"
"Giusto, può venire a casa con noi così ci aiutiamo per un interrogazione?" chiese sorridendo,
"Non mi sembra di avere un'alternativa dobe"
Naruto e Kiba si scambiarono il cinque.
Fregato.[...]
Il biondo era davvero molto felice di essere riuscito
nell'impresa, gli sembrava quasi un giorno normale... Di molto tempo prima.
Kiba
che andava a casa sua...
Anche
se non l'aveva mai fatto per studiare!
A quel
pensiero sorrise, sotto lo sguardo attento di Sasuke. Alla fin fine la presenza
di quel fastidioso e rumoroso ragazzo poteva dare una svolta positiva al suo
rapporto con il dobe.
D’altronde
si sa, un Uchiha non fa niente per niente.
Dopo
aver parcheggiato la macchina nel cortile della villa, i ragazzi scesero dalla
vettura.
Il
castano rimase sbalordito dalla maestosità della struttura. Mise una mano sulla
spalla di Naruto e scosse la testa con forza.
"Sei
proprio cambiato"
Naruto
si voltò verso di lui, spaventato.
"Perchè?"
"Perchè
un tempo mi avresti detto subito che abitavi in un castello!" tirò un
sospiro di sollievo,
"Sei
un cretino! Mi hai fatto venire un infarto" e scoppiò a ridere.
Vennero
richiamati da Sasuke, che si crogiolava nella risata cristallina del suo
biondino.
"Avete
intenzione di rimanere tutto il tempo qui fuori?" non risposero neanche e
si catapultarono all'interno. Itachi non era ancora rientrato, quindi o era
impegnato in attività con il suo ragazzo o al lavoro aveva avuto degli imprevisti.
Kiba
passò una buona mezzora a correre da una stanza all'altra, ormai Naruto aveva
rinunciato alla possibilità di stargli dietro. Lo osservava in un gioioso
silenzio,
"Visto
teme? Ci voleva qualcun altro a rallegrare questa casa" si rivolse al moro,
che con un ghigno non tardò a replicare,
"Se
vuoi ti procuro un fratellino"
"Teme!"
Sasuke non rispose di rimando, ma gli scompigliò semplicemente i capelli.
Infastidendolo ulteriormente.
"Aaaaa
lo sai che ora non staranno più a posto" scosse la testa cercando di
scacciare la mano.
Poi le
urla chiassose di Kiba cessarono, forse era arrivato il momento giusto per
cominciare a ripassare.
Bastò
una veloce occhiata al ragazzo per capire che il libro non lo avrebbero visto
ancora per molto. Lui non era cambiato per nulla.
"Allora
ragazzi, facciamo qualcosa di divertente!"
Sasuke
cercò di convincerlo della necessità di studiare. D’altronde l'interrogazione
era il giorno dopo.
Tentativo
assolutamente vano, ma Naruto non voleva distruggere le speranze del teme. Era
divertente osservarlo, mentre si scomponeva con il suo amico.
Si
ritrovò a pensare che non era male vederli insieme. Probabilmente non sarebbe
stato così distruttivo cercare di includerlo nel suo gruppo.
L'unico
impedimento era Sai, chissà perchè ma qualcosa gli diceva che non sarebbero
andati d’accordo.
Al
ricordo del suo fidanzato gli tornò in mente che probabilmente avrebbe dovuto
pensare seriamente a quello che gli aveva detto Shika.
"Allora
Naruto?" Kiba si stava rivolgendo a lui,
"Scusa
non ho capito"
"Dobe"
si introdusse Sasuke,
"Non
l'ho detto a te, teme" Kiba si frappose fra i due e ripetè la domanda,
posta poco prima.
A
sentire la richiesta Naruto si chiese se non ci fosse un tranello
dietro...
Vide
Sasuke ghignare, ovviamente stava nascondendo qualcosa.
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Nel
frattempo Itachi stava passeggiando per le strade di Konoha, rifletteva
sul fatto che, da quando un vulcanico biondo era entrato nella sua vita, spesso
gli succedeva di dubitare di tutto il suo operato.
Di come
aveva gestito la sua quota nell'associazione.
Di come
si era preso cura di Sasuke.
Di come
l'aveva cresciuto.
Di come
l'aveva aiutato... O forse era il contrario?
Ricordava
che quando da piccolo Sasuke l'aveva svegliato, il mondo gli era totalmente
crollato addosso. Sua madre non c'era più, il padre che l'aveva cresciuto
amorevolmente era sparito da tempo...
Si
sarebbe dovuto prendere cura lui del piccolo di casa.
Ma era
troppo giovane, ancora non era maggiorenne. Fu il periodo più buio di tutta la
sua vita.
Li
misero entrambi sotto la custodia di Madara.
Era
molto peggio di Fugaku. Non li picchiava, ma cercava di plasmare loro la
mente.
Le
immagini della sua infanzia gli passarono davanti offuscando le persone che gli
scorrevano accanto. I giorni grigi trascorsi a casa con l'insegnante privato,
nessun amico, nessuno svago. Poteva esistere una prigione dorata peggiore?
Sasuke
cominciava a non ricordare niente dei giorni trascorsi con la loro vera
famiglia. Era come se fosse morto anche lui.
Non lo
guardava più con l'amore e la venerazione di un tempo, ormai anche il suo
frammento di felicità era stato spezzato.
Odiava
Madara, si era preso tutto... Tutto!
Per
quel che gli importava a quei tempi, poteva anche prendersi tutta la società.
Voleva
solo iniziare una nuova vita, ricominciare.
Alzò lo
sguardo dal marciapiede e si accorse di essere arrivato al parco centrale di
Konoha. Entrò e si sedete su una panchina, il freddo gli penetrò nelle gambe.
Non ci fece caso.
Ricordò
del momento di frattura, di cambiamento, la sua ribellione...
Un
giorno fuggì, scappò per le vie della città. Lasciando indietro Sasuke,
pensando solo a se stesso. Ma per lui era stato troppo da sopportare, sarebbe
dovuto essere il più forte. Sua madre si sarebbe vergognata di lui.
Ma,
anche se odiava Madara, aveva imparato una cosa in quegli anni. Doveva contare
solo su se stesso e le altre persone sarebbero state solo dei mezzi per
raggiungere la felicità nella vita.
Passò
molti mesi in giro, fece le prime amicizie, conobbe i suoi primi amori. Incontrò
molte persone che decisero di dargli una mano, un lavoro.
Così
divenne indipendente.
Si
scordò addirittura di avere un fratello, di avere una morale.
Trattava
male praticamente tutti, li usava e poi li buttava via come stracci usati.
Pochi erano quelli che avevano l'onore di essere chiamati amici.
Purtroppo
era divenuto il riflesso di quello che non sarebbe mai voluto diventare.
Poi
vide la luce, aveva appena finito la serata in un locale. Aveva festeggiato il
suo diciottesimo compleanno spassandosela con un numero imprecisato di ragazzi
e ragazze, credeva che nulla avrebbe potuto rompere la sua idilliaca vita.
"Ma
guarda chi si vede, la prova che in realtà non sono figlio unico" Sasuke
lo fissava con uno sguardo spento, con un piglio quasi ironico. Appoggiato al
muro, aveva solo una camicia a maniche corte nera, come facesse a non avere
freddo era ancora un mistero.
Lo
stesso brivido che lo percorse quel giorno, lo fece rabbrividire. Erano passati
anni, ma ancora si ripeteva che forse Sasuke sarebbe stato diverso se non
l'avesse abbandonato... Forse non avrebbero avuto tutti quei problemi a
relazionarsi con gli altri.
Rimasero
in silenzio per diverso tempo, nessuno dei due aveva il coraggio o la voglia di
parlare. Poi Itachi sospirò ed incrociò le braccia guardandolo dall'alto in
basso.
"Cosa
ci fai fuori casa a quest'ora?" si sentì chiedere, ma non avrebbe dovuto
farlo.
"Come
se ti interessasse, comunque io faccio quello che voglio. Madara non è mio
padre, come te non sei più mio fratello" per il più grande fu come
ricevere un pugno nello stomaco, un conto era pensarlo... Un altro sentirselo
dire.
"Così
piccolo e già dici queste brutte cose" Sasuke gli si avvicinò, strinse gli
occhi.
"Tu
mi hai abbandonato" un altro punto a suo favore purtroppo.
Avendolo
così vicino l'unica cosa che desiderava era prenderlo sotto braccio, come
faceva quando erano più piccoli.
"Ti
ho lasciato dove volevi stare, era chiaro che io appartenevo ancora al passato
mentre te, lentamente, stavi scordando tutto"
Fortunatamente
vide il pugno prima di farsi colpire.
Lo parò
e a quell'attacco ne susseguirono altri... Cinque, sei, sette... Entrambi
persero sia il conto che il passare dei minuti.
Il
moro, sulla panchina, sorrideva tristemente a pensare a quante botte si erano
dati quella notte.
Chissà
forse ne avevano entrambi bisogno.
Poi si
fermarono, il respiro affannato.
Itachi
aveva bloccato le braccia del fratello sul terreno, ai lati del corpo.
"Sei
un bastardo!" gli urlò in faccia il più piccolo,
"Si
può sapere cosa vuoi?" vide lentamente gli occhi di Sasuke inumidirsi, il
moro si sbalordì della cosa.
"Mi
hai lasciato solo in quella casa maledetta! Come pensi che mi sia sentito? Che
sia stato felice?" non gli diede il tempo di rispondere e lo colpì con le
parole.
Gli
fecero più male dei pugni.
"Tu
eri la mia unica fonte di salvezza, l'unica finestra sul passato, l'unica
persona rimasta della mia vera famiglia! Te ne sei andato... E a Madara sono
rimasto solo io. Dei due giocattoli, uno si era rotto... Rimaneva solo l'altro,
io! Lezioni sempre più pesanti, grida, punizioni, nessun amico. Solo! Mi hai
lasciato solo! Io mi fidavo di te"
Itachi
lo abbracciò, aveva sbagliato tutto.
"Credevo
tu volessi rimanere lì, che lo considerassi la tua nuova famiglia... La cosa mi
spaventò a tal punto da farmi scappare"
Si alzò
dal terreno, aiutando anche Sasuke. Ancora con il viso bagnato dalle lacrime.
"Mi
dispiace, sono stato un'idiota"
"Io
ho un'unica famiglia Itachi e sei tu. Ho aspettato il tuo compleanno e sono
scappato anche io. Ricominciamo insieme?"
Non
c'era una vera risposta a quella domanda, ora Itachi lo sapeva.
Vedere
di nuovo suo fratello, sapere che non era solo lo aveva aiutato molto. Gli
diede l'incentivo a diventare una persona migliore.
I fatti
si susseguirono quasi spontaneamente.
Il
passaggio della tutela di Sasuke ad Itachi.
I
lavori per mantenersi.
Il
rendere un inferno la vita di Madara.
Grazie
a Naruto, però, Itachi capì che mancava ancora qualcosa. Erano sempre stati
loro due e, per quanto Sasuke avesse adottato un comportamento molto più
irrispettoso, entrambi consideravano gli altri meno di zero.
Per questo non ci vide nulla di male quando, dopo aver conosciuto
Orochimaru, decisero di acquistare un ragazzo…
Non si
era accorto dei loro sbagli fino a quel momento, forse non erano stati tanto
diversi dal loro tanto odiato zio.
Tutti
quei poveri ragazzi.
"Itachi?"
l'Uchiha alzò lo sguardo ed incontrò il volto stupito del suo ragazzo,
"Shisui,
che ci fai qui?" era così tanto immerso nei suoi pensieri che non l'aveva
neppure sentito arrivare,
"Io?
Te piuttosto, mi avevi detto che dovevi correre a casa"
"Che
ore sono?" era totalmente smarrito,
"Ormai
è quasi ora di cena, ma stai bene? Tutto ok?" ovviamente non gli era
sfuggita la scintilla di malinconica tristezza nei suoi occhi,
"Diciamo
di si, poi ti spiego"
"Vieni
a casa mia dopo cena, magari ti faccio distrarre un po' " aggiunse
maliziosamente, quindi gli diede un dolce bacio sulla guancia.
L'Uchiha
sorrise guardandolo mentre si allontanava.
L'onore
di averlo cambiato non andava dato solo a Naruto, ma anche a quell'angelo del
suo ragazzo!
Quanto
lo amava...
Si alzò
dalla panchina stiracchiandosi, era il momento di rientrare.
Non
sarebbe stato un felice rientro.
Si
avviò, totalmente inconsapevole di quello che avrebbe trovato a casa.
Nel
frattempo Naruto,
"Teme
non ci provare neanche, tieni a posto quella mano!"
"Ma
dai dobe me l'ha chiesto Kiba"
"Anche
te stupido cagnaccio stai fermo o finirò per venirti addosso"
Già, si stavano proprio divertendo.
E anche Sacrificio è stato aggiornato!! TatataaaanSpero che lo scorcio di passato dei nostri amati/odiati fratelli vi sia piaciuto!! Che ne pensate??
Ma soprattutto, cosa stanno combinando Kiba, Sasuke e Naruto in casa?
Grazie per esservi fermati a dare una lettura al mio lavoro, se vi va lasciatemi un pensiero, un consiglio o una critica ;)
A presto!