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Autore: eleCorti    10/01/2016    1 recensioni
Un'amicizia può durare o può finire, sta a noi deciderlo. Un amico lo si può anche perdere, ma non perché ci hai litigato, ma a causa di eventi esterni, come è successo alla giovane Doremì Harukaze, la quale aveva delle amiche alle elementari, ma poi le ha perse, poiché hanno intrapreso strade diverse.
Ora va alle superiori, frequenta una nuova scuola, con nuovi compagni, e qui ritroverà le sue amiche. Ma la loro amicizia è davvero destinata a durare per sempre?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doremi Harukaze, Tetsuya Kotake, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ormai il suo piano stava per vedere la luce, si disse, mentre attraversava il lungo corridoio della scuola che portava alla palestra, in cui si sarebbe svolto il ballo di fine anno.
Non le importava nemmeno di avere un accompagnatore, perché alla fine della serata si sarebbe ripresa ciò che era di sua proprietà e finalmente avrebbe ristabilito l’ordine.
E tutto grazie a quella ragazzina dai capelli rossicci, il cui nome era Bibì; se non fosse stato per lei, a quest’ora era ancora intenta a cercare una perfetta vendetta.
E invece quel pomeriggio quella ragazzina era spuntata a casa sua con in mano una cassetta.
“Ho qui qualcosa che potrebbe interessarti” le aveva detto, tendendole l’oggetto.
Poi se n’era andata, in una maniera troppo furtiva, come se temesse che qualcuno d’indesiderato potesse vederla lì.
La giovane Reika notò la sua amica Mindy intenta a sistemare gli ultimi preparativi del ballo, precisamente la piccola urna dove sarebbero stati inseriti i voti per eleggere la reginetta del ballo.
Cercò di non farsi notare mentre s’intrufolava dietro il maxi schermo per raggiungere il proiettore.
Bene, si disse, non c’era nessuno, così avrebbe potuto fare lo scambio di cassetta senza farsi notare da qualche occhio indiscreto.
Si chinò sull’oggetto, estrasse la videocassetta che c’era all’interno e inserì quella che le aveva dato la sorella della sua rivale.
Soffocò una risata malvagia, in modo tale che nessuno la sentisse, poi, sempre senza farsi vedere, si allontanò dal luogo del delitto, dirigendosi all’entrata della palestra, per sistemare gli ultimi ritocchi.
Ormai mancava poco, si disse, e quella sciacquetta sarebbe stata derisa da tutta la scuola.
****
Forse aveva fatto male a dare quella cassetta a Reika, ma lei voleva solo vendicarsi di sua sorella, ma forse aveva scelto la via sbagliata e, forse, ora era troppo tardi.
Si mise le mani sul viso, ormai attanagliata dai sensi di colpa. E ora che avrebbe fatto? Sicuramente Doremì avrebbe scoperto che la cassetta a Reika l’aveva data lei e non l’avrebbe mai perdonata per il suo errore.
La porta bussò, facendo spaventare la ragazzina e se fosse Doremì? Si domandò. Scosse la testa cercando di scacciare tutti quei brutti pensieri, si asciugò gli occhi inumiditi dalle lacrime e decise di far entrare colui che aveva bussato.
“Avanti!” esclamò con un tono fermo.
La porta si aprì, mostrando la signora Harukaze. La giovane Bibì tirò un sospiro di sollievo e tutta la tensione sparì.
“Mamma!” disse, cercando di reprimere le lacrime che premevano per uscire dal viso.
“Tesoro, qualcosa non va?” le domandò la madre, sedendosi nel letto vicino alla figlia.
Le madri conoscono i propri figli come le proprie tasche e lei sapeva che la sua bimba avesse qualcosa che non andasse.
“Io... ho fatto una cosa sbagliata nei confronti di Doremì” ammise, liberando le lacrime.
“Tesoro vedrai che ti perdonerà”  la rassicurò, accarezzandole i capelli.
“Io non lo so... la cosa è grave e non posso porvi rimedio. Ormai è troppo tardi” scoppiò in un pianto isterico.
“No, c’è sempre un rimedio, cara, devi solo trovarlo” le sollevò il viso con due dita, per poi posarle un bacio sulla fronte.
“Ora devo andare, devo aiutare tua sorella a prepararsi” si alzò dal letto, uscendo dalla stanza.
Forse sua madre aveva ragione, non era troppo tardi per rimediare a quello sbaglio, forse c’era ancora tempo, ma doveva sbrigarsi, arrivare prima che Doremì giungesse al ballo, sottrarre la cassetta alla bionda e riportarla a casa.
****
Il grande giorno era arrivato e finalmente avrebbe potuto dichiararsi alla sua amata ed essere finalmente felice.
Tutto doveva essere perfetto, aveva, infatti, noleggiato una limousine e aveva deciso anche d’indossare uno smoking per essere elegante.
D’altronde per la sua Doremì avrebbe fatto qualsiasi cosa, anche andare in capo al mondo, anche abbandonare il suo stile sportivo per renderla la persona più felice del mondo.
Ci siamo, ormai era giunto davanti alla casa della sua amata, scese dal mezzo con in mano un mazzo di rose rosse, percorse il vialetto della casa costernato da un meraviglioso giardino pieno di piccole piante e con un albero posto sulla sinistra; suonò al campanello, più teso che mai.
Ad aprirgli fu la mamma di Doremì che, con un sorriso, lo fece accomodare in salotto, facendolo sedere sulla poltrona nera, posta al centro della stanza.
Accanto vi era un piccolo tavolino rotondo con sopra delle foto, una in particolare catturò l’attenzione del ragazzo: una giovane Doremì durante il suo primo giorno di scuola.
Sorrise ricordando quel momento in cui aveva conosciuto quella buffa ragazzina dai capelli arruffati raccolti in due buffi codini; quello era stato l’inizio di tutto, l’inizio del suo smisurato amore verso quella bambina dai capelli rossi.
“Doremì è arrivato Tetsuya!” urlò la madre dalle scale.
Poco dopo una Doremì vestita in un modo assai elegante scese le lunghe scale. Indossava un vestito lungo di colore rosso, con una scollatura a v che metteva in risalto il suo seno, indossava anche una collana di perle per dare luce al suo decolté; ai piedi portava delle scarpe nere con il tacco alto.
Il giovane Kotake rimase ammaliato da quella soave visione, sembrava una dea scesa in terra per lui. Iniziò a sentire caldo a sudare, il cuore che gli batteva all’impazzata, questo sì che era amore, si disse.
“Sei bellissima” le disse, baciandole la mano, da vero gentiluomo.
“Grazie” arrossì come una bambina.
“Questi sono per te” le porse i fiori.
Che romantico che era, pensò la giovane mentre annusava il dolce profumo delle rose, mai nessuno aveva fatto quel piccolo, ma intenso gesto solo per lei.
“Grazie” lo ringraziò ancora.
Poi diede il mazzo di fiori alla madre che li mise in un vaso pieno d’acqua per poi posarlo sopra il pianoforte; e a braccetto con il suo accompagnatore uscì da casa, salendo nel lussuoso automezzo.
****
Oh cavolo, si disse, Doremì era già uscita e lei era ancora a casa! Non c’era altro tempo da perdere, uscì dalla stanza, indossò le scarpe e si precipitò in strada, in sella alla sua bici.
Sua sorella era a bordo di un'auto, per cui sarebbe arrivata prima di lei, anche se lei avesse pedalato il più velocemente possibile.
Ma lei non poteva imboccare le piccole viuzze non adatte a grandi mezzi, mentre lei sì e forse in quel modo sarebbe arrivata prima.
Fece una deviazione verso destra, abbandonando il percorso dell’auto, entrando in un piccolo vicolo, che portava direttamente alla scuola.
Pedalò e pedalò, rischiando di cadere svariate volte, poiché, a causa del buio, non notava le varie buche e molti ostacoli posti sul percorso.
Alla fine riuscì a giungere davanti alla scuola superiore sana e salva. Lasciò la bici in mezzo al cortile, non curandosi di posteggiarla, nell’apposito parcheggio per biciclette, d’altronde, vista la gravità della situazione, non c’era altro tempo da perdere.
S’inoltrò nel vasto cortile, cercando la palestra della scuola, ma lei non sapeva dove fosse, visto che quella non era la sua scuola. Ma, grazie all’assordante musica che riuscì a captare, riuscì a trovarla.
Si diresse a passo spedito verso il grande portone, spalancandolo con il respiro affannato; subito il suo sguardo si posò sulla sorella e sul suo accompagnatore, era arrivata in ritardo, ma ancora le speranze non erano perse.
Notò poco distante Mindy, forse poteva chiedere a lei. Non le importò nemmeno se si ricordasse di lei, poiché erano anni che non si vedevano, ma non c’era altro tempo da perdere.
“Mindy!” esclamò, trafelata.
Si voltò, notando una ragazzina a lei molto famigliare, si fermò a scrutarla un attimo per cercare di capire di fosse, e alla fine la riconobbe: era la sorella di Doremì.
“Bibì! Che ci fai qui?” le domandò, sorpresa.
“Ti prego aiutami!” le disse con il respiro affannato, più agitata che mai.
“Che cosa è successo?” le chiese, preoccupata.
“Ho dato una videocassetta a Reika in cui Doremì fa una cosa imbarazzante e lei la vuole far vedere a tutta la scuola per metterla in ridicolo” le disse tutt’a un fiato.
Non si domandò nemmeno se quella bambina le stesse dicendo la verità, poiché conosceva benissimo Reika e sapeva di cosa fosse capace. E lei non poteva permettere che mettesse in ridicolo Doremì.
“D’accordo, ci penso io!” la rassicurò, con un tono serio.
La giovane si fidò della ragazza dai capelli biondi, perché sapeva quanto ci tenesse alla sorella, nonostante non si sentissero da anni.
Vagò con lo sguardo in cerca di alcune persone: le sue amiche, le sue vere amiche, Melody, Sinfony e Lullaby.
Le vide: Melody era al buffet che stava parlando con il suo ragazzo, Sinfony era seduta sulle poltroncine bianche che stava scherzando con il suo club e Lullaby stava firmando degli autografi.
Si avvicinò alla ragazza dai capelli ramati e la afferrò per un braccio borbottando un scusami te la restituisco subito al giovane musicista, poi si diresse verso Sinfony, facendola alzare scusandosi con i suoi amici ed, infine, scacciò via le fan della cantante, fermandosi in un angolo della pista.
“Ma che succede?” domandò la corvina, desiderosa di sapere.
La giovane cheerleader raccontò il tutto alle sue vecchie amiche, che con uno sguardo d’intesa si misero d’accordo per attuare il loro piano.
Melody ritornò da Masaru, sussurrandogli all’orecchio la sua idea. Il giovane annuì, così salirono sul palco, presero i loro strumenti, pronti per iniziare il piano.
“Attenzione ragazzi, vogliamo dedicare questo pezzo a Reika, poiché oggi è il suo compleanno” la musicista afferrò il microfono.
Poi iniziò a intonare un’allegra melodia, seguita dal suo fidanzato che aveva iniziato a soffiare nella sua tromba.
“No, ma che fate? Oggi non è il mio compleanno!” sbraitò la biondina.
Cercò di avvicinarsi ai due ragazzi, ma fu sommersa da una folla di ragazzi che voleva augurargli buon compleanno. E Reika era sistemata!
Sinfony, intanto, era appena rientrata in sala con in mano un’altra cassetta, che Mindy le aveva detto di prendere nell’armadietto di Reika, di cui sapeva la combinazione per aprirlo.
Senza farsi notare, diede l’oggetto alla sua amica dai capelli biondi, la quale insieme a Lullaby andò dietro il maxi schermo, senza passare per il palco, dove c’era il proiettore.
Accanto, vi era seduto un ragazzo molto in carne dai capelli castani; ora era il turno di Lullaby.
“Tu sei Shinichi?” gli domandò, facendolo voltare verso di lei.
“Oh Dio, ma tu sei Lullaby!” esclamò, arrossendo.
“Esatto. Mi è stato detto che tu sei un mio grande fan e per ringraziarti ho deciso di ballare con te” gli disse, facendolo alzare dalla sedia.
“Non è uno scherzo?” domandò, scettico.
“No” lo trascinò sulla pista da ballo.
Mindy, uscita dal suo nascondiglio sotto il palco, si avvicinò al proiettore e, svelta come una volpe, fece lo scambio delle cassette, poi, senza farsi vedere, ritornò dalla piccola Harukaze.
“Ecco qua” le porse la videocassetta.
“Grazie” afferrò l’oggetto, sorridendole grata.
“Ora è meglio che vai, prima che Reika ti veda” le propose.
“Grazie ancora!” le urlò, mentre si allontanava verso l’uscita.
****
Finalmente quei seccatori se n’erano andati! Si disse, aggiustandosi il vestito dorato lungo fin sotto i piedi e con una scollatura assai profonda.
Chissà perché quei due erano saliti sul palco? Si domandò, aggiustandosi a capelli.
Ormai non aveva più importanza, dato che erano scesi, si disse, così avrebbe potuto attuare la sua bellissima vendetta.
Si diresse dietro il megaschermo, dove c’era il proiettore, ma di quel grassone non vi era traccia. Lo cercò e notò che era nella pista da ballo, ma era solo e, sconsolato stava ritornando al suo posto.
“Ma dov’eri finito?” lo sgridò, allargando le braccia.
“Io... niente” rispose il ragazzo.
“Forza scansafatiche avvia sto coso!” gli ordinò.
Il giovane prese il telecomando e avviò il nastro, ma ciò che esso mostrò, non era quello che la giovane si aspettasse.
Nel megaschermo era, infatti, comparsa l’immagine della giovane Tamaki, con in viso una strana crema che la rendeva brutta come la morte, mentre cantava la canzone I’m walking on sunshine, muovendosi in un modo non troppo aggraziato, infatti, cadde per terra come un salame.
In sala fu udita una fragorosa risata nel vedere la ragazza più bella di tutta la scuola mettersi in ridicolo in quel modo.
Perché? Perché? Perché? Si domandò la biondina furiosa come non mai. Possibile che avesse preso la cassetta sbagliata? Si chiese, cercando di darsi una risposta a quell’errore.
No, impossibile, si ricordava che nella cassetta ci fosse scritto Video imbarazzante su Doremì quindi non poteva avere sbagliato, si rispose.
“Ma com’è...?” cercò di domandare.
“Beh diciamo che ci è stato uno scambio” la voce di Mindy la fece girare di scatto.
“Tu! Sei stata tu!” la indicò, con uno sguardo omicida.
“Perché?” strinse i pugni, sentendosi tradita, poiché credeva che la biondina fosse dalla sua parte.
“Bibì è venuta qua e mi ha detto tutto” confessò.
“Attenzione ragazzi, abbiamo appena finito di votare i canditati come re e reginetta del ballo” la voce al microfono interruppe il loro discorso.
La bionda si girò, contenta almeno di avere la vittoria assicurata, poiché ragazza più popolare della scuola.
“I vincitori sono Doremì Harukaze e Tetsuya Kotake” annunciò la voce.
Che cosa? No, non poteva essere! Si ripeté sorpresa, shockata, furiosa, arrabbiata, non sapeva in che stato d’animo fosse.
“Anche questa è opera tua?” si rivolse alla sua compagna di squadra.
“No, questo no” negò l’americana.
“Bugiarda!” le urlò contro, cercando di negare l’evidenza, cioè che aveva miseramente perso.
“Perché non accetti la verità? Tutti pensano che loro due siano una coppia e beh Tetsuya è più popolare di te e tutti preferiscono Doremì ad una come te” le fece notare la fanciulla.
Corse via, piangendo, con la coda con le gambe, capendo di avere subito una sonora sconfitta, il tutto a causa di una sciocca ragazzina.
“I vincitori sono pregati di salire sul palco” continuò la voce.
I due giovani salirono sul palco, l’emozione a mille, l’incredulità anche, soprattutto Doremì che non credeva di poter vincere, anzi non lo riteneva neanche possibile.
 E, dopo che la ragazza mise loro le coroncine, ritornarono sulla pista da ballo, per inaugurare le danze.
Erano stretti, forse troppo, fronte contro fronte, lei con le mani sul suo collo, lui che le cingeva la vita.
I loro cuori battevano all’unisono, i respiri affannati, era un sogno che diveniva realtà.
“Te l’ho già detto che sei bellissima?” spezzò il silenzio.
“Sì” arrossì ancora.
“Doremì, io... io... mi sono innamorato di te” le confessò, arrossendo come un pomodoro.
“Oh Tetsuya, anch’io” alzò lo sguardo, sorpresa e felice come non mai.
Fu un attimo e le loro labbra s’incontrarono, bramose di assaggiarsi. Fu un bacio travolgente e passionale, frutto del loro amore appena sbocciato e, quando si staccarono, rimasero fronte contro fronte, sorridendosi a vicenda, come due innamorati.
“Ti amo” le sussurrò a fior di labbra.
“Ti amo anch’io” sorrise come non mai.
“Doremì congratulazioni!” l’assalto delle loro amiche interruppe il magico momento.
Infatti, le ex streghe l’avevano abbracciata, felici per l’amica e contente, soprattutto, che il loro piano avesse funzionato.
“Siamo così contente per te Doremì” Mindy le fece l’occhiolino.
“Già!” asserì Sinfony, dandole una pacca sulla spalla.
“La tua vittoria è più che meritata!” Lullaby, proseguì con i complimenti.
“Suvvia ragazze che la fate arrossire! Ora però è meglio andare, mi sa che abbiamo interrotto qualcosa! Ci vediamo domani Doremì!” le fece l’occhiolino Melody.
“Come? Davvero?” le sembrava di avere sentito male.
“Certo! Domani a pranzo!” rispose la corvina, facendole anche lei l’occhiolino.
“Certo!” rispose, felice.
E finalmente, dopo anni, la giovane Harukaze si sentì davvero felice come da bimba, perché aveva al suo fianco le sue amiche e in più aveva anche un ragazzo, che lei amava tantissimo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: salve! Non sono sparita! Scusate se pubblico il capitolo solo ora, ma tra le feste ho abbandonato un po’ la storia, dimenticandomi di essa. Ma ora che sono finite tutte le festività, ho deciso di riprenderla in mano, visto che questo sarebbe stato l’ultimo capitolo. Forse non è uscito come l’ho pensato, ma è venuto fuori!
Visto? Alla fine tutto è finito bene e beh Reika non ci ha fatto una bella figura.
Ringrazio (in ordine): lola1996 e cuore_di_tenebra che hanno recensito la storia.
Cuore_di_tenebra e patataparabatai che hanno messo la storia tra le preferite.
Vale97, twidash19 e fede_piccola96 che hanno messo la storia tra le seguite.
E ne approfitto per augurarvi buon anno, anche se in ritardo.
A presto.
 
 
   
 
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