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Autore: Akemichan    10/01/2016    4 recensioni
Franky/Robin - romantico/fluff - varia lunghezza e vario genere
Raccolta di storie dedicate a questa coppia, con il filo conduttore del "ti amo"
#1: Franky è un inventore incompreso dal suo paese, ma la notte di Halloween la sua più grande invenzione prenderà vita, facendogli vedere le cose in modo differente [Coppelia!AU - Halloween fic]
#2: A Franky scappa una dichiarazione improvvisa, nel momento meno opportuno. O in quello migliore? [Fluff]
[Storia partecipante al Contest "Per ogni kanji un pacchetto di sorprese" indetto da Mokochan sul forum di EFP]
#3: La maledizione ha trasformato Robin in un'assassina, ma ci sono persone che non potrebbe mai uccidere [Supernatural!AU Demone!Robin drammatico]
[Storia partecipante al Contes Sky or Abyss indetto da Soulkiller sul forum di EFP]
#4: In un mondo in cui si sogna la vita della propria anima gemella, Franky si annoia. Robin, invece... [Soulmate!AU]
[Soulmate Day organizzato dal Naruto&One Piece Forum]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sei'
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D'improvviso

«Ti amo.»
Non so da dove mi uscì, così, per caso. E ovviamente mi maledii un attimo dopo per averlo detto, come un cretino.
Io sono un tipo romantico, ecco, pervertito ma romantico. E pensavo che una mia eventuale dichiarazione sarebbe stata super tanto quanto me. Immaginavo la luna piena, io che suonavo una serenata con la mia chitarra, regali e commozione generale. Di certo non mi aspettavo di farlo all'improvviso nel bosco dove eravamo a raccogliere la legna.
Mi era proprio scappato. Robin si era chinata appena, stringendo ancora al petto un gruppo di rami secchi, e stava sorvegliando con attenzione una pietra che non appariva scavata naturalmente. I suoi occhi erano fissi, concentrati, le labbra strette, eppure potevo perfettamente percepire la passione che la stava animando.
E in quel momento avevo pensato a quanto amo questa donna. Solo che non progettavo di dirlo, ecco. Un caso, non di certo un rischio calcolato.
Dopo la mia dichiarazione improvvisata, Robin voltò la testa di scatto verso di me. Non c'era la sorpresa che mi aspettavo sul suo volto, più perplessità. Mi stava studiando nello stesso esatto modo in cui poco prima aveva studiato la pietra.
«Dici sul serio?» mi domandò. Era ancora chinata a terra, la mano che stringeva i rami.
Non potevo più tirarmi indietro. Annuii. «Certamente.»
«E come ti è venuto in mente di dirmelo adesso?» Non c'era rabbia nella sua voce. Magari ci fosse stata. Si stava semplicemente informando di quello che era successo, come se non la riguardasse affatto.
«Sì, non è stata la mia performance migliore, lo ammetto» risposi. «Avevo voglia di dirlo, tutto qui.» Forse era proprio quella la verità. Non ricordo esattamente quando mi ero innamorato di Robin, certo molto prima di quel giorno e molto prima della separazione della ciurma. Erano quindi più di due anni che attendevo di dirglielo. Non è che cercassi un momento giusto, ma sì, forse dovevo farlo.
«Capisco» commentò Robin, asciutta. Si alzò, si risistemò la gonna viola e si voltò verso la foresta, dove il sentiero continuava. «Dobbiamo raccogliere altra legna, non credo che questa basterà per tutta la notte.»
Guardai il gruppo di legni che avevo sottobraccio e dovetti concordare con lei. Sanji avrebbe scaldato la cena con le pietre arroventate, ma poiché avevamo deciso di dormire sulla spiaggia avevamo necessità che il falò durasse per tutta la notte.
Non aggiunsi altro e la seguii. Continuammo a raccogliere legna così, in silenzio. Quando il mazzo che Robin aveva in mano si faceva troppo grande, faceva spuntare un altro braccio per sostituire quello occupato, e continuava la raccolta. Quanto a me, i miei arti meccanici erano grandi abbastanza da immagazzinare enormi quantità di legna.
A raccontare le cose così sembra che io l'avessi presa con filosofia, ma non è vero. Dentro di me ero preda di mille pensieri, che non mi si addicevano. Non era tanto l'atteggiamento di Robin che mi irritava, o il fatto che uno super come me fosse stato rifiutato. Dopo una dichiarazione così scarna, penso che persino io avrei detto di no.
La mia preoccupazione era un'altra, cioè di aver rovinato tutto. Robin non è solo la donna di cui sono innamorato, è una mia compagna, parte della ciurma a cui mi ero unito per una ragione ben precisa, che partiva dal rispetto per il mio capitano alla consapevolezza che il mio sogno si sarebbe potuto realizzare solo con loro.
Non mi sarei mai perdonato se avessi rovinato l'armonia che si era sviluppata fra di noi.
Quando finimmo di raccogliere la legna, tornammo all'accampamento provvisorio che avevamo piantato sulla battigia, ai limiti del bosco, la Sunny ancorata al sicuro, con il tramonto che la illuminava in tutto il suo splendore.
Gli altri avevano già acceso un piccolo falò in mezzo al cerchio di sacchi a pelo sulla spiaggia, per cui io e Robin posammo il nostro raccolto a fianco, in modo da poterlo alimentare ogni volta che fosse stato necessario.
«Ehi, Franky!» Era Sanji, che poco distante stava cucinando in un grande calderone. «Come hai osato far portare la legna a Robin-chan, eh?»
Prima che potesse rispondergli, Zoro aveva mormorato qualcosa da dietro di lui, attirando tutta la sua attenzione.
«State attenti a non bruciare il cibo» fece presente Nami, che stava studiando una carta nautica alla fioca luce del falò.
«Sì, Nami-san!»
«È pronto? È pronto?» venne invece la voce del capitano, da qualche punto nascosto dentro il bosco. Ne riemerse poco dopo, stringendo fra le mani un coleottero.
«E aspetta un attimo!»
Mi sedetti su uno dei sacchi a pelo, a fianco a Brook, e ignorai la bizzarra occhiata con le sue orbite vuote. Sapevo già da me di essere insolitamente tranquillo. Uno sguardo a Robin, che si era accomodata a fianco a Nami, e poi mi ripromisi di ignorarla per il resto della serata.
La notte stava lentamente scendendo e, quando Sanji servì la cena, l'unica fonte di luce era il falò che avevamo al centro, dato che le nuvole nere impedivano alle stelle di brillare nel cielo.
«Non preoccupatevi» disse Nami. «Il vento le farà disperdere presto, in questa baia siamo tranquilli per la nottata.»
«Come dice la mia Nami-san!»
«Ma taci!» intervenne Zoro.
«Siamo davvero al sicuro?» tremò Usop. «Voglio dire... Avete sentito questo suono?»
«Sì, è sicuramente un lupo» annuì Robin. «Quando il fuoco si spegnerà si avvicineranno per banchettare con noi.»
«Smettila!» piagnucolò Chopper.
«Sono buoni da mangiare?» commentò Rufy, la bocca ancora piena.
Poi Brook pizzicò le corde del suo violino e io mi lasciai cadere di schiena sul mio sacco a pelo, gli occhi chiusi ad ascoltare la melodia; anche il sottofondo delle voci stava pian piano scemando, tutti troppo concentrati sulla musica di Brook.
E dentro di me potevo accettare un rifiuto, se la ricompensa era il poter rimanere in quella famiglia. Robin sarebbe sempre rimasta la donna più incredibile che avessi conosciuto, ma quel gruppo era meraviglioso allo stesso modo.
Mi risvegliai al tocco di qualcosa che mi scuoteva la spalla. Ero ancora sdraiato di schiena così, quando aprii gli occhi, potei notare che Nami aveva avuto ragione, come sempre. Le nuvole si stavano allontanando e adesso la luna illuminava chiara la zona.
Mi alzai appena, puntellandomi con i gomiti. Del falò erano rimaste solo le braci, ma gli altri non sembravano farci caso, avvolti com'erano nei loro sacchi a pelo, profondamente addormentati nonostante i lupi che continuavano a ululare in lontananza.
Solo Robin mancava all'appello, e mi accorsi in fretta che la cosa che mi aveva svegliato era una sua mano fiorita dal terreno. Allora mi alzai in fretta e la vidi: mi dava la schiena, diritta, voltata verso la foresta. Sembrava quasi una figura mistica, così addentro la nebbia che si era alzata fra i tronchi degli alberi.
«Dobbiamo raccogliere altra legna» disse, quando mi avvicinai a lei. « Il fuoco di sta spegnendo del tutto.»
«Certo.»
Senza aggiungere altro, ci addentrammo assieme nella foresta.
Poi, senza alcun preavviso, Robin parlò ancora: «Pensavi sul serio quello che mi hai detto oggi?»
E capii subito quello a cui si stava riferendo. Non che fosse successo altro di particolare quel giorno da essere ricordato, a parte la mia idiozia.
«Sì. Lo penso sul serio.»
«Non so come sia possibile.»
Robin era davanti a me qualche passo e la sua schiena apparve quasi tremare, con le mani che si stringevano le spalle. Appariva fragile, esattamente come la prima volta che l'avevo incontrata.
E allora capii.
Una donna che era sempre stata rifiutata da tutti. Una donna che aveva sempre tradito per sopravvivere. Una donna che aveva accettato a fatica di aver trovato un suo posto nel mondo, e che l'avrebbe buttato via pur di non soffrire più. E per non far soffrire le persone che amava. Una donna forte, indipendente, intelligente, sognatrice, ma insicura quando si trattava dei sentimenti degli altri.
La donna di cui sono innamorato era tutte queste cose, e molto di più. Non potevo certo aspettarmi che bastasse una dichiarazione a far crollare tutti i suoi muri. Specie una dichiarazione del genere, che, diciamocelo, era proprio brutta.
Rufy e gli altri avevano dovuto assaltare una delle basi principali della marina, bruciare la bandiera del governo e mettersi contro la più pericolosa banda di assassini per riuscire a superare le sue difese. Mi aspettavano prove simili.
Ma era un rischio che ero pronto a correre. E forse quel "ti amo" detto così, all'improvviso, era il modo migliore di iniziare.
«Nemmeno io so come sia possibile» commentai allora. «Ma lo scoprirò. Vuoi farmi compagnia?» E allungai il mio enorme braccio meccanico verso di lei.
Lei mi fissò. Appariva così piccola, in confronto, ma non era tipo la lasciarsi intimorire. Allungò la mano in avanti e lasciò che altre braccia fiorissero sopra, fino a trasformarsi in un unico, enorme braccio che poteva perfettamente adattarsi al mio.
«Certo» sorrise, ed era la cosa più vicina a un "anch'io" che potessi avere.
A braccetto, ci immergemmo assieme nella nebbia.

 
   
 
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