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Autore: Freyja114    10/01/2016    5 recensioni
Dean e Sam decidono di passare una bella serata di fine anno, ma qualcosa li riporta nel luogo in cui è iniziato tutto. Dean ha dei forti mal di testa e improvvisamente anche delle visioni che riguardano una bambina di cui lui non conosce neanche il nome. È dentro la sua vecchia casa, ma cosa fa realmente questa bambina? Perché lui crede di conoscerla? Sam aiuterà il fratello ha cercare informazioni e quello che scopriranno sarà davvero un brutto colpo...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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 31 Dicembre 2015

Dean e Sam sono ancora alla ricerca sfrenata di Amara e l'unica soluzione plausibile è incontrare Lucifero nella gabbia che chiarirà alcuni dubbi ai cacciatori. 
Quella mattina Dean si alza con una strana sensazione come se avesse un piccolo mal di testa che gli provoca allucinazioni e Sam, ormai sveglio dalla 6:30, è in cucina a fare colazione. Il profumo dei pancake e dei toast prende posto nella mente di Dean che si precipita ad ingurgitare tutto quello che c'è di commestibile e si congratula con il fratello.
"Ehi, Sam sai che sono veramente buoni, mi ricorda quando le faceva la mamma! Lei era formidabile... Comunque, hai trovato niente su Amara?". Il maggiore non aveva ancora accennato al fratello che qualcosa lo bloccava quando si trovava di fronte all'Oscurità e così più informazioni aveva, meglio era.
" Dean grazie del complimento, ma sai com'è?! Io la mamma non me la ricordo molto, quindi non saprei davvero che dirti. Per il discorso di Amara non ho trovato niente, solo un foto su Instagram che ritrae Crowley e Amara con l'Hashtag #PrayforMe, ma è di qualche giorno fa, quindi non credo che sia molto utile"
Nel frattempo che i fratelli discutevano sulla questione: Darkness, il mal di testa era ricomparso e Dean cercava di non farci caso, ma qualcosa gli diceva che era preoccupante. Intanto Sam aveva preso in mano il suo computer e aveva iniziato la sua ricerca sulla notte che avrebbe passato insieme al fratello: in fondo era l'ultimo dell'anno e qualcosa dovevano organizzare; va bene non avere una casa, ma pure rimanere indifferenti alle feste gli sembrava troppo eccessivo.

"Senti Dean e se stasera ci prendessimo la serata libera, se organizzassimo qualcosa di diverso dal solito "Caccia il mostro?"

" Stai scherzando?! Saranno anni che non facciamo una cosa del genere, non mi ricordo neanche come si organizza e poi là fuori c'è gente in pericolo Sam: Amara che mangia Demoni e Anime, Crowley con la sua voglia di diventare papà e Rowena con il Libro dei Dannati che non sappiamo neanche cosa vuole farci! Ti sembra il caso di organizzare un party?"

"Ma Dean, Dio mio, cosa succederà mai la sera di Capodanno? E poi non abbiamo né ferie né momenti di pausa, potremmo prendere l'occasione al volo e goderci un po' la serata. Non dico che sia divertente perché saremo tu e io, niente donne o spogliarelliste, ma almeno ci rilasseremo un po'"

"Sam... Ok, ma se succede una catastrofe ci parli tu con Dio ok?"

"Ok... Ci parlo solo io con Dio, Dean. Tu non hai neanche provato, ricordi?"

"Perché secondo me non è Lui. Ho paura che sia solo la tua mente ha volerlo."

"No, sono sicuro che è il mio cervello, ma adesso non è il momento di parlarne devo organizzare la serata!".

E qui, finì la loro conversazione della mattinata: Sam si rimise sul PC a cercare qualcosa di diverso da fare durante la notte e Dean andò a farsi una doccia calda. 

L'acqua era talmente calda che sembrava di stare dentro un bollitore, ma Dean decise di non modificare la temperatura, perché cercava in qualche modo di far smettere quel mal di testa lancinante. Decise, allora di andare un po' fuori a prendere una boccata d'aria e quando uscì qualcosa esplose dentro la sua mente: una casa andava a fuoco e una bambina dall'interno urlava di scappare, Dean non vedeva con chi stesse parlando, era come in uno di quei sogni in cui vedi con i tuoi stessi occhi, ma sai di non essere te, o almeno speri. La bambina continuava a ripetere: "Corri finché puoi, corri via e portalo in salvo, non fermarti, qui ci penso io". Dean fece come gli era stato detto ed iniziò a correre, ma quando vide ciò che aveva in braccio si fermò di colpo: quello era il piccolo Sammy e la casa alle sue spalle era la loro, ma come mai all'interno c'era una bambina? E come mai John non era ancora uscito? Qualcosa non quadrava e andava subito risolto. Purtroppo come tutti i sogni anche questo si interruppe improvvisamente riportando Dean alla realtà. Si rese conto di aver corso per un bel po' e di essersi allontanato dal bunker, così riprese la via di casa e andò dritto da Sam. 

"Sam?! Devo parlarti... Subito"
"Dean, cosa c'è adesso? Hai cambiato idea? No, perché ormai ho comprato tutto!"
"No, no, non centra niente. Il problema è un altro... Ho avuto una visione... Più o meno..."
"Che tipo di visione? Dean, forza, sputa il rospo"
Così il maggiore riferì cosa aveva visto a Sam che, sbalordito, rimase immobile per tutto il tempo.
"Dean forse è solo un ricordo e lo hai vissuto perché mamma e papà non ci sono più. Magari è la tua coscienza che ti parla!"
"Sam, io e la mia coscienza andiamo d'accordo da sempre, perché mai adesso dovrebbe mostrarmi qualcosa che non riesco a capire e che solo lei sa?"
"Non lo so, a volte sono degli allarmi per indicarci qualcosa che abbiamo dentro di noi: una paura, un sentimento, un desiderio. Cose così!"
"Ti sembro il tipo? No, dimmi, ti sembro uno che ha voglia di parlare con se stesso?"
"No, Dean, no, non lo sei, ma vedi avvolte..."
"Sam... Per cortesia... Lascia stare la psicologia e concentriamoci su quello che ho visto perché quella bambina so per certo che esiste e non è frutto della mia fantasia?"
"Spiegami allora come mai era dentro casa nostra? Forse è un fantasma che abitava lì prima di noi?"
"No, Sam dopo l'ultima volta se ben ricordi l'abbiamo rimessa a nuovo quella casa"
"Ok, l'unica soluzione è andare in Kansas."
"Per fare cosa scusa?"
"Per capire chi è questa bambina, Dean? Per fare cosa secondo te?"
"Ok Perfetto. Partiamo"

E così anche l'idea di rimanere nel bunker a non fare un bel niente era appena svanita. Sam, però, non si lasciò scoraggiare e decise che avrebbe organizzato qualcosa nel motel in cui avrebbero alloggiato.
Durante il tragitto, il minore cercò su tutti i siti l'esistenza di questa bambina senza trovare risultati, mentre Dean combatteva di nuovo con quel mal di testa insopportabile che, ad un certo punto, lo obbligò a fermarsi per poter vivere un altro pezzo di quello strano sogno.

L'inferno: proprio lui... Dean era bloccato in un cerchio e legato con delle funi, dietro di lui fiamme e lingue di fuoco lo stavano lentamente uccidendo. In lontananza sentì la voce di qualcuno che cercava in tutti i modi di prendere il posto di Alastair. 
Come era possibile che stesse rivivendo quel momento? Forse aveva ragione Sam? Forse era la sua coscienza?
La voce si faceva sempre più vicina e d'improvviso Dean si ritrovò slegato e libero di uscire dall'inferno; accanto a lui, una ragazza con le lacrime agli occhi lo salutava: "Dean, vai, sei libero. Non preoccuparti per me... Prima o poi capirai tutto. Quando lo farai non darti colpe, MAI. Vai corri Dean, torna da Sam".
Per la seconda volta quella bambina gli stava salvando la vita, ma perché? E soprattutto, tutto quello che stava vedendo lo aveva vissuto davvero? Perché se ne ricordava solo adesso?

Sam, intanto, stava cercando di far riprende il maggiore che era accasciato a terra urlante e malconcio; appena Dean riprese conoscenza e tornò alla realtà raccontò al fratello ciò che aveva visto. Aveva paura, per la prima volta dopo tanti anni, Dean aveva paura di aver fatto qualcosa di sbagliato o per lo meno di essersi dimenticato di qualcuno di veramente importante. 
Il minore, dal canto suo, non faceva che ripetere a Dean di calmarsi e che tra poco avrebbero capito cosa fossero queste visioni. 
 

Quella mattina non era una delle migliori per Jane che se ne stava in cucina a bere il suo caffè bollente, mentre leggeva le news. La notte aveva avuto diversi incubi e non aveva capito il perché, ma decisa a non farsi prendere dall'ansia continuò a dormire fino a che la sveglia non suonò le 7.
Si stava preparando un'altra giornata di noia: colazione, computer, cercare un lavoro, uscire per qualche compera e poi di nuovo a casa. 
Erano mesi che ormai non aveva un lavoro e dopo il suo risveglio nel Memorial Graham Hospital non sapeva davvero da dove cominciare perché i dottori le avevano assicurato che stesse bene e che la sua ripresa era davvero un miracolo.

Jane, ormai, era abituata alla sua noiosa vita, quindi quella mattina decise di andare a curiosare un po' in biblioteca, magari tra i libri avrebbe trovato alcune risposte rimaste in sospeso ormai da undici anni. Quello che le era successo se lo ricordava a malapena, ma le atroci sofferenze di cui fu vittima le ritornavano in mente ogni giorno e questo le dava la forza di scoprire chi fosse veramente e perché le fosse capitato tutto ciò.

Arrivata in biblioteca, salutò la signora alla reception e andò verso la sezione "Occultismo e Stregoneria", sapeva in qualche modo che quello era il posto giusto e iniziò a sfogliare vari libri fin quando un ragazzo alle sue spalle, alto almeno il doppio di lei, le si affiancò:"Stavi cercando qualcosa in particolare?"

"No, grazie. Sto solo facendo una ricerca per l'università, ma le informazioni che ho trovato non sono poi così chiare, quindi credo che mi fermerò qui"

"Cosa stai cercando in particolare?"

"L'inferno". 
Sam a quella parola sussultò per un secondo e poi riprese il suo discorso:"Beh, puoi cercare da molte parti per quella cosa lì. Dell'Inferno se ne parla nella Bibbia, in Dante e in molti altri, quindi magari cerca in un altro scaffale!" Jane a quelle informazioni cercò invano di non sembrare una stupida e disse:" So che si trovano anche in altri libri, ma io cerco come trovare l'Inferno. Il che è impossibile dato che non esiste o perlomeno è solo frutto della mia fantasia, ma ci sono cose a cui non so rispondere e ho bisogno di sapere se oltre ciò che vedo c'è altro!".
A quel punto il cacciatore stupito iniziò a preoccuparsi perché nessuno le aveva mai fatto una domanda del genere, quindi cercò di sviare il discorso e si presentò come agente in incognito:"Senti se hai bisogno di aiuto puoi chiamare questo numero. Il nome è Sam, Sam Winchester".

Jane non sapeva cosa dire, rimaneva lì immobile a fissare quello che una volta era il piccolo marmocchio di casa. Perché quello se lo ricordava benissimo; lei era la più grande, lei era stata allontanata dai suoi fratelli. Quella che doveva sorreggere la famiglia, perché nella famiglia Campbell era compito delle donne portare avanti il carro e tutto il resto. 
Sam si accorse della paralisi che aveva preso Jane, ma prima che potesse dire qualcosa, la ragazza aggiunse:"Sì, grazie Sam. Io... Io sono Jane"

"Jane e basta"

"Facciamo che per adesso sono Jane e basta ok?" 

Questo piccolo dettaglio non gli era sfuggito a Sam che dirigendosi verso l'Impala iniziò a cercare subito informazioni tramite la polizia, ma la sua ricerca non andò a buon fine. Incontratosi con Dean, gli raccontò dello strano avvenimento e descrivendole la fisionomia della ragazza vide nel maggiore qualcosa di strano:"Dean tutto ok?"

"Tutto ok? No, non è tutto ok. Cazzo Sam tu hai visto la stessa ragazza che io ho sognato. Ti pare che sia tutto ok?"

"Si, ok Dean, ma calmati. Rientriamo e proviamo a parlarci". 
Così fecero, entrarono dentro la biblioteca e iniziarono a cercare Jane che, giustamente, se l'era svignata appena conclusa la strana conversazione; con grande frustrazione uscirono dall'edificio e andarono dritti al bunker. 

Quella sera gli animi non erano i soliti di quando combatti con il solito mostro, qualcosa era diverso, c'era un particolare che rendeva la questione personale, almeno per Dean perché Sam non aveva vissuto il tutto in prima persona.

Jane, a casa, tra un bicchiere di whiskey e una sigaretta stava prendendo la decisione più difficile della sua vita; doveva chiamare quel numero e raccontare la verità a Sam. Dopo il quarto bicchiere, un po' sbronza compose il numero e attese una risposta:
"Pronto?"
"Sam? Sam Winchester"
"Sì, sono io. Chi parla?"
"Ehm... Sono Jane e scusami l'ora ma ho bisogno del tuo aiuto"
"Ehi, Jane, ciao. Dimmi tutto"
Dall'altro capo del telefono c'era Sam che metteva in viva voce e Dean che smanettava peggio di un pazzo per non sclerare e mandare a fanculo quella ragazza.
"Senti, c'è anche Dean con te?"
"Come scusa?"

"Dean, Sam, Dean Winchester. Tuo fratello, figlio di John e Mary Winchester. Giacca e Impala oppure Impala e donne. Insomma scegli tu! C'è anche lui o no?"
"Come fai a conoscere mio fratello?"
"Sei in viva voce?"
"Sì..."
"Ciao Dean! Oddio sto piangendo... ah ah ah... No sto piangendo...Dio devo smettere di bere...Comunque, ciao Dean come va?"
Dean a quel punto fissò il fratello e rispose:
"Come va? Sono giorni che ho mal di testa atroci e ci sei tu in questa cazzo di visioni, quindi cosa sei, dimmelo che ti uccido, figlia di puttana!"
"Ok... Così offendi mamma e papà e non dovresti, comunque non è colpa mia, cioè forse lo è, ma non so come faccio. Fin da piccola avevo questo problema e succedeva solo con te. Forse perché Sam era piccolo..."
I fratelli all'unisono risposero:
"Scusa, ma cosa cazzo stai dicendo?"
"Ok ragazzi ditemi dove siete per piacere. Dobbiamo parlare, davvero. Per telefono mi sembra infantile e stupido"
"Ci troviamo da Bug's, qui al Motel Red, ok?"
"Ok. Cinque minuti e arrivo"
"Ok. Ciao"
"Ciao"

 

Jane arrivo da Bug's correndo e appena arrivata all'entrata scorse da fuori due sagome che avrebbe riconosciuto da lontano un miglio: quello a destra indossava una giacca marrone di pelle, un po' più grande della taglia reale del giovane, aveva i capelli corti e biondi e beveva una birra chiara; l'altro era molto più alto del primo e portava le solite camice che papà amava per andare a caccia, a quadri blue e bianche o rosse e nere, mangiava qualcosa e intanto navigava su internet. Jane non era molto sicura di quello che stava per fare, perché tutto ciò che aveva promesso ai suoi genitori stava per infrangersi e più ci pensava, più si sentiva incerta. Papà era stato chiaro prima che la lasciasse da Bobby: “Non dovrai mai conoscere i tuoi fratelli, non potrai chiamarli o sentirli in nessun modo, sono stato chiaro?” “Sì, papà”.

 

All'epoca Jane aveva solo sette anni, ma già capiva quello che doveva fare e come comportarsi, così decise di promettere a John che sarebbe stata lontano da Sam e Dean, per il loro bene e per la loro salvezza. Adesso, però, lì davanti a quella porta tutto era cambiato, sapeva che stava correndo un pericolo e che quello che avrebbe fatto avrebbe scatenato un caos stratosferico, ma non le importava, non più. Dopo aver passato più di dieci anni all'inferno adesso Jane voleva conoscere la sua famiglia rimasta, tutto ciò che le era stato vietato, ora era possibile, così si fece coraggio e aprì la porta.

 

Dean e Sam non avevano notato che qualcuno li stava osservando da fuori, tuttavia erano in agitazione per l'incontro che stavano per fare: cosa si sarebbero trovati davanti? Un mostro, un Angelo, un Demone o qualche altra sorta di essere sovrannaturale? Non lo sapevano e speravano in una svolta positiva. Quando sentirono la porta aprirsi si girarono all'unisono e videro davanti a loro una ragazzina, o almeno così sembrava, che apparentemente era umana, ma dava una forte scarica di energia e il suo aspetto ricordava così talmente tanto Mary che i due fratelli rimasero almeno un minuti bloccati a fissarla: aveva i capelli biondi lunghi, non era alta e aveva una felpa rossa con il cappuccio con il quale si copriva la testa. Le mani erano coperte, ma si vedeva che non portava armi era lì davanti a loro tutta rannicchiata come se qualcosa l'avesse colpita dritta allo stomaco.

Immobile come Sam e Dean, Jane pensò di aver preso la decisione sbagliata, i fratelli la stavano fissando come se fosse un alieno e presa da una sorta di tremarella non riusciva a spiccicare parola, ma grazie a Dio c'era Bug, il proprietario del bar che interruppe quel momento imbarazzante.

“Ehi, Jane... Era tanto che non ti facevi vedere, dove eri finita?”

“Ehmm... Ciao Bug, scusami, lo so, sono stata impegnata, sai con il lavoro che faccio non so mai quando avrò un momento libero per me, anzi credo che non l'avrò mai, quindi...”

“Che prendi stasera? Il solito”

“Sì, grazie... Whisky senza ghiaccio per piacere”

 

A quel punto Jane si sentì in dovere di avvicinarsi al bancone per prendere il bicchiere, ma non riusciva a guardare Sam e Dean in faccia così appena prese la bevuta in mano tirò giù tutto il liquido e chiese un altro giro, ma questa volta doppio.

A quel punto Dean meravigliato esclamò: “Ehi, vacci piano ragazzina o dovremo riportarti in collo”

Bug guardò i due ragazzi e disse: “Jane sono con te?”

Fu il momento di dire qualcosa così Jane decise di fare un discorso sensato: “Sì, sono con me, ma non sanno che sono più grande di loro e che ho iniziato a bere troppo presto perché queste due bevute mi facciano effetto”

Sam decise di dire la sua: “Più grande di chi, scusa?”

“Di voi”

“Non è possibile”

“Certo che lo è. Ho tre anni più di Dean”

Dean sbalordito non emise una sola parola, non riusciva a credere che una nanerottola così fosse più grande di lui.

Jane, però, non smise di pensare al peggio e per evitare di andare nel panico, iniziò un lungo racconto: “Sono Jane Winchester, vostra sorella, sono nata il 10 aprile 1976 da John e Mary Winchester. Sono rimasta poco in famiglia, perché mamma e papà credevano che avessi qualcosa di diverso, così decisero di portarmi da Bobby e che mi avrebbero presentato come una cugina lontana di Mary, ma questo non accadde subito perché io, comunque sia, dovevo essere in grado di camminare, parlare e mangiare da sola... Insomma le cose basilari. Al mio ottavo compleanno papà mi avrebbe portato dallo zio Bobby, ma ci furono dei problemi in quel periodo perché i nostri genitori litigavano sempre così rimandarono fino al compleanno di Sam. Qui sapete cosa è successo, no? La casa che va a fuoco, il Demone ecc. ecc., insomma le solite cose. Da qui le cose si fecero ancora più complicate: papà dovette portare prima voi in luogo sicuro e poi lasciare me dallo zio, quindi così fece: mise in macchina tutti e tre e ci dirigemmo prima in un motel dove voi avreste dovuto alloggiare e poi me dritta fino all'officina di Bobby. Da quel momento in poi promisi a papà di non dirvi mai niente, di non cercarvi e nemmeno di provare a interferire con la caccia e da lì in poi iniziai una nuova vita almeno finché non arrivò la morte di Dean, ma di questo possiamo parlarne più tardi. Avete domande?”

Sam e Dean non sapevano che dire, sbalorditi che John li avesse tenuti all'oscuro di tutto e volevano sapere il motivo di questa drastica decisione.

“Domande?” disse Dean “No, domande no, ma perché?”

“Vedi Dean tu hai queste visioni che ti collegano a me e per fortuna o per sfortuna, non lo so, le avevi anche quando eravamo piccoli tanto da crearti dei forti dolori alla testa”

“Sì, questo l'ho capito, ma perché non mi ricordo niente di te e sono tornate adesso?”

“Allora perché siano tornate non lo so, sinceramente non ho mai capito come mai c'era questo tipo di legame. Perché non ricordi niente? Mamma diede a papà una ricetta per la perdita della memoria e le disse di usarla quando io non ci sarei più stata, credo che John l'abbia usata quella notte in cui... Beh... sapete quando.”

“Ok, quindi tu sei stata nascosta tutto questo tempo per evitare i miei mal di testa? Non credi ci sia sotto qualcosa?”

“Dean al tempo avevo otto anni, so che papà con noi è stato un po' duro, ma non potevo sapere tutto. Con il tempo, però, ho studiato e capito molte cose. Posso dirti che è come un GPS, in pratica so dove vai, come stai e se sei in pericolo. Niente di più, ma non chiedermi come mai non ho questo tipo di cosa con Sam perché non lo so, forse per via del sangue di Demone, anche se la cosa è oramai passata credo che abbia qualcosa di diverso da noi due”

Sam rimasto ad ascoltare intervenne: “Grazie, per essere la prima volta penso che tu sia molto simile a Dean, quindi non mi preoccupo se dici qualcosa che anche lui ha sempre sostenuto”

“Sam non volevo offenderti, ma capisci che non c'è altra spiegazione?!”

“Sì, sono d'accordo, ma siamo tutti diversi non credi?”

“Su quello non c'è dubbio, Sammy”

“Non chiamarmi Sammy, sono Sam”

Jane iniziò a ridere, non rideva da tanto e quello che le aveva appena detto il minore la fece ridere con il cuore e Sam capì che la sorella aveva usato quell'appellativo solo per stuzzicarlo così sorrise anche lui capendo che in fin dei conti era solo un'umana.

Dean, intanto, rimuginava su quello che il padre aveva fatto e la rabbia lo assalì tanto da farla emergere dentro al locale, ma venne fermato da Jane: “Dean so che adesso sei arrabbiato con papà, ma non aveva tutti i torti, magari potevo rovinarti la vita in questo modo”

“Rovinarmi la vita? Ti rendi conto che tu hai subito tutta da sola tutto quello che noi abbiamo dovuto capire in due?”

“Non è stato poi così difficile, sono una Winchester non posso mollare”

“Jane dico davvero?”

“Lo so che dici davvero Dean, ma prendila dal lato positivo, ora sono qui, no?”

“Sì, hai ragione. Scusa se insisto, ma c'è dell'altro che dovremmo sapere? Che hai fatto in tutti questi anni?”

“Senti possiamo prima uscire di qui e andare da qualche parte? In un luogo più tranquillo?”

“Sì, ok”

I tre salutarono Bug e uscirono dirigendosi verso il bunker. Quando arrivarono Jane rimase sorpresa della bellezza di quell'edificio e iniziò a curiosare a destra e a sinistra senza badare ai due cacciatori che la osservano divertiti. Aveva davvero il carattere simile a Dean, come si muoveva, come parlava e anche come si trastullava con le più piccole stronzate, ma arrivò il momento di essere seri e Jane si fece coraggio: “Disegnate una trappola per Demoni per piacere” I due un po' titubanti crearono la trappola e Jane continuò: “Ora entro dentro, non vi spaventate, non vi farò niente”.

A quel punto Sam e Dean videro che c'era qualcosa che non quadrava e presero subito le armi, ma quando Jane entrò dentro la trappola e non ne uscì i due fratelli non capivano dove volesse arrivare e soprattutto perché la loro sorella era improvvisamente diventata un Demone da uccidere.

“Ragazzi, ora capisco la vostra preoccupazione, ma fidatevi, non voglio farvi del male. Non posso uscire dalla trappola e non sopporto l'acqua santa. L'inferno mi ha cambiata, molto e tutto questo è successo perché ho regalato qualche anno, anzi diciamo un secolo per salvare le vostre, ma non sono un Demone. I miei occhi sono celesti e non neri, non diventano mai neri, ho l'anima, ma questo è il prezzo che ho dovuto pagare per togliervi dai guai, quante volte? Dieci, venti quante?”

 

Sam e Dean a quelle parole non sapevano come reagire e iniziarono a parlare tra loro: “Sam io non mi fido”

“Dean, non è il solito Demone, Jane ci ha detto tutto. Un Demone non lo fa.”

“Sì, ma io non mi fido”

“E allora tutti i tuoi mal di testa? Tutte quelle visioni?”

“Non lo so, magari sono un inganno come le tue”

“Non tirare fuori me adesso, non siamo sulla solita barca Dean.”

“Oh sì che lo siamo, invece. E se fosse un trucco di Lucifero? Se questa donna ci portasse dritti all'inferno”

 

Una voce interruppe la loro chiacchierata: “Io vi salverei. Come ho fatto prima, lo farei ora e lo farò sempre. Siete i miei fratelli, disegnavate nella macchina di papà tutte le volte che ci portava in campeggio e io odio il campeggio. Mamma amava fare i toast e Dean che me li rubava sempre anche se li amavo da impazzire. E quando papà ti ha portato a caccia, la vera caccia quella con gli animali e tu sei tornato arrabbiato perché avevi mancato la preda dieci volte. Ragazzi, potete fare tutti i test che vi pare, se Bobby...”

“Non ti azzardare a parlare di Bobby”

“Perché no, Dean? Era solo tuo amico? Era anche il mio sai. Mi ha cresciuta non sapendo chi fossi e non l'ho potuto salutare quando è morto, quindi sì Dean io parlo di Bobby, perché lui è stato un padre più di John, perché mi ha insegnato a cacciare e a difendere me stessa dai mostri, dai Demoni, dagli Angeli e da tutto questo cazzo di schifo, quindi sì Dean io lo nomino quando voglio e se fosse qui vi direbbe chi sono veramente”

“Bobby non ci ha mai detto niente”

“Bobby non sapeva chi fossi, Sam, magari ha pensato di non dirvelo perché gli sembrava un'informazione inutile, non lo so”

“Come possiamo crederti allora, se non riesci neanche ad uscire da una trappola?”

“Castiel, lui sa chi sono!”

“Castiel?”

“Sì, lui sa chi sono, lui mi conosce bene... Gli avevo promesso di non dirvi niente, ma mi perdonerà”

 

Dean non perse tempo e chiamò subito Castiel: “Cass posso chiederti una cosa?”

“Certo Dean dimmi”

“ Conosci una ragazza che si chiama Jane Winchester?”

“Ehm... No perché? Il cognome mi suona famigliare però... Ah già è il vostro, chi è Dean?”

“Niente, lascia perdere”

Dean guardò dritta Jane: “Visto? Non ti conosce”

“Figlio di puttana, come mai è sempre così stupido. Me lo dite?”

“Non è stupido non ti conosce”

“Smettila Dean di difenderlo, sono stata io a dirgli di tenere la bocca chiusa, cazzo”

 

Nel preciso istante in cui disse “Cazzo” il potere di Jane venne fuori e spezzo con un colpo secco la trappola ed uscì fuori e nel mentre chiamava l'Angelo ininterrottamente i due fratelli erano già pronti a combattere: “Castiel, giuro su tuo Padre che se non vieni subito qui, ti spezzo le ali magiche che ti ritrovi e ti faccio umano, di nuovo”

 

Sam e Dean esterrefatti rimasero a fissare Jane che chiamava continuamente Castiel e quando l'Angelo si presentò Jane esclamò: “È dietro di me, vero?” I cacciatori risposero di Sì con la testa e la ragazza si girò infuriata: “Dici che non mi conosci?”

“Jane?”

“Uhm... Jane? Castiel è successo qualcosa che non so? Hai battuto la testa in paradiso, ti hanno dato dell'alcool? Cosa è accaduto?”

“Ho un po' di problemi, ma tu avevi detto che non dovevo dirlo e io così ho fatto”

“Grazie, te ne sono grata, visto Dean, mi conosce”

 

Dean non credeva alle parole che Castiel aveva appena detto, anche lui gli aveva nascosto qualcosa.

“Grazie Castiel, questa sì che è un'amicizia” Jane intervenne per non far ricadere la colpa su Cass che intimorito rimaneva immobile a guardare Dean.

“Dean non è colpa sua, gli ho chiesto un favore e poi non parlare di segreti che tra di noi ce ne sono fin troppi e voi due continuate a dirvi le stronzate a vicenda”

“Sì, ma da lui non me lo aspettavo”

“E allora? Ha fatto un piacere a me, sapeva che sarei stata un pericolo e mi ha tenuta a distanza tutto qua”

“Tutto qua? La nostra vita è stata appena rivoluzionata e tu dici tutto qua?”

Sam dal canto suo non era d'accordo: “Dean la tua è stata rivoluzionata, io sono contento e mi fido”

“Grazie Sammy grazie per il tuo appoggio”

Jane e Sam iniziarono di nuovo a ridere, era come se si fosse coalizzati contro Dean, ma questo non tranquillizzo il cacciatore che finché non gli fu spiegato tutto, in ogni dettaglio, non riuscì a rilassarsi e a prendere positivamente la notizia.

 

DIECI GIORNI DOPO...

I Winchester erano in tre adesso, aveva iniziato a legare e Jane era molto contenta del rapporto che avevano. Era stata aggiornata su tutto e tra una birra e una caccia i tre iniziarono a lavorare sul problema principale: l'Oscurità.

Jane sicuramente aveva altri segreti, ma Sam e Dean decisero di darle il tempo di ambientarsi e sentirsi in famiglia.
Non sapremo mai come continuarono le cose, sappiamo soltanto che finalmente i Winchester era di nuovo riuniti insieme per la lotta contro il loro peggior nemico.
 

   
 
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