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Autore: music_player    10/01/2016    0 recensioni
una vita al limite fatta di amicizie, pazzie, passioni, musiche e avventure.
ricordi che sanno di amaro e altri che sanno di miele.
le immagini di una vita ti si fermano nel cuore.
"...ero solo, su un letto che era diventata la mia prigione e guardavo tutto intorno a me cercando qualcosa su cui aggrapparmi, qualcosa che non scivolasse e non mi lasciasse nuovamente solo. E così, come da sempre succedeva, mi sono messo a fare la cosa che più mi usciva meglio: pensare. E fu allora che rividi tutto da capo"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Guardai l’orologio, le 6:50 del mattino; avevo dormito più di quanto mi fossi aspettato. Ultimamente non chiudevo più occhio e non ne sapevo il motivo: avevo sempre amato dormire, dopo la musica era la mia più grande passione, però il tempo mi aveva portato via anche quella… avevo una dannata voglia di uscire da quella stanza e assaporare quei primi giorni autunnali ma non potevo perché non sarei mai arrivato al balcone con la sola forza delle mie gambe, ero troppo debole. Così mi limitai a sedermi sul mio letto e ad osservare la stanza che avevo intorno, tutta colorata e con mille scritte che descrivevano ogni minimo particolare della mia vita; alzai la testa e provai a leggere tutte quelle che si trovavano sul soffitto  che scrivevo arrampicandomi sul letto e ne vidi una in particolare che diceva: “non ho bisogno che sia felice, ho bisogno che ne valga la pena”. Non era la mia scrittura ma riconobbi subito quella calligrafia, era di Mike. Sorrisi. Ricordavo perfettamente il giorno in cui quella frase venne detta…
“Billie, muoviti che facciamo tardi! Sai benissimo che il padre di Tre rompe le palle quando qualcuno è in ritardo!”
“si Mike, arrivo, solo un secondo”
“sempre solo un secondo, mai una volta che mi dicessi << sono pronto>>”
“Minchia Mike, sembri mia madre! Aspettami giu, prendo tutto e arrivo”
“ok, ma se non arrivi entro 1 minuto ti pianto qui e da Tre ci vieni a piedi”
“sisi dai, vai”. Quando voleva Mike era un vero rompicoglioni, però gli volevo bene con tutto me stesso e poi, come biasimarlo, quello era il primo giorno del nostro secondo tour ed io, come sempre, ero stramaledettamente in ritardo anche questa volta non per la mia solita pigrizia, bensì per qualcos’altro che mi faceva tremendamente cagare sotto: volevo realmente questo nella vita? Ero in preda al panico per il semplice motivo che quel tour avrebbe cambiato la vita a tutti noi ed io ero in un’ansia pazzesca perché cambiare la vita sarebbe significato crescere ed io, bisognava ammetterlo, non ero pronto. La musica era tutto ciò che avevo sempre amato e avuto ma non sapevo se sarebbe stata lei a soddisfare ogni mio bisogno anche quando sarei diventato vecchio. Avevo un tremendo bisogno di una canna, così la presi e mi misi sdraiato sul letto mio e di Mike fumandola e lasciando che ogni mio pensiero fosse spazzato via da essa. Pensavo a quando ero piccolo, quando cantavo davanti alla mia famiglia e a mio padre che era troppo fiero di me e che mi continuava a dire che da grande non avrei potuto fare altro se non il musicista; me lo fece anche promettere:
“Billie, promettimi che, per qualunque cosa al mondo, la musica non la abbandonerai. Essa ti scorre nelle vene e, io lo so, per te è la vera felicità. Credimi!”
io all’epoca avevo risposto con un sonoro: “si!!!” che ancora oggi non era scomparso, forse era solo meno sonoro di allora perché, in questo momento, mi si presentava davanti la vita che stava bussando alla mia porta e mi stava dando un’opportunità che mi avrebbe portato lontano da questo posto di merda grigio e marrone e che però, mi avrebbe costretto a scegliere la mia strada  ora, senza possibilità di ripensamenti. Senza accorgermene mi scese una lacrima, poi un’altra e un’altra ancora. Stavo piangendo senza saperne il motivo o meglio, il motivo lo sapevo benissimo ma non aveva alcun senso piangere per esso. Avevo paura, ero spaventato e questa paura mi stava spingendo a prendere una decisione insensata: non partire. Mi sentivo indifeso davanti a quei sentimenti contrastanti e a quei dubbi a cui nessuno avrebbe mai risposto, come potevo decidere così della mia vita?
“io sono giu ad aspettarti e tu sei li che fumi mentre dormi? BILLIE jOE ARMSTRONG scendi immediatamente!” i miei pensieri furono bruscamente interrotti da Mike che era nero dalla rabbia. Mi asciugai le lacrime più in fretta che potevo e mi misi seduto assumendo l’espressione più seria che potessi assumere.
“io non voglio partire”. Mike sgranò gli occhi:
“cosa?”
“io non voglio partire, non…non ce la faccio”.
Chiusi gli occhi, attendendo la reazione probabilmente violenta di Mike, aspettando una sua giustificata urlata e invece sentii il materasso abbassarsi affianco a me e un braccio attorno alle mie spalle che mi stringeva.
“che succede?” mi disse Mike dolcemente.
“niente. Ho cambiato idea e non voglio partire”. Cercai di trattenere le lacrime senza riuscirci, s’intende. Così Mike mi abbraccio e io lo lasciai fare perché nelle sue braccia mi sentivo realmente protetto, come sempre. In quel momento avrei voluto dirgli tutto quello che mi passava per la mente e tutto il casino che mi stava bloccando, ma lui fu più veloce:
“anche io ho paura, ma lo faccio lo stesso e sai perché?” scossi la testa come un bambino “perché è quello che voglio fare ora e lo so che lo vuoi anche tu”
“e se poi è la cosa sbagliata? Io non voglio finire sottoterra dopo aver vissuto una vita non mia. Ho paura che quella che oggi intraprenderemo sia la strada sbagliata e tu lo sai meglio di me che se partiamo oggi poi non torniamo più indietro”
“si, lo so ed è per questo che ho paura. Credi che sia facile per me scegliere cosa farne della mia vita? Solo che non ci penso perché credo che, se ci pensassi, non partirei e mi perderei l’occasione di cambiare la mia vita in qualcosa di nuovo”
“ma io ho paura”
“il nuovo fa paura Billie, però a volte, bisogna vivere al momento, senza pensare alle conseguenze. Cosa credi? Quando ci siamo conosciuti pensi non abbia avuto paura di andare contro quelli che ti pestavano? Però non ci ho pensato e ti ho conosciuto; forse se ci avessi pensato io non saprei nemmeno il tuo nome e forse tu avresti avuto il naso storto a vita” mi disse sorridendo “lo sai anche tu che bisogna rischiare”
“si ma qui ne va della mia felicità. E se poi non sono felice? Che cazzo faccio?”
“non ho bisogno che sia felice, ho bisogno che ne valga la pena. E questo viaggio ne vale la pena, per me, per Tre e soprattutto per te perché io so che tu vivi di musica e vivrai di questo per sempre. Ed ora muoviti che il padre di Tre ci ammazza. E asciugati quelle lacrimucce che un vero rocker non piange, coglione!” e ridendo mi prese in braccio di forza e mi trascinò in macchina e andammo da Tre e con lui iniziammo un viaggio che ci avrebbe portato alla gloria.

Ora che ci pensavo, non lo avevo mai ringraziato. Mike era il migliore amico che avessi mai avuto, ed ora, in quel letto che mi teneva prigioniero gli sussurrai “grazie” e, per quanto il sospiro fosse soffocato, io sapevo che lui mi stava ascoltando e che lo aveva sentito.
   
 
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