Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |       
Autore: MerlinAndCharming    11/01/2016    4 recensioni
Crossover Merlin-Once Upon a Time-Age of Mythology.
Opera inedita, non parte da nessun episodio di Once Upon a Time a differenza delle parti I e II. Il tutto si basa su quanto letto nelle mie due precedenti fanfiction.
Un'opera di Valerio Brandi.
Genere: Azione, Fantasy, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gwen, Merlino, Parsifal, Principe Artù, Sir Leon | Coppie: Gwen/Artù
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  1. Parti invertite
(Completato il 5 agosto 2015)
 
«Perché mi tocca sempre il turno di guardia con te?»
«Ordini del Principe, non dipende da me, mi dispiace»
«Vedi almeno di non fare come l’ultima volta»
La strada in lontananza era buia, anche per via dell’assenza della luna.
Fortunatamente, grazie alle luci sulla loro vettura potevano vedere quello che avevano subito di fronte a loro.
Pattugliare le strade intorno alla città era un compito noioso, eppure andava fatto.
Ad entrambi non mancava il senso del dovere, anche se preferivano starsene al caldo nei loro letti.
Soprattutto chi era alla guida.
«Ancora con quella storia? Dai, è successo una sola volta»
«E per poco non ci lasciavamo la pelle, ancora non capisco perché mi faccio convincere a far guidare sempre te»
«Forse quello veramente pigro sei tu!»
«Non scherzare…Pisolo!»
Nonostante l’incidente avvenuto con Elsa diverso tempo fa, i due nani stavano guidando la stessa Jeep di quella sera.
Il carrozziere a volte fa miracoli, magie, specie se quello di una città che può vantarne uno proveniente dal mondo delle fiabe.
«È l’una di notte… e tutto va bene»
«E con questo?» affermò seccato Leroy
«Forse potremo anche tornarcene a casa»
«Non possiamo! Ci è stato assegnato il turno di notte, e fino all’alba noi gireremo!»
«Ai tuoi ordini!» rispose Pisolo, sbadigliando.
Si era ormai nel pieno dell’estate, a Storybrooke, quindi l’alba non si sarebbe fatta troppo attendere.
Dopo tre ore di giri intorno alla barriera, le stelle cominciavano a spegnersi su nel cielo non più troppo buio.
«Direi che ci siamo: ora possiamo andarcene»
«Alla buon ora!» Pisolo non vedeva l’ora di andare a dormire.
«È stata una notte noiosa, lo devo ammettere…no, aspetta, cos’è quella cosa?»
«Io non vedo niente…»
«Apri meglio i tuoi occhi, dormiglione, e guarda bene in fondo»
Pisolo aguzzò la vista come meglio poteva, e capì che Brontolo aveva ragione.
Una strana sagoma si vedeva in lontananza, ma non si riusciva a capire di che cosa si trattasse.
Si stava però avvicinando sempre di più, e a una velocità impressionante.
«Che facciamo?»
«Non possiamo andare via senza capire che cos’è. Forza, andiamogli incontro»
Pisolo mise il piede sull’acceleratore, ma dopo pochi attimi cominciò a pentirsi di quella scelta.
Si erano avvicinati troppo, la sagoma ora era vicinissima.
E quando i fari dell’auto finalmente la illuminarono per bene, capirono chi avevano di fronte.
Un cavallo bianco correva all’impazzata verso di loro, e sul suo dorso portava un cavaliere dall’armatura grigia ma luccicante.
Non aveva alcun simbolo su quel metallo, e il volto dell’uomo era coperto da un elmo.
Particolari che nessuno dei due si era preoccupato di badare.
Pisolo provò a frenare, ma aveva preso troppa velocità, e la strada era bagnata dalla pioggia che era caduta durante il giorno.
Sperava che il cavallo si fermasse o si spostasse di lato, e invece sembrava incurante del pericolo, continuando ad avanzare come un forsennato.
L’animale non si fermò nemmeno quando fu a pochi centimetri di distanza dalla parte anteriore dell’auto.
Anzi, chinò la testa come un ariete, e la colpì.
Un’incornata in piena regola, che fece volare via l’auto.
La Jeep si impennò, fece un paio di giri della morte e avanzando nell’aria superò il cavallo.
L’ultima cosa che i due nani videro fu il cavallo e il cavaliere che ormai gli davano le spalle, mentre si dirigeva in direzione della città.
 
«Pisolo, Brontolo, state bene?»
Delle voci familiari cominciarono a far riprendere i due fratelli.
Erano quelle di Emma e David.
«Si, un po’ acciaccati, ma stiamo bene. Io sono svenuto, non so se Pisolo si sia semplicemente addormentato…»
«Spiritoso…» commentò l’altro nano.
«Ma che vi è successo?»
«Abbiamo avuto uno scontro frontale»
«Con chi? Un elefante?» chiese David
«No, un cavallo…»
«Un semplice cavallo ha sfasciato tutto il motore e vi ha fatto ribaltare? E che razza di mostro era?» continuò incredula Emma.
«Non ne abbiamo idea, abbiamo solo visto che andava decisamente di fretta…verso Storybrooke»
«Immagino che questo cavallo non era da solo» riprese David
«Si, era cavalcato da un uomo in armatura»
«Un cavaliere di Camelot?»
«Non lo so, Emma, non sembrava portasse un mantello rosso. E se aveva qualche simbolo addosso, beh, ci è stato impossibile vederlo in così poco tempo»
«Ma hai detto che andava verso Storybrooke, non è vero? Noi veniamo da lì e non abbiamo incontrato nessuno del genere»
«Forse ha preso la strada più lunga, quella che gira intorno alla città. Magari sta per arrivare in piazza proprio ora, visto quanto correva»
«Allora dobbiamo per forza andare lì» affermò Emma con decisione «Non era un visitatore normale, se il suo cavallo è riuscito a fare questo. Potrebbe essere qualcuno di pericoloso»
I quattro salirono subito nell’auto dello sceriffo e corsero a spron battuto verso una città che si doveva ancora svegliare.
Quando arrivarono alla torre dell’orologio, la debole luce del sole nascente illuminò il fondo della via che avevano di fronte.
Il raggio fece scorgere uno strano riflesso lontano.
Emma e David guardarono in quella direzione, un po’ confusi. Brontolo e Pisolo lo erano molto di meno: quella era la stessa sagoma che avevano incontrato pochi minuti fa. Fortuna che la Jeep era collegata a un sistema di localizzazione in caso di incidente, così da aver permesso ai due giovani di raggiungerli quasi subito.
Il rumore degli zoccoli sull’asfalto diventava con il passare degli istanti sempre più deciso, finché la figura del cavaliere fu chiara e definita.
Brontolo non si era sbagliato: quel cavaliere era strano, non portava alcun simbolo addosso. E anche in questo caso, non sembrava volersi fermare.
David era già pronto a togliersi dalla strada, così come i due nani, ma Emma no.
Decise di affrontare il cavaliere.
Era pronta a colpirlo se si fosse avvicinato troppo.
Le sue mani luccicavano già di magia bianca, ma di certo non meno letale.
Il cavaliere era ormai vicinissimo, Emma tese le mani indietro…
E il cavallo si fermò, impennandosi sul posto.
Emma non lanciò alcun incantesimo, e si lasciò sfuggire un’espressione di sollievo, condita a un po’ di paura.
Fermato il cavallo, che sembrava pieno di sudore come nessun altro prima d’ora, il cavaliere cominciò a togliersi l’elmo.
Tutti e quattro rimasero in attesa, e quando il volto fu alla luce del sole, per qualche istante nessuno seppe cosa dire o fare, finché a David tornarono le parole.
«Ser… Ser Galahad?»
«Vostra altezza…»
E il cavaliere cadde da cavallo, svenendo ancor prima di toccare terra.
 
Poche ore dopo, Ser Galahad si risvegliò. Non aveva più indosso l’armatura, ma uno strano vestito bianco, lungo e sottile.
Intorno a lui c’erano tante persone. Diverse facce conosciute, ma anche più di una estranea.
«Bentornato tra noi, Ser» affermò con un gran sorriso David
«Grazie, Principe David»
«Cosa vi porta nella nostra città, e così di fretta poi? Da quanto tempo cavalcate?»
«Non lo so di preciso, Emma. Quel cavallo non si è mai fermato»
«Ma va tutto bene?»
«Direi proprio di no, Regina» continuò il cavaliere «Sono venuto qui perché abbiamo bisogno di voi: Albion sta morendo»
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: MerlinAndCharming