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Autore: Himeno    11/01/2016    4 recensioni
Due ragazzi che non conoscono ancora l'amore e che sono uno il contrario dell'altro, possono innamorarsi? Angelo e Diavolo. Il loro amore potrebbe nascere a causa di un gioco? la mia prima ff su questo cartone favoloso! Leggete e ditemi che ne pensate^^ kiss
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Game'
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Capitolo 38



Che mi era saltato in mente? Non potevo lasciarlo da solo. Stupida me e la mia codardia! Mi sono lasciata prendere dal panico e ho finito per piagnucolare tra le braccia di Gas mentre colui che amavo stava rischiando la vita. Dovevo andare. Lui era tutto per me e non potevo lasciarlo solo in una situazione del genere. Feci per alzarmi ma Gas mi fermò.

-Lasciami, Gas. Devo andare da lui- gli strattonai la mano ma senza risultati. Era molto più forte di me.

-No, assolutamente no! Sulfus mi ucciderebbe se sapesse che ho lasciato che lo seguissi- mi disse con sguardo risoluto ma potevo scorgere anche un barlume di preoccupazione per i suoi amici. Smisi di pensare solo a me stessa e pensai che doveva essere dura anche per lui dover rimanere qui con me mentre Sulfus e Marcus erano tra le fiamme. Sì, ero decisamente un'idiota.

Pensavo di essere più forte e intelligente ma ero solo un'impotente ragazzina. Mi vergognavo di me stessa ma cosa potevo fare? Volevo andare da Sulfus ma quello che dice Gas è vero. Il mio diavoletto non me l'avrebbe mai perdonato se avessi messo a repentaglio la mia vita. Ma l'amore è folle e in uno scatto di determinazione, sfuggii dalla presa di Gas e corsi verso l'incendio che stava divorando la casa. Ignorando le urla di Gas, misi piede oltre la porta che portava nella cucina e nel garage ma poi sentii un rumore fortissimo. Un botto. E tutto ad un tratto non vidi più niente. Solo il vuoto.



Mi sentivo la testa pesante e le palpebre non volevano sollevarsi. Un odore di disinfettante e medicinali arrivò alle mie narici e tutto intorno c'era solo silenzio interrotto solo da un bip insistente.

Cosa era successo? Ricordavo che ero a casa di Sulfus, stavo facendo i compiti poi sono arrivate Temptel e Kabalè... l'incendio...

-SULFUS!- gridai scattando a sedere sul letto provocandomi dolore in tutto il corpo. Gemetti e mi sdraiai di nuovo. Mi sentivo un vero straccio e con quello scatto ho rischiato di togliermi la flebo.

-Raf, amore mio!- sussurrò Sulfus. Era in piedi sulla soglia della stanza con in mano un caffè. Aveva certe occhiaie che lo facevano sembrare un panda ma ero troppo felice di vederlo sano e salvo.

-Sulfus... stai bene...- non potei aggiungere altro che lui con due falcate raggiunse il mio letto e mi abbracciò. Mi stava facendo un po' male la sua stretta ma non mi lamentai. Doveva essere stato parecchio in pensiero per me. Il mio caro diavolo.

-IO sto bene? Tu piuttosto hai rischiato di rimetterci la pelle in quel fottuto incendio! Cosa ti è saltato in mente, razza di...- non completò la frase ma sentii qualcosa che non credevo possibile per uno come lui. Stava piangendo. Sentivo le sue lacrime bagnarmi la spalla e sgranai gli occhi dalla sorpresa. Mi amava a tal punto. Mi commossi per questo gesto e cominciai a piangere anch'io. Visti da fuori potevamo sembrare due piagnucoloni ma non importava. Eravamo vivi e l'incubo era finito.

Una volta calmati, Sulfus mi spiegò cosa era successo. Marcus si era lievemente ferito il braccio ma Temptel non è riuscita a salvarsi dall'incendio. Una trave in fiamme l'aveva schiacciata. Kabalè si era messa in salvo ma la polizia è riuscita ad arrestarla mentre i vigili del fuoco cercavano di placare l'incendio. L'esplosione era dovuto al fatto che il fuoco era arrivato anche in cucina e aveva raggiunto le bombole del gas. Lui e Marcus sono riusciti a uscire poco prima grazie a un passaggio segreto vicino al garage che portava fuori, nella parte dietro della residenza.

-Dov'è ora Marcus?- gli chiesi.

-In un'altra casa appartenente alla mia famiglia. Lo usava mio nonno per portarci le sue amanti ma per ora è l'unica abitazione che abbiamo a poca distanza da qui-

-Non dovrebbe stare ricoverato in ospedale? Ha pur sempre riportato una ferita da arma da fuoco-

-Ci è stato ma dopo un giorno non ce l'ha più fatta a restare. Odia gli ospedali e quel vecchio testardo ha talmente insistito che alla fine i dottori l'hanno lasciato andare a casa. Ovviamente ho accettato che se ne uscisse ma a patto che rimanesse a casa con l'infermiera che lo sorveglia 24 ore su 24. Non puoi capire quanto ha brontolato-

-Tale nonno, tale nipote- ridacchiai.

-Io non sono così testardo, angioletto- disse indispettito.

-Sì, certo- alzai gli occhi al cielo.

Rimanemmo a fissarci. Lui con il broncio ed io con un sopracciglio alzato. Dopo un po', si arrese sbuffando.

-Ok ok. So essere un tantino ostinato a volte-

-Un tantino?-

-Ma c'è da dire che a differenza di mio nonno, non mi dispiacerebbe avere un'infermiera sexy tutta per me che mi fa compagnia tutto il giorno- disse malizioso facendomi arrossire.

-In realtà in questo periodo avrò io bisogno di un attraente infermiere. Ti offri volontario?-

-Assolutamente sì. Non ti toglierò gli occhi di dosso neanche un istante- disse con voce suadente per poi baciarmi dolcemente. Peccato che fu un bacino piuttosto breve.

-Da quanto sono rimasta incosciente?-

-Due giorni. I dottori hanno detto che hai riportato qualche bruciatura e un trauma cranico. Niente di grave ma avevi bisogno di assoluto riposo- disse e vidi il suo sguardo incupirsi.

-Sei rimasto accanto a me tutto il tempo?- gli accarezzai il viso con una mano.

-Sì-

-Non hai dormito per due giorni- non era una domanda. Le sue occhiaie parlavano per lui e quando si era svegliata, lui era andato a prendersi un caffè per cercare di rimanere sveglio.

-Non ci riuscivo. Volevo essere sveglio per quando ti svegliavi- mi baciò il palmo della mano e mi guardò con uno sguardo straziato. -Ho avuto paura di perderti. Nonostante i dottori dicessero che ti saresti ripresa presto, avevo comunque paura che qualcosa andasse storto. Ogni ora è stato un supplizio-

-Perdonami- sussurrai e le lacrime tornarono a uscire.

-Non ho nulla da perdonarti, Raf- mi sorrise e con delicatezza mi prese il viso tra le mani.-Ma promettimi che non sarai più così incosciente. La mia vita non ha senso senza di te-

-Te lo prometto-

E suggellammo quella promessa con un bacio. Un bacio profondo e pieno d'amore.



****************************

Raf restò in ospedale per altri tre giorni poi fu dimessa. La portai a casa sua dove Lorena e Arkan iniziarono subito a riempirla di attenzioni. Marcus invece riceveva visite da Tilda che era andata a vivere a casa di sua sorella dopo la strage. E poi il caro nonnetto aveva l'infermiera donnona che non lo perdeva d'occhio mentre io ero al lavoro. La scuola la lasciai per un po' e il preside capì la mia situazione e mi concesse le assenze senza rischio di bocciatura. Ok, lo ammetto. il fatto che gli abbia dato un bel assegno lo aveva reso comprensivo. Raf mi dice che dovrei smetterla di usare il denaro per ogni sciocchezza. E' difficile rinunciare alle vecchie abitudini ma ci sto lavorando.

In realtà non avrei voluto nemmeno andare in agenzia ma non potevo evitare più il lavoro. Tutti contavano su di me e trascurarli non era la scelta migliore. Anche Raf e Marcus hanno insistito che dovevo tornare ma sembrava che cercassero ogni pretesto per smammarmi. Si lamentavano che ero troppo apprensivo e gli stavo troppo addosso. Tsk! Che ingrati. Mi hanno fatto perdere vent'anni di vita questi due stronzi.

Dopo il lavoro, andai da Raf e le portai delle rose bianche. La trovai bene e mi disse che erano da poco andate via le sue amiche. Uriè e Dolce si erano spesso offerte di dargli il cambio per permettergli di riposare quando Raf era incosciente in ospedale ma lui aveva sempre declinato. Lo stesso avevano fatto tutti gli altri compresi Arkan e Lorena. Devo avergli fatto parecchio pietà al vecchiaccio per lasciarmi accanto a sua figlia senza rompere le palle. Non gli piacevo ma doveva ammettere che ci tenevo davvero a Raf e per un padre la felicità della figlia è tutto. Anche per un padre pezzente come lui. Io sono stato un infame a proporre Raf come premio in una giocata a poker ma lui avrebbe dovuto rifiutare. La sua debolezza le aveva spezzato il cuore e sapevo che nonostante amasse ancora suo padre, Raf ci avrebbe messo del tempo per perdonarlo.

-Sulfus, c'è una cosa che dovrei dirti- cominciò un po' titubante e potevo scorgere la paura nei suoi occhi. Mi stavo allarmando, cosa mi dovrà dire?

-Così mi spaventi, angioletto. Hai male da qualche parte? Vuoi che chiami Lorena o l'ospedale?-

-No, sto benissimo. Solo che... bè... dalle analisi che mi hanno fatto è uscita fuori una piccola sorpresa-

-Non capisco... cosa...- la guardai non capendo niente di quello che stava dicendo. I dottori mi dissero solo che stava bene e non mi hanno mai fatto vedere le analisi.

-Sono incinta, Sulfus. Di circa due settimane-

Ci misi due secondi a rendermi conto del significato di quelle parole e mi immobilizzai. Diventai una statua. Un bambino... Cazzo! Che avevo combinato? Se da una parte ero felice, dall'altra mi sentivo tremendamente in colpa. Raf aveva solo sedici anni, dannazione! Come ho potuto essere così stupido? Avrei dovuto usare il preservativo anche se prendeva la pillola. Tutto perché adoravo venirle dentro senza un fottuto involucro di plastica. Avrei dovuto mettere la sua sicurezza davanti al mio capriccio. Ma ormai era tardi per rimediare.

-Cazzo, Raf... che cosa ti ho fatto?- mi presi la testa tra le mani.

-Ti prego, Sulfus. Non fare così...- si avvicinò a me ma io mi allontanai dal suo tocco. Le stavo rovinando la vita.

-Non sono mai stato così combattuto in vita mia. Perdonami, Raf. Non volevo farti questo ma se da una parte mi odio per averti messo in questa situazione così presto, dall'altra... sono felice- disse le ultime parole in un sussurro.

-Sulfus, non hai nulla da farti perdonare. I bambini si fanno in due e sono stata un'irresponsabile quanto te. E'... è stato un imprevisto. Non è una notizia che due adolescenti prendono di buon grado ma... Sulfus... io già amo questo bambino. Sarà una parte di te e di me- mi prese il viso e ci guardammo negli occhi. Nei suoi oltre che la paura ora c'era anche tanto amore. -E' presto, avrei preferito averlo fra qualche anno dopo l'università ma il destino ha voluto diversamente. Non nego di aver paura ma se tu sarai con me sarò felice e affronteremo le nostre responsabilità insieme-

Le presi le mani e le baciai. Il mio amore per lei cresceva ogni momento. Come ho fatto a meritarmela?

-Amore mio, certo che sarò con te. Ma se poi non sarò un bravo padre? Non ho mai conosciuto l'amore di un padre io stesso e ho vissuto solo nell'odio e nella rabbia. Non voglio che mio figlio sia come me-

-Tu non sei cattivo e se nostro figlio sarà come te sarò la donna più felice del mondo. Ti amo tanto e sono sicura che insieme impareremo a essere dei bravi genitori. Non sarà facile ma faremo del nostro meglio amandolo-

-Ti amo tanto anch'io, Raf. Mi doni sempre più felicità. La mia vita sarebbe ancora un inferno se non ci fossi entrata tu-

-Anche tu mi dai tanta felicità. E non pensare nemmeno per un momento il contrario se no ti picchio. Sappi che le donne incinte diventano violente con niente-

Non credo che stesse scherzando ma scoppiai a ridere.

-Ahahah ok-

-Diventerò una balena- mise il broncio.

-Una stupenda balena. La madre di mio figlio- la cominciai a baciare su tutto il viso.

-O figlia-

-Certo. Se sarà una femmina, la chiameremo Angelie- e lei sorrise teneramente. Sapevo che ci teneva tanto ed è un nome molto grazioso.

-Sì, sarebbe stupendo. Ma se sarà un maschio, Claudius-

Guardai un attimo in cielo con una smorfia. Scusami, papà, però mi trovo d'accordo con te che il tuo nome era piuttosto antiquato.

-Emmm... tesoro, mi fa piacere che tu voglia dargli il nome di mio padre ma è un nome da vecchio-

-Tu sì che sai come smontare la gente, sai?- sbuffò.
-Troveremo un altro nome. Abbiamo ancora qualche mese di tempo prima che nasca- dissi e con timidezza andai a toccarle il ventre ancora piatto. Sorrisi come un'idiota immaginando un bambino uguale a sua madre. Sì, sarebbe stato bello come lei.

-Ci aspettano mesi molto duri-

-Lo so. Ma anche se sarai intrattabile e ti prenderanno delle voglie assurde, ti vizierò da morire-

-Non intendevo quello- disse con dispiacere.

La guardai confuso ma poi sentii la voce di Lorena dietro la porta chiederci se volevamo qualcosa da mangiare.

Ah, giusto. Arkan e Lorena mi ammazzeranno.



Continua...



Che ne pensate? Ve l'aspettavate questa bella notizia? Mi scuso per il ritardo. Avrei voluto postarvi questo capitolo prima delle feste ma non ci sono proprio riuscita. Avevo subito un blocco che non mi permetteva di finire il POV di Sulfus poi ieri mi sono detta “perché non far arrivare la cicogna?” Adoro i finali con matrimonio e pargoli solo che in questo caso sarà un tantino più difficile da gestire visto che Raf è ancora ragazzina. Cominciate a preparare fazzoletti e a togliere le armi che volevate puntarmi addosso. Giuro che il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Credo che verrà da piangere a me nel momento che metterò la parola FINE ma sarò anche molto felice di aver concluso finalmente questa storia. Non pensavo che ci avrei messo così tanti anni e vi chiederò scusa in eterno per questo ma gioite che finiranno le vostre pene, cari lettori XD Rimando i ringraziamenti al prossimo capitolo e vi saluto. Bacioni dalla vostra Himeno.

 

   
 
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