Recapture
Chi dice che le parole possono ferire non è consapevole che esiste un arma ben peggiore: i silenzi. Niente era capace di ferirlo quanto il silenzio di Harry. Niente l’aveva mai lacerato dentro quanto il fare scostante di Harry. Niente gli spappolava il cuore come vedere che la persona che più amava al mondo lo evitava. Ma, in assoluto, niente era peggio del senso di colpa che provava. Perché se Harry era freddo, silenzioso e distaccato era perché lui aspettava un figlio. Esatto, per quanto ancora stentasse a crederci lui per primo, stava davvero per diventare padre. Dio, quante volte lui e Harry ne avevano parlato. Avevano tanti sogni, tanti programmi per il futuro. Non sarebbero ricorsi a una madre surrogato, no, loro volevano adottare dei bambini. Ce ne sono così tanti senza una famiglia che si occupi di loro. Lui e Harry volevano solo formarsi una famiglia, volevano solo passare il resto della loro vita insieme.
Da quanto lo sapeva che Harry era la persona che avrebbe voluto per sempre accanto a sé? Louis era convinto di non averlo amato dalla prima volta che l’aveva visto. Era ragionevolmente sicuro che al loro primo incontro si fosse limitato ad innamorasi dei suoi ricci indomabili e dei suoi occhioni verdi. Per capire che lo amava come mai aveva amato prima gli era occorsa un’intera settimana o giù di lì. Harry era prezioso come un diamante. Lui era il più grande e aveva sempre sentito il bisogno di proteggerlo perché Harry era troppo buono e sensibile e le critiche che gli venivano rivolte, anche quelle più insensate colpivano sempre il bersaglio. Allora Louis aveva deciso che sarebbe stato lo scudo che l’avrebbe protetto. Poi da un giorno all’altro anche Harry era cresciuto. Ora lo superava addirittura in altezza ed era la perfetta dimostrazione che per quanto lo si possa sporcare con il fango un diamante resta pur sempre un diamante. Era così orgoglioso del suo cucciolo d’uomo per i successi che avevano raggiunto, per gli ideali che Harry aveva e che sapeva trasmettere con la musica e con gesti folli ma estremamente coraggiosi. Dio, quanto l’amava. Niente era più vero dell’amore che provava per Harry. Eppure aveva mandato tutti i loro meravigliosi piani per il futuro a gambe all’aria. Se avesse potuto Louis si sarebbe preso a pugni da solo. In realtà aveva sperato che lo facesse Harry, ma il suo ragazzo da quando aveva letto i primi articoli su una sua possibile paternità si era limitato ad osservarlo senza dire niente. Quando poi la famiglia di Briana era finalmente riuscita a mettersi in contatto con lui personalmente e Louis aveva provato a spiegarsi, a dirgli che potevano comunque farcela. Che avrebbe fatto qualsiasi cosa perché Harry potesse perdonarlo, il suo ragazzo lo aveva ascoltato e anche allora non aveva detto niente. Louis glielo leggeva in faccia che il dolore era talmente forte da impedirgli di aprire bocca. Alla fine Harry gli aveva chiesto di andarsene in albergo. Al vedere la sua faccia aveva aggiunto che non lo stava lasciando, non ancora almeno ma voleva non doverlo guadare almeno per un po’.
Perciò da qualche giorno Louis dormiva in albergo, o meglio aveva prenotato una camera ma il letto lo aveva a malapena sfiorato. Non riusciva a fare un cazzo di niente. Solo quando c’era Harry vicino a lui si animava e cercava di fare l’unica cosa che lo manteneva vivo: catturare la sua attenzione. Solo che le occasioni in cui incrociare il suo sguardo erano dannatamente poche. Harry lo evitava come la peste e gli aveva dato tacitamente lo sfratto dal loro camerino, spostando i suoi vestiti in quello di Liam.
Ma lui non si era affatto rassegnato e aveva cominciato a cercare i suoi occhi nell’unico momento in cui non poteva prendersi una pausa con una scusa e uscire lasciandolo indietro: durante le esibizioni. Dio solo sapeva quanto amava che Harry gli facesse delle vere e proprie serenata sul palco. Louis ogni tanto ci aveva anche provato a ricambiare ma non era da lui essere così plateale nel mostrare il suo amore in pubblico. Forse però i gesti discreti non erano sufficienti. Harry aveva bisogno che gli gridasse in faccia quanto lo ama, aveva bisogno che tutto il mondo sapesse che Louis Tomlinson gli apparteneva. La prima sera Harry non si era scomposto più di tanto, anche se Louis, che non perdeva neanche il suo più piccolo movimento, lo aveva beccato mentre gli lanciava qualche rapida occhiata. A quel punto grazie al cielo, Louis aveva capito che la situazione era grave ma non disperata.
Poi però aveva visto come stava trascorrendo il tempo libero Harry e di nuovo era andato in panico.
Chi cazzo era questo Xader e perché cazzo Harry ci stava uscendo insieme!?
Non gli sembrava che Harry glielo avesse mai nominato prima. Ok che era lui ad essere in torto e tutto ma Harry non poteva seriamente pensare che se ne sarebbe rimasto buono e in disparte mentre lui prendeva a frequentava un altro uomo. Solo il pensiero che qualcuno toccasse Harry lo faceva ammattire. Harry non poteva tradirlo, anche se voleva fargliela pagare. Harry non poteva perché quanto era vero il Dio avrebbe ucciso chiunque avesse provato a portarglielo via. Se Harry voleva fargliela pagare poteva passare il resto della sua vita a rendere quella di Louis un inferno nell’intimità della loro casa, per il resto della loro lunga vita di coppia.
Era sul piede di guerra quando lasciò l’albergo. Prese la macchina e guidò fino a casa loro. Non sapeva se Harry fosse lì ma in ogni caso aveva le chiavi. Davanti alla porta d’ingresso perse un po’ del suo furore. Avrebbe dovuto suonare? Ma infondo era anche casa sua. Apri con le chiavi. In salotto non c’era traccia di Harry. Per un attimo ebbe paura. Cosa avrebbe fatto se l’avesse beccato con un altro uomo nel loro letto? Lo stomaco gli si strinse dolorosamente. Poi lo sentì, lo scrosciare dell’acqua. Harry stava facendo la doccia? Decise di aspettarlo in salotto. Quando uscì dal bagno era a petto nudo, un pantalone della tuta gli cadeva largo giù per le gambe e aveva un ridicolo turbante in testa che gli serviva soprattutto a non allagare tutto il pavimento. Si sedette sul divano, buttò giù i capelli e prese tamponarli con l’asciugamano. Dalla sua angolazione Louis poteva scorgere tutta la pelle bianca della sua schiena muscolosa. Se avesse potuto l’avrebbe percorsa con la lingua fino alla fine, nel modo che mandava Harry fuori di sé al punto che in un nano secondo invertiva la loro posizione, scrollandoselo di dosso e lo inchiodava sotto di sé fino a quando l’unico sentimento che Louis riusciva a provare era la soddisfazione per una scopata gratificante che lo lasciava deliziosamente indolenzito e pieno nei punti giusti. Più di tutto adorava quando Harry stremato gli cadeva addosso e si addormentava di botto usandolo come materasso e rendendo inutile qualsiasi coperta dato che le loro pelli bagnate erano più che sufficienti a tenerli caldi.
<< Se fossi stato un malintenzionato a quest’ora ti troveresti in una brutta situazione>> esordì.
<< Louis >> fece Harry alzandosi.
Louis lo trattene.
<< Non scappare Harry. Insultami, urlami contro, colpiscimi ma resta qui >>
<< Non è il momento adatto. Devo uscire >>
<< Col cazzo >>
Per la prima volta un lampo di rabbia illuminò gli occhi verdi di Harry.
<< Ho detto che devo uscire >>
<< Con Xander!? >> ribatté Louis metà sarcastico e metà incazzato.
<< Sì, con Xander >> urlò Harry.
Anche in quel momento che si era finalmente lasciato cogliere dall’ira, a Louis , Harry sembrava più un cucciolo che abbaia che un feroce mastino. Il suo Harry proprio la cattiveria non sapeva cosa fosse.
<< No Harry. Non puoi uscire con un altro uomo>> disse semplicemente ma in modo categorico.
<< Che cazzo! Tu quella te la sei scopata e io non posso neanche uscire con un amico!?>> urlò fuori di sé.
Che fosse folle di rabbia in quel momento lo dicevano molte cose, soprattutto che avesse usato termini rozzi come “scopare”.
Louis lo spinse indietro . Harry perse l’equilibrio e cadde seduto sul divano come voleva Louis. Rapido il ragazzo più grande gli si sedette sulle gambe. Harry cercò di spingerlo via pensando che stesse cercando di baciarlo ma Lou assecondò il movimento e anzi pose a sua volta le mani sulle spalle di Harry inchiodandolo allo schienale e poi disse:
<< No Harry. Non puoi uscire con un altro uomo. Non mi interessa se è bello, bravo, gentile e ti fa ridere. Non me ne importa niente se con lui non pensi alla situazione di merda in cui siamo. Non mi interessa se esistono uomini che ti meritano più di me perché io ti amo ed è con me che devi sfogarti, ed è con me devi arrabbiarti ed è solo con me che puoi fare pace a letto. Perciò si Harry. Ho scopato con una tizia di cui non saprei riconoscere nemmeno il volto se non fosse per le foto sui giornali, una sera a caso, dopo essermi ubriacato perché prima di andare in America avevamo litigato per l’ennesima volta sullo stesso argomento e io per l’ennesima volta me ne sono andato sbattendo la porta ma tu lo sai, devi saperlo che io torno sempre da te. Lo sai che ti amo, no? >>
<< Perché ci sei andato a letto?>>
<< Harry, io neanche mi ricordo bene … e no, non sono scuse >> aggiunse mentre vedeva Harry scuotere la testa infastidito.
<< Avevo bevuto parecchio quella sera, ho continuato a bere anche dopo che siamo saliti in macchina. Penso di essermi anche fatto una canna a un certo punto. Poi siamo andati in albergo ed eravamo tutti nella stessa suite, poi non lo so … Mi sono svegliato con un' emicrania cronica e una testa bionda dall’altro lato del letto. Harry, lo so che ho fatto una cazzata ma di lei non mi ricordo niente mentre saprei ripercorrere a memoria il tuo corpo. Questo dovrà pur significare qualcosa per te>>
<< Non so cosa fare. Il pensiero di un bambino tuo l’ho sempre adorato ma questo bambino non è anche mio >>
<< Potrebbe esserlo se solo lo volessi. Tu sei l’amore della mia esistenza, hai già un ruolo nella vita di questo bambino >>
<< Pensare a questo bambino mi uccide. Immaginarlo con i tuoi occhi mi fa venire voglia di averlo in giro a gattonare per casa ma se penso a quella foto in cui si vede la pancia mi sale un attacco di nausea >>
<< Harry io non so ancora come ma so che posso fare in modo che funzioni. Ne abbiamo passate tante. Possiamo ancora farcela. Anche se adesso mi odi … Io posso farti rinnamorare di me. >>
<< Non riesco ad odiarti e non voglio neanche che sia tu ad odiarti. Malgrado tutto ti credo quando dici che mi ami . Mi hai spezzato il cuore ma sei anche il solo che può rimettere insieme i cocci. Ma ho comunque bisogno di tempo >>
<< Tutto il tempo che vuoi>>
<< Ok, quando pensi di alzarti? >>
<< Scordatelo. Se ti libero vai da un altro uomo. Io non mi muovo da qui>> affermò seppellendo il volto nel collo di Harry. Ora che aveva Harry vicino poteva anche concedersi di riposare un momento gli occhi.
Harry gli pizzicò il sedere. Lo faceva ammattire il lato prepotente di Lou. In realtà ammattiva perché lo adorava. Louis era proprio un bambino quando si impuntava. Ai suoi occhi risultava comunque insopportabilmente tenero.
<< Mi spieghi com’è che anche quando sei incazzato nero con me le tue mani trovano inspiegabilmente la strada verso il mio culo ?>> borbottò Lou contro la pelle del suo collo.
Suo malgrado ad Harry stava per scappare dal ridere ma fortunatamente riuscì a trattenersi. Per puro spirito di autoconservazione voleva continuare a tenere le distanze. In cuor suo sapeva già di aver perdonato Louis ma voleva comunque che gli fosse ben chiaro che avrebbe dovuto sudare per riconquistare la sua piena fiducia. Harry infondo sapeva che la colpa non era tutta sua. Avevano sempre troppe pressioni addosso. Louis aveva fatto uno sbaglio ma era sincero nel suo bisogno di essere perdonato.
<< Sai che potrei liberarmi facilmente dato che ormai sono più alto e grosso di te ?>>
<< So anche che se ancora non lo hai fatto e perché in realtà vuoi solo restare qui sotto di me >>
<< Stronzo >>
<< Per favore Harry, voglio solo un attimo di tregua>>
Ora che si sentiva leggermente rassicurato Harry lo osservò con più attenzione e quasi si spavento. Possibile che Lou avesse perso peso? No, forse no, ma aveva un colorito pessimo, le occhiaie erano viola, sembrava che qualcun altro, oltre il destino beffardo, l’avesse preso a pugni.
<< Da quant’è che non dormi Lou? >>
<< Da quanti giorni mi hai sfrattato dal nostro letto? >>
<< Cristo Lou, non puoi continuare così. Dobbiamo anche lavorare. Vai immediatamente a metterti a letto e riposa un po’. Perché se non ti controllo ti riduci sempre in queste condizioni! Andiamo alzati >>
Harry lo aiutò a mettersi in piedi e lo guidò fino al loro letto. Lou si lasciò cadere di botto sul materasso. Harry non ebbe la forza di sgridarlo e si mise lui a slacciargli le scarpe e a tirar giù le coperte in modo che ci si potesse infilare sotto. Tempo di due minuti ed era già praticamente nel mondo dei sogni.
A quel punto ad Harry non rimaneva che prepararsi per uscire, sarebbe arrivato leggermene in ritardo ma c’era tutto il tempo. I suoi amici lo aspettavano al locale. Sapendo la situazione non avrebbero neppure fatto le solite battute stupide sul fatto che il suo fidanzato gli facesse sempre fare tardi agli appuntamenti e poi c’era Xander, che gli era stato di grande supporto in quel periodo. Ma Harry non aveva nessuna voglia di uscire. Lanciò un'altra occhiata al letto e si decise. Prese il telefono e mandò un messaggio. Era sorto un contrattempo, gli dispiaceva ma non poteva raggiungerli. Sospirò profondamente.
<< Mettiti a letto >> gli disse Lou con voce arrochita da sonno.
<< Pensavo dormissi >>
<< Ti stavo lasciando decidere. Ora che hai deciso non ha senso che resti lì in piedi a prendere freddo. Mettiti a letto. >>
<< Potrei dormire nell’altra stanza. >>
<< Se ti preoccupi per la tua verginità anale me la sono già presa da più di tre anni e in ogni caso sono talmente stanco che per quanto tu sia una deliziosa visione non mi si alzerebbe neanche con un cric. Se invece ti preoccupi di non essere in grado di resistermi , ma pensi che dato che sono più là che qua non dovresti scoparmi, non preoccuparti. Hai il mio permesso per approfittarti di me anche da incosciente. Se domani mi sveglierò col culo dolorante avrò comunque un risveglio meraviglioso.>>
<< Sei un idiota >> dichiarò ma si infilò nelle lenzuola che Lou teneva sollevate.
<< Lo so. Buona notte Harry >> disse crollando finalmente nel mondo dei sogni.
<< Notte Lou >>
Nota della pazza/ autrice che ha pubblicato 'sta... cosa.
Questa one shot ha continuato a ronzarmi in testa finché non ho ceduto e l’ho buttata giù nel cuore della notte. Ho finito alle tre, non vi dico che occhiaie che ho XD. Sinceramente è un po’ un azzardo da parte mia scrivere sui Larry, li adoro e li seguo da tempo ma non ho mai letto e scritto niente in questo fandom perciò non so bene se per voi sono uscita molto dalla loro caratterizzazione. Inoltre ho scritto di un argomento che sta a cuore un po’ a tutte. Se non altro, spero che almeno un po’ vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate e se potrebbe magari interessarvi anche un continuo. Scusate per l’uso di parolacce ma io davvero Louis che dice << Accipicchia! >> non ce lo vedo … -__-“. Metto rating arancione soprattutto per il linguaggio. Ciaooo , ora evaporo.