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Autore: Zenya Shiroyume    13/01/2016    14 recensioni
Sono passati quasi quattro anni da allora, ma le sensazioni di quel giorno sembrano non essere svanite. Un ricordo tra tanti, difficile da scegliere, di un anno che più di tutti mi ha cambiata, nel momento in cui ho scelto di dare una svolta alla mia vita.
Terza classificata al contest "The Story of my Life - La nostra Storia" sul forum EFP"
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove l'oceano incontra il mare

Ne è passato di tempo, ora che questa ennesima sessione d'esame si avvicina. Molto spesso non ci faccio caso, continuo a parlare del mio anno in Danimarca come fosse appena terminato, come fossi appena scesa dall'aereo. Ne parlo ancora con quel delizioso brivido che mi percorre la schiena, ancora eccitata e sopraffatta da un'esperienza tanto incredibile quanto spaventosa. Ogni volta che ci penso, faccio fatica a decidere di cosa parlare, mai per me un anno era stato così ricco e pieno di scoperte. Eppure, da allora sono passati quasi quattro anni.

Spesso mi sdraio sul letto e fisso la bandiera danese che ho comprato come souvenir, rileggo fino allo sfinimento tutte le dediche che mi sono state lasciate da compagni di scuola e altri studenti che, come me, hanno deciso di prendere di petto il mondo e vivere di punto in bianco un anno lontano da tutto ciò che ci era famigliare. Ma ci sono due dediche, in particolare, che non riesco a ignorare e a cui sono legati bellissimi ricordi, uno dei quali che ancora oggi mi fa scendere una lacrima per la nostalgia.
La mia famiglia ospitante, una coppia di adorabili e dolcissimi pensionati, aveva programmato questo viaggio appena mi avevano accolto nella loro casa. Loro erano tanto emozionati, non vedevano l'ora di compiere quel viaggio, soprattutto per mostrarmi un altro splendido aspetto del Paese dei Vichinghi. Si erano organizzati per filo e per segno, chiedendo a dei loro amici di poter usare la loro casa al mare. Cielo, quella casa! Era meravigliosa, posizionata alla base di una piccola collina verdeggiante e vicino ad un'alta parete rocciosa, il tutto a pochissimi passi dal mare su cui vidi uno dei tramonti più belli della mia vita, seduta sulle rocce con il vento tra i capelli.
Cosa darei per vedere di nuovo il sole calare sull'Atlantico!

Mi portarono subito alla meta che tanto agognavo, quella che volevo vedere dal primo giorno in cui avevo messo piede nel Paese. Ne avevo tanto sentito parlare, ma non credevo potesse essere vero.
Quel giorno, dopo aver pranzato con tipico cibo danese, mi portarono a nord, sulla punta della penisola. Mi ritrovai su un'immensa distesa di sabbia che non chiamerei spiaggia, pareva tanto di più un deserto, con altissime dune e cespugli di arbusti e fiori gialli. Già solo quello spettacolo mi aveva mozzato il fiato, mentre sentivo il vento accarezzarmi il viso. Accanto a me, c'era la mia famiglia, emozionata nel portarmi a vedere uno spettacolo magnifico. Salimmo su un sabbioso furgoncino con le porte aperte e nessun vetro alle finestre; aveva le ruote grandi e possenti, forti abbastanza da superare le alte dune di Skagen. Era meraviglioso, il vento freddo che proveniva dal mare mi scompigliava i capelli, il sole era tiepido e rinvigorente, così bello da sentire tutta la stanchezza scivolare via come una doccia calda.
Il furgoncino sfrecciava veloce sulla sabbia, senza mai indugiare o barcollare, mentre fissavo il paesaggio, le impronte dei gabbiani sul terreno e le libellule che volavano pigre sopra i denti di leone. E poi eccolo, immenso e incredibile di fronte ai miei occhi.

Appena il mezzo si fermò, non ci pensai due volte e balzai giù, sentendo la sabbia che si infilava nelle mie vecchie scarpe da ginnastica. Quella sensazione parve diversa da quella che provo ogni estate qui in Italia: di solito non sopporto avere la sabbia nelle scarpe, ma allora non me ne importava nulla. Mi avvicinai al mare e mi lasciai sfuggire un verso di stupore e meraviglia. Di fronte a me, che stavo in piedi su una piccola lingua di sabbia, c'era una stupenda distesa azzurra, calma e immensa; la schiuma delle poche onde si infrangevano a riva e sui miei piedi, l'acqua scintillava sotto ai raggi del sole, mentre l'aria fresca mi riempiva i polmoni. Chiusi gli occhi, inspirando profondamente, ma volevo continuare a fissare quello spettacolo della natura, poi vidi qualcosa di ancora più bello e maestoso. La mano della donna che ci aveva prestato la casa indicava lontano verso il mare e lì la vidi, una sottile linea di schiuma che divideva il mare che avevo davanti.
Il Mare del Nord e l'Oceano Atlantico erano davanti a me, vicinissimi e definiti da due tenui toni di azzurro. Mi sentii piena di vita, estasiata e fuori di me dalla gioia. Uno spettacolo unico, nuovo e irripetibile. Ancora ci penso, anche a distanza di quattro anni.
Allora avrei voluto tuffarmi, ignorando l'acqua gelida e i vestiti, avrei voluto provare sulla mia pelle quell'acqua che da una parte era oceano e dall'altra mare. Lanciai un grido all'orizzonte e risi, senza un motivo; mi sembrava di avere il mondo in mano e mi sembrava di avere la forza necessaria per fare tutto. Una sensazione a dir poco stupenda, mai provata in Italia.
Ma qualcosa di più bello accadde dopo pochi istanti. I miei genitori ospitanti mi invitarono tra loro per immortalare quel momento.
Mi stringeva entrambi tra le braccia e tutti e tre sorridevamo, mentre il cuore mi batteva forte a un ritmo che non avevo mai sentito. Non sembrava nessun tipo di sensazione provata con la mia famiglia o miei amici, nemmeno con il mio ragazzo. Mi sentivo viva, amata da qualcuno che non avrei nemmeno dovuto conoscere, amata da qualcuno che si era ritrovato una ragazzina in casa con la speranza di conoscere molto di più su di loro.
Infatti, il mio arrivo nelle loro vite aveva avuto un preavviso talmente breve da sembrare inatteso, credevo che tra noi ci sarebbe sempre stata una certa diffidenza e in qualche modo freddezza, come se dovessero semplicemente darmi un tetto sotto cui vivere. Eppure, in quel momento avvertii il calore di una famiglia, l'unione che di solito non nasce tra sconosciuti. Magari continuerò a ripetermi, ma non credo di essermi mai sentita tanto viva. Mi sembrava di volare sulle nuvole, sospinta da quella brezza marina data da quella meraviglia della natura.


Mi manca la Danimarca. Tutte le persone che ho conosciuto, che sono diventati amici e famigliari, i paesaggi che ho visto e le cose che ho imparato, continuo a pensarci costantemente. Allora ne ho passati di momenti, belli e brutti, eccitanti e spaventosi; spesso ho avuto paura, spesso mi sono sentita inadeguata a quel posto, ma non cambierei nemmeno una cosa, nemmeno la più insignificante.
Se potessi, vorrei rivivere ogni istante, anche solo per un giorno.


   
 
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