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Autore: Altair4    13/01/2016    0 recensioni
Due personaggi di questa storia vivono nella mia mente da tempo immemorabile, forse da dieci anni. Finalmente sono riuscita a metterli nero su bianco e ne sono estremamente felice! E’ stato difficile assegnare le caratteristiche giuste a tutto il racconto perché secondo me è un mosaico, infatti dal capitolo 23 diventerà un GIALLO! l’unico filo conduttore di tutti i suoi tasselli è la ricerca da parte della protagonista principale (mezza umana e mezza aliena) di se stessa. Senza Nome (anche detta I.113) è sospesa tra due mondi e non sa a quale appartiene veramente e soprattutto non sa quale sarà il suo destino. Ho cominciato dalle sue origini ma c’è un intero mondo parallelo, il mio mondo immaginario, da scoprire…
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Il Dottore camminava nervosamente avanti ed indietro nel suo studio, Aliya lo fissava divertita, non aveva nessuna
intenzione di chiedere scusa per le sue azioni.
            -Non hai obbedito agli ordini! Mi devo preoccupare?-
            -Non mi sembra di aver agito da aliena pazza e sanguinaria, anzi!-
            -Lo ripeto una seconda volta, forse non hai capito bene il punto: non hai obbedito agli ordini di Fuentes, è un tuo superiore!-
            -Se lui fosse stato al mio posto avrebbe fatto lo stesso!-
            -Non credo proprio ragazzina, meriti una punizione…-
            -Ho portato a termine la missione senza creare problemi, le cimici funzionano, gli americani sono contenti, non so quale testa d’uovo dei servizi segreti mi ha mandato una lettera dove mi fa i complimenti per le mie azioni e sperano di poter contare sul mio aiuto in futuro…cos’altro volete da me?-
 
            -Va bene… la punizione si limiterà ad oggi, non potrai vedere i tuoi amici in mensa. Adesso vai-
 
Aliya uscì dall’ufficio senza commentare, senza mostrare nessun sentimento, si diresse obbediente alla sua stanza,
 
arrivata dentro si mise a piangere e corse in bagno. Era un bluff, una volta lontana dalla telecamera che si trovava
 
nella stanza, si mise a lavorare al congegno che a dicembre le aveva regalato Patrick, sarebbe servito per annullare il
 
segnalatore che aveva nella testa. Doveva assolutamente ridurlo di dimensione, per farlo entrare nel ciondolo che le
 
aveva dato Alexei e che indossava sempre. Ormai non c’era nulla che non potesse fare. Mentre incastrava il
 
meccanismo nel cuore di oro bianco rifletteva; quello che stava facendo in quel momento sembrava una metafora
 
della sua vita, tutti volevano che avesse un cuore di pietra, meglio ancora un cuore meccanico che sa solo ragionare.
 
Dopo cena finalmente avrebbe parlato con Alexei, non si sentivano da giorni e lui era in Russia ad affrontare i suoi
 
demoni. Il cuore le batteva forte forte, si aprì il collegamento ed il viso bellissimo di lui le comparve davanti.
 
            -Milaja…come stai? Mi hanno detto che la tua missione è stata un successo-
            -Alex…sì…è andato tutto bene…tu come stai?-
            -…mi manchi da morire…ma non ho avuto un attimo di tempo…è morto mio nonno materno e non ho potuto contattarti come volevo…è stato un bene che sia tornato in Russia proprio adesso-
Aliya aveva un viso sofferente.
            -Mi dispiace tantissimo vorrei poter essere lì con te…ti abbraccio forte forte-
            -Non preoccuparti sto bene…ma tu stai bene davvero?-
            -Credevo…credevo che non mi volessi più vedere e che avessi fatto pace con Angelica-
            -No Aliya…perché pensi questo?…le ho parlato, ha capito, anche lei non ce la faceva più, non ci vedevamo mai…siamo rimasti amici…non vedo l’ora di abbracciarti-
Aliya si sentì ancora peggio di prima, lei non poteva stare con Alexei e lui invece aveva rinunciato alla sua fidanzata.
            -Mi dispiace…non volevo rovinare la tua storia con Angelica…non sappiamo se potremo mai stare insieme-
            -Non devi preoccuparti di questo…non l’amavo, era comunque tutto sbagliato…dammi ancora una settimana, è il compleanno di mia madre e devo sistemare delle faccende per l’eredità, poi potremo stare ancora insieme-
            -Sì Alex…non vedo l’ora-
 
Parlarono per un bel pezzo della missione, di come erano infelici separati, Aliya non ce la faceva più a mentirgli, ma
 
non poteva dire una parola, li stavano ascoltando di sicuro, lo avrebbe rivisto solo per dirgli addio.
 
La mattina dopo era mercoledì, Aliya andò a passare la sua visita dal Dottorando, ormai capitava una volta al mese,
 
ma quel giorno gli avrebbe letto nella mente. Fuori della porta c’era Patrick che sostituiva Alexei.
 
            -Patrick!-
            -Ciao Aliya…mi hanno detto che ti avevano messo in punizione…è perché la tua missione è andata male?-
            -No, è andata a buon fine, però non ho obbedito agli ordini di Fuentes come avrebbe voluto il Dottore…vogliono un automa non un soldato…ho voluto salvare una poveretta dalla grinfie di alcuni terroristi…-           
            -E ti hanno punito per questo?-
            -Sembra, proprio di sì-
            -Guarda non farmi commentare, sennò mi tengono qui a fare la guardia a vita! Poi chi ti impedisce di ridurti in pappa nella sala dei laser?-
 
Aliya prima rise sonoramente e poi provò a sondare la sua mente, ma la sua amicizia era genuina diceva quello che
 
pensava, le sarebbero mancati lui e Melissa. Raggiunse il Dottorando, tutto quello che voleva era leggere la sua mente
 
malata e capire se aveva modificato i suoi pensieri, si concentrò.
 
            -Buongiorno arma di distruzione di massa...- ma tra sé –sì buongiorno sgualdrinella, lo sarebbe davvero un bel giorno se ti potessi sdraiare su quel bancone supina e…-
Aliya smise di ascoltare, non era cambiato un bel nulla, anzi.
            -Buongiorno malato mentale-
            -Cosa fai ora, insulti?-
            -Non so, ho come l’impressione che il nostro rapporto si sia incrinato, cosa è successo?-
            -Non ci sei stata per diversi giorni…e poi come può incrinarsi un rapporto che non c’è?- e tra sé –per colpa tua mi hanno dato una grossa responsabilità…come faccio a modificare il Leviatin senza conseguenze?-
            -A me sembra che tu sia più arrabbiato del solito cosa è successo? Ritiro il “malato mentale” e ti chiedo scusa-
 
Aliya voleva capire cosa avesse in mente, ma non riusciva a identificare la formula del Leviatin nella testa del
 
Dottorando né la variante che voleva creare.
            -Strano…cosa è successo a te piuttosto? Ti manca il tuo Alexei? Se vuoi posso consolarti in privato…-
            -Hey, datti una calmata, mi fai pentire di quello che ho detto!-
 
Forse ci voleva un certa sintonia con l’altro perché potesse in qualche modo condizionarne la mente oppure i suoi
 
pensieri sarebbero stati ancora più malati senza il suo presunto potere. Non avrebbe indagato oltre.
 
            -Quando hai avuto l’ultimo attacco epilettico?- Chiese il Dottorando, che ignorava totalmente il potere telepatico di Aliya.
            -Credo di non aver nessun attacco da circa un mese! Non è stupendo?
            -M-si certo…­”maledizione come minimo è guarita e la droga che sto creando per renderla dipendete non servirà a nulla”-
Aliya aveva capito bene, voleva sostituire il Leviatin con una droga che la rendesse dipendente da loro, forse stava guarendo e non avrebbero più avuto un motivo per trattenerla.
 
            -Adesso vieni qui, devo farti le solite analisi…ma che sorpresa hai il solito cuore da Superman…scommetto che anche le tue analisi del sangue sono perfette…che noia!-
 
Finita la solita routine Aliya si recò in mensa per salutare i suoi amici, ogni volta pensava che poteva essere l’ultima volta che li vedeva.
 
            -Aliya mi hanno detto che il Dottore ti ha messo in punizione perché non hai obbedito agli ordini di Fuentes…-
            -E’ così che fai i riassunti Patrick?-
            -Io li faccio bene è qualcun altro che aveva insufficienza ad inglese!-
            -Era tanto tempo fa! Antipatico!-
Mentre Melissa e Patrick litigavano allegramente tra di loro, Aliya non sapeva come fare per salutarli, ma non poteva così davanti a tutti, doveva rassegnarsi a non dirgli mai veramente addio.
 
I giorni successivi Aliya continuò a lavorare a quel meccanismo nel ciondolo ed a prepararsi mentalmente alla fuga,
 
ormai mancava pochissimo. Il venerdì pomeriggio Aliya fu chiamata nel laboratorio nell’area top secret per provare
 
di nuovo la tiara ed il bracciale Xiariani.
 
            -Abbiamo testato un altro tipo di laser…provali e dimmi cosa senti-
Mentre Aliya diventava Xiariana chiese:
            -Di che materiale sono fatti?-
            -Non siamo sicuri, ma questo metallo alieno assomiglia molto allo zirconio, inoltre se guardi bene ci sono come disegni geometrici in rilievo, sembrano circuiti stampati, ma non siamo riusciti mai a capirne il reale significato-
            -Lo zirconio è quel materiale che si ricava dai comuni zirconi…-
            -Gli alieni ne tenevano un bel po’ sulla loro navetta, ma non siamo mai riusciti ad utilizzarli…non sappiamo a cosa servano-
Aliya non poteva crederci eppure il Dottore era un genio, nonostante questo aveva la soluzione sotto il suo naso e non se ne era accorto.
            -Posso vedere l’astronave?-
            -Non te lo meriteresti…-
            -Dottore mi meraviglio di lei, non sono una bambina disubbidiente… -
Aliya era ricoperta di Proteallo ed indossava la tiara ed il bracciale, sentì come una scossa, le pietre si illuminarono
 
per un istante, per fortuna il Dottore era di spalle, si girò e disse.
 
            -Oggi sono di buon umore ti farò vedere la nave…allora senti nulla?-
            -No…come sempre…-
 
Il Dottore aveva acconsentito, forse i monili Xiariani miglioravano ancora di più le capacità di Aliya. Arrivarono
 
davanti ad una grande porta in metallo, il Dottore appoggiò il palmo della sua mano su uno schermo e quella si aprì
 
con un grosso cigolio. Aliya scorse qualcosa che le tolse il fiato, qualcosa che sentiva di conoscere, che aveva già
 
visto forse in qualche sogno: davanti a lei c’era una navetta, ovviamente aliena, a forma di guscio di noce con una
 
superficie liscissima e metallizzata.
 
            -E’ bellissima…-
 
Si stava per avvicinare quando sentì che il velivolo la chiamava, si fermò, avvertiva un formicolio al braccio e alla
 
fronte, doveva assolutamente reprimere ogni sensazione, il Dottore non doveva capire.
 
            -Funziona? Può volare?-
            -No, da questo lato non lo vedi ma dietro è molto danneggiata, non può più volare-
            -E’ un vero peccato…-
 
Aliya si rese conto che in quel momento poteva cercare gli zirconi nella navetta, caricare i monili Xiariani e
 
andarsene dalla base, niente di più semplice, il Dottore non avrebbe potuto nulla contro di lei, ma all’improvviso si
 
sentì strana, senza poterlo controllare riassorbì il Proteallo e cadde terra in preda agli spasmi.
 
            -N-no…n-non a-ancora…n-no-
 
Il Dottore le fece ingerire subito la capsula con il Leviatin, la prese in braccio, lei era debole ma gli spasmi piano
 
piano cessarono, restò in ascolto.
 
            -Sei così bella, così indifesa in questo momento…e così difficile restare indifferenti…sei buona e giusta come tuo padre, coraggiosa come tua madre, ma non posso lasciarti andare via, perdonami per quello che ti farò…è per il bene comune- poi disse:  Aliya, come ti senti?-
 
Aliya aprì gli occhi e lo guardò con indifferenza, aprì bocca a fatica.
            -Dove mi porta?-
            -Nella tua camera-
            -Cosa sono per lei? Solo il suo più grande esperimento…non è vero?-
            -Aliya tu sei speciale e ti vogliamo bene, ma ho una famiglia…non posso trattarti come se fossi una figlia-
            -No, ha ragione…non ce l’avrò mai una famiglia- nel mentre pensava -non avrò nessun rimorso ad andarmene di qui, stavo solo aspettando chissà cosa da parte tua, un accenno di affetto, ma tu sei solo quello che ha permesso che i miei morissero, sarà un gran piacere rovinare il tuo più grande esperimento-
 
Il Dottore la portò fuori dall’area top secret. Quando finalmente fu sola nella sua camera, si guardò intorno,
 
quell’ambiente senza colori, senza quadri alle pareti, tutto rispecchiava il suo animo triste e grigio senza la felicità di
 
un vero amore  e di una vera famiglia. Si sdraiò sul letto vestita e rimase lì immobile aspettando la notte fonda.
 
All’ora stabilita si alzò ed andò in bagno, accese il congegno dentro il ciondolo, tornò in camera spense la luce. Nel
 
buio totale avvicinò il congegno alla videocamera, creò un’interferenza, aveva pochi secondi, si tolse l’orologio come
 
gli aveva insegnato Alexei, uscì rapida dalla camera non vista e mise fuori uso tutte le telecamere al suo passaggio.
 
Arrivò alla zona top secret atterrando le guardie con facilità, nemmeno si erano rese conto di cosa era successo.
 
Aveva preparato una carta magnetica quando era San Francisco proprio grazie ad alcune nozioni di Volkov ed altre
 
imparate sul web, sarebbe servita da pass per aprire tutte le porte bloccate della base. Quella zona era così top secret
 
che al suo interno non veniva sorvegliata dai soldati, solo in pochi sapevano della sua esistenza. Arrivò fino a dove si
 
trovava l’entrata alla quale aveva accesso solo il Dottore. Spruzzò una sostanza plastica dove era l’impronta della
 
mano ricavando una sorta di calco, mise un guanto bianco rubato al Dottorando, premette delicatamente e riuscì ad
 
aprire la prima porta. Corse attarerso la stanza fino alla cassaforte, l’aprì con il solito stratagemma, l’aveva imparato
 
da un ragazzino su internet. Indossò il bracciale e la tiara assumendo la forma Xiariana, le pietre cominciarono a
 
luccicare, una sorta di energia pervase tutto il suo corpo, si sentiva un'altra, ma aveva bisogno di zirconi, i monili
 
erano scarichi. Arrivò alla grande porta di metallo che la separava dal mezzo di trasporto Xiariano, anche quella non
 
fu un ostacolo. Raggiunse la navetta, ad un suo solo pensiero si aprì, entrò dentro prese le scorte di zirconi, le mise in
 
uno zaino che aveva con sé. Avvicinò qualche pietra ai suoi monili, subito furono polverizzate, la pietra triangolare
 
del bracciale e quella a goccia della tiara avevano acquisito ancora più energia e brillavano ancora di più. Adesso era
 
pronta, si sentiva potente come non lo era mai stata, guardò lo stato della navetta, non poteva fare nulla, era troppo
 
danneggiata, ma adesso era così ricca di energia che sapeva di non averne bisogno. Uscì dall’area top secret e si
 
diresse verso il laboratorio del Dottorando a fare man bassa di tutte le scorte di Leviatin, i mobiletti con i loro ridicoli
 
lucchetti non opposero resistenza. Poi si diresse al computer, le bastò appoggiare le mani sulla tastiera, produrre il
 
Proteallo ed entrò nel sistema bypassando tutte le password. Cominciò rapidamente a raccogliere dati su come si
 
produceva il Leviatin e vide le informazioni sulla droga che stava sperimentando il Dottorando. Al momento era un
 
veleno che l’avrebbe resa schiava e poi lentamente l’avrebbe uccisa. Questo dunque voleva il Dottore, alla fine
 
preferiva annientarla che perderne il controllo, come uno stupidissimo esperimento, come una coltura cellulare che
 
butti via perché il risultato che dà non ti piace. Mentre raccoglieva gli ultimi dati sentì scattare l’allarme, si erano
 
accorti che era scappata, per un attimo spense il marchingegno nel suo ciondolo e si rivolse alla telecamera.
 
            -Dottore io non sono un tuo esperimento, io avevo una madre ed un padre e tu li hai lasciati morire, per me non sei niente, non avrai mai il controllo della mia vita, non ti meriti né il mio affetto né il mio rispetto, sei solo un povero omuncolo avido e senza cuore. Addio-
 
Aliya cominciò a correre fuori dal laboratorio, sentì arrivare i soldati, si fermarono davanti a lei senza sparare, tra loro
 
c’erano Melissa e Patrick.
 
            -Melissa, Patrick vi ho voluto bene, mi dispiace abbandonarvi così, vi porterò sempre nel mio cuore, grazie per la vostra amicizia-      
 
I due non aprivano bocca ma li sentì pensare: -scappa Aliya, scappa lo sappiamo che puoi tutto­-
 
            -Non vi dimenticherò mai! Addio-
 
Aliya cominciò a ricoprirsi di miriadi di cristalli, i militari rimasero imbambolati a guardare, nessuno voleva colpirla.
 
La struttura intorno al corpo dell’ibrido prese la forma di una freccia, poi si illuminò, si sollevò da terra, si piegò di
 
novanta gradi e partì senza propulsione, senza creare spostamenti d’aria, infranse il vetro della finestra più vicina e
 
sparì in pochi attimi dalla loro vista. Il Dottore aveva visto e sentito tutto in diretta, si portò le mani al volto e
 
cominciò a piangere come un bambino, aveva perso tutto.
 
Aliya andava ad una velocità inaudita, aveva il pieno controllo, ma sentiva che viaggiare così le rubava molta energia,
 
nonostante questo puntò verso l’alto per uscire dall’atmosfera e non contenta  tentò di comunicare con Kara. I suoi
 
occhi diventarono neri senza iride, stavolta non si trovò in mezzo al deserto come sempre, continuava a vedere dove
 
stava andando, ma avvertì una voce.
 
            -Aliya è troppo presto, non puoi raggiungermi ancora, non sei abbastanza forte, torna sulla Terra-
            -No! Non voglio, fa troppo male, i rapporti umani fanno soffrire, voglio la perfezione del popolo Xiariano, voglio il vostro Nirvana, la pace dei sensi, l’assenza dell’odio e voglio il vostro amore incondizionato-
            -Lo avrai, Aliya lo avrai, ma non ora, non è il momento giusto, ti aspettano altre prove, rischi la vita ad affrontare un viaggio così lungo e rischi di non trovarci, non siamo nella stessa dimensione del pianeta Terra, non puoi fare ancora viaggi interdimensionali, ma ci riuscirai un giorno…ti scongiuro devi tornare indietro-
            -No ti prego, non mi abbandonare anche tu…-
Aliya cominciò a piangere a dirotto.
            -Non ti sto abbandonando, se parti ora non ci troverai mai, i tuoi chip devono ancora maturare, ascolta il tuo corpo, lo so che lo sai anche tu, noi saremo sempre qui ad aspettarti, da noi il tempo è un concetto relativo, un giorno capirai, fermati ad ascoltare, stai per avere un attacco di nuovo…-
 
Aliya cominciò a tremare come una foglia, lentamente il suo involucro di cristallo cominciava a dissolversi, riuscì a
 
prendere una capsula, ma appena i tremiti finirono, sentì le forze svanire e perse conoscenza. Quel che rimenava della
 
struttura di cristallo con Aliya dentro precipitò per diversi metri fino a colpire in pieno le fronde un salice piangente e
 
cadde in un giardino in mezzo a tanti, ma senza fare troppo rumore. I cristalli si disciolsero completamente, Aliya
 
rimase lì immobile in forma umana, distesa tra delle primule gialle ed arancioni.
 
 
P.S. Ciao a tutti! :-)
Finalmente Aliya scappa dalla sua prigionia, niente più la lega a quel luogo, anche se è molto affezionata a Melissa e Patrick.
Lo stratagemma per simulare l’impronta del Dottore per entrare nella zona top secret me lo sono inventato di sana pianta spero sia verosimile XD
Vi piace la freccia di cristalli? E’ una navetta Xiariana a propulsione di zirconi XD XD XD che in realtà sono solo pietre simili ai dimanti ma non sono altrettanto rari e di valore…anche questa idea risale ad una decina di anni fa senza nessuna base scientifica prendetela com’è ;-)
Adesso Aliya è libera ma non è abbastanza matura per affrontare il viaggio verso Xiar, il pianeta di Kara e di Feidor la madre della nostra eorina, così precipita in un giardino…di chi sarà quel giardino? Nel prossimo capitolo si aggiungeranno altri due tasselli di questo mosaico, finalmente comincerà il giallo e presto anche la questione “tematiche delicate”, vi consiglio ancora più caldamente di non perdere un capitolo e vi sfido a trovare il colpevole ;-)
Grazie ai lettori silenziosi e soprattutto a chi commenterà
Al prossimo capitolo
Altair
 
 
 
   
 
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