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Autore: Mels    14/03/2009    2 recensioni
Continuavo a tenere lo sguardo basso nonostante tutti i loro occhi cercassero me,solo me. Non potevo descrivere la confusione,la paura,la curiosità e quel terribile bruciore alla gola che non intendeva placarsi conducendomi lentamente,come nella peggiore delle torture,alla follia. Le persone che avevo davanti sembrava mi stessero dando il tempo di respingere quel mosaico di sentimenti e di idee che mi volteggiavano nella testa. Ma dopo avrei dovuto parlare,suppongo. Chiusi gli occhi,era tutto troppo grande,tutto troppo nitido e doloroso perché io potessi accettarlo. Parla. Sibilò fredda e tagliente una voce dentro di me. Continuai ad esplorare il mio silenzio inabissata nella profondità delle mie riflessioni fino a che la mano pallida -quanto la mia- di un’ aggraziata ragazza dai capelli scuri si posò sulla mia pelle divenuta gelida.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le tinte oscure e nere della città mi avevano ingoiata. Non distinguevo più i colori attorno a me,tutto era nero,erano nere le luci dei lampioni,era nera la luna che mi fissava. Maledetta luna,la odiai. Mi fissava mentre bruciavo e sembrava che fosse spavalda e sorridente invece di piangere per il mio dolore. I due fori che sanguinavano nel mio collo bruciavano,non nel senso metaforico che si potrebbe intendere oppure leggere tra le righe. Il mio collo stava bruciando,con movimenti frenetici e impazziti premevo le mie dita pallide sulla ferita cercando di spegnerla. Non ci riuscivo e il dolore misto ad impazienza e a disperazione mi corrodeva. Non mi curavo di nessun’altro aspetto della mia situazione in quel momento;né di ciò che mi era appena stato fatto,né di come me ne sarei andata. Dovevo spegnere quel fuoco. Con le unghie mi torturavo il collo diafano mentre innumerevoli calde e dolorose lacrime mi solcavano le guance appena arrossate dal freddo. Non ci riuscivo. I tentativi che avevo fatto erano ormai tanti,troppi. E il fuoco non si placava anzi,aveva invaso parte del petto. Ma non volevo rassegnarmi a quella morte tremenda. Mi accorsi appena del leggiadro e affrettato suono di passi di persone nel vicolo quando cominciai ad urlare.
  
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