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Autore: IrethTulcakelume    14/01/2016    1 recensioni
Londra, 21 novembre 1876
Il vento soffiava leggero come le ali di un uccello in quella tranquilla notte londinese, quasi a farsi beffe del mio stato d’animo. Ero preoccupato, come sempre prima dell’inizio di una trattativa. Certo, generalmente era il mio fratellastro Yi Fan a occuparsene: era dotato di un carisma ineguagliabile, unito a una forza di persuasione di peso non indifferente quando si trattava di vendere la nostra merce, che poteva raggiungere prezzi esorbitanti in base alla presunta qualità del prodotto. Naturalmente la Colt Navy calibro 36 che usava tenere nascosta sotto la giacca rendeva la sua carica persuasiva lievemente maggiore, ma questo era un dettaglio del tutto irrilevante.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kris, Kris, Lu Han, Lu Han
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehm... buona sera gente. Okay, lo so, sono stata assente per un sacco di tempo... ho recensioni arretrate da fare e storie da concludere, ma questo è un periodo un po' incasinato, vi chiedo scusa. Aaaaad ogni modo, vi starete chiedendo quanto oppio effettivamente io mi sia fumata per scrivere una roba del genere. Me lo chiedo anche io in effetti, però... tant'è. Tenetevi questa cosa, leggetela se avete tempo da perdere... spero che sia di vostro gradimento.

 


LA FUMERIA D'OPPIO





 
Londra, 21 novembre 1876


Il vento soffiava leggero come le ali di un uccello in quella tranquilla notte londinese, quasi a farsi beffe del mio stato d’animo. Ero preoccupato, come sempre prima dell’inizio di una trattativa. Certo, generalmente era il mio fratellastro Yi Fan a occuparsene: era dotato di un carisma ineguagliabile, unito a una forza di persuasione di peso non indifferente quando si trattava di vendere la nostra merce, che poteva raggiungere prezzi esorbitanti in base alla presunta qualità del prodotto. Naturalmente la Colt Navy calibro 36 che usava tenere nascosta sotto la giacca rendeva la sua carica persuasiva lievemente maggiore, ma questo era un dettaglio del tutto irrilevante: l’importante era vendere, vendere, e ancora vendere.

Una spallata amichevole mi risvegliò dai miei pensieri, riportandomi a bordo della carrozza che ci stava portando verso il quartiere di White Chapel con il nostro carico di oppio arrivato quella stessa mattina insieme al tè, sulla nave commerciale privata della ricca famiglia Lu. In effetti, la mia famiglia. Quella stessa famiglia che mi aveva costretto a vivere questa vita infamante e degradata, tra tranquillissimi ed eleganti negozi di tè e sporche e maleodoranti fumerie d’oppio.

Notando che non sembravo avere intenzione di riscuotermi, Yi Fan mi scosse con più forza, cercando comunque di non farmi male – dopo tutto, anche se sembrava così senza cuore, mi aveva sempre voluto un gran bene.

- Han, siamo quasi arrivati – disse con tono fermo, che non tradiva la minima emozione. Ben sapendo che se avessi aperto bocca non avrei avuto una voce altrettanto sicura, annuii semplicemente con un cenno del capo, e il mio fratellastro non mi chiese ulteriori spiegazioni, probabilmente comprendendo il mio stato d’animo. Come se il tempo e lo spazio gli avessero obbedito, i cavalli frenarono il loro scalpicciante trottare, fermando la corsa della carrozza davanti a un anonimo edificio dai muri color grigio chiaro, colore predominante in quella Londra sempre combattuta tra il piombo delle sue nuvole e dei suoi palazzi. Yi Fan fu il primo a uscire dall’abitacolo, afferrando con un fruscio la valigetta di pelle, marchiata con l’elegante carattere cinese del mio cognome in oro.

Possibile che con il commercio di una sostanza così inutile e nociva per l’uomo si possa divenire così ricchi? Ma in che mondo viviamo, in che epoca sono capitato? Scacciai in fretta quelle domande che rimbalzavano nella mia mente come un’eco che fatichi a spegnersi, aggrottando le sopracciglia: non era quello il momento di tormentarmi con ripensamenti sulla vita che conducevo ormai da anni. Seguii il mio fratellastro ed entrammo nel locale, e subito l’odore dolciastro della droga aggredì le nostre narici, quella stessa droga che ci apprestavamo a vendere al proprietario della fumeria.

Un inserviente che ci stava attendendo ci fece un sorriso falso e tirato, e una volta che si fu esibito nell’inchino di prammatica, ci disse con un lieve accento che non seppi identificare: - Signori Lu, seguitemi, il signor Whitecrown vi attende nel suo studio. – Senza soffermarmi a guardare niente e nessuno, seguii l’uomo, camminando sempre a fianco di Yi Fan. Percorremmo corridoi ormai familiari, e più ci avvicinavamo all’ufficio del signor Whitecrown più mi saliva il batticuore, la gola bloccata, il respiro affaticato; cercai istintivamente la mano del mio fratellastro, e la strinsi convulsamente, iniziando una conversazione appena sussurrata in cinese, in modo che nessuno potesse comprendere le nostre parole.

- Fannie… ho paura… il prezzo è salito, Whitecrown sarà arrabbiato…

- Non preoccuparti, non gli permetterò di farci del male, l’ho promesso a tuo padre e a mia madre – mi rispose secco, e in quel momento gli credetti, credetti alle sue parole, e credetti nella rivoltella che giaceva celata agli sguardi di tutti. Proprio quando riuscii finalmente a calmarmi, l’inserviente si fermò davanti a una porta di legno chiaro, con una targhetta d’ottone sulla quale era scritto il nome del proprietario della fumeria. Ci disse di attendere per qualche momento, poi si affacciò nello studio, e dopo aver scambiato alcune parole con l’uomo al suo interno si voltò nuovamente verso di noi, annunciandoci che potevamo entrare. Come sempre, Yi Fan fu il primo a entrare, subito dopo aver sciolto la morsa in cui avevo stretto la sua mano, e io gli stetti dietro, finché il solito panorama di elegante sobrietà dello studio ci accolse.

- Buona sera, signor Withecrown – disse subito sorridendo, mentre io restai in silenzio. Conoscevo l’inglese, ma non quanto Yi Fan, quindi parlavo solo quando era strettamente necessario. Inoltre avevo paura di tradire qualche rimasuglio di ansia, quindi feci solo un sorriso appena accennato e mi andai a sedere su una delle due poltrone, dove il mio fratellastro mi aveva già preceduto, appoggiando la valigetta sulla scrivania. Dall’altra parte, Whitecrown, che ci guardava indifferente, gli occhi di un comune color nocciola e i capelli neri striati di grigio per via dell’età che avanzava.

- Buona sera, signori Lu. Novità dalla Cina? Vostro padre sta bene? – disse con il solito tono affettato.

- Meravigliosamente, signor Whitecrown… ma parlando di novità, - iniziò appoggiando i gomiti alla scrivania, - in effetti, quelle ci sono. Buone o cattive?, si starà chiedendo. Be’, dipende dai punti di vista – Quando ebbe pronunciato quelle parole, passò distrattamente due dita sulla valigetta. – Cinquecento sterline.

- Spero che stiate scherzando – rispose allucinato l’uomo, accigliandosi. – L’ultima volta mi avete chiesto quattrocento sterline scarse, non potete pretendere…

- L’ultima volta il prezzo aveva subito un ribasso, signore, mentre adesso c’è stato un aumento. L’oppio è materia mutevole, lei dovrebbe saperlo meglio di me… - lo interruppe Yi Fan. Il cuore riprese a martellare nel mio petto, ma feci del mio meglio per calmarmi. – Per cui, le ripeto, cinquecento sterline. Prendere o lasciare.

Vidi Whitecrown esitare. Cinquecento sterline erano un prezzo considerevole, lo sapevo, ma queste erano le richieste del mercato. Dopo alcuni istanti di immobilità, Yi Fan si schiarì la voce. – Ha bisogno per caso di un piccolo incoraggiamento, signor Whitecrown? – La sua mano si spostò sotto la giacca, afferrando con un cigolio sinistro la Colt Navy, e un velo di sudore coprì la fronte dell’uomo di fronte a noi. Io seguivo la scena come uno spettatore esterno, pregando di non essere mai interpellato, percependo quel mio dannato cuore traditore martellare come un tamburo.

- E… e va bene – disse infine, visibilmente spaventato dalla piega che avevano preso gli eventi. Aprì con le mani tremanti uno dei cassetti, e consegnò la somma richiesta al mio fratellastro.

- Ha fatto la scelta giusta – concluse con un gelido sorriso, poi intascò le cinquecento sterline, e si avviò verso la porta dello studio per uscire. Io lo seguii come un burattino tirato da fili invisibili, il terrore che quell’azione di mio fratello aveva scatenato in me scorreva ancora come gelido fuoco nelle mie vene. Ressi fino alla carrozza, poi persi i sensi, accasciandomi sul lastricato.

Come posso vivere così?, ebbi solo il tempo di pensare. Poi il buio mi avvolse.






ANGOLINO AUTRICE
Okay, lo so, sono imperdonabile. Mi sto odiando per ciò che ho fatto al mio piccolo Luhannie, ma... dovevo farlo, capitemi.
Piccola nota sulla storia: dunque, io non ho idea di quale fosse la quotazione dell'oppio nella Londra del 1800, quindi il prezzo è abbastanza messo a caso... spero mi perdonerete se ho lievemente inventato quella parte.
Detto ciò... vi lascio. Ci si vede alla prossima storia!
  
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