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Autore: echelon1985    14/03/2009    5 recensioni
Jeph gli si era avvicinato, sedendosi accanto a lui, con la sua migliore espressione zen. E Bert aveva fiutato guai
"Bert. Dobbiamo parlare"
Il moro aveva assunto una perfetta espressione di innocenza. Beh, perfetta forse no, la migliore che gli riuscisse, diciamo.
Una fan fiction breve breve sui The Used...Non posso fare a meno di scrivere su quei ragazzacci... che devo fare???
Genere: Generale, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bert McCracken, Quinn Allman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’occasione di “giocare”, come amava dire Jeph, si era presentata molto
prima di quanto Bert si aspettasse
La mattina seguente

Chi non ha mai vissuto con Quinn, chi non si è mai svegliato con lui, non ha
idea di che spettacolo lui sia appena sveglio.
E’ qualcosa che sarebbe capace senza alcuno sforzo di far venire il diabete.

Quinn ha bisogno di almeno due o tre tazze di caffè prima che il suo cervello si attivi e lo trasformi nel giovane uomo di 27 anni quale è.
Prima di queste due/tre  tazze è più simile ad un bambino, o ad un panda, fate voi.


Fatto sta che ciondola per il bus con i capelli arruffati e le guance leggermente arrossate,
sfregandosi gli occhi in un modo così adorabile ed infantile che a vederlo non gli si darebbero più di quattro anni
E tu vorresti solo farlo sedere sulle tue ginocchia e riempirlo di zucchero, o di caffè, in questo caso, solo per vederlo ridere.



Ovviamente, prima della dose mattutina di caffè, è anche totalmente incapace di compiere qualsiasi attività pratica.

Quella mattina Bert lo osservava litigare con la macchinetta del caffè,
alternando sbuffi di fiato a strani mugolii, con un’espressione concentrata
neanche stesse costruendo un castello con i lego.
L’operazione era resa ancora più complicata dal fatto che Quinn aveva praticamente ancora gli occhi chiusi


Per farla breve, Quinn Allman appena sveglio era qualcosa di totalmente indifeso ed adorabile


E Bert si sentiva anche un po’ in colpa per quello che stava per fare, perché
era come approfittarsi di lui.
Ma alla fine si era detto che quella situazione doveva pur sbloccarsi in qualche modo,
e prima succedeva, meglio sarebbe stato per tutti


Così il moro si era avvicinato a Quinn posizionandosi dietro di lui e stendendo le braccia ai lati del suo corpo
In modo che il ragazzo davanti fosse circondato e non potesse spostarsi
Si era sporto leggermente verso di lui, facendo sfiorare il suo petto con la
schiena del biondo, e l’aveva sentito trattenere il fiato.
Bert aveva sorriso, sicuro di non essere visto, poi delicatamente aveva sfilato l’aggeggio dalle sue mani

- Faccio io


Aveva cominciato ad armeggiare con la moka senza spostarsi da quella posizione,
mantenendo il corpo di Quinn tra il suo ed il ripiano della cucina,
e muovendogli le braccia attorno come se lo stesse abbracciando.
Il biondo non si era mosso, salvo sussultare ogni tanto, quando i loro corpi entravano in contatto.
Bert aveva aspettato che il liquido nero e fumante scivolasse nella tazza
Poi si era sporto ancora verso Quinn, in modo il suo fiato sfiorasse direttamente l’orecchio dell’altro mentre parlava

- Ecco fatto


Poi si era allontanato, sedendosi al piccolo tavolino del tourbus.
Quinn non aveva detto una parola, e Bert aveva capito di aver assegnato il
primo punto a suo favore, perché c’erano voluti trenta secondi buoni prima che
il biondo staccasse le mani dalla superficie del piccolo cucinino, e si voltasse,
con le guance di un colorito leggermente più acceso di quello con cui si era svegliato quella mattina.




Ma nonostante la piccola vittoria le cose non si erano mosse di un millimetro.
Bert aveva aspettato paziente una qualsiasi reazione da parte di Quinn
Ma era passata una settimana, e non era ancora successo nulla.
Così si era detto che forse era necessaria un’altra piccola scossa.




Era pomeriggio inoltrato, il bus viaggiava in direzione di Austin
ed il cielo fuori si stava colorando di una calda tonalità di arancione.
Nella zona giorno del bus Jeph e Dan giocavano alla playstation,
facendo esplodere esserini mostruosi che si dissolvevano sullo schermo in piccole
macchie colorate.
Bert aveva scostato la tenda che separava la zona delle cuccette, ed era entrato.

Quinn era steso sul letto, a pancia in su, ad occhi chiusi
Era sveglio però, perché le dita della sua mano destra tamburellavano sulla
gamba, seguendo il ritmo della musica che stava ascoltando dall’ipod.

Bert l’aveva osservato
Indossava un pantalone nero scolorito, che una volta doveva essere stato una
tuta, ed una maglietta dello stesso colore
Gli occhi del cantante furono attratti dalla porzione di pelle che la maglietta
alzandosi aveva lasciato scoperta
E si era detto che si, doveva decisamente fare qualcosa, o sarebbe esploso come gli esserini del videogioco.

Si era avvicinato alla cuccetta, sfilando l’auricolare dall’orecchio sinistro di Quinn

- Posso venire lì con te?

Il chitarrista non aveva risposto, limitandosi a spostarsi verso l’interno della
cuccetta, più vicino alla parete, per fargli spazio.
Bert si era steso accanto a lui, mettendosi l’auricolare che poco prima gli aveva sfilato.
Per un po’ erano rimasti in silenzio, entrambi ad occhi chiusi, solo stesi vicini
ad ascoltare la musica
Bert percepiva il calore di Quinn accanto a sé.
Era piacevole
Ed era anche una specie di tortura
Una sorta di subliminale invito a toccarlo, per sentire quel calore sotto le dita.

Così si era girato leggermente verso di lui, posando “distrattamente” una mano
sul suo ventre, a contatto con la pelle nuda lasciata scoperta dal tessuto scuro.
Quinn aveva sussultato
Forse per la sorpresa
Forse per il contatto con la pelle fredda del moro
 
Bert aveva iniziato a muovere le dita, ancora ad occhi chiusi,
come se stesse disegnando la melodia che stavano ascoltando
Quinn aveva aperto gli occhi
Perché anche se Bert non poteva vederlo, sentiva chiaramente il suo sguardo addosso
Le dita sfioravano appena la pelle in un tocco leggerissimo, che provocava piccoli brividi nel corpo del biondo

Man mano che le sue dita andavano avanti con questa piccola danza, sentiva il
petto dell’altro muoversi più decisamente su e giù, per il respiro accelerato.
Quinn non si muoveva, e Bert non era intenzionato ad andare oltre
Non prima di aver ricevuto un qualsiasi segnale da parte dell’altro.
Era frustrante
Era chiaro che Quinn gradisse le sue attenzioni
Allora perché non faceva nulla?
Perchè non era mai lui ad avvicinarsi a Bert per primo?

Il moro si era voltato ormai completamente in direzione di Quinn
deciso a chiedergli di dire una qualsiasi cazzo di cosa, invece di restare fermo e zitto,
e di far finta di niente, quando la tenda nera che divideva i due ambienti del bus era stata scostata improvvisamente

Quinn era scattato a sedere
Allontanandosi da Bert  come se la mano che fino a pochi istanti prima lo toccava fosse diventata improvvisamente incandescente
Poi era sceso dal letto ed aveva raggiunto Dan

Bert era rimasto dov’era e Jeph si era avvicinato, con un’aria vagamente
colpevole

- Cazzo Bert, mi dispiace. Non volevo interrompere
- Fanculo
- Come?
- Fanculo. Non ci sono né gatti né topi, solo un idiota. E sono io
- Perché?
- Non è interessato Jeph. Fine della storia
- Ho l’impressione che questa cosa sia più grande di quello che pensavo






Ok. Lo so che dovevano essere solo due capitoli, ma come sempre quando si
tratta dei The Used mi sono dilungata... XD
Quindi ci sarà un altro capitolo, forse due...

Grazie come sempre a chi recensisce ed anche a chi legge!

Dominil: Sugar! Grazie! Sono sempre contenta quando vedo una tua recensione. Spero continui a piacerti! Un bacio!
Jessromance: Grazie! Sono contenta che ti piaccia...e spero continui a farlo!

   
 
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