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Autore: Giuli000316    15/01/2016    0 recensioni
Tratto dalla storia:
"-Bella casa mamma, davvero ottima scelta. Così almeno se mi venisse mai voglia di girare un film horror ho già la scenografia-dissi con sarcasmo."
tratto dal capitolo 1:
"“Frena ragazza tumbler, innanzitutto io esisto, al massimo sarai tu quella strana visto che riesci sentirmi e non il sottoscritto”
-Non può star succedendo a me, sto già diventando pazza in questa casa dopo neanche un giorno- Dico tra me e me"
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 1

“Stupida voce”

 

 

 

-Bella casa mamma, davvero ottima scelta. Così almeno se mi venisse mai voglia di girare un film horror ho già la scenografia-dissi con sarcasmo a mia madre riferendomi alla casa che vedevo di fronte a me e che sembrava appena uscita da uno di quei film di serie b sui fantasmi.

-Tesoro non essere maleducata, non è una brutta casa, lo sai che adesso adoro il vintage- disse con il tono di voce di una ragazzina che si trovava al concerto del proprio cantante preferito, per poi tornare a parlare con i traslocatori per spiegargli per la milionesima volta l'esatta disposizione dei mobili in quell'obbrobriosità di casa. Mia madre era fatta così, passava da una fissa ad un'altra e la cosa mi sarebbe stata pure bene, il problema più grande era che ad ogni sua idea ci finivo in mezzo immancabilmente anche io: come quella volta che era entrata in fissa con il colore rosa e tutte le sue sfumature e mi aveva rifatto l'intero guardaroba seguendo questa sua folle idea, mentre io ero ignara di tutto a scuola, nei giorni seguenti ero andata in giro sembrando appena uscita dalla casa di Hello Kitty, tutto questo soltanto perchè non trovavo quasi mai il tempo per fare un po' di sano shopping.

Per mia sfortuna la cotta di mia madre per il vintage era arrivata proprio nel momento del trasloco. La casa non era oggettivamente brutta, l'unica parola per descriverla che mi veniva in mente era “troppo”. Era TROPPO grande per tre persone, aveva TROPPI colonnati in stile dorico, era TROPPO pacchiana , possedeva decisamente TROPPE sfumature di marrone ed era TROPPO vecchia; mi ricordava una di quelle case dove di solito vengono ambientate le storie metropolitane per far spaventare ragazzi e bambini; si, ce la vedevo decisamente bene una storia su di un uomo solo, che un giorno all'anno portava lì una ragazza per poi farla a pezzi ed infine sotterrare i suoi resti nel giardino. Il tutto ,naturalmente, con in sottofondo una canzone di Gigi D'Alessio, così giusto per rendere più tragica la fine della ragazza.

-Sofia andiamo,vedrai che una volta dentro non potrai non perdere la testa per questa casa. Dopotutto sono tua madre e si sa che il buon gusto è tutta una questione genetica.- Stavo decisamente iniziando ad invidiare la ragazza nel giardino, chissà se le serviva un po' di compagnia.

Stranamente dentro la casa non era così antica e marrone come all'esterno, ma continuavo lo stesso ad avere i brividi, cosa probabilmente dovuta ai termosifoni ancora spenti ed alla porta aperta. Si entrava in un ampio salotto con i muri pitturati di grigio, molti quadri alle pareti, due divani di similpelle di colore bianco spento, un tavolinetto di vetro al centro e una TV attaccata alla parete. La mia parte preferita di questa stanza è senza dubbio la parete che dà sul giardino fatta interamente di finestre che illuminano l'intera stanza di giorno e danno un bellissimo paesaggio, tutto da dipingere, la sera.

-Tesoro, la tua camera si trova di sopra, i mobili e gli scatoloni con la tue cose sono già arrivati, prima di cena potresti iniziare a sistemare qualcosina.-Dice mia madre con tono seccato. Quella donna passa da uno stato d'animo all'altro senza il minimo preavviso, non penso che riuscirò mai a capirla totalmente, forse l'unico modo per capirla sarebbe avere la stessa patologia psicologica che evidentemente la affligge, spero solo che non sia una cosa genetica.

-Ok mammina cara, vado sulla scena del crimine, se non torno sappi che mi trovi nello scantinato a pezzi- Le rispondo con sarcasmo evidente, lei si limita ad alzare gli occhi al cielo ed a tornare fuori per supervisionare il trasloco, come se senza la sua presenza i traslocatori non riuscissero a capire come svolgere al meglio il proprio lavoro.

Salgo le scale che come nel migliore dei cliché , scricchiolano appena poggio sopra un piede.

La mia stanza come spiegato durante il viaggio da mia madre è la prima a destra dopo le scale, è stata l'unica stanza che ho potuto arredare secondo i miei gusti, e che è stata prontamente soprannominata da mio padre “la tana del vampiro”. Mio padre, al contrario di mia madre, è una persona molto semplice ed alla mano, e che come me possiede una dose infinita di sarcasmo ed ironia; purtroppo non ha potuto ottenere subito il trasferimento dal lavoro, visto che è uno degli amministratori di una famosissima impresa che produce mobili di ottima fattura in quasi tutta Europa, per fortuna il suo trasferimento è previsto per la prossima settimana e quindi non dovrò aspettare molto per riabbracciarlo.

Questi pensieri mi accompagnano fino alla porta della mia stanza, è una normale porta di mogano, la apro e vedo quello che da quel momento sarebbe stato il mio rifugio personale per sfuggire alla realtà.

Se fai queste riflessioni profonde per la tua camera, chissà cosa penserai vedendo il bagno”

Ma che cavolo? Mi guardo intorno cercando di capire da dove viene il suono di quella voce estranea che mi ha preso per il culo poco fa. La mia camera sembra vuota, guardo ogni angolo, sotto la scrivania di vetro, dietro la porta, dietro il cavalletto che uso per dipingere, dentro l'armadio grigio e perfino sotto il letto con le coperte a fantasia azteca, ma non trovo niente o meglio nessuno. Forse sto impazzendo, probabilmente sono solo stanca e quindi sento voci che non ci sono....

Frena ragazza tumbler, innanzitutto io esisto, al massimo sarai tu quella strana visto che riesci sentirmi e non il sottoscritto”

-Non può star succedendo a me, sto già diventando pazza in questa casa dopo neanche un giorno- Dico tra me e me, mentre metto gli auricolari per non sentire niente. Mi era già capitato qualche volta di sentire dei suoni o delle parole che nessun altro sembrava sentire, ma non mi era mai successo di immaginarmi degli interi monologhi, l'unico modo per non immaginare più niente è sempre quello: ascoltare buona musica e tenersi impegnati, perciò inizio ad uscire la mia roba dagli scatoloni. Nel primo scatolone trovo varie foto, tra queste una attira la mia attenzione, è una foto del mese scorso, il 12 ottobre per la precisione, ci sono io con davanti la torta per il mio compleanno e a fianco quello che allora era il mio ragazzo che mi abbraccia affettuosamente. Me lo ricordo bene Alex, alto con un po' di muscoli, una zazzera di capelli neri e due occhi grigi in grado di stregarti, stavamo insieme da due anni ed io pensavo che fosse destinato ad essere il mio principe azzurro, peccato che un mese dopo lo scatto della foto ho scoperto che andava a letto con la mia ex migliore amica Morgana. Metto via la foto, con un gesto di stizza, non volendo ripensare a quel periodo, a quel senso di inadeguatezza e sopratutto ai mille talenti di “Morgana tutta tette e tana”. Sistemo altre scatole dove erano riposti i miei libri ed i miei poster. Quando mi sento toccare la spalla, salto in aria ripensando all'allucinazione di poco fa.

-Sofia è un'ora che ti chiamo. Possibile che devi sempre avere quelle cuffie nelle orecchie? Per dirti che la cena è pronta da adesso dovrò comunicare con i segnali di fumo?- Mi richiama furiosa mia madre e seccata se ne va in cucina.

La seguo e mi preparo alla pessima cena che sicuramente avrà preparato, mia madre ha la stessa bravura ai fornelli di me al canto. Di solito a cucinare sono io o mio padre, ma visto che mio padre non è neanche in paese e io ero impegnata a sistemare la mia camera oggi è toccato a lei.

Certo che sei un bel pò polemica tu”

Di nuovo quella voce non ne posso più, ho deciso che il miglior modo per farla smettere è fare finta di niente, anche perchè non ho intenzione di farmi chiudere in una clinica psichiatrica .

Sicura? Ho sentito dire che le camicie di forza slancinao un casino, e poi si intonerebbe con il tuo incarnato color cadavere”

Ma è possibile che mi toccano pure le allucinazioni sarcastiche, non potevo immaginarmi almeno qualcosa che mi parlasse con rispetto?

Non sono un allucinazione! Il tuo cervello da diciassettenne in preda agli ormoni non potrebbe mai nemmeno concepire qualcosa di magnifico, bellissimo ed intelligente come me.”

“Ignoralo Sofia, ignoralo, non importa che sia seccante come prendersi la febbre per tutte le vacanze di Natale, non è reale, sei solo stanca, una bella dormita e tutto tornerà alla normalità” continuo a ripetermi per tutta la cena.

Fortunatamente non ho più sentito quella fastidiosa voce per tutta la durata della cena e anche ora che sono a letto cercando di addormentarmi continuo ad avvertire soltanto i rumori tipici di una vecchia casa. Poco prima di cadere nel mondo dei sogni sento un sussurro...

Tu hai un dono, sei la prima a sentirmi. Non ti lascerò andare, forse so cosa sei e purtroppo per me mi servi...”

 

Domani sarà la peggiore giornata di merda di sempre me lo sento.

 

 

  
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