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Autore: LostHope92    15/01/2016    0 recensioni
Ho immaginato l'inizio di una strana amicizia, che ha accompagnato Tom Riddle fino alla fine. Ho cercato di descrivere il loro incontro, spero vi piaccia! Se avete delle critiche, siate liberi di rendermele presente tramite una recensione, buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nagini, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'odore salmastro riempiva l'aria, facendo arricciare i piccoli nasi di tutti i bambini. In fila indiana seguivano la svogliata signora Judith Harris che era stata costretta dalla padrona dell'orfanotrofio a condurre i bambini verso la solita meta estiva.

Gli orfani di diversa età avevano in comune una cosa: il malcelato entusiasmo.

Infatti che avessero 4 o 10 anni, non smettevano di urlare, lanciarsi sassi e saltare, guardandosi intorno con estasi.

Quando si è quasi tutto il giorno ( tolta passeggiata pomeridiana delle cinque e mezza) all'interno di quattro tristi mura, non è difficile giustificare la gioia dei bambini nel ritrovarsi in libertà e in un luogo del tutto differente.

Ma tra loro, ve n'era sempre uno che riusciva in ogni modo a distinguersi.

Staccandosi dalla compagnia chiassosa dei bimbi della sua stessa età, Tom decise di dirigersi verso il suo luogo preferito, dove sapeva che avrebbe avuto pace e tranquillità in gran misura.

Si arrampicò non poco verso il fianco scosceso della vetta, e cercò un punto dove gli alberi si diradavano e un grosso masso si appoggiava sul tronco scuro di un grosso arbusto.

Da lì non solo godeva della compagnia silenziosa della solitudine, ma anche del bellissimo paesaggio sottostante. Guardando in basso infatti si poteva assistere alla potenza aggressiva del mare contro gli scogli, che arrabbiato attaccava senza sosta, producendo un rombo continuo, come quello di un enorme cuore che batte.

Tom accomodandosi sul masso e appongiando la schiena sul tronco, prese a cercare nel suo zaino, alla ricerca del vecchio tomo che gli era stato consegnato tempo fa dalla direttrice.

Non andava matto per le storie in generale, lo annoiava seguire soprattutto le vicende di amori sfortunati che lottano per ritrovarsi, non gli dispiacevano invece i libri colmi di magia, di potere.

Adorava le storie di Re sanguinari che usavano ogni mezzo per ottenere ciò che desideravano, anche se alla fine, essendo loro i cattivi della storia, non facevano mai una bella fine.

Mentre era assorto nella lettura, e il vento spingeva i suoi capelli davanti agli occhi, arrivò al suo giovane orecchio un suono, mai avvertito prima.

Senza togliere il libro, ma alzando solo lo sguardo curioso, vide delle foglie muoversi velocemente.

-Non ti è bastata la lezione, Richard?- osò chiedere alla cieca Tom.

Ma non arrivò nessuna risposta.

Qualcosa però lo fece sobbalzare a tal punto, da far cadere il tomo rovinato a terra.

Qualcosa aveva toccato la sua caviglia magra e con un scatto Tom scivolò dal masso, per scrollarselo di dosso.

Poi cercò nel terreno il motivo di tutto quel trambiusto.

Eccolo là.

Tra le foglie lucide a terra, una piccola testa triangolare faceva capolino, mentre la sua lingua biforcuta usciva fuori con piccoli scatti.

Tom non aveva mai visto un serpente da vicino, solo illustrato nei vecchi tomi a colori sbiaditi che venivano passati di mano in mano all'orfanotrofio. Curioso si inginocchiò vicino al piccolo essere e gli fu impossibile non allungare una mano verso il piccolo animale.

-Siete davvero un bambino strano.

Tom rimase stupito.

Com'era possibile?

-Come puoi parlare? Sei solo un serpente.

-Io ho sempre parlato, ma nessun umano è in grado di sentirmi quindi...devi essere davvero un bambino speciale.

Speciale.

Tom assaporò quella parola con un brivido.

Osservò gli occhi dorati dell'animale, che ricambiava lo sguardo con la medesima curiosità.

-Tom! E' tempo di tornare! Dove sei finito? Ah, quel bambino sarà la mia rovina.

Tom si voltò di scatto, sentento il richiamo della signora Harris, per poi voltarsi di nuovo pieno di impazienza verso il piccolo animale.

Con un movimento fulmineo afferrò con delicatezza il serpente e lo ripose nello zaino.

Qualcosa gli diceva di aver trovato un amico, il primo.

   
 
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