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Autore: IntoxicaVampire    15/01/2016    0 recensioni
«Ma... come fai?» gli chiesi, annebbiata da quel tepore. «Non fa male». Fissai il fuoco, che era basso e di un colore rosso intenso.
«Non ti farei mai del male, Rosalie».
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Alla Sky High, scuola per giovani aspiranti supereroi, Rosalie Frozehart, "Freeze Girl" con il potere del ghiaccio, è da sempre innamorata di Warren Peace, il ragazzo con il potere del fuoco. Ma Ghiaccio e Fuoco sono due Elementi opposti per natura, possono essi convivere senza distruggersi l'un l'altro? Il loro amore così contrastato potrà realizzarsi? Entrambi soffrono eppure è così difficile resistere a un amore reciproco così intenso...
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Warren Peace
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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15. Come in un film


Il giorno dopo, in ricreazione dopo pranzo, decisi di andare a parlare con Chris.

Al sabato pomeriggio non c'erano mai lezioni (tranne la prima settimana di scuola che era stata un'eccezione, perché l'orario delle lezioni non era ancora stato organizzato), ma la maggior parte degli studenti preferiva comunque rimanere a scuola, per poter frequentare vari laboratori o corsi extra-curricolari. Inoltre, per noi Super era comunque più sicuro stare alla nostra scuola, che era un ambiente protetto, ad esercitare i nostri poteri piuttosto che in luoghi pubblici, con il rischio di venire scoperti dalle persone normali, in confronto alle quali eravamo comunque una notevole minoranza. E, purtroppo, da molti bigotti eravamo ancora visti come una minaccia. Ma non era questo il momento per i discorsi razziali. Morale della favola: quel sabato pomeriggio io ancora non sapevo come l'avrei trascorso, ma intanto sarei andata da Chris. Avevo una comunicazione importante da riferirgli.

Sul corrimano delle scale esterne c'erano Joe e Warren che chiacchieravano sorridenti. Joe diede una pacca amichevole sulla spalla a Warren. Quest'ultimo mi vide, mentre salivo la scalinata di fianco, e mi fece un gran sorriso. Gli inviai un SMS con scritto: "Grazie, ci tengo davvero. È molto importante x me".

Poco dopo lui mi rispose: "Figurati. Comunque stavolta è stato Joe a fare il primo passo. Incredibile, no?"

Mi divertii. "Ooooh, il bambino sta diventando grandeee! Caroooo!". Aggiunsi anche un'emoji con gli occhi a cuore, e vidi Warren da distante che rideva.

 

«Ciao Chris».

Alla fine ce l'avevo fatta, a raggiungere l'aula di musica.

«Toh! Guarda chi si vede! Ehi VIP, per parlare con te devo prendere un appuntamento?!»

«Ma certo che sì! Aspetta che me lo segno sull'agenda. Dunque: "Chris Williams, Sabato 2 Ottobre, ore 13.30". Ehi, ma è adesso! Dimmi». Gli feci un sorriso stregattoso.

Lui ridusse i suoi occhi a due fessure, poi rise e mi disse: «No niente, volevo annunciarti che ci faresti un grande piacere se entrassi nella band, Miss Domanda-su-carta-bollata».

«Questa cosa dei soprannomi comincia a piacermi. Chissà come mai tutto ad un tratto ci avete preso tutti gusto ad assegnarmene uno nuovo per ogni occasione, boh...» alzai le spalle.

«Perché sei una persona da soprannomi» mi spiegò.

«Grazie, lo prendo come un complimento. Comunque ho deciso che sì, ci sto. E da questo momento se proprio volete sono la seconda cantante!»

Chris rimuginò. «Non so, pensavo di metterti al mio stesso livello, sulla scala gerarchica del successo».

«Andiamo a sfondare nel mondo della musica!» annunciai, dirigendomi dentro l'aula con la posizione a Superman.

«Ehi superstar, da quella parte». Mi indicò il corridoio che portava in palestra. «Oggi si va a sfondare in palestra, Boomer ce l'ha l'asciata. Si fanno le prove ufficiali, Rose!». Mi scosse per le spalle perché io ero in catalessi.

Questa roba della catalessi l'avevo presa da Scarlett, che usava quella parola quando il suo sguardo diventava assente e si addormentava praticamente a occhi aperti, assorta nei suoi pensieri. Andava in catalessi soprattutto in classe quando non riusciva a stare attenta (lei faceva così, io disegnavo e/o scrivevo).

«Eh? Ah, sì. Ma non è ancora presto? Insomma, il ballo è quasi a fine novembre!»

«Non è mai troppo presto per la musica» asserì, solenne.

 

La palestra sembrava uno stadio da concerto.

Era stato posizionato un grande palco in fondo, con sopra dei piedistalli con i microfoni, una chitarra elettrica, un basso, le tastiere, la consolle da dj e il pannello di controllo del suono per Ashley, e una batteria.

«Ehi Chris, ma chi la suona?»

L'anno precedente era Alex, mio fratello, il batterista. Ma ora che era via...

«Ah, non me ne parlare» mi rispose sconsolato, sventolando la mano come a dire di lasciar perdere.

«Alla fine hai trovato qualcuno?»

«Sì ma è come se non ci fosse. È un disastro totale! No, devi sentirlo perché è impossibile».

«Ma chi è? Cavolo deve essere pessimo, se me lo dici così». Anche se sapevo che Chris esagerava su tutto.

«Andrew McCoy, di terza Scientifico. Lo conosci?»

«No, non so chi sia. È qui?»

«Sì, è là che cerca di sistemarsi sullo sgabello» sospirò guardandolo. «Abbiamo dovuto prenderlo perché era l'unico disponibile».

Intanto Andrew, appena comparso da dietro la tenda vicino al palco, cominciò a suonare.

«Ehi, non mi sembra così pessimo, anzi mi sembra bravo» commentai.

«Uuuuuaaarrrgghhhhhh COOOOSAA?!?» gridò mettendosi le mani nei capelli. «No ma nell'improvvisazione è anche decente, ma con le canzoni è totalmente fuori tempo! E poi di colpo salta su e si mette in piedi sullo sgabello a battere sui piatti come un forsennato! Secondo me crede di essere a un concerto metal!»

Ridacchiai. Chris era sull'orlo della disperazione, poveretto. «Dai, non importa, vedremo dopo cosa fare. Hai già pensato a che canzoni suonare?»

«Circa. Ashley si era presa l'incarico di fare una lista, me l'ha consegnata prima.»

«Ecco cosa stava scrivendo in classe!»

«Cosa, prima?»

«Sì, ho visto che la scriveva. Posso dare un'occhiata?»

Mi allungò il foglio. «Certo. Pensavamo di farne circa dieci e poi o siamo morti distrutti non-respiranti, oppure potremmo andare secondo le richieste del pubblico».

«Sìììììì belloooooo così poi ci chiedono canzoni che manco so che esistono e perciò iniziano a lanciarci i pomodori», dissi sarcastica, accompagnandolo con quest'espressione: -.-"

Chris rise.

La lista era molto varia, c'erano anche alcune delle canzoni che gli avevo proposto io.

 

  • Blink 182 – All The Small Things

  • Green Day – American Idiot

  • Pink – So What

  • All Time Low – Time Bomb

  • Good Charlotte – The River

  • Hadouken! - Declaration of War/Stop Time

  • Fall Out Boy – Thanks For The Memories

  • Metro Station – Seventeen Forever

  • Avril Lavigne – One Of Those Girls/Skater Boy

  • Katy Perry – Firework/Teenage Dream

  • Black Eyed Peas – I Gotta Feeling

  • Ke$ha – Kiss N Tell

  • Charli XCX – Break The Rules

  • Icona Pop – We Got The World

 

«Va bene dai, cominciamo a provare?» suggerì Chris.

Così prendemmo posto sul palco. Derrick il bassista entrò dalla porta sul retro e iniziò a sistemare il basso. Arrivò anche Ashley, che alzò una mano in segno di saluto e poi collegò lo spinotto alla consolle.

«Ehi, aspetta, ma non c'era anche...» cominciai, chiedendo di Warren a Chris, ma subito dopo il personaggio in questione salì sopra il palco con una chitarra elettrica in mano e si sistemò di fianco a Chris. Io mi avvicinai a lui e lo salutai.

«Ciao Nicknamer! Hai visto che adesso ci sono anche io?» Gli feci un occhiolino.

«Speriamo solo che tu non sia troppo bipolare!» scherzò.

In quel momento arrivò anche Scarlett, che aveva sentito i nostri pensieri e stava ridacchiando. Mi diressi da lei.

«Suono le tastiere» rispose alla mia domanda mentale sul "cosa ci faceva lì", e mi ricordai che me l'aveva già detto Warren.

Tornai alla postazione microfono, e mi sembrava davvero strano essere lì, sul davanti del palco. Ora la palestra era vuota, ma al ballo sarebbe stata pienissima, e tutti ad ascoltare proprio noi... un sogno che diventava realtà! Essere al centro dell'attenzione era una cosa che semplicemente adoravo.

«Allora Rosalie, da dove vuoi che cominciamo?» mi chiese Chris, dopo essere andato a fare delle raccomandazioni al batterista.

Proposi di cominciare dalle prime della lista, visto che erano più "rock" quindi già pronte all'uso; altre come "I Gotta Feeling", che richiedevano un adattamento per essere suonate con chitarra e batteria, le avremmo tenute per ultime.

Visto che eravamo in due a cantare, decidemmo che per tutte le canzoni ci saremmo alternati con voce maschile/femminile. Chris era accompagnato da Warren come seconda voce per le parti maschili, io invece avevo Ashley e Scarlett come coriste.

I primi due brani vennero perfetti, alla fine ci facemmo anche un applauso! Chris aveva una voce fantastica, riusciva ad adattarsi a qualsiasi brano e genere. Quanto a me, stavo cercando di fare del mio meglio. Andrew fu abbastanza bravo alla batteria, o almeno non fece errori troppo grossolani. E Warren... beh, non serve neanche a dirlo. Su "American Idiot" aveva dato del suo meglio, ed era straordinario vederlo suonare con tutta quella grinta. Stavo scoprendo un suo nuovo talento. Inoltre era un figo, ma figo forte... Finite le canzoni ero rimasta a fissarlo un bel po', mordendomi un labbro mentre lo osservavo che si arrotolava le maniche della maglietta, a mettere in bella mostra i suoi bicipiti muscolosi... argh.

«Ok, allora queste le facciamo!» disse Chris, segnando una spunta sulla lista. «Ora cosa proviamo?»

Mi riportò brutalmente alla realtà. «Thanks For The Memories!» buttai lì io, un po' spaesata. Concentrati, Rose. Finite le prove avrai tutto il tempo che vuoi per ammirarlo, ma adesso devi tenere la testa qui. Dimostragli quello che sai fare, mi dissi.

Siccome il ritornello si ripeteva ogni volta due volte, la prima la cantava Chris, la seconda io. Era una cosa davvero forte! Solo che al secondo ritornello Andrew si mise a suonare forsennatamente alla batteria; mi sa che credeva fosse una canzone metal!

Chris urlò di disperazione, perciò io mi avvicinai a lui e lo rassicurai. «Dai, sta' tranquillo, ci parlo io.»

Ad Andrew dissi se per favore cercava di attenersi alla canzone che stavamo suonando, di seguirne il ritmo eccetera, tutto con il più garbo possibile.

Tornai al mio microfono e sussurrai a Chris: «Credo di averlo un po' demoralizzato, ma comunque è d'accordo».

«Deve esserlo» annuì deciso. «Rose, ti prego, quand'è che torna Alex? Lui sì che è davvero un talento alla batteria!»

«Verso la fine di novembre». Lo interruppi appena aprì la bocca: «Ma non ce la farà per il ballo. Mi dispiace.»

Ci rimase male. Poi sospirò rassegnato, dando un'occhiata ad Andrew, quindi tornammo alle nostre canzoni.

 

Alla fine eravamo sfiniti ma soddisfatti. La scelta delle canzoni fu davvero difficile, perciò decidemmo che l'avremmo lasciata a qualche giorno prima del ballo.

Durante le prove alcuni studenti erano venuti ad ascoltarci, aggiungendosene man mano sempre di più. Ora tra la gente sugli spalti, quella in piedi vicino all'ingresso e quella seduta in giro, ci saranno state una trentina di persone.

Mi sedetti al bordo del palco, con i piedi a penzoloni sul parquet, per recuperare un po' di energie. Bevvi metà della mia bottiglietta d'acqua. Sentii dei passi avvicinarsi dietro di me, però non mi girai. Stavo già sorridendo. Warren si accomodò di fianco a me, con in mano la sua chitarra elettrica. Il mio sorriso si allargò ancora di più. Mi girai verso di lui.

«Sei molto brava a cantare» mi disse. «L'avevo già notato l'anno scorso quando eri salita sul palco con Chris, ma non ho mai avuto occasione di dirtelo.»

Io non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi bicipiti.

Prima di rendermene conto, avevo già allungato una mano e l'avevo appoggiata sul suo braccio. Madonna quanto è sodo, pensai, sempre più arrapata. «Tu sei bravissimo a suonare la chitarra» gli dissi, senza però togliere la mano. «Come mai non sei entrato nella band anche gli anni scorsi?»

«Perché c'era già un chitarrista» spiegò. «E poi, lo sai, non mi piace stare al centro dell'attenzione. Però, dato che ci sei anche tu, lo faccio molto volentieri.»

Io sorrisi ancora di più e spontaneamente spostai la mano per intrecciarla con la sua. Mi avvicinai di più a lui, fino ad avere le nostre cosce a contatto, e rimanemmo lì per un po' a guardarci negli occhi teneramente, senza dire una parola. Era bello stare un po' assieme e avere un po' di silenzio dopo tutto il rockeggiare di prima.

Stavo per dirgli qualcosa quando sentimmo un fischio fastidiossimo provenire dagli altoparlanti. Per fortuna durò solo un istante, altrimenti mi sarebbero esplosi i timpani! Io e Warren ci girammo simultaneamente verso la consolle e vedemmo Joe che stava trafficando con gli spinotti, e Ashley che lo stava ricoprendo di botte per cercare di mandarlo via. Non potemmo fare a meno di scoppiare a ridere entrambi.

«Che cavolo fai, Joe! Vuoi far saltare in aria la consolle?!» stava urlando Ash.

«No, ahi! Volevo solo mettere una canzone! Ahia, mi fai male!»

«E chiedere no?!»

Scarlett intervenne, sia per salvare il suo fidanzato dalla furia della nostra amica, sia per scusarsi con lei. «Ash, scusalo! Lo sai che è un idiota!» Lanciò un'occhiataccia a Joe, che intanto si era tirato in parte. «Però non è una cattiva idea: metti su un po' di musica, facciamo una dance session!»

Ashley non sembrò molto d'accordo all'inizio, però dopo una veloce controllata alla consolle vide che era tutto a posto e così fece partire la musica.

«Woooo!!!» gridai io, alzandomi in piedi tutta eccitata. Era "Club Can't Handle Me" di Flo Rida e David Guetta! Una delle canzoni più strafighe da ballare!

Scarlett era già scesa in pista. «Dai Rosalie, vieni qua! Facciamo la nostra coreografia!»

Diedi un'occhiata a Warren, che ridendo mi diede il permesso di unirmi alla mia amica. «Vai, vai!» disse.

Non me lo feci ripetere due volte e iniziai a scatenarmi assieme a Scarlett, con i passi che avevamo studiato insieme per il saggio di Hip Hop dell'anno scorso. Era una figata! Mi stavo divertendo tantissimo e perfino gli spettatori si erano avvicinati di più per vedere meglio e stavano cantando e battendo le mani a ritmo. Mi sembrava di essere in un film di Step Up!

«You know I know how... to make 'em stop and stare as I zone out... the Club can't even handle me right know... watchin' you watchin' me I go all out... the Club can't even handle me right know... Yeeeee yeeee...» cantavamo tutti in coro. Era super coinvolgente, e notai con soddisfazione che qualcuno stava facendo anche un video. Ottima idea, pensai, dopo voglio averlo a tutti i costi! Sarebbe di sicuro finito subito su Facebook!

A metà canzone Joe scese dal palco e si mise in mezzo a noi.

«Fate largo al Maestro!» esclamò, e cominciò subito a ballare con le sue incredibili acrobazie e passi.

Finalmente, pensai. Era da tanto che non lo vedevo ballare, questa era un'occasione speciale! Joe sembrava tanto il tipico fighetto vestito di marca, ma era un freestyler eccezionale. Il suo habitat naturale era la strada, e gli bastava un pavimento e un po' di musica e non lo riconoscevi più.

«Joe sei un figo!» gli urlai, battendo le mani a ritmo insieme agli altri. Continuava a ballare, i riflettori erano puntati su di lui. Era spettacolare, se lo meritava.

Dopo aver fatto qualche passo a terra, si tirò in piedi, mentre la gente lo acclamava e continuava a battere le mani. Si avvicinò a Warren, seduto a bordo del palco, e lui e Chris lo spinsero sulla pista. «Adesso tocca a te!» gli disse Joe, ridacchiando. Lo guardai incuriosita. Cos'aveva intenzione di fare?

La musica intanto cambiava e Warren rivolse una smorfia ai suoi amici. «Questa me la pagate» li minacciò con un'occhiataccia; poi però si abbassò sul pavimento e come se niente fosse iniziò a ballare una breakdance incredibile.

«Non ci credo!» urlai sopra la musica, in preda all'euforia. Lo guardai esterrefatta e con un'espressione di totale sorpresa, ma ero contentissima. La folla intorno esclamava: «Oooooh!» «Aaaaah!». Aveva dei passi pazzeschi, uno più incredibile dell'altro! Non avevo mai visto niente del genere!

Dopo un'ultima giravolta sul pavimento, si alzò in piedi e mi si avvicinò sorridendo.

«Aha! Ecco il perché di tutti i tuoi muscoli!» gli dissi io, battendogli una mano sugli addominali.

«Ti piace, eh?» rispose scherzoso, e si alzò un po' la maglietta per mostrarmi gli addominali scolpiti. Ridacchiai ammirata, più che altro per trattenermi dal saltargli addosso. Sentii qualche ragazza tra la folla dietro di me sospirare un «Oooh, che figo...» insieme alle amiche. Muahaha, ed è tutto mio, pensai soddisfatta. Joe si avvicinò a Warren e, facendogli abbassare la maglia, gli consigliò: «Ok sgasati adesso però, sennò qua svengono tutte», e si mise a ridere, accompagnato da me.

La musica cambiò di nuovo e mi illuminai. «Nooo! Ash, sei un mito!» esclamai tutta contenta ad Ashley che, sapendo che era un'altra delle canzoni che ballavamo sempre, l'aveva messa. L'avevo riconosciuta subito: era "Fancy Footwork" di Chromeo.

«Balliamo?» mi propose Scarlett, tendendomi una mano.

«Certo!» Afferrai la sua mano e scesi di nuovo in pista con lei.

Così cominciammo con i passi della nostra coreografia, seguendo la musica; tutti ci acclamavano e io non mi ero mai sentita così realizzata. Poi però nell'ultimo ritornello c'era un passo in cui incrociavamo le nostre gambe ma perdemmo l'equilibrio e cademmo entrambe a terra, ridendo come matte. Ci tirammo su con una specie di passo di breakdance e poi ci demmo il cinque.

Joe si mise a ridere. «Ahaha cos'era quella schifezza?»

Scarlett ed io sorridemmo, divertite. «Dai! Vediamo cosa sai fare! Forza!» lo esortai.

Joe con aria di sfida si abbassò sul pavimento e, con una nuova canzone in corso, cominciò a ballare. Con la coda dell'occhio vidi Chris afferrare il microfono e iniziare a commentare. «O-ho ragazzi! Questa ha tutta l'aria di essere una vera e propria sfida di ballo! Chi si aggiudicherà il titolo di Re dei Freestylers? Puntate le vostre scommesse!». (Pensai che ci sarebbe stato bene anche un "Scopritelo nella prossima puntata di... A Tutto Reality, l'Isola!", visto che anche lì il presentatore si chiamava Chris...ahah vabbè stendiamo un velo pietoso.)

Io e Ska ci mettemmo a ridere, soprattutto quando Ashley stufa andò lì e gli strappò il microfono di mano, e Chris si lamentò con "Ma daiiii!" perché aveva appena messo fine alla sua mai iniziata carriera di presentatore.

Un'idea fantastica bussò alla porta del mio cervello. «Ragazzi! Che ne dite se facciamo una sfida a coppie, io e Scarlett contro Joe e Warren?»

Coloro che avevo nominato concordarono, divertiti. Ormai che eravamo lì, tanto valeva darci dentro. (Warren fu un po' meno d'accordo, a dire la verità, ma ora che si trovava in gioco non aveva molte alternative...)

«Figo!» esclamai contenta dopo aver ricevuto l'approvazione. «Bene si comincia!»

Ashley dichiarò: «Vediamo come ve la cavate con la musica da rave!»

Disse che voleva mettere su "Drop" di East Clubbers, una canzone hardcore-trance con i bassi potenti, però un po' rallentata rispetto alla versione originale, per poterla ballare.

Iniziai già a canticchiarla. Era una delle mie preferite. «I remember the time of my life...!»

Fin che Ashley "annunciò" nel microfono, come nella canzone: «Once again, drop the bass!» e allora partì la musica potente e io e Scarlett iniziammo a ballare, sfornando i nostri passi migliori.

Warren si lamentò: «Che cavolo, io non la so ballare 'sta roba!»

«Noi sì!» esclamammo insieme noi due, continuando a scatenarci. Mi stavo divertendo un mondo, era da tanto che non ballavo quel brano! Era sempre stato il mio cavallo di battaglia, quindi giocavo in casa. Bene.

Finita la canzone, Joe alzò le mani. «Ok ok, avete vinto voi, ci arrendiamo!»

Andai lì e lo tirai per il braccio. «No, "vi arrendete" col tubo! Ash, metti Whachadoin!»

Come cominciò il primo verso, col suono del cellulare, io e Ska iniziammo il nostro freestyle, fermandoci ad ogni cambio di strofa e lasciando il posto a Warren e Joe. Che figata, ragazzi!

Era una canzone perfetta per la breakdance, aveva dei bassi pazzeschi, e Warren era una cosa incredibile! Tutti ci stavano acclamando, che bello!

A metà canzone ormai era diventata una sfida me contro Warren e Scarlett contro Joe.

Finito il brano, avevo appena terminato il mio pezzo in concomitanza con la fine della musica, non feci neanche in tempo a rendermene conto che Warren mi prese per le ginocchia e mi tirò su sulla sua spalla a mo' di sacco di patate, e mi portò verso la consolle, da Ashley.

Risi moltissimo, mentre invano mi stavo dimenando, e come Ashley ci vide rise anche lei. Mi passò il microfono e io, ancora in braccio a Warren, annunciai: «Yeah guys! Let's dance! Show me your moves!»

Tutti inneggiarono e si riversarono al centro della "pista da ballo".

Ash mise "The Way I Are" di Timbaland. Ska salì sul palco con Joe e iniziarono a ballarla alternandosi: lui ballava le parti dove cantava Timbaland, e lei quelle in cui cantava Keri Hilson. Erano bravissimi, sembrava una coreografia studiata, ma sapevo che stavano improvvisando. La folla li acclamava e c'era anche qualcuno che li stava riprendendo col cellulare.

I brani che Ash mise in seguito erano via via sempre più ritmati, fin che mise "Bloody Pimp", uno dei miei brani hardstyle preferiti, remixandolo. Warren mi si avvicinò e mi chiese: «Ma questo genere è hardcore?»

Gli risposi senza pensarci. «No, l'hardcore è quello che assomiglia al mio battito cardiaco quando sono vicino a te».

Allora lui disse: «Mmmm, vediamo...» Si abbassò, poi appoggiò l'orecchio sul mio cuore. «Sì, hai proprio ragione».

Beh, ovvio, stava battendo a 2000, Warren non poteva continuare a toccarmi così tutto d'un tratto! Lo sapeva che andavo in autocombustione! Glielo feci notare e lui iniziò a ridacchiare, ma quando offesa aggiunsi: «Uè qua non mi si sfotte così, capito??» comprese che forse ero davvero imbarazzata. Quindi per aumentare ancora di più questo mio sentimento mi mise un braccio attorno alla vita e mi condusse attraverso la palestra, mentre osservavo la scena che ci si parava davanti.

Alla fine la palestra si era trasformata in una specie di piccola discoteca. Erano tutti scesi in pista a ballare, e Ashley era tutta contenta che i suoi nuovi remix piacessero.

Mi sedetti vicino a Warren sugli spalti ora vuoti. Eravamo entrambi esausti e ansimanti, sia dalla dance session intensiva di prima, sia perché era stata un'impresa passare in mezzo a tutta quella folla che ballava. Bevvi un po' d'acqua dalla mia bottiglietta e poi l'offrii a Warren. Osservai la sua espressione mentre beveva. Quando finì, si pulì la bocca con la mano, poi rimise il tappo. Io lo stavo ancora fissando, come in attesa di un commento, e dopo un po' scoppiammo entrambi a ridere.

«Cosa c'è?» mi chiese lui ancora ridacchiante.

«Boh... era perché è la mia bottiglietta e avevo appena bevuto io, quindi non sapevo se...»

Warren rise, e per tutta risposta mi attirò a sé, mettendomi un braccio attorno alle spalle. Misi una mano sul suo petto, ancora sorridente.

Alzai gli occhi per guardarlo in viso, e mi accorsi che anche lui mi stava guardando.

«Senti ma com'è che tu sai ballare la breakdance?» chiesi, prima che potessi ripensarci.

Si sistemò dietro l'orecchio sinistro un ciuffo di capelli ribelle. Notai che sul lobo aveva un orecchino argentato. Che figo, pensai, per l'ennesima volta quel giorno. Non la smetteva mai di stupirmi.

«L'ho imparato nella mia crew di strada» disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Crew? Tipo una crew di ballo?»

Ridacchiò. «Più o meno. Un gruppo di ragazzi e ragazze, tutta gente di strada, con cui sono cresciuto. È lì che ho conosciuto Joe quando ancora ero alle elementari. E per la breakdance, i più grandi la insegnavano ai più piccoli, roba così. È come una tradizione, che si tramanda di generazione in generazione.»

Fu come se mi avesse appena rivelato la più grande verità. «Ecco dove Joe ha imparato a ballare! Me lo sono sempre chiesta, e lui non me l'ha mai voluto dire.» E capii anche il perché: altrimenti mi avrebbe rivelato troppe cose su Warren, e ora non avrei più nulla da chiedere al diretto interessato. Chissà quante altre cose avevo ancora da scoprire su di lui... Sorrisi all'idea, e alla prospettiva di poter trascorrere assieme a lui un sacco di tempo per poterle scoprire tutte.

«Meglio, così ho potuto raccontartelo io» disse con un sorriso. «Ti spiegherò meglio un'altra volta. Magari se vuoi un giorno potrei presentarteli. È tutta brava gente, anche se un po'... alternativi

Lo guardai con aria interrogativa, mentre lui fissava la palestra assorto, ma in quel momento suonò la campanella che segnava la fine della giornata scolastica. Così dovemmo scendere dagli spalti per andare ad aiutare gli altri a liberare il palco. La gente uscì lentamente dalla palestra, facendo un gran chiasso e un sacco di complimenti ad Ashley per aver reso il sabato pomeriggio una festa, e noi della band raccogliemmo tutta l'attrezzatura e la riportammo in aula di musica.

 

Prima di salire in corriera, Warren mi chiese se il giorno dopo, anche se era domenica, ero libera e poteva venire a casa mia, e io felice come una pasqua gli risposi che lui poteva venire da me quando voleva. Poi lo salutai e salii sull'autobus sedendomi vicina a Scarlett.

Quando scendemmo alla nostra fermata, lei mi disse, continuando il nostro discorso su me e Warren fatto durante il tragitto: «Eravate lì seduti, che ridavate e scherzavate, e dopo quello che è successo oggi pomeriggio...». Si riferiva a quando Warren mi aveva presa in braccio davanti a tutti.

«Oddio, tutti penseranno che stiamo assieme!»

«Cos'hai intenzione di fare?»

Ci riflettei su un minuto. «Mah, credo che la cosa migliore sia aspettare e vedere cosa succede. Attendere il susseguirsi naturale degli eventi.»

Lei annuì. Poi io la informai sul progetto mio e di Warren di studiare assieme. Lei mi guardò di sbieco e mi rammentò: «Rose, ti ricordi vero che lunedì prossimo ricominciano le lezioni di hip-hop?»

Ops. Ehehehe. No, me lo ero completamente dimenticata. Ska mi rivolse uno sguardo ancora peggiore perciò io le dissi, come legittima difesa: «Eh vabbè scusa e che c'entra? Non è che deve venire a casa mia tutti i giorni eh...»

Anche se in realtà speravo nel contrario di ciò che avevo appena detto.

  
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