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Autore: Arwen297    15/01/2016    5 recensioni
One-shot basata sulla canzone Simili di Laura Pausini. Un viaggio introspettivo nei ricordi di Haruka più significativi nel suo rapporto con Michiru.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Note dell'autrice: Vi auguro buona lettura e vi consiglio di sentire la canzone almeno una volta prima di leggere: Simili - Laura Pausini

Simili

Idea di Arwen297 – Personaggi di Naoko Takeuchi – "Simili" Laura Pausini


Sono passati ormai più di due anni da quando abbiamo sconfitto il nostro più grande nemico. La battaglia è stata dura, e abbiamo corso il pericolo di perdere tutto, persino la vita. Alla fine Sailor Moon è riuscita, grazie al raggio della Speranza, a mettere fine allo scontro. E con la pace siamo tornate anche noi sul pianeta Terra, pronte a iniziare una nuova vita. Questa volta in veste di ragazze normali, sempre pronte a indossare la fuku quello si, ma ora la nostra vita era volta anche al futuro e non al solo salvataggio del pianeta Terra.

Lo sguardo corre lungo la figura longilinea abbandonata sulla sdraio nel giardino dell'abitazione. Figura appartenente a colei che mi ha letteralmente rubato il cuore, i lunghi capelli verde acqua sparsi sulla superficie dell'asciugamano che le fa da morbido cuscino. La pelle cosparsa di mille goccioline d'acqua della piccola piscina. E' stata proprio Michiru a insistere per fare i lavori e crearne una. Così al costo della casa abbiamo dovuto aggiungere anche quelli per la piscina. Provocando una richiesta di pietà dal loro conto in banca. Eppure ho sempre desiderato un'esistenza così, con lei. Fin dal primo momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati anni e anni fa.


Sono scappata via

quando mi sono vista dentro a un labirinto

senza decidere


Ricordava bene il periodo buio che l'aveva attanagliata prima del loro incontro. Gli incubi di cui cadeva vittima ogni notte erano tremendi. Era tremendo il presagio di morte e distruzione che sentiva crescerle dentro insieme all'angoscia che non l'abbandonava ormai da giorni. La figura stessa che compariva muta, avvolta da un alone quasi magico era la prima a spaventarla. Anche se qualcosa dentro la mente la reputava una conoscente. Un'amica, e lei nemmeno era in grado di capire perchè. Ogni giorno era costretta ad alzarsi per iniziare la giornata con il terrore di veder realizzarsi il suo peggiore incubo.

Era scappata dal suo destino per mesi interi, senza aver coraggio di girarsi verso di lui a petto pieno, sfidarlo e nel caso accettarlo. Nonostante il terrore che quell'ipotesi le aveva provocato.

Ospite in casa mia

con sillabe d'amore tutte al pavimento

come la polvere


Ricordava tuttavia che quella fuga solitaria, alla sera riportava inesorabilmente nell'abitazione dove alloggiava. Un alloggio per studenti quale era lei, lontana ormai da mesi dalla sua famiglia. Unica fonte duratura di amore che fino a quel momento aveva conosciuto. Le restanti storie si erano rivelate malate, superficiali e inadeguate al modo di essere insito nella sua persona: essere libera. Libera come il vento. E spesso le ragazze con cui aveva avuto a che fare, non comprendevano le sue esigenze.

Quel giorno poi, a una delle sue tantissime gare di atletica alle quali aveva deciso di iniziare a partecipare proprio per sfuggire a ciò che l'attendeva, appena finita la gara Elsa aveva fatto le presentazioni.

E in cuor suo l'aveva subito riconosciuta, era la ragazza che appariva nei suoi sogni. Capelli mossi color verde acqua. Occhi blu color del mare illuminati da un sorriso gentile, che l'aveva colpita dal primo istante. Perchè sapeva già cosa nascondeva quello sguardo così intenso.

"Non hai l'aria molto affaticata ciò significa che non hai corso al massimo delle tue possibilità" ricordava ancora le prime parole che le rivolse, il loro primo dialogo.

"Come fai a saperlo" le risposi.

"Scommetto che anche tu percepisci i messaggi che porta il vento"


Ma arrivi tu che parli piano

e chiedi scusa se ci assomigliamo

arrivi tu da che pianeta?

Occhi sereni anima complicata

anima complicata


E in quelle parole ebbi l'assoluta certezza che lei era la guerriera che popolava i miei sogni, le tremende visioni che apparivano non appena chiudevo gli occhi anche durante la giornata acquisirono improvvisamente un significato più profondo. Ero una guerriera. E anche se la paura che portava con se questa rivelazione era enorme, anche se il sapere di dover combattere per scongiurare la distruzione del nostro pianeta causava tanta rabbia, ero sicura che insieme a lei sarei riuscita a superare le ansie e le paure.


Mal comune mezzo gaudio.


I giorni successivi alla mia scelta avvenuta tanto tempo dopo quell'incontro decidemmo di cercare un'abitazione per studenti da affittare insieme. Solo noi due, per parlare liberamente della missione che ci era stata affidata.

In realtà, anche se la convivenza forzata non fu affatto semplice i primi tempi, mi accorsi quanto fossi fortunata ad avere come compagna di squadra Michiru. Non avrei mai pensato che in un animo così delicato e aristocratico si nascondesse la guerriera che già avevo avuto occasione di vedere diverse volte. Forte e determinata. Sembrava non aver mai paura, a differenza mia. Sembrava aver accettato la missione senza batter ciglio. Mi accorsi di quanto in realtà eravamo, e siamo tutt'ora, così simili. Eravamo entrambe spaventate più di quanto facessimo trapelare, più di quanto io stessa facessi trasparire. Eravamo entrambe prese dalla rabbia e dallo sconforto del non sapere dove muoverci, cosa fare e come interpretare i presagi che facevano compagnia ad entrambe.


io così simile a te

a trasformare il suono della rabbia

io così simile a te

"Ehi pensatrice" la sua voce cristallina mi solletica l'orecchio portandomi lontana dai miei pensieri. Dal nostro passato, che sembra ora così lontano. Sento la sua presenza improvvisamente vicina. Possibile che non mi sia accorta del cambiamento della sua posizione? Da quanto è rientrata a casa? Mi volto lievemente verso la sua direzione, la trovo appoggiata al tavolo della cucina poco più dietro di me.

"Ti sei rilassata oggi in piscina?" le chiedo, stiamo attraversando entrambe un periodo di forte stress, lei sopratutto. La preparazione di un concerto è sempre impegnativa, figurarsi cinque.

"Sì tantissimo, ci voleva proprio per staccare la spina, meno male che mi hai dato retta e ti sei lasciata convincere a farla mettere" mi dice. E io mi avvicino a lei, intrappolandola esattamente lì dov'è, leggermente seduta sul nostro tavolo. Mi passa le braccia intorno, gli occhi ormai sereni e senza turbamenti.

"Questo e altro per la mia sirenetta" le mormoro a pochi centimetri dalle sue labbra.


Un bacio in fronte e dopo sulle labbra

la meraviglia di essere simili

la tenerezza di essere simili

la protezione tra esseri simili


Io così impulsiva, sfuggente e testarda. Mascolina nell'aspetto e anche nei modi di fare. Lei anima gentile e riflessiva in superficie, ma scavando più a fondo quasi più turbolenta di me.

All'apparenza diversi, in realtà molto simili l'una all'altra. La nostra somiglianza è sempre emersa in battaglia, perché nei momenti più drammatici siamo sempre riuscite ad agire all'unisolo come se fossimo un corpo solo. Ognuna è sempre stata una roccia, una di quelle rocce che resistono all'urto del mare e alla forza abrasiva del vento. Le volte in cui ho avuto prova del nostro attaccamento sono state molteplici. Ma niente è stato significativo per noi come il giorno in cui avevano scoperto chi aveva i talismani.

Il nostro rapporto prima di quel giorno è cambiato nel corso dei mesi, superate le difficoltà iniziali, l'affinità e l'affiatamento erano sensibilmente cresciuti da parte di entrambe. In quel periodo abbiamo scoperto che Usagi era in realtà Sailor Moon, così come le sue compagne si sono rivelate essere le guerriere del sistema solare interno. A quei tempi i loro modi di difendere la terra erano totalmente divergenti dai nostri. E gli scontri sono stati numerosi dopo le battaglie.

La pressione della ricerca dei talismani ricordava che era grande. Poi un giorno è arrivata la svolta nella missione ma, sopratutto, nel loro legame. La battaglia alla Cattedrale Marina è stata una prova sia a livello fisico, sia a livello emozionale. Da quel giorno ho capito che lei avrebbe dato la vita per salvare la mia. E quel sentimento di protezione è il medesimo che  mi accorsi di provare. Da quel giorno ho deciso che l'avrei protetta per sempre. Esattamente come Michiru ha fatto con me in quell'occasione.


Non mi domando più

Se ci sarà qualcuno a tendere la rete

pronto a soccorrere

me lo ricordi tu

chi vola impara a sfottere le sue cadute

come a difenderle

e così fai tu e nascondi piano

la tosse e il cuore nella stessa mano

arrivi tu

che sai chi sono


"Come ti senti?" le chiese, mise da parte le garze rimanenti dopo averle fasciato le ferite che quella giornata di combattimento aveva lasciato come pegno. Nella sua mente ancora vivide le emozioni che aveva sentito nel momento in cui aveva scelto di sacrificare la propria vita per salvarla. Il cuore le si era fermato nel momento in cui l'aveva vista cadere sotto i colpi dei proiettili prima, del cannone poi.

La gioia di aver trovato uno dei tre talismani si era immediatamente mitigata al pensiero che Michiru non c'era più e non l'avrebbe più rivista. Quella consapevolezza però aveva fatto si che accettasse di buon grado il suo destino per il secondo talismano. Il ritrovarsi poi dopo un tempo imprecisato a star bene al suo fianco le aveva fatto tirare fuori un sospiro di sollievo.

"Un pò rotta.. ma poteva andare peggio" le rispose "Chi lo avrebbe mai detto.. vero? che fossimo noi stesse quelle che stavamo cercando" le mormorò.

"Il destino a volte è proprio strano, non c'è che dire" disse "Perché lo hai fatto Michi?" chiese ad un certo punto, riferendosi a ciò che era successo quel giorno.

"Quando ci tieni a una persona, fai tutto ciò che ti è possibile per proteggerla...credo sia normale" si sentì rispondere. Certo era normale, ma forse non lo era per lei, abituata a non far trasparire niente di ciò che provava verso le persone che circondava. Fatto sta che la compagna non era la prima volta che metteva a rischio la propria vita per tutelare la sua. E come avrebbe scoperto in futuro non sarebbe stata neanche l'ultima.

"Non è normale per tutti, vedi... non è normale per me. Per te è tutto naturale, fare queste cose, esprimere in qualche modo affetto verso gli altri. Per quanto tu sia timida ti riesce molto meglio" quelle parole avevano per lei il peso di un macigno.

La violinista si tirò su a sedere sul letto per essere al suo stesso livello.

"Non importa Haruka, ognuno è fatto a modo suo...essere simili non vuol dire essere uguali" le disse, accarezzandole il volto, gli occhi che si specchiavano nei suoi.

Sentì il cuore batterle più veloce del normale, stesso ritmo delle gare di atletica. Ma in quel momento era ferma "Essere simili non significa essere uguali in tutto, ma fino a quando avrò respiro ti proteggerò" concluse prima di unire le labbra di entrambe.


io così simile a te

a trasformare il suono della rabbia

io così simile a te

un bacio in fronte e dopo sulle labbra

la meraviglia di essere simili

la tenerezza di essere simili

la protezione tra esseri simili


"Ma si può sapere a cosa pensi oggi? Sei con la testa tra le nuvole" come poco prima la sua voce si fa nuovamente largo tra i miei ricordi. La guardo negli occhi e penso che dalla vita non avrei potuto chiedere di meglio. E se in cambio devo essere una guerriera, va bene così. Basta trascorrere il tempo libero con la parte complementare a me stessa. Lei che negli anni è stata l'unica a darmi un motivo per combattare contro le mie paure e le mie insicurezze. Lei che non si è mai arresa e non ha mai fatto arrendere me spingendomi a migliorarmi. E a migliorare lei per prima di conseguenza.


Arrivi tu che fai passare

la paura di precipitare

Io così simile a te

Liberi e prigionieri della stessa gabbia


Lei, acqua dolce del mare, capace di tirare fuori una forza e una potenza che non diresti anche solo per proteggere le persone che ha in torno, capace di lavare via tutte le paure se mossa dal vento.

Io che di paure ne ho tante, anche se non le do a vedere, e che a quanto sicurezza certe volte lascio a desiderare.

Insieme in tutti questi anni per riuscire a portare a termine la nostra missione in primis, ma in seguito quelle delle altre guerriere.

Insieme a portare questo fardello tanto simile a una gabbia, ma che ci ha donato anche tanta libertà.

Simili perché è così che siamo, proprio come i nostri pianeti sovrani gemelli.


io così simile a te

a trasformare il suono della rabbia

io così simile a te

un bacio in fronte e dopo sulle labbra

la meraviglia di essere simili

la tenerezza di essere simili

la commozione per essere simili

   
 
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