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Autore: Voglioungufo    15/01/2016    2 recensioni
|AU|sasunaru|Antigone!Naruto|
Il Re Madare ha emesso un editto a Konoha dopo la battaglia dei due fratelli Uchiha. Ha stabilito che per il maggiore, Itachi, il fratello buono, siano fatti funerali imponenti, mentre Sasuke, il fratello traditore, venga lasciato privo di sepoltura in pasto ai sciacalli. Chi non rispetterà il volere del re verrà condannato a morte.
Ma Naruto non è d’accordo.
Cit:/ Poi una sera di ballo, come questa, lui era uscito in giardino, a scovare Naruto nel suo angolo. Era appena stato scacciato dalla sala per la sua maleducazione. Lo ha trovato esattamente dov’è ora, in un angolo a sognare mondi lontani. Si è seduto vicino a lui e gli ha chiesto di diventare suo amico, il suo amante.
Naruto ha alzato gli occhi si di lui, sembravano pezzi di cielo, e ha detto “Sì, dattebayo”
Nessuno ha mai capito perché.
[...]
Ma tutto questo clamore non è che un immagine e il vincitore di una tragedia è già vinto, solo. Al centro del suo silenzio...
[...]
“Perché l’ho fatto, allora? Per gli dei? No. Per Sasuke? Forse.
Per chi allora?
...Per nessuno, per me.”
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Itachi, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il silenzio prima di un orgasmo.
Ecco cos’è la tragedia.
 
 
 
Ecco.
 Questi personaggi stanno per raccontarvi la storia di Naruto. Chi è? Non lo troverete qui, in questa stanza dagli alti soffitti, i lampadari in diamanti o tra le dame dagli abiti colorati.  Naruto è quel piccolo bambino che è seduto in un angolo del giardino, fuori, che non dice niente. Lui è ciò che resta degli Uzumaki, antico Clan, colui che gli Uchiha hanno accolto a Konoha come ostaggio ma, per via del suo alto grado, lo hanno fatto vivere con la famiglia reale. Solo, forse, e disprezzato da tutti. Naruto è fuori dalla scena, fuori dalle luci, il che è strano, non è forse questa la sua storia? Ma non dice niente, guarda davanti a sé e pensa. Pensa che fra poco la storia inizierà e lui dovrà recitare la sua parte, dovrà sollevare il capo davanti a Madare Uchiha, il re, che dovrà innalzarsi fra la folla, solo in faccia al mondo. Pensa che davvero gli sarebbe piaciuto vivere, ma non può, lui è Naruto. E deve recitare la sua parte fino alla fine, come tutti qui.
E da quando questo sipario si è lavato, percepisce la distanza vertiginosa che lo sta allontanando da Sakura, sua amica, che ride e chiacchiera come tutte le altre dame nella stanza; Sakura, la ragazza con la maschera di una donna forte e determinata che quando cade si spezza al suolo con le lacrime, in realtà è così fragile il suo animo... Sta parlando con un giovane, Sasuke, il figlio del vecchio re, Fugaku, colui che insieme al fratello erediterà il trono. È un ragazzo strano Uchiha, molto solitario e, come tutti qui, cela sé stesso dietro di una maschera di gelo. Equilibrato, ponderato, intelligente, potente. Troppo impegnato a raggiungere il trono per stringere legami. Poi una sera di ballo, come questa, lui era uscito in giardino, a scovare Naruto nel suo angolo. Era appena stato scacciato dalla sala per la sua maleducazione. Lo ha trovato esattamente dov’è ora, in un angolo a sognare mondi lontani. Si è seduto vicino a lui e gli ha chiesto di diventare suo amico, il suo amante.
Naruto ha alzato gli occhi si di lui, sembravano  pezzi di cielo, e ha detto “Sì, dattebayo”
Nessuno ha mai capito perché.
L’orchestra iniziava una nuova canzone e le note erano appena udibili in quell’angolo dell’immenso giardino, ma ecco, ora, la storia era iniziata ed era nato un legame o qualcosa che avrebbe trascinato entrambi nella stessa direzione.
Quell’uomo robusto, con quei capelli neri e arruffati come la criniera di un leone, è il re, Madara. Ha preso quel posto dopo la morte di Fugaku Uchiha in attesa che i due eredi, Itachi e Sasuke, siano maturi per reggere il regno. Medita seduto sullo scranno, e guarda i nobili far volteggiare le proprie dame tenendole per la vita fina. Sembra stanco. Lui è il re e deve guidare gli uomini, prendere scelte e fingere che non siano mai sbagliate. A volte si chiede se tutto questo sia giusto, se tutto ciò che fa non sia il gesto vano di un uomo che si crede Dio, ma poi si presenta un problema e l’ennesimo cittadino che incapace di scegliere e agire si mette nelle mani di un finto dio.
E per ultimo, Itachi Uchiha, il fratello maggiore, il fratello saggio, il fratello giusto e amato dal popolo. Non danza, guarda il fratello minore parlare con Sakura mentre cerca con lo sguardo Naruto. Guarda quella moltitudine danzare, guarda e non capisce.  Che cosa? Cos’è che non capisce il fratello saggio? 
Lo sa solo lui.
 
E ora potranno recitarvi la loro storia!
Comincia quando il re Madara decretò che entrambi i fratelli fossero ormai maturi per regnare e si decise che il villaggio sarebbe stato retto un anno a ciascuno a turno. Comincia quando i due fratelli si scontrarono e si assassinarono sotto le porte di Konoha dal momento che Itachi non cedette il regno dopo il suo anno di reggenza.
Sasuke aveva abbandonato la terra natia per tornarci con un esercito ed espugnare quelle alte mura gridando vendetta. Una moltitudine di guerrieri lo seguì brandendo le lance e subì la sconfitta sotto la sacra porta del Villaggio della Foglia.
Ora è festa, la città è salva, i due fratelli nemici si soni trucidati e Madara, il re, ha stabilito che al maggiore, Itachi, il fratello buono e amato, siano fatti funerali imponenti, ma che Sasuke, il cattivo, il ribelle, lo sciocco, sia lasciato a marcire nel suo stesso sangue, sul campo di battagli in balia di corvi e sciacalli.
Chiunque oserà rendergli il rito funebre sarà spietatamente condannato a mote.
 
**
 
Sakura afferra la mano di Naruto con urgenza.
“Lui è il re, deve dare l’esempio”
“Io non sono il re, non devo dare nessun esempio”
“Che cosa mi vuoi dire? Sembra che un pensiero ti agiti, un pensiero oscuro”.
“Non è niente...”
“Naruto!”
“Ti prego, lasciami andare, Sakura, o vieni con me”
“In quale rischio? Dove mai ti porta la mente?”
“Rifletti se vuoi aiutare queste mie mani con le tua a sollevare il morto”
“E pensi di seppellirlo contro il divieto?”
“Sì. È il mio migliore amico, e tuo anche. Non potranno incolparci di tradimento”
Sakura lo guarda sconsolata lasciandogli andare la mano che per tutto il tempo ha stretto tra le dita. “Sei troppo audace: disobbedisci a Madara”
“Madara non ha il diritto di separarmi da ciò che amo”
“Ascoltami. Ho ragione più spesso di te”
“Io non voglio aver ragione”
“Cerca di comprendere, per favore!”
Naruto la guarda con rabbia, alzando il mento. “Comprendere! Voi non avete che questa parola, in bocca, da quando ero piccolo. Comprendere. Solo comprendere e stare al mio posto. Ma io non voglio comprendere, lo farò da vecchio. Se divento vecchio. Ma non ora”
“E’ più forte di noi, Naruto, è il re!”
“Non ti prego più. Resta pure quella che sei, quella che ti piace essere. Io lo seppellirò. E poi sarà bello morire. Caro a lui riposerò con lui a me caro. Rimani tu, qui, a disprezzare le leggi divine”
“Io non disprezzo le leggi divine; ma nulla so fare contro la città. Bisognerà avanzare in mezzo alla morte e soffrire. Bisognerà patire, sentire il dolore aumentare fino al punto in cui non si può sopportare, che deve cessare. E invece continua, ancora... ancora... e lo sai, io non sono molto coraggiosa...”
Naruto addolcisce lo sguardo e accarezza una lacrime sullo zigomo della ragazza, la maschera è caduta, lei è Sakura con tutte le sue debolezze e le sue paure.  “Nemmeno io, ma che importa?”
“Quindi non hai voglia di vivere, tu?”
“Voglia di vivere...” gli occhi blu sfuggono allo sguardo della ragazza, si perdono in mondi lontani.
“Oh, povero te! Mi fai spavento” singhiozza lei allacciando le braccia dietro la sua schiena e stringendolo forte insinuando le mani fra i capelli biondi.
“Non mettiamoci a piangere insieme, adesso. Hai deciso, dici? Pensi che disubbidire agli ordini del re e morire siano abbastanza?”
“Sì”
“Allora di me non darti pena, guarda al tuo destino”
“Ti prego, non andare!”
“Mi fermerò solo quando cadrò”.
“E allora va’, tu innamorato del morto, se così ha deciso. Ma sappi che anche se da folle vai, sei da me comunque amato”.
  Naruto resta solo ed esce, a fare ciò che ritiene giusto. È tranquillo, non ha paura. Anche se ormai Sakura è così lontana... ormai lui è lontano anche da noi, che siamo qui, a vedere queste sciagure che non possono toccarci. Noi. Che non dobbiamo morire questa sera.

**

La notte Sakura cammina per il castello deserto cercando Naruto, teme che possa essere uscito a seppellire il morto, che lo abbia fatto davvero, che abbia seguito quel legame fino alla pozza di sangue in cui marcisce Sasuke e che lo abbiano trovato in lacrime mentre officia i riti funebri. Ha paura, Sakura, ne ha tanta.
“Naruto, Naruto... ho paura che tu esca. Sasuke è morto. Dimenticalo Naruto, come ci ha dimenticato lui. Non tentare quel che è al di sopra delle tue forze. Tu sfidi sempre tutto e tutti, Naruto, ma sei piccolo e debole... Resta con noi, non lasciarmi da sola anche tu”. Prega errando come l’anima dell’insepolto.
“E’ troppo tardi”
Sakura sussulta e si gira, Naruto è davanti a lei, stretto fra le catene di due guardie, completamente sporco di terra e sangue. “E’ da lì che vengo. È lì che mi hanno trovato”
“Naruto!”

**

Ecco. Ora la molla è carica, non deve far altro che scaricarsi da sola. È questo che è comodo nelle tragedie.
È come creare una valanga, si dà una spintarella a un sasso verso valle perché prende il via, niente, uno sguardo di un secondo e ha distrutto il villaggio alle pendici della montagna.
Un desiderio di onore un bel giorno, al risveglio, come di qualche cosa da mangiare, una domanda di troppo che ci si pone la sera... E’ tutto.
Dopo, non c’è altro se non lasciar fare; si è tranquilli. La cosa gira da sola. È un meccanismo minuzioso, ben oliato da sempre. La morte, la disperazione, il tradimento sono là, vicinissimi, e gli scoppi, i fragori e i silenzi, tutti i silenzi.
Il silenzio al principio quando i due amanti sono nudi uno di fronte all’altro la prima volta, senza osare muoversi subito, nella camera in ombra, quando si studiano. Il silenzio prima di un orgasmo.
E poi c’è il clamore, ci sono le grida e le tempeste.
Ma tutto questo clamore non è che un immagine e il vincitore di una tragedia è già vinto, solo. Al centro del suo silenzio...

**


“Sono stato io a seppellire il fratello minore? Lo affermo. E mi guardo bene dal negarlo. Il tuo divieto? Lo conoscevo. Potevo mai ignorarlo? Esso era noto, chiaro a tutti. Potevo io, per paura di un uomo, dell’arroganza di un uomo, venire meno alle leggi degli dei? Subire la morte quasi non è un dolore, per me. Sofferto avrei invece, e senza misura, se avessi lasciato insepolto il corpo morto delle persona a me più cara. Il resto non conta nulla. A te sembrerà che io abbia agito da folle. Questo mi sembra un epilogo del tutto naturale, lui morto e io morto.
Neppure Itachi, che è morto, approverebbe questa tua scelta.
Sì, oso nominarlo. Sasuke era suo fratello, e come tale è morto. Non come ribelle. Come suo fratello.
Io esisto per amare, non per odiare.
Certo, voi che siete re e avete deciso di rendere l’ordine di questo mondo un po’ meno assurdo non capirete la mia scelta. Mi chiedi perché l’ho fatto, se ci credo davvero a questo seppellimento ‘regolare’ a cui vale la pena rischiare di morire. Vi dirò che è un gesto che ho sempre trovato assurdo. Perché l’ho fatto, allora? Per gli dei? No. Per Sasuke? Forse.
Per chi allora?
...Per nessuno, per me.”
La morte, allora, è stabilita per lui.
“Lo credo anche io” dice Madara dall’alto del suo scranno “Portatelo via subito. Morirà. Accanto a colui che l’ha portato alla morte”
 
**
 
È pulita la tragedia, c’è chi vive e c’è chi muore. Forse ci si sarebbe potuti salvare, ma chissà.  Nella tragedia si è tranquilli, perché si è tra noi. Siamo tutti innocenti.  Non c’è un cattivo e un buono solo perché c’è uno che ammazza e uno che è ammazzato.
È una questione di distribuzione di ruoli, di maschere.
E poi, soprattutto, è riposante, la tragedia, perché si sa che non c’è più speranza, la poca speranza; ‘ché si viene presi, alla fine, come un topo, con tutto il cielo sopra di noi e non resta che gridare quel che si aveva da dire, quello che non si è mai detto. Lo si fa per niente: per dirlo a sé stessi, per impararlo da sé. Nel dramma ci si dibatte perché si spera di uscirne. Chi guarda è tranquillo e piange, perché si vede allo specchio.
È ignobile, è utilitario, è gratuito. È uccidere altri per tirare fuori sé stessi. È per i re. E non c’è più niente da tentare, alla fine.
Quindi continuiamo. Il piccolo Naruto è catturato. Il piccolo Naruto ha deciso di uscire dal palco, per essere sé stesso, almeno l’ultima volta.
 
“Allora, sei tu? L’ultima persona che vedrò, sei tu? Colui che mi ha visto prima, ma che non ha fatto nulla. Ha guardato e basta. Io sono Naruto Uzumaki, l’ultimo, ancora per poco.
 Non hai fatto niente.
Non avevo l’aria di uno che deve essere salvato, dici?
Ascolta, io sto per morire. Credi che si senta male a morire? Come morirò? Solo? Mi trascinano per questo viaggio inevitabile, così, illacrimato, senza amici, senza amato. Mi tolgono quella luce bella, il sole sacro.
Sakura... Sakura mi dispiace di aver litigato con te, mi dispiace per tutto.
Susuke... Sasuke, nemmeno insieme a te mi faranno morire.
Solo. Nemmeno le bestie muoiono sole. Io sì”.
 
 
Forse senza il piccolo Naruto sarebbero stati tutti più tranquilli.
Ma adesso è finita.
Sono comunque tranquilli. Quelli che dovevano morire sono morti, quelli che credevano una cosa e quelli che credevano il contrario, anche quelli che non credevano a niente e si sono ritrovati persi nella storia senza capire niente.
Morti uguali, tutti, stecchiti, inutili, mortali.
E quelli che ancora vivono inizieranno dolcemente a dimenticarli e a confondere i loro nomi. È finita.
Basta, è finita.
Una quiete mortale scende sul palazzo,  Sakura e Madara inizieranno ad attendere la morte, anche per loro.
Restano solo i nobili e le dame con i loro abiti sgargianti. A loro tutto questo è indifferente, non sono affari loro. Continuano a ballare anche quando la musica finisce...
 
 
 
 
 
 
 
 
THE END.
 
 
 
Note
Non. Potete. Immaginare. La. Faticaccia.
Aiuto.
Ho preso in mano praticamente tutte le mie copie dell’Antigone per comparare i vari testi e traduzione, quali fossero più leggeri, cercare in internet le versione modernizzate (tipo Testori) e spaccarmi la testa nel tentativo di non inventarmi cazzate ma robe coerenti.
È una delle storie più corte che io abbia mai scritto, ma di sicuro la più difficile.
 
Ora, qualche appunto sulla tragedia originale.
I personaggi sono Antigone (Naruto), la sorella Ismene (Sakura), Creonte (Madara), Etoecle e Polinice (rispettivamente Itachi e Sasuke).
Le due sorelle e i due fratelli sono figli di Edipo, re di Tebe, nati da un incesto (infatti Edipo aveva sposato la madre, anche se non lo sapeva, uccidendo il padre. Ma questo immagino lo sappiate).
Ora, Eteocle e Polinice avevano deciso di fare a turno sul regno ma quando Eteocle non cede il posto al minore questi accompagnato da sette principi assedia Tebe per prendere il suo posto con la forza.
Viene sconfitto, i due fratelli muoiono e Creonte sale al trono. Come nel testo su, Eteocle viene seppellito mentre Polinice è lasciato a marcire.
Antigone, nonostante le lamentele della sorella maggiore, va contro l’editto del re e celebra la cerimonia funebre venendo a sua volta uccisa.
Ecco, questo è quello che è successo.
Ho paura di non avere reso le cose chiaramente, essendo un testo teatrale descrivere le scene è stato difficile perché volevo comunque dare l’idea di essere a teatro e quindi ho lasciato il botta e risposta tipico dei copioni.
Il coro del testo originale l’ho bellamente ignorato perché, diamine, è impossibile da interpretare, e quindi un po’ l’ho inventato di sana pianta e un po’ mi sono aiutata con il copione della tragedia che fecero alcune ragazze al mio corso di teatro (e questa seguiva un po’ Testori. Anche lui, parla chiaramente porca pu#°#@*#)
 
Per il resto, spero di non avervi depresso troppo. Adesso vado a prendere un oki che mi scoppia davvero la testa T_T
Vi sarei molto grata se lasciaste un parere, una mela o una bustina di anti-dolorifero, o una critica, vi prego non rendete vano il mio mal di testa :c
 
V.
 
p.s non preoccupatevi nel caso la terra tremasse, è Sofocle che si rivolta nella tomba dopo lo scempio che ho fatto alla sua bellissima opera.
   
 
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