Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Akemichan    16/01/2016    2 recensioni
Franky/Robin - romantico/fluff - varia lunghezza e vario genere
Raccolta di storie dedicate a questa coppia, con il filo conduttore del "ti amo"
#1: Franky è un inventore incompreso dal suo paese, ma la notte di Halloween la sua più grande invenzione prenderà vita, facendogli vedere le cose in modo differente [Coppelia!AU - Halloween fic]
#2: A Franky scappa una dichiarazione improvvisa, nel momento meno opportuno. O in quello migliore? [Fluff]
[Storia partecipante al Contest "Per ogni kanji un pacchetto di sorprese" indetto da Mokochan sul forum di EFP]
#3: La maledizione ha trasformato Robin in un'assassina, ma ci sono persone che non potrebbe mai uccidere [Supernatural!AU Demone!Robin drammatico]
[Storia partecipante al Contes Sky or Abyss indetto da Soulkiller sul forum di EFP]
#4: In un mondo in cui si sogna la vita della propria anima gemella, Franky si annoia. Robin, invece... [Soulmate!AU]
[Soulmate Day organizzato dal Naruto&One Piece Forum]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sei'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Maledizione

Robin alzò gli occhi al cielo e la vastità delle stelle si rispecchiò nei suoi occhi.
Era una notte tranquilla, senza nuvole né vento, e stare di vedetta era particolarmente noioso. Una persona normale si sarebbe addormentata da tempo, ma Robin non ne era in grado. Il dolore era così insopportabile da impedirle di riposare da giorni.
Riportò lo sguardo dal cielo, bellissimo ma distante e ignaro, a se stessa, e tirò appena la manica del suo vestito. Quel semplice gesto le provocò una scossa di dolore che si propagò in tutto il suo corpo.
Il segno della maledizione si era espanso quasi fino al dorso della mano, rendendo sempre più difficile nascondere quelle linee nere arzigogolate che si avvolgevano attorno alle sue membra, atrofizzandole i muscoli e rendendole difficile ogni movimento, come un'anziana persona.
Questa era la sua condanna, ciò che loro le avevano scagliato contro quando era scappata dal mondo demoniaco portando con sé una conoscenza che non doveva essere condivisa con gli umani. Era il loro modo di controllarla. Prima o poi si sarebbe arresa, e sarebbero riusciti a riprenderla, e i loro segreti sarebbero tornati al sicuro.
Robin non si era arresa. Non ancora. Eppure il prezzo da pagare era stato altissimo. Resistere alla maledizione, farla regredire prima che la bloccasse completamente e le fermasse cuore e polmoni, richiedeva l'estremo sacrificio di un'anima umana.
Erano anni che Robin sceglieva gruppi di uomini, attendeva che si fossero innamorati di lei, e poi ne divorava le anime per ritornare forte e sana. E continuava a cercare la verità, il modo per poter finalmente abbandonare il mondo demoniaco senza che loro potessero continuare a tormentarla.
E adesso era stanca dei continui tradimenti, e omicidi, e addii.
Incolpava Rufy e la sua ciurma, per questo, che avevano scoperto praticamente subito che era un demone e, invece di cacciarla, avevano semplicemente alzato le spalle e continuato a mangiare come se nulla fosse successo. Incolpava loro per il fatto di essere stata lei, questa volta, a innamorarsi.
Non era mai successo che la maledizione si spargesse così tanto, in media riusciva sempre a fermarla prima. In questo caso, aveva trascinato la decisione così a lungo che la situazione si era irrimediabilmente compromessa.
La scelta era tra il rubare a Rufy e agli altri le anime, come aveva sempre fatto, o lasciare che la maledizione la uccidesse. La prima opzione non era contemplabile: non sarebbe peggiorata tanto, se avesse potuto farlo subito. Non restava che la seconda.
Non voleva morire su quella nave: la adorava troppo per spargevi sopra umori demoniaci.
Doveva dire addio.
Con difficoltà, si alzò e prese un profondo respiro, prima di spalancare le sue ali dalle piume nere. Almeno quelle erano esenti dalla maledizioni, e le consentirono di prendere il volo con relativa facilità. Certo non riusciva a volare veloce come quando era in piena salute, ma si sarebbe allontanata dalla nave quanto bastava.
Volò a poca distanza dal mare, per annusarne un'ultima volta l'odore e ascoltarne il lento mugolio delle onde. Sentì qualcosa bagnarle il viso e si accorse che erano le sue lacrime. Non le era mai importato morire, ma era sempre sopravvissuta. Ora che aveva dei motivi per cui vivere, erano anche quelli che la costringevano a morire.
Che ironia.
«Nico Robin!»
Inizialmente, pensò che fosse un'allucinazione. La proiezione di un desiderio che ci fosse qualcuno a chiamarla per farla tornare indietro.
«Nico Robin!»
La seconda volta fu costretta a fermarsi, le ali sempre spalancate, fluttuando a filo dell'oceano. E si voltò. Franky la raggiunse in un attimo, con i suoi razzi posteriori. Robin aveva scordato che lui non si poteva definire veramente un umano, data la parte metallica che l'aveva strappato alla morte una volta.
«Dove stai andando?» le domandò, poiché lei non parlava.
«Lascio la ciurma.» Lo disse in modo casuale, come se non le importasse.
«Perché?»
«Non ho ragione di rimanere. Mi ero unita solo per scappare da Alabasta. Tu non c'eri all'epoca, non puoi saperlo.»
«No, ma so che a Rufy non piacerà. Pensi che gli vada bene che qualcuno lasci la ciurma senza la sua autorizzazione? Non è così che funziona.»
Il pensiero del Capitano la fece tentennare un attimo. «Allora porta tu i miei saluti» disse. «È tempo che questo demone abbandoni il mondo umano.»
Stare così ferma la stava facendo affaticare, e il dolore della maledizione le pulsava nel cuore, ma cercò di non farlo vedere. Inutilmente, dato che Franky le afferrò il braccio. Le alzò la manica e rivelò, alla luce delle stelle, le linee nere che apparivano come malvagi tatuaggi. Robin fece una smorfia di dolore.
«Che cosa sono?»
«Quando sono riuscita a scappare dal regno demoniaco, loro mi hanno maledetta» mormorò allora Robin. Alla menzione di loro, Franky sbuffò: avevano un conto in sospeso. «Quando tutto il mio corpo ne sarà ricoperto, morirò. A meno di non nutrirmi di un'anima, o di tornare da loro.»
«Che bastardi.»
«Ora sai perché me ne devo andare.»
«Non c'è proprio un altro sistema?»
«Be', sconfiggere loro. Ma sai bene che non è possibile.»
«Rufy ha già fatto cose impossibili.» Franky sorrise, come se fosse la cosa più semplice del mondo. Continuò a tenerla per mano e le diede una leggera spinta in avanti. «Su, torniamo indietro a dirglielo.»
«No!» Robin tentò di opporsi, ma il dolore le paralizzò i muscoli, rendendola come una bambola di pezza delle sue mani. «Non c'è più tempo!» tentò allora. «Mi resta al massimo un giorno, forse due. Anche volendo, non potremo raggiungere loro in tempo!»
Franky su fermò. «Come facciamo a far resistere la maledizione per più giorni?»
«...dovrei nutrirmi di un'anima» sussurrò Robin. Un tempo aveva vissuto con persone a cui non importava che fosse un'assassina, in fondo erano assassini quelli che sceglieva. Ora quasi se ne vergognava.
«Come?»
«Devono essere innamorati di me, e dirmelo.» Nel momento in cui pronunciò quelle parole, Robin si rese conto di aver commesso un grosso errore. Franky aveva allungato le labbra in un sorriso. «No! Non voglio. Non tu... o gli altri.»
«Non c'è problema» rispose Franky tranquillo. «Io sono un cyborg, non ho un'anima da molto tempo ormai.»
«Non puoi saperlo...» Ma la stretta sulla sua mano era ancora ferrea e lei non riusciva ad allontanarsi.
«Ti amo, Nico Robin.»
Per un lungo, lungo istante non accadde nulla. Robin respirò pesantemente, quasi iniziando a sperare che andasse tutto bene, che effettivamente i cyborg non avessero un'anima. Ma in tal caso, la maledizione non se ne sarebbe andata comunque.
E poi, la presa di Franky sulla sua mano si allentò, e il suo corpo iniziò a scivolare in basso.
«No.... No...»
«Nico Robin, dì agli altri di promettermi una cosa sola...» mormorò Franky, sempre con il sorriso sul volto. «Che prenderete loro a calci in culo anche per me.»
Il suo corpo impattò sulla superficie dell'oceano e scomparve al di sotto, con l'acqua che si cristallizzava per la forza della sua anima che lo abbandonava. Gocce di lacrime vi ticchettarono sopra, mentre Robin non poteva staccare gli occhi da quel corpo che affondava, e più affondava più la sua maledizione si ritirava e scompariva.
E quando visibili non furono rimaste che le stelle che si rispecchiavano sulla superficie cristallizzata, Robin si voltò e volò nuovamente verso la nave che credeva di aver lasciato per sempre.
Non poteva più scappare. E non potevano farlo nemmeno loro.

***

Akemichan parla senza coerenza:
Credo che questa storia abbia bisogno di un minimo di contestualizzazione. L'idea iniziare era quella di riportare il canon di One Piece in una versione Supernatural!AU, ma se avessi dovuto portare davvero tutto quello che è successo a Enies Lobby, ci avrei impiegato capitoli e capitoli XD E il contest mi chiedeva un massimo di 3k, quindi ho deciso di tagliare la storia e concentrarmi unicamente sull'importanza di quello che Franky ha fatto per lei. Certo, nulla voglio togliere a Rufy & Co, che sono stati magnifici, però è indubbio che a Enies Lobby Franky abbia detto e fatto molto per lei, ed è stato anche per questo che mi sono innamorata di questa coppia.
E il finale drammatico? Be', dovendo tagliare, mi pareva il finale più adatto. E' una storia comunque "incompleta", di fatto l'ho pensata così, per questo ho creduto che la morte di Franky desse in effetti una chiusura, la chiusura ai dubbi di Robin che ormai non può più tirarsi indietro. Spero che non sia troppo brutta, nonostante tutto XD
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Akemichan