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Autore: EyedGirlLost    17/01/2016    0 recensioni
''Vedevo un percorso, vedevo una via, vedevo me, vedevo il nero, vedevo il vuoto, le ombre, non vedevo più me, non vedevo più il percorso, non vedevo più la via, ho avuto una scossa, mi tirano da un braccio, è tutto confuso, ci vedo di nuovo, vedo molto meglio, percorro la strada.''
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Pensava che alla fine dei conti la sua vita sarebbe stata una vita monotona, non lo fu mai.
Successero talmente tante cose nell'arco di poco tempo che G si smarrì.
La chiamavano G non perchè non le piacesse il suo nome, anzi, ma perchè solo alcuni secondo il suo pensiero potevano avere il privilegio di chiamarla per nome.
In realtà prima tutti la chiamavano con il suo nome. Prima di cosa? Prima del peggiore incubo della sua vita.

Le piaceva pensare che le piaceva la sua vita, nonostante la famiglia disastrata, perchè dopo anni di prese in giro nel periodo delle scuole medie ora aveva trovato se stessa. Aveva il suo stile, nel vestire, nel parlare, nell'atteggiarsi, non aveva bisogno di prendere spunto dalle ragazze che incontrava per strada.
Aveva un padre che la rimproverava molto spesso, nonostante gli lasciasse piena libertà di ogni cosa, era rimasto vittima di un infanzia traumatica e un matrimonio da manicomio, però ne era uscito forte, ma con molte cicatrici addosso.
G lo vedeva come il classico genitore a cui non va mai bene niente e si sentiva una ragazza ribelle. Gli voleva bene però, ci rimaneva male quando litigavano e si faceva avanti sempre per prima per rimediare e fare pace con un abbraccio.
Sua madre, ah sua madre, bisognerebbe scrivere un libro su di lei. Da giovane era una bella donna, magra, occhi verdi, mora e riccia, i classici lineamenti mediterranei. Si è sposata per ben due volte, ha avuto quattro figli, due con il primo marito, il padre di G, e due con il secondo. Nella vita non ha mai concluso nulla, rincorrendo sogni senza una reale base, indebitandosi fino all'osso, una vita difficile.
A G non pesava più di tanto ormai, era abituata, a promesse non mantenute, attese di arrivi che non arrivavano, affetto negato.
Si per lei sua madre gli aveva negato il suo affetto e lei per autodifesa faceva lo stesso.
Si sa l'adolescenza è peggio di una gravidanza, tra sbalzi d'umore, voglie assurde, pazzie che solo a quell'età si possono fare, è l'intro del nostro libro chiamato vita.
   
 
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