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Autore: Manu75    17/01/2016    2 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Ho pubblicato questa storia, per la prima volta, ben dieci anni fa. Ne pubblicai trentaquattro capitoli, suddivisi in due parti ma, al momento di dedicarmi alla terza e ultima parte, varie vicissitudini e l'uscita del settimo libro di Harry Potter (che mi tolse ogni ispirazione...) non mi permisero di completarla come avrei voluto. A distanza di tanto, tantissimo, tempo ho deciso di completarla (sto già scrivendo i nuovi capitoli) perché la storia è sempre rimasta ben viva in me e, nel frattempo, di ripostare i vecchi capitoli, possibilmente riveduti e corretti, se il tempo a mia disposizione me lo permetterà.
Il mio più grande rammarico è che, con ogni probabilità, le mie lettrici di allora non lo sapranno mai...a loro dedico questa riedizione della mia ff, loro che mi sostennero e con cui ebbi un dialogo davvero appagante tanto tempo fa. Spero che questa mia piccola "opera" possa incuriosire e interessare, accetto volentieri critiche sia positive che negative, basta che vengano espresse con educazioe e che siano costruttive ^_^ Buona lettura.



L'immagine di Narcissa è stata gentilmente creata, appositamente per questa storia, da miss Gold_394




UN GELIDO DESTINO



Primo Capitolo

(Un giorno normale)

 

La bella stanza quadrata era illuminata da un pallido sole di marzo che, filtrando timidamente dalla grande finestra, giocava debolmente con le finiture in oro della tappezzeria.Seduta in mezzo alla stanza, davanti ad un antico e prezioso specchio, stava una delicata figura vestita d’azzurro.
L’abito era ampio e ricco e fasciava elegantemente la snella figura che si specchiava rapita, apparentemente, dal proprio riflesso.I biondi capelli erano sciolti sulla spalle, in attesa che mani esperte li acconciassero e la giovane donna stava con le mani posate in grembo, immobile.
‘Sono io quella?’ si chiese la ragazza, aggrottando leggermente le delicate sopracciglia bionde, che incorniciavano due sfavillanti occhi grigi.
‘Come sono arrivata qui?’ si chiese di nuovo, questa volta con un leggero tono angosciato.
- Come siete bella, Miss Narcissa!- esclamò una voce alle sue spalle, facendola sussultare impercettibilmente.
Un’anziana donna che indossava quella che, evidentemente, era la divisa da lavoro delle grandi occasioni, era entrata nella stanza e ora osservava, con occhi lucidi, la giovane donna che ricambiava lo sguardo attraverso lo specchio.
- Vostro padre sarebbe così orgoglioso! Anche Vostra madre, se fosse ancora viva…- la donna si soffiò il naso, con aria commossa.
- Si, Dorothy, se mia madre fosse qui sarebbe davvero felice…- sussurrò Narcissa, incupendosi.
- Tra poco arriverà l’Elfa domestica dei Malfoy- aggiunse la donna, cambiando tono - Io non ero molto d’accordo ma il Signor Abraxas ha insistito, affermando che è un portento nell’acconciare i capelli e che sua moglie non voleva che nessun altro glieli toccasse…mah!- la domestica era evidentemente scettica.
- Ma Voi siete così pallida!E’ normale, l’emozione, vado a prepararVi una leggera tisana corroborante!- e Dorothy uscì, con aria affaccendata, dalla stanza.
Narcissa si concentrò nuovamente sulla propria immagine riflessa nello specchio.
‘Mamma, quello che desideravi si sta avverando e tu non sei qui ad assistere, proprio tu!’
Chiuse gli occhi, con un leggero sorriso amaro, mentre la mente tornava rapidamente all’ultimo giorno normale che Narcissa riuscisse a ricordare.
L’ultimo, prima che la sua vita cominciasse lentamente a cambiare.

 

La Tenuta dei Black di Weirwater, tra tutte le innumerevoli tenute della famiglia Black, non era né la più grande, né la più antica, ma di certo era la più nobile e bella.
La dimora era incastonata nello splendido paesaggio della Scozia, in una zona centrale a metà strada tra Edimburgo e i selvaggi fiordi scozzesi, ed era lambita da un corso d’acqua che ,formando una piccola rapida, con il suo incessante scorrere riempiva l’aria e ne aveva ispirato il nome. La proprietà comprendeva un immenso parco, contornato da alberi secolari che sembravano proteggere, come silenziosi guardiani, il grande  edificio bianco, risalente al diciassettesimo secolo, che svettava su tre piani e contava un centinaio di stanze.
L’aveva ereditato Cygnus Black quale terzogenito di Pollux Black, mago di grande fama e nobilissime origini; come tutti i Black del resto.
Weirwater avrebbe dovuto essere la tenuta estiva, delle vacanze, ma Cygnus l’amava
a tal punto da averla eletta dimora permanente per lui e la sua famiglia, a discapito della più comoda casa londinese.

C’erano tre cose delle quali Cygnus Black andava estremamente orgoglioso:
Il proprio cognome e quindi il suo sangue, nobile e puro, senza contaminazioni di sorta.
La bellezza di sua moglie, Druella, che l’aveva portato ad essere, il giorno delle nozze, il mago più invidiato di tutta l’Inghilterra; ma che l’aveva abbagliato a tal punto da impedirgli di vedere ciò che adesso, dopo ventidue anni di matrimonio, non poteva più negare: sua moglie era una donna estremamente fragile e malata, la cui salute mentale andava rapidamente peggiorando.
Infine, il principale motivo di orgoglio di Cygnus, erano le sue tre figlie.
La primogenita, Andromeda, che all’epoca aveva diciannove anni, era la sua prediletta.
Nonostante fossero in perenne conflitto, lui l’amava teneramente. Adorava il temperamento forte, ma pieno di calore, di questa sua figlia che condiva la ribellione con una dolcezza ed una vivacità che gliela rendevano ancora più cara.Amava tutto della sua primogenita: i capelli castani dai riflessi ramati, così simili a quelli della nonna paterna, i grandi occhi scuri, ereditati dalla madre, scintillanti e pieni di vita, la bocca sempre aperta al sorriso e alla risposta pronta.
L’aveva persino perdonata di non essere stata smistata nella nobile Casa di Serpeverde, come era avvenuto per quasi tutti i Black prima di lei, al suo ingresso ad Hogwarts, e di essere finita, invece, nella Casa di Corvonero.
Cygnus sentiva che sarebbe stato disposto a perdonare tutto ad Andromeda. Almeno così credeva.
La secondogenita, Bellatrix aveva quindici anni e delle tre era quella che possedeva la bellezza più appariscente, una bellezza bruna che non passava inosservata. I capelli erano quelli scuri dei Black e gli occhi, come anche per Andromeda, erano gli stessi di Druella.
Anche il corpo, raggiunti i quindici anni, era fiorito e, rispetto alle sue sorelle, possedeva una femminilità più prorompente, che suscitava l’ammirazione in qualunque uomo la conoscesse.
Cygnus amava esibire questa sua bella figlia con i suoi soci o con i vecchi amici, ma il carattere scontroso, cupo e acido di Bellatrix gliela rendevano molto meno cara di Andromeda. Non aveva alcun dialogo con lei e, con il passare degli anni, Cygnus aveva cominciato a notare quanto il carattere di Bella somigliasse sempre di più a quello della madre, della quale era la favorita.
La terzogenita Narcissa, che aveva undici anni, rappresentava agli occhi di Cygnus la perfezione. Delle tre ragazze era l’unica che avesse ereditato la bionda bellezza della madre, alla quale somigliava come una goccia d’acqua, ma era anche l’unica delle tre che avesse in sé l’innata eleganza, la grazia, la nobiltà nei movimenti tipici dei Black. Nonché gli occhi chiari che distinguevano quel ramo della famiglia e che si riflettevano in quelli identici di Cygnus.
Narcissa aveva anche il carattere più quieto ed i modi più pacati e, tuttavia, nascondeva in sé una forte volontà ed una grande determinazione. Le sue emozioni non trasparivano mai facilmente, al contrario delle sue sorelle sapeva mantenere il controllo senza sforzo.
Cygnus la considerava la figlia sulla quale puntare.
Quell’ ultimo giorno normale era il trenta di agosto del millenovecentosessantasei. Due giorni dopo, Narcissa avrebbe fatto il suo ingresso ad Hogwarts e la ragazzina era estremamente felice ed emozionata.
Osservava i suoi bagagli e la sua divisa, già pronti, con grande orgoglio, piena di un senso di anticipazione e grandi aspettative.
Andromeda, che aveva appena conseguito i suoi M.A.G.O con grande successo, le aveva sempre raccontato storie fantastiche su quella scuola; a differenza di Bella, che non le aveva mai raccontato nulla, se non cose terribili, circa compiti difficilissimi e dolorosissime punizioni.
Narcissa non lo avrebbe ammesso mai, nemmeno se le avessero fatto ingurgitare un’intera bottiglia di Veritaserum, ma uno dei motivi per i quali aspettava con ansia di entrare ad Hogwarts era la segreta speranza di riavvicinarsi a Bellatrix.
Nella loro infanzia le due sorelle erano state estremamente unite: avevano giocato, litigato e combinato guai insieme. Bellatrix aveva difeso Narcissa dalle ire materne innumerevoli volte e si era addossata la colpa dei danni causati, involontariamente, dalla sorella minore, subendo le punizioni paterne. Narcissa l’aveva sempre ammirata e amata, persino più di quanto avesse amato la sua cara Andromeda.
Poi, Bellatrix era andata ad Hogwarts e ne era tornata profondamente cambiata.
Quando era a casa, passava la maggior parte del suo tempo con la madre e Narcissa aveva perso così, con grande dolore, la sua compagna di giochi e di avventure.
Ora sognava di ricucire quel rapporto così compromesso proprio tra le mura di Hogwarts.
Narcissa si staccò a fatica dalla contemplazione dei libri e degli oggetti che le appartenevano e che l’avrebbero resa, si augurava, una perfetta studentessa ed una strega degna dei suoi avi.
La giornata era splendida e lei decise di uscire e di leggere il libro che suo padre le aveva prestato, sotto l’albero di Castagno che amava tanto.
Giunta alla fine della doppia scalinata che conduceva all’ingresso si imbatté in Bella che proveniva, evidentemente, dal salottino privato della madre.
- Dove vai?- le chiese dura, senza preamboli.
Nonostante non lo dimostrasse, Narcissa temeva Bellatrix quando era di quell'umore. Gli occhi scuri, ormai perennemente semichiusi sotto le pesanti palpebre che scintillavano febbrili e , spesso, malevoli e i denti che tormentavano le belle labbra carnose erano i segnali di pericolo che la ragazzina aveva imparato a riconoscere così bene.
- Vado a fare una passeggiata- le rispose calma, Narcissa.
- Cos’è quello?- esclamò Bella, sfilando il libro dalle mani di sua sorella.
- Me l’ha prestato papà, ti prego di ridarmelo.- le rispose, allungando la mano, in attesa.
Bellatrix lo tenne sollevato sulla testa, ridendo e sfidando la sorella a riprendersi il libro elegantemente rilegato. La notevole differenza d’altezza e di corporatura delle due ragazze avrebbe reso l’impresa di Narcissa quasi disperata e quindi la ragazzina rimase immobile, senza cedere alla provocazione.
- Sei una bugiarda!- esclamò Bella, infastidita dalla mancanza di reazione di Narcissa e ridendo beffarda – Papà non permette a nessuno di toccare i suoi libri-
- A me si!Ha detto che sa che lo tratterò con cura!- si difese Narcissa, consapevole che così dicendo avrebbe alimentato l’ira di sua sorella
Infatti, sul volto di Bella passò un’espressione furiosa e la ragazza spinse Narcissa, in malo modo, lontano da lei.
- Bene, se lo puoi tenere tu allora significa che lo posso leggere anch’io!- e si allontanò con il libro.
Narcissa sospirò, rassegnata. Opporsi a Bella quando era di quell' umore era impossibile e la lealtà che, nonostante tutto, sentiva di dovere alla sorella le impediva di andare a protestare da suo padre.
Decise di infilarsi nello studio di Cygnus nella speranza di recuperare un altro bel libro.
Una volta entrata fece per dirigersi verso la grande libreria che occupava un’intera parete della stanza, ma si bloccò.
Nello studio c’era un uomo.
Le voltava le spalle contemplando il grande ritratto di Druella, che dominava la stanza e che la ritraeva il giorno delle nozze: splendida, in un sontuoso abito verde salvia. La ragazza del quadro sorrideva con alterigia, ma la giovane età che aveva all'epoca del suo matrimonio ne mitigava l'espressione snob e gli occhi scuri e dolci la rendevano simile ad una splendida e seducente fata.
Narcissa rimase immobile, indecisa sul da farsi. La buona educazione, così radicata in lei, le imponeva di palesarsi e di presentarsi allo sconosciuto ospite. La sua indole riservata, invece, la spingeva ad allontanarsi in silenzio.
Prima che potesse prendere una decisione, l’uomo parlò.
- Devo dire che la somiglianza è davvero notevole! - esordì, con una voce bassa e profonda -Tu devi essere Narcissa!- concluse, voltandosi verso di lei.
La ragazzina rimase ammutolita, fissandolo con i suoi occhi grigi.
- Ebbene, posso sperare di udire la tua voce?- le chiese, serio ma gentile.
Era un uomo alto, sulla cinquantina, con dei capelli di un biondo molto chiaro e gli occhi pallidi ma brillanti.
Vestiva in maniera estremamente elegante e teneva il mento leggermente sollevato, con aria molto altera.
- Si signore…- rispose Narcissa, cercando di tenere la voce ad un tono né troppo basso né troppo acuto – Sono Narcissa Black, figlia terzogenita di Cygnus Black. – e fece un piccolo inchino, come le aveva insegnato sua madre.
- Ottimo! – si compiacque lui – Dunque, Narcissa, non eri entrata qui nella speranza di sostituire un libro che ti è stato portato via?- le chiese, estremamente serio.
Narcissa soffocò un’esclamazione di sorpresa. L’uomo doveva aver assistito a tutta la scena con Bella. Si sentì arrossire.
In quel momento, Cygnus entrò nello studio.
- Scusa se ti ho fatto attendere…- ma si bloccò, vedendo Narcissa nella stanza.
- Cissy, che ci fai qui?- la sorpresa lo spinse ad adoperare il vezzeggiativo che usava solo nei momenti di intimità familiare.
- Mi stava intrattenendo con la sua squisita compagnia.- intervenne il misterioso ospite – Hai davvero una figlia adorabile, Cygnus. Nonché davvero estremamente graziosa. Il ritratto vivente di sua madre! – concluse con calore.
Cygnus assunse un’espressione orgogliosa e si avvicinò a Narcissa, dandole un leggero buffetto sulla guancia.
Narcissa si stupì, suo padre non usava mai gesti affettuosi in pubblico.
- Allora Narcissa hai già finito di leggere il libro che ti ho dato?- le chiese suo padre, sorridendole.
- Non ancora – mormorò lei, con il cuore che batteva forte – E' troppo complicato per me, l’ho prestato a Bella, speravo di poterne prendere un altro.-
Suo padre aggrottò le sopracciglia, stupito e leggermente irritato. Nè Andromeda nè Bella avevano l’autorizzazione a toccare i suoi libri più preziosi, in quanto l’una era troppo distratta e l’altra mancava di delicatezza nel maneggiarli.
Lo sconosciuto osservò Narcissa con occhi ammirati.
- Trovo encomiabile che due sorelle dividano ogni cosa! Se Lucius non fosse figlio unico spererei di trovare in lui un simile atteggiamento fraterno-
Queste parole sembrarono addolcire Cygnus, che si avviò verso la libreria e ne tornò con un nuovo volume.
- Ecco cara! Ora vai, devo parlare di cose importanti con il nostro ospite-
Narcissa fece per uscire ma si bloccò gettando indietro la testa, con i capelli biondi che ondeggiarono sulla schiena, e porse la mano al visitatore.
- Spero di rincontrarLa…Signor…- disse con voce chiara ma arrossendo leggermente.
Lui trattenne un sorriso e afferrò con delicatezza la piccola mano, accennando un leggero inchino.
- Malfoy, Abraxas Malfoy.- si presentò con un’aria molto seria e compita, in risposta a quella della ragazzina. Tuttavia gli occhi sorridevano.
Narcissa gli sorrise con calore e uscì dalla stanza, camminando leggiadra come una ballerina, la schiena diritta e i biondi capelli luminosi, seguita dallo sguardo chiaro e improvvisamente serio di Abraxas Malfoy.

FINE PRIMO CAPITOLO

 

  
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