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Autore: tyelemmaiwe    17/01/2016    9 recensioni
Conosciamo la storia dei Silmarilli attraverso le cronache della Prima Era, sappiamo chi li ha creati, chi li ha rubati e che cosa ne è stato alla fine della Guerra d’Ira.
Quello che non sappiamo, è cosa ne pensassero loro di tutto ciò!
Un mio piccolo tentativo di raccontare la fine della Prima Era da una prospettiva un po’ particolare.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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No no no, senti, no! Sono sempre stato l’ultimo, il più piagnucoloso, quello che gli altri accusavano di brillare a lacrime anzi che a scintille, ma ce l’ho anche io un limite, sappilo! E questo è il limite. Non mi faccio passare di mano in mano così, io!
Già papà non è venuto a togliermi dalla corona di ferro puzzolente su cui mi avevano messo, assieme a quegli altri due che si lagnavano più di me, e poi arrivano dei tizi che non si presentano e che nemmeno ci venerano, e ci salvano. Ero contento, d’accordo, ma proprio mentre stavo per chiedere dov’era papà arrivi tu!

Mi sei sempre piaciuto, tu, perché non mi fissavi mai troppo, e a me essere fissato troppo dà fastidio, odio riflettermi negli occhi altrui, mi fa venire i brutti pensieri!
Insomma, arrivi tu. E che cosa vengo a sapere? Che hai ucciso un sacco di possibili ammiratori discreti, e che lo hai fatto più di una volta, e che hai anche rapito qualcuno! Ti conosco da quando eri giovane, io, e conosco tua madre, anche se lei non mi voleva parlare nemmeno quando dicevo che vi volevo tanto bene e che papà era il miglior papà del mondo, ma tu… Io ti volevo bene sul serio, e sapere queste cose non mi va bene, mi hai sentito?
Sì, ora è inutile che ti lamenti e ti arrabbi, mi ricordo di aver capito che papà e la tua mamma ti hanno insegnato che bisogna pagare le conseguenze delle proprie azioni, e una delle conseguenze è che se io entro a contatto con qualcuno che ha fatto tante cose brutte, che mi fanno venire i brutti pensieri quanto gli occhioni troppo luccicanti di certi ammiratori, io brucio, ecco!
E dire che mi hanno detto che tu di cose brutte ne hai passate… Se non ne avessi combinate tante dopo ti avrei pure consolato, sai?
Insomma, io un’amico non l’ho mai avuto, e io e i miei fratelli non siamo mai stati così uniti come si dice in giro, però…
No aspetta, ora che fai? A me il fuoco non dispiace, mi ricorda papà, però tu non ci puoi entrare, e… E non mi ci voglio ritrovare immerso da solo! E non c’è nemmeno nessuno che mi ascolti, qui… Sai che c’è? E’ contrario ai miei principi, ma ti odio!

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Tu! Razza di ingrato, di essere incoerente, tu…. No, guarda, lascia stare, che se comincio io divento più cattivo di papà quando non si lucidavano bene i metalli!
Io avevo una vita stupenda. Potevo passare le ore a prendere in giro tutti quei cristalletti e quei diamantini che facevano finta di essere me, e potevo convincere tutti di essere il cocco di papà, perché tanto gli altri due non potevano e non potranno mai eguagliare me, il primo figlio del nostro papà, il più perfetto, la vera immagine di ciò che aveva pensato per noi.

So avere pazienza io, sai? Ho sopportato tutte le avversità, nonostante avessi addosso un nervoso che avrei potuto corrodere persino quella odiosa corona di ferro che graffiava da morire e che, lo dico e lo ripeterò anche se ora è diventata un collarino, esteticamente è orribile.
Però, lo dovresti sapere, ci sono cose che mi fanno infuriare, e dico infuriare perché sono una gemma educata e anche con una certa cultura.
Però, educato o no, certe cose io le dico in faccia, non sono un rubino qualunque che fa tanto il timido, o uno di quegli inutili asceti degli zaffiri, per cui il mondo è sempre azzurro.
E vedere uno che mi è sempre sembrato una persona ragionevole sin da giovane che fa certe cose io non lo tollero! Non lo tollero, e basta!
Come hai potuto uccidere i Teleri, gli unici in grado di montare i gioielli con una tecnica degna di questo nome? Lo so, papà non sarebbe contento di sentirmelo dire, ma lui era un’eccezione, e in questi parametri non rientra.
Ma i teleri… Tu hai un’idea, tu con quei pezzi di legno e corde sempre in mano, ai un’idea di cosa significhi stare incastonati in una montatura fatta male? Hai idea di quanto sia fastidioso e scomodo?
E non credere che essere gemme impossibili da graffiare cambi qualcosa, perché non è vero, possano sbriciolartisi i cristalli sotto i piedi!
E ora tu e quei tuoi fratelli li avete ammazzati, e io sono senza montatura, e non ne avrò mai più una come si deve, mai più. Sei contento?
Magari se ti faccio un po’ sentire che cosa significhi stare scomodi con una bella scottatura ci capiamo meglio.
E non credere che l’acqua mi plachi, perché non è così…
Oh, perfetto. Dalla rassegnazione alle montature scomode al dover rimanere a fluttuare in quest’acqua inutile e piena di granelli fastidiosi di sale e di esseri che hanno paura di imparare ad apprezzare l’arte. Che vita da granati.

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Poveri illusi…. Il più vecchio e il più noioso, spersi chissà dove a lamentarsi che la vita è triste, che la vita è brutta… Eh, la loro lo è, ineffetti, ma che cosa ci possiamo fare? La fortuna non è uguale per tutti!
Li penserò, ogni tanto, sia mai che il mio pensiero, dall’alto, gli porti un po’ di consiglio.

E intanto mi godo la vita più bella che ci sia. Quale pensate che sia la massima ambizione di una gemma di cui esistono solo due, tra l’altro imperfetti, simili, e che ha passato parecchi anni, ahimè, purtroppo non tutta la vita, a farsi ammirare da ogni essere vivente per la sua bellezza, per le sue mille sfumature di infinito, per la sua perfezione irripetibile, per la luce che ovunque irradia e che mai si spegnerà?
La più grande ambizione, dicevo, è assicurarsi un posto in cui questa condizione diventerà eterna, imperitura, inequivocabile.
E quel posto è il cielo!
Ho avuto pazienza, ho saputo cogliere tutte le occasioni, e alla fine la fortuna mi ha prestato le ali di una povera gabbianella in cerca del suo amore.
Da lì è stato facile: questo marinaio che mi porta è un tipo a posto, non esageratamente ambizioso, tanto che non ho concorrenza, e che non ha esitato a servirsi di me per qualche suo proposito strano che riguarda quelli come lui.
Poco male, è bastato avere un altro po’ di pazienza, e alla fine è arrivato il momento del grande salto!
E poi è stata un’apoteosi di gioia senza fine.
Se non temessi di incrinare la mia perfezione, e se sapessi che papà ha inventato qualcosa per incidermi senza danni, mi copierei addosso tutti i canti di lode e i nomi meravigliosamente musicali e esclusivamente miei che mi hanno dato nei secoli!
D’accordo, sono costretto talvolta a sentirmi chiamare col nome del mio portatore, ma bisognerà pure che abbia anche lui qualche soddisfazione, costretto com’è a guidare questa mezzaperla con cui mi porta in giro per i cieli….
E’ un po’ una scocciatura quando c’è quella lampada che sguinzagliano regolarmente in aria e che ci costringe a rimanere nascosti a terra, ma per fortuna quando arrivo io si abbassa, quindi alla fine è facile ignorarla.
Quella specie di lumino che c’è nel cielo con noi ogni notte invece è quasi simpatico, e ogni tanto mi fa pure la cortesia di consumarsi senza motivo, lasciandomi campo libero.
Se fosse una femmina quasi quasi le chiederei di sposarmi… Ma no, prima di tutto è un maschio come me, e poi è un idiota, sempre a pensare a quella lampada che si fa le treccie con gli strascichi di luce che si lascia dietro, brutta vanitosa, e poi… Meglio soli che offuscati, no?


Note dell’autrice:

Rieccomi, stavolta con una comica… Mi sono soffermata un momento a pensare ai Silmarilli alla fine della prima era, mi è tornato in mente il fatto che quei gioielli sembrano avere vita propria, ed è saltata fuori questa storiella!
La decisione di far parlare i Silmarilli al maschile mi è venuta pensando al fatto che contengono una parte dell’anima del loro creatore, quindi, dato che sembrano sapere tutto, immagino che pensino a sé stessi al maschile, dato che Feanor è un maschio. (resta ilfatto che l’idea di renderne uno o più di uno femmina ogni tanto mi ronza in testa, quindi non si sa mai…)
In più così potevo accordare il tutto al fatto che alla luna ci si riferisce al maschile e al sole al femminile, cosa che mi serviva per parlare del nostro terzo amichetto XD.
Che altro? Niente, spero davvero che vi piaccia, e che non vi faccia più piangere che ridere…
A presto!
Tyelemmaiwe
  
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